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Sono 21 i Comuni della provincia di Agrigento che sono stati commissariati dalla Regione Siciliana perché inadempienti nell’approvazione dei Rendiconti del 2022. La scadenza del 30 aprile è stata superata esattamente da tre mesi. Tra i 21 vi sono Ribera e Sciacca, dove il commissario ad acta Vincenzo Raitano si sostituirà ai rispettivi consigli comunali per l’approvazione dello strumento contabile, così come nei Comuni di Raffadali, Realmonte, San Biagio Platani, Santa Elisabetta, Santa Margherita di Belice, Siculiana e Villafranca Sicula. Il commissario ad acta Enzo Abbinanti sarà invece impegnato nei Comuni di Agrigento, Alessandria della Rocca, Aragona, Caltabellotta, Campobello di Licata, Casteltermini, Lampedusa, Montallegro, Porto Empedocle e Racalmuto. A Bivona lavorerà il commissario Giovanni Cocco.

Il sindaco di Agrigento Franceso Miccichè si congratula con il primario di Cardiologia dell’ospedale di Agrigento San Giovanni di Dio per avere accettato una situazione alquanto difficilissima e cioè quella di andare a dirigee pro tempore un reparto difficile come quello del Pronto Soccorso di Agrigento.

Il sindaco scrive un post nella sua bacheca e dichiara: “Il 27 giugno scorso avevo incontrato il Commissario ASP Zappia per parlare delle criticità nel Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio.

Ieri l’altro una bellissima notizia, il dottore Giuseppe Caramanno, Direttore
U.O. Emodinamica e Cardiologia Interventistica ha accettato di dirigere il Pronto Soccorso. Un grande atto di coraggio e disponibilità in un momento difficilissimo.
Sono certo che il dott. Caramanno sarà in grado di rimettere in piedi il più delicato reparto dell’ospedale.
Ringrazio il collega e amico Giuseppe Caramanno e mi congratulo con il commissario Zappia per la scelta.
Buon lavoro Peppe”.

La Squadra Mobile – Polizia di Stato di Agrigento, la Guardia di Finanza – Sezione Operativa Navale di Lampedusa e l’Ufficio Circondariale Marittimo della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Lampedusa hanno portato a termine un’attività d’indagine, coordinata da questa Procura della Repubblica, che si è conclusa con il fermo di indiziato di reato del comandante di un motopesca tunisino e degli altri 3 membri dell’equipaggio, oltre al sequestro del natante.
I fermi sono stati convalidati dal G.I.P. del Tribunale di Agrigento, che ha emesso a carico di tutti e quattro gli indagati la misura della custodia cautelare in carcere.
Per la prima volta, nella famigerata rotta migratoria del Mediterraneo centrale, si contesta agli indagati il reato di pirateria marittima, previsto dalla “Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare” di Montego Bay (UNCLOS) e dall’art. 1135 del Codice della Navigazione italiano, punito con pene fino a venti anni di reclusione.
Le indagini, portate avanti in collaborazione dagli investigatori della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza e dal personale della Guardia Costiera di Lampedusa, hanno permesso di accertare che diversi equipaggi di pescherecci tunisini hanno cessato di essere pescatori e si sono dedicati alla più lucrosa attività di pirati, depredando i numerosi barchini in ferro che continuano a partire dalle coste di Sfax, in Tunisia, con a bordo, per la maggior parte, migranti sud-sahariani ed asiatici.
Le condotte delittuose dei nuovi pirati mettono gravemente a rischio la vita dei migranti, che tentano di attraversare il Canale di Sicilia sui precari barchini in ferro di Sfax, ancor più delle già gravi condotte illecite dei trafficanti di essere umani tunisini e libici.
L’operazione di oggi apre nuovi scenari su quello che ogni giorno accade nella rotta del Mediterraneo Centrale, la “rotta migratoria più mortale al mondo”, secondo i dati dell’OIM (organizzazione internazionale per le migrazioni) e sta portando a nuovi protocolli investigativi e ad una diversa attenzione alla difficile attività di monitoraggio del Canale di Sicilia.
La Procura di Agrigento ha già avviato un tavolo tecnico di approfondimento del fenomeno della pirateria in mare nel Mediterraneo Centrale con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, con il Comparto Aeronavale della Guardia di Finanza e col mondo dell’Accademia universitaria.
Le informazioni acquisite nell’ambito di questa vicenda sono già state condivise con i Paesi esteri interessati tramite i canali INTERPOL
È stata fissata conferenza stampa nei locali della Procura della Repubblica di Agrigento per le 11.30 di lunedì 31 luglio.

