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Beni per un valore di circa 10 milioni di euro riconducibili ad un noto imprenditore agrigentino, Giuseppe Burgio nel frattempo deceduto, sono stati confiscati definitivamente. Ad eseguire il provvedimento è stata la Guardia di finanza del Comando provinciale di Agrigento. La confisca ha riguardato, in particolare, le quote di tre società, due centri commerciali di ampia estensione e tre appartamenti di pregio ubicati nelle provincie di Agrigento, Caltanissetta e Palermo, per un valore stimato in oltre dieci milioni di euro. L’imprenditore era finito sotto processo per plurime condotte di bancarotta fraudolenta aggravata, con danno nei confronti dei creditori per svariati milioni di euro. Nel 2016, era stato arrestato dalle Fiamme gialle nell’ambito dell’operazione denominata “Discount” coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento. All’esito del procedimento, la Corte di Appello di Palermo ha disposto la confisca (divenuta definitiva) dei beni di proprietà delle società, riconducibili all’imprenditore.

“Le società ancora dotate di cospicua patrimonialità – scrive la Guardia di finanza in una nota stampa -, costituita mediante provviste finanziarie apportate illecitamente dalle altre società poi decotte e dunque derivanti da condotte distrattive. Per la realizzazione delle condotte delittuose l’imprenditore, servendosi, uti dominus, di schermi giuridici societari asserviti alle sue logiche criminose, si avvaleva di un meccanismo finanziario che prevedeva l’artificiosa erogazione di anticipazioni infruttifere, da parte dello stesso quale socio, nei confronti delle società avviate al fallimento, di cui diveniva così creditore, nonché dei successivi rimborsi delle anticipazioni, in tal modo generando flussi finanziari apparentemente legittimi, provenienti delle società destinate alla decozione, reimpiegati per operare consistenti investimenti immobiliari o per provvedere alle spese correnti di gestione”.

Si ripete la storia del furto delle autovetture nonostante siano parcheggiate all’interno del sito che ospita l’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

Lo scenario è sempre lo stesso e i ladri non hanno esitato un solo istante a compiere il furto di una Fiat 500 decappottabile di proprietà di una dottoressa del reparto di Cardiologia.

Già alcuni anni fa si era riproposto il problema dei furti di autovetture all’ospedale agrigentino ma nessuno, in merito, ha adottato provvedimenti, come ad esempio una sorveglianza, per far desistere i malavitosi a compiere il furto. Un furto, quello di ieri, avvenuto alla luce del sole.

 

L’On. Ida Carmina del M5S replica all’On. Pisano dei “Noi Moderati” sulla bocciatura dell’Odg (9/1067-A/31) che mi vede prima firmataria sull’aeroporto ricadente nell’area sud-occidentale della Sicilia e inserito nel Dl Ponte per fare chiarezza ai cittadini di cosa è successo realmente alla Camera dei Deputati.

“Trovo alquanto strano che su un Odg così importante per il territorio agrigentino quale il tema dell’aeroporto si ingenerano senza fondamento. Tra l’altro avevo annunciato al collega il “moderato” Pisano che avrei presentato questo ordine del giorno nell’interesse della nostra provincia Agrigentina e lo avevo invitato a sottoscrivere, per dare maggior forza alla mia richiesta per il nostro territorio .

Lui, forse consigliato male, non so da chi, era convinto che l’Odg non fosse attinente, al provvedimento che riguardava la “realizzazione di un collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria “, e pertanto non soltanto il Ponte sullo Stretto. Infatti, se non fosse stato attinente sarebbe stato dichiarato inammissibile, e non votato dall’Aula .

Invece l’Odg è arrivato in Aula ed è stato regolarmente votato. Ma è stato bocciato, non perché era inammissibile, ma perché ha ricevuto il parere contrario del Governo. L’Odg voglio ricordare è una richiesta di impegno al Governo di togliere dall’isolamento la Provincia di Agrigento, valutando ponendo in essere tutte le iniziative a disposizione per la realizzazione di un aeroporto ad Agrigento .

