Daniele vince Amici. Vince il talento e questo consola

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La vittoria di Daniele Doria rimette un po’ a posto i giochi; potremmo dire che ci riconcilia con il mondo dell’arte (ed anche dei talent).

Dopo l’uscita dell’unico cantante in gara quest’anno, Niccolò Filippucci – che meritava la finale ed anche la vittoria della categoria canto – il ballerino vince l’edizione di Amici 2025 segnata dalla netta differenza tra il talento dei ballerini e la scarsa attitudine alla materia canto da parte di aspiranti cantanti che alla fine, (oltre che nella finale) non si sono dimostrati all’altezza. Trigno, in finale con Antonia vince la categoria canto, ma delude il suo modo di cantare. La mancanza di studio si fa sentire eccome. A tratti stonato, sempre uguale, senza la capacità interpretativa che serve, anzi è indispensabile nell’arte del canto, tanto quanto nel ballo. Per non parlare della tecnica, che è fondamentale, a meno che non si sia Vasco Rossi, ma di questo ne abbiamo parlato a lungo in precedenza.

Dicevamo una netta differenza tra ballerini (quest’anno ancor più talentuosi che in passato) e cantanti. 

La crescita artistica, la dedizione, lo studio, la capacità di allenamento che si traduce in ottime performance che hanno emozionato anche per l’aspetto interpretativo. 

Per tutto l’anno i ballerini si sono allenati, hanno studiato, e la cosa bella è vederli partire adesso per degli stage che li renderanno dei professionisti fantastici pronti ad affrontare le grandi sfide lavorative in tutto il mondo. 

A Daniele è stato offerto un anno di studio a New York alla Ailey School, una scuola importantissima per i danzatori. Il ballerino appena che 18enne avrà così la positività di affinare il talento e la tecnica, perché lo studio è la chiave che apre la porta del successo.

Lo studio è la chiave di tutto. 
Bravi anche gli altri due finalisti nella sezione ballo, Francesco e Alessia. A tutti e due è stato proposto di restare “a casa” ossia diventare ballerini professionisti all’interno della trasmissione.

I cantanti finalisti sono stati scarsi, nella finale. Sottotono, non intonati, aggrappati a modalità canore melense, non incisive e prive di quella sicurezza che solo lo studio dà.  

Non si capisce cosa abbiano fatto tutto l’anno scolastico nella scuola di Amici. Alle prese con brani non adatti a loro, senza lo studio della tecnica. Catapultati però con i loro inediti nel mondo degli streaming e delle radio, destinati come quelli che sono venuti prima di loro ad essere delle meteore, assolutamente di passaggio se non si fermeranno a studiare … un bel po’.

Impossibile per gli addetti ai lavori poter giudicare esibizioni e brani cantati da questi giovani che dovrebbero rappresentare il mondo della musica. Mi chiedo come abbiano fatto a giudicare i giornalisti presenti alla finalissima. Alcuni commenti sono stati davvero inappropriati, quasi pittoreschi. 

Giudicare i due finalisti stasera era compito imbarazzante. 

Ci chiediamo (ancora una volta) se questi fossero per davvero il meglio che sono stati in grado di selezionare. 

Meno male che i ballerini e la danza hanno riscattato tutto, hanno salvato il volto del talent, che dovrà forse rivedere un po’ di cose il prossimo anno, tipo dare dei veri maestri di canto ai cantanti e selezionare al netto di tutti quegli artifici sulla voce e non solo. 

Archiviamo anche questa edizione e tra qualche mese ci saremo belli che dimenticati di Trigno e compagnia cantante (è proprio il caso di dirlo) perché usciti da quel posto caldo e confortevole, anche gli streaming pian piano andranno scemando, perché fisiologico in quel meccanismo. 

Seguiremo colui che a detta di molti, non solo di noi addetti ai lavori, aveva le carte in regola per spiccare il volo. Seguiremo Niccolò che dalla sua aveva già gli studi di musica in dote e che ha delle potenzialità che altro studio potrà esaltare. 

La vittoria di Daniele insegna che lo studio premia, che il talento da solo non basta, che l’opportunità si trasforma in obiettivo attraverso la dedizione e lo studio, non solo con la passione, che resta però, il modo più autentico di vivere l’arte. Lì dove c’è.

Ps: sarebbe stato bello avere due talenti in finalissima, tanto da dire: “chiunque vinca, va bene così”. Ma per fortuna è andata bene così com’è andata.

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