Privi di tracciabilità. Oltre 40 chili di prodotti ittici e alimentari vari sono stati sequestrati in un ristorante del lungomare Falcone-Borsellino e in un chiosco di viale Delle Dune, a San Leone. I titolari delle due attività sono stati sanzionati: 2.500 euro ciascuno. Ad effettuare i controlli sono stati i carabinieri del Centro Anticrimine Natura, con a capo il tenente colonnello Vincenzo Castronovo.

Dall’inizio della campagna estiva sul mangiare sicuro, scattata il primo giugno scorso fino ad oggi, sono oltre 400 chili i prodotti carnei, ittici e caseari sequestrati. In due mesi, elevate sanzioni per quasi 50 mila euro. Le principali norme violate hanno riguardato la mancata tracciabilità degli alimenti e l’assenza dell’adeguata etichettatura dei cibi che dovrebbe fornire al consumatore informazioni su ingredienti e allergeni.

Carmelinda Cipolla, infermiera in servizio presso l’Ufficio Infermieristico del P.O. di Agrigento ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Università degli Studi di Palermo, con votazione 110 e Lode.
Titolo della tesi “L’Infermiere Case Manager nei percorsi ambulatoriali dei pazienti affetti da patologie cardiache: proposta operativa”.
Tale proposta operativa riguarda la ridefinizione degli ambiti di cura e di assistenza ai pazienti affetti da patologie cardiache come scompenso cardiaco ed infarto del miocardio, implementando dei percorsi assistenziali basati sulla continuità delle cure con un approccio multidisciplinare. Integrando competenze cliniche e manageriali della figura infermieristica, seguendo il modello Lean Thinking, ottimizzando i risultati con l’utilizzo più appropriato delle risorse.
La figura dell’ ICM (Infermiere Case Manager) ad oggi non conosciuto nella nostra realtà ospedaliera, dovrebbe essere inserita strategicamente all’interno dell’organigramma aziendale come Funzione Specialistica Organizzativa come previsto dal nuovo CCNL 2019-2021 e all’interno dei reparti ad elevata complessità assistenziale. Al fine di raggiungere gli obiettivi, quali: riduzione della frammentazione delle cure, miglioramento dell’ empowerment del paziente, ottimizzazione delle risorse, riduzione dei costi, maggiore sostenibilità efficacia/efficienza, esiti di salute migliori, integrazione ospedale-territorio.
Implementando tale modello organizzativo nel setting  ambulatoriale si avrà da un lato una maggiore competenza ed autonomia della figura infermieristica e dall’altro un miglioramento qualitativo dell’assistenza al paziente affetto da comorbilità.
A Carmelinda gli auguri di tutto lo staff di sicilia24h.it.

C’e’ un ‘sistema’ opaco all’interno del sistema di istruzione pubblico ed e’ in costante espansione. L’anno scorso oltre 30mila studenti si sono spostati dalla scuola statale alla paritaria nel passaggio dalla quarta alla quinta delle superiori: circa un terzo si sono rivolti a 92 istituti paritari (su 1.423), che hanno avuto, come ogni anno, un’esplosione di iscritti: 82 sono in Campania, 6 nel Lazio e 4 in Sicilia. Ma gli studenti che vanno a prendere li’ il titolo, provengono da tutta Italia, alimentando un vero e proprio ‘turismo da diploma’. E cosi’ evadono l’obbligo di frequentare almeno tre quarti delle lezioni. Almeno 10 mila neodiplomati della Maturita’ 2023 hanno acquisito un titolo (che ha valore legale) con modalita’ ‘sospette’. Lo rivela Tuttoscuola in un dossier dal titolo ‘Maturita’: boom dei diplomi facili’. Un vero mercato dei titoli di studio, in poderosa crescita, con un giro d’affari di almeno 50 milioni di euro l’anno. Un macigno sulla credibilita’ della scuola italiana. Le vie della ‘maturita’ facile’ sono borderline, prosegue il comunicato, sulla linea di confine tra legale e illegale.