Avevo motivato dettagliatamente le ragioni della mia richiesta nel contenuto presentato e gli svantaggi oggettivi che subiscono gli agrigentini, che subiscono una gravissima discriminazione e sono in grave quanto ad infrastrutture Ciononostante, il Governo non ha dato l’assenso. A questo punto l’unica spiegazione credibile è perché la proposta è partita dall’opposizione, da una che fa parte del M5S .

Io avevo invitato lo stesso Pisano a firmare il mio Odg superando logiche e steccati politici, come ho fatto io stessa controfirmando il suo ODG sull’alta velocità.

Forse migliori consigli avrebbero consentito la firma e di portare a casa il risultato.

Detto questo la mia battaglia parlamentare sull’aeroporto agrigentino andrà avanti con gli strumenti parlamentari in mio possesso e spero che i parlamentari del territorio di maggioranza escano dalla logica delle contrapposizioni e si uniscano assieme a me in questa iniziativa sacrosanta con atti concreti vista la linea preferenziale con il governo in carica. Perché l’aeroporto di Agrigento è una reale necessità di un territorio martoriato ed i ritardi non sono accettabili per i quasi 500 mila agrigentini che hanno fame di normale mobilità per non sentirsi più cittadini discriminati e per potere appieno dei loro diritti”.

Quando la professionalità, il dovere, la dedizione e la qualità scendono in campo non è poi così difficile raggiungere ambiziosi e prestigiosi traguardi.

E così per l’azienda Mancuso Gelati dal 1958 la quale nei giorni scorsi partecipando alla fiera Tutto Food ha vinto il primo premio innovazione per l’ultimo prodotto esibito che si chiama Gelato Zero.

Una vera e propria innovazione che ha impressionato non poco i giuristi che hanno dovuto scegliere i vincitori; e per loro non c’è stata storia. Mancuso Gelati dal 1958 non poteva non vincere questa edizione denominata “Better Future Awarda”.

Ed uno dei titolari dell’azienda, Antonio Mancuso, mostra immediatamente la sua felicità dopo l’ambizioso traguardo raggiunto. Dichiara: “Come azienda, ci siamo sempre impegnati a offrire ai nostri clienti solo il meglio dei gelati, ma abbiamo anche la responsabilità di ascoltare le loro esigenze e di adattarci alle loro esigenze in continua evoluzione. Il nostro Gelato Zero è stato creato appositamente per soddisfare la crescente richiesta di prodotti con un basso contenuto di zuccheri, senza compromettere il sapore e la qualità del gelato, un’alternativa gustosa e sana.  Siamo estremamente grati per il riconoscimento del nostro impegno nella ricerca e nello sviluppo di prodotti innovativi che soddisfano le esigenze dei nostri clienti. Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo successo, dal nostro team di ricerca e sviluppo, ai nostri dipendenti e ai nostri fedeli clienti”.

L’azienda Mancuso non è nuova a conquistare traguardi importanti. Ciò denota la professionalità e la dedizione che, titolari e operai tutti, riescono a tirar fuori mentre svolgono il proprio lavoro, ognuno con il suo ruolo, al fine di soddisfare tutte le esigenze che propone il mercato e che oggi sono sempre più richieste.

La Corte d’Appello di Palermo ha condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno (ed è sentenza definitiva) Antonino Santamaria, 50 anni, e Vincenza Monica Faraci, 47 anni, entrambi di Licata, imputati di estorsione continuata in concorso a danno di una vicina di casa. I Carabinieri li hanno trasferiti nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” ad Agrigento dove sconteranno la pena. Gli episodi di estorsione sono stati commessi a Licata tra il luglio e l’agosto del 2016.