Il dossier punta i fari sul mondo dei diplomifici, poche ‘mele marce’ nascoste nella scuola paritaria, che invece svolge nel complesso un servizio pubblico insostituibile per il Paese: numeri, geografia del fenomeno, meccanismi di funzionamento. Dal 2015 ad oggi il numero di iscritti al quarto anno negli istituti paritari e’ rimasto stabile (intorno a 18 mila). L’anno successivo in quinta il boom: 35 mila (2016), 40 mila (2019), 45 mila (2020), fino agli oltre 50 mila del 2022. Con un tasso di incremento dalla quarta alla quinta ogni anno crescente, dal +92% di sette anni fa al +166% dell’anno scolastico da poco terminato. Tuttoscuola ha analizzato, scuola per scuola, quella variazione di iscritti: la quasi totalita’ delle scuole paritarie sono estranee al fenomeno che stiamo descrivendo. E dove si concentra? In 92 istituti (il 6,5% dei 1.423 istituti paritari che portano studenti all’esame di maturita’), che da soli costituiscono un incremento di 10.941 iscritti rispetto a quello complessivo di circa 30 mila. Registrano tutte un salto (nella maggior parte dei casi ripetutamente da anni) da 70 fino a quasi 300 iscritti tra il quarto anno e il quinto dell’anno successivo (esempio: un istituto e’ passato da 11 iscritti in quarta a 296 l’anno dopo in quinta), con percentuali di incremento che vanno dal +1500% al +6.800%.

Dove si trovano quei 92 istituti? Sono concentrati in sole nove province: tutte le cinque della Campania; del Lazio le province di Roma e Frosinone, della Sicilia le province di Palermo e Agrigento. Napoli detiene il primato per incremento di studenti dal 4 al 5 anno, con 59 istituti su 188, pari al 31,4% degli istituti paritari della provincia, seguita da Caserta con 6 istituti su 37 (16,2%) e da Salerno con 14 istituti su 103 (13,6%). La Campania vede complessivamente interessati 82 istituti su 356 paritari situati in quella Regione, pari al 23%. Il Lazio 6 (su 185), la Sicilia 4 (su 68). Prendendo in esame la graduatoria ‘top 15′ degli istituti con maggior incremento di candidati nel passaggio dal 4 al 5 anno, si scopre che ben 13 istituti sono situati nella provincia di Napoli; uno in provincia di Benevento e uno in provincia di Roma. Sorprendente il caso di un istituto che negli ultimi due anni non aveva studenti iscritti al 4 anno, ma che ha registrato oltre 100 iscritti l’anno dopo al 5 . Un altro istituto ha avuto complessivamente negli ultimi sei anni soltanto 31 studenti iscritti al 4 anno, diventati in tutto 1.083 al 5 anno con un incremento di 1.052 iscritti nel sessennio (+3.194%); un altro istituto con 138 iscritti al 4 nel sessennio diventati 1.388 al 5 con un incremento di 1.250 iscritti in piu’. Ipotizzando una retta media di 5 mila euro, i ricavi di questo istituto solo per le iscrizioni al quinto anno sfiorerebbero nel sessennio i 7 milioni di euro. Perche’ tutti questi istituti raccolgono pochissimi iscritti fino al quarto anno, mentre esercitano una forte attrazione, capace di portare iscritti da tutta Italia, nell’anno della maturita’? L’evasione dell’obbligo di frequentare almeno tre quarti delle lezioni e’ quasi certamente una delle risposte, in quanto costituisce il motivo della forte attrattiva di candidati da tutta Italia.

Passando ai dati complessivi del sistema paritario (che includono come detto sia quelli della grande maggioranza di istituti che presentano condizioni del tutto fisiologiche, sia quelli di alcune decine di scuole fortemente sospettabili di essere dei diplomifici), emerge che nel periodo che va da 2015-16 al 2022-23 l’incremento cumulato di iscritti registrati a livello nazionale nelle scuole paritarie tra il quarto e il quinto anno delle superiori e’ stato di 166.314 (dai 125.998 iscritti al quarto ai 292.312 al quinto: +132%): ebbene, dei 166 mila, circa 105 mila riguardano istituti paritari della Campania, pari a un incremento del 691%. In tutte le restanti Regioni sommate insieme l’incremento e’ stato di 61.587, pari al 56%. In Lombardia, per esempio – la Regione con il maggior numero di abitanti e di studenti, dove funziona un numero di istituti paritari di secondaria di II grado (370) molto simile a quello della Campania – l’incremento e’ stato di 2.646, pari al 6%. In termini di valori assoluti registrati nel settennio, le regioni con minori incrementi sono state la Liguria con 119 studenti, il Friuli con 184, l’Umbria con 269. Aggregando per aree i dati delle singole regioni, risulta che il Sud nel corso del settennio 2015-16/2022-23 ha fatto registrare un incremento complessivo di 112.673 studenti interni, pari al 573,6%: in media circa 16 mila l’anno. All’opposto, gli istituti settentrionali hanno fatto registrare incrementi pressoche’ fisiologici, al di sotto del 9%: in media poche centinaia l’anno. Quanto costa mediamente un diploma? Gli operatori del settore offrono servizi variegati: il recupero degli anni scolastici, l’esame di idoneita’, il conseguimento del diploma. C’e’ un catalogo differenziato, ogni servizio ha un costo, con possibilita’ di risparmiare per pacchetti integrati. Per il recupero degli anni scolastici la maggior parte degli istituti, secondo le informazioni desumibili nel web, chiede una cifra compresa tra i 1.500 e i 3.000 euro, piu’ una tassa d’iscrizione che va da 300 a 500 euro. Per gli esami di idoneita’, il prezzo varia tra i 1.500 e i 3.000 Euro. Per il diploma di maturita’ la retta media e’ 2.500-4.500 Euro. Ma ci sono casi in cui si arriva a 8.000 o addirittura a 10.000 euro. Per chi puo’ permetterselo, ovviamente, conclude Tuttoscuola.

“Le soluzioni individuate dal commissario straordinario dell’ASP di Agrigento, così come esposte nel corso dell’ ultima conferenza stampa, al fine di superare lo stato di emergenza in cui si trova il sistema sanitario locale e in particolare l’organizzazione del pronto soccorso del San Giovanni di Dio, potrebbero essere anche una prima risposta per arginare la crisi dovuta alla mancanza di medici, ma si rimane ancora nel limbo degli annunci e degli auspici, per lo meno fino a quando le risorse umane individuate non dovessero manifestare concretamente la loro disponibilità ad accettare l’incarico.
Quanto poi al resoconto della conferenza stampa riportato dai media, si conferma la puntualità dell’iniziativa del Cartello Sociale affinché le autorità competenti prendessero coscienza della gravità delle condizioni in cui versa il sistema sanitario nella nostra provincia.
Questo viene sottolineato  non per attribuirsi dei meriti ma per fare giustizia dei pregiudizi di chi non ha saputo vedere nella mobilitazione popolare del 17 giugno i segni di una profonda sofferenza e di una grande preoccupazione da parte della popolazione agrigentina.
Con questo vogliamo anche confermare la nostra solidarietà ai sindaci che si sono rivolti agli organi superiori della sanità pubblica.
La loro iniziativa è infatti legittimata dal fatto che come avamposto dello Stato i primi cittadini recuperano le legittime istanze dei loro amministrati che reclamano il sacrosanto diritto alla salute e non certo per evitare di rivolgersi al livello più prossimo dei rappresentanti delle autorità locali.
A tal proposito bisogna riconoscere che il dialogo si può praticare solo se c’è la volontà di portarlo avanti da ogni parte.
In ogni caso, maggiori sono le responsabilità e più esiste il dovere morale di ascoltare i portatori degli interessi della comunità.
Al nuovo primario del pronto soccorso rivolgiamo i più sinceri auguri di buon lavoro consapevoli della sfida alta che lo attende e fiduciosi che possa avere un sostegno ampio da parte dei vertici aziendali”.