Sono sessanta le famiglie ancora senza a casa a Ribera, in attesa di riassegnazione dell’alloggio popolare da cui erano state sgomberate anni fa. Non c’è pace per questi residenti delle palazzine di Via Fani, la cui tormentata vicenda si trascina da anni senza risultati concreti: _“Ci sono ad oggi tutte le carte in regola per procedere alla riassegnazione – *spiega l’onorevole Carmelo Pace, capogruppo della DC all’Ars* – Con il Comune, l’Istituto Autonomo Case Popolari di Agrigento e la Regione, avevo da sindaco intrapreso tutti gli accordi propedeutici che adesso consentono di concludere questa annosa questione._
_“Invito l’attuale sindaco di Ribera senza indugio ad assumersi la responsabilità di far rientrare a casa tutte le sessanta famiglie di via Fani – esorta Pace -. So bene, per mia esperienza personale, che non sempre ci si trova ad affrontare situazioni facili: questo è uno di quei momenti in cui occorre andare avanti senza delegare ad altri, ma firmando di proprio pugno il lieto fine per questi concittadini che attendono da anni di rimettere piede nelle proprie dimore”.

L’influencer originaria di Racalmuto, nota sui social come Ironadia_301, focomelica dalla nascita a causa di una malformazione per la quale non ha sviluppato gli arti superiori e solo parzialmente gli arti inferiori, partecipa al prestigioso concorso internazionale Diversity Media Awards . Tramite il link è possibile votarla. Il termine per esprimere il proprio voto scade il 4 giugno. Si tratta del primo e unico evento europeo dedicato al valore dell’inclusione, che crea un cambiamento positivo sulla società. I vincitori saranno protagonisti sul palco del Teatro Lirico Giorgio Gaber a Milano il 21 giugno. Votiamo tutti insieme per Nadia Lauricella…

Il governo regionale ha approvato la riforma della Commissione tecnica specialistica, anello cruciale delle autorizzazioni ambientali. Gli interventi di Schifani e dell’assessore Pagana.

Uno dei maggiori ostacoli alla speditezza delle procedure alla Regione sono stati i meccanismi di funzionamento dell’anello cruciale della catena, ovvero la Cts, la Commissione tecnica specialistica, che è l’organo preposto alla valutazione e al rilascio di tutte le autorizzazioni ambientali. Ebbene, come da programma elettorale, adesso la Giunta Schifani ha approvato la riforma della Commissione, puntando soprattutto sulla semplificazione delle procedure e garantendo allo stesso modo il rispetto dell’ambiente e della legalità.

Dal decreto di riforma, emesso dall’assessore a Territorio e Ambiente, Elena Pagana, emerge una Commissione costituita da 60 commissari esterni alla pubblica amministrazione regionale, presieduta da un presidente nominato con decreto dell’assessore d’intesa col presidente della Regione, che designa anche i coordinatori delle sottocommissioni. L’incarico di commissario ha durata triennale, rinnovabile una sola volta. La commissione si articola in tre sottocommissioni composte fino a un massimo di 30 componenti: Ambiente ed energia, Pianificazione territoriale, Pnrr e progetti soggetti a finanziamento.

Un’accelerazione delle procedure sarà possibile, tra l’altro, con iter istruttori “speciali” per specifiche questioni, grazie alla concertazione tra il presidente della Cts e i dirigenti generali dei dipartimenti Urbanistica e Ambiente. Per contrastare casi di inerzia e inattività di un gruppo istruttore o di qualche componente, in caso di mancato rispetto dei tempi, il presidente sostituisce il gruppo o il singolo inadempiente, ovvero avoca il parere all’assemblea plenaria della Commissione. Il commissario in questione sarà segnalato all’Ordine professionale di appartenenza.

E il presidente Schifani commenta: “Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto dall’assessore Elena Pagana, perché attiviamo in modo concreto, attraverso una riforma importante, lo snellimento delle procedure e la velocizzazione dei lavori della Cts. Era un impegno che avevo assunto nei confronti dei siciliani durante la campagna elettorale, anche su sollecitazione del mondo delle imprese che lamentavano l’eccessiva lentezza dei lavori della Cts e soprattutto tante mancate risposte rispetto alle autorizzazioni ambientali di competenza regionale. L’obiettivo che ci siamo sempre prefissati, come governo, era quello di ridurre le criticità esistenti, per migliorare progressivamente il rapporto tra istanze e provvedimenti emanati, riducendo i tempi autorizzativi”.