Nel 2021, l’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica per la Regione Siciliana bandiva un concorso, per titoli ed esami, per l’assunzione di n. 88 unità di personale per il ricambio generazionale nell’Amministrazione regionale, di cui 8 posti venivano assegnati al profilo di funzionario avvocato (Cat.D).
Successivamente, l’Assessorato regionale procedeva alla rettifica del suddetto del bando ed eliminava il riferimento alla riserva di posti in favore del personale interno. Sicché, alcuni dipendenti dell’Amministrazione regionale, lamentando la lesività del bando, decidevano di impugnarlo, con ricorso, innanzi al TAR-Palermo.
Successivamente, i dipendenti regionali proponevano un ulteriore ricorso per motivi aggiunti, al fine di ottenere l’annullamento delle graduatoria di merito dei diversi profili posti a bando.
Nel corso del processo, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, si costituiva in giudizio l’Avv. Nicola Dumas, di Agrigento, che nelle more era stato assunto in qualità di funzionario avvocato presso l’Ufficio Legale e Legislativo della Regione Siciliana.
In particolare, gli Avv.ti Rubino e Impiduglia contestavano in giudizio l’infondatezza e l’inammissibilità del ricorso, per mancanza, in capo ai ricorrenti, del possesso dei requisiti necessari per accedere alla procedura concorsuale in questione.
Ebbene, con sentenza del 20.07.2023 il TAR-Palermo, condividendo le argomentazioni difensive degli Avv.ti Rubino e Impiduglia, ha dichiarato infondato il ricorso principale, ed inoltre, ha dichiarato improcedibile il ricorso per motivi aggiunti.
Pertanto, per l’effetto della predetta pronuncia, l’Avv. Nicola Dumas ha potuto mantenere la propria posizione utile nella graduatoria finale di merito per il profilo di funzionario avvocato.

A fronte della richiesta da parte del pubblico ministero di Agrigento, Paola Vetro, di applicare la custodia cautelare in carcere a carico dei fratelli di Favara Carmelo e Salvatore Fallea, 48 e 45 anni, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Iacopo Mazzullo, ha convalidato gli arresti, ha accolto la richiesta del carcere per Carmelo Fallea, e ha invece restituito la libertà a Salvatore Fallea, imponendogli l’obbligo di dimora nel Comune di residente. I due, difesi dall’avvocato Angelo Nicotra, sono stati arrestati dai Carabinieri perché sorpresi in possesso di 1 chilo di cocaina. In sede di interrogatorio di garanzia, Carmelo Fallea ha spiegato: “La cocaina è mia, mio fratello Salvatore non c’entra”.

Come già pubblicato, il plenum del Csm, ovvero l’assemblea plenaria del Consiglio superiore della magistratura, ha votato e nominato Giovanni Di Leo neo procuratore di Agrigento. Adesso sono stati scelti i procuratori generali di Catania e Caltanissetta. Alla procura generale di Catania lavorerà Carmelo Zuccaro, che attualmente è a capo della Procura etnea, da ultimo impegnata nell’inchiesta sull’incendio all’aeroporto di Catania. E Fabio D’Anna, procuratore capo a Ragusa, è stato invece nominato, all’unanimità, procuratore generale di Caltanissetta.