E l’assessore Pagana aggiunge: “Abbiamo semplificato la Commissione tecnica specialistica per rendere più celeri gli iter di approvazione dei provvedimenti relativi alle autorizzazioni ambientali. Il dipartimento dell’Ambiente e il presidente della Cts potranno contare su una maggiore autonomia e la stessa Commissione avrà più flessibilità saltando così quei passaggi.

Giuliana Miccichè

Il Tribunale di Agrigento ha assolto 5 gestori di sale gioco e sale scommesse di Porto Empedocle dal reato previsto dalla legge 633/1941 e 171 c.p. per aver utilizzato una smart card Sky per uso residenziale nei propri centri gioco e scommesse. I fatti risalgono alla domenica 16 settembre 2018 e secondo l’accusa, in occasione della partita di campionato Juventus Sassuolo, gli agenti della stazione dei Carabinieri di Porto Empedocle, accompagnati da un delegato SKY, effettuavano un controllo territoriale presso le sale gioco di Porto Empedocle situate tra l’altipiano Lanterna e la zona Grandi Lavori. Secondo l’accusa formulata dalla procura di Agrigento, i gestori di 5 sale gioco, Infurna Cristofè, Infurna Giuseppe, Salemi Giampiero, Ferrara Mariano e Calcetti Calogero, avrebbero utilizzato la smart card Sky ad uso residenziale, trasmettendo l’incontro di calcio nelle rispettive sale gioco e sale scommesse, in presenza di pubblico in assenza di un contratto con il legittimo distributore del segnale, diffondendo in pubblico e con l’uso di un decoder e della smart card ad accesso condizionato in forza di un contratto di abbonamento Sky che consentiva un utilizzo esclusivamente privato e familiare dello stesso. I 5 imputati, tutti difesi dall’avv. Giuseppe Aiello, dimostravano che al momento della trasmissione all’interno delle proprie sale giochi e scommesse non vi erano avventori e che comunque si era trattato di un fatto occasionale in cui i gestori, trovandosi nelle rispettive attività commerciali ed essendo tifosi della Juventus, guardavano la partita solo in presenza di qualche parente o amico stretto. Per questi motivi l’avv. Aiello chiedeva, per tutti gli imputati, l’assoluzione perchè il fatto non costituisce reato o in subordine per tenuità del fatto. Il Tribunale di Agrigento nella persona della dott.ssa K. La Barbera, ritenendo la vicenda isolata li assolveva per tunuità del fatto.

Un vecchio proverbio siciliano recita: “u cani muzzica sempri u strazzatu”. I fatti si riferiscono agli ex lsu ata. I posti disponibili offerti dal Concorso ATA Ex LSU 2023 delle cooperative di pulizia sono 590. Quella in questione è la terza procedura assunzionale di settore e infatti è rivolta a coloro che per mancanza di posti nella provincia di appartenenza non hanno potuto partecipare alle due precedenti. Le assunzioni avverranno dal 1° settembre 2023. Finalmente il Ministero del Merito ha stilato l’elenco dei posti accantonati per ogni regione. Lazio: 272 – Emilia Romagna: 94 – Lombardia: 68 – Liguria: 38 – Marche: 31 – Piemonte: 25 – Veneto: 26 – Toscana: 16 – Sardegna: 12 – Umbria: 5 – Campania: 3.  Ricordiamo che l’art. 58, comma 5 e seguenti, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, aveva autorizzato il Ministero dell’istruzione a bandire appositi concorsi per assumere gli ex LSU ATA. Il Ministero dell’Istruzione ha già bandito due selezioni per  l’assunzione a tempo indeterminato di questi lavoratori. La prima era finalizzata all’inserimento di 11.263 collaboratori scolastici con almeno 10 anni di servizio. A questo concorso si è aggiunto poi un secondo bando per le assunzioni di altri 1.591 lavoratori con almeno 5 anni di servizio. A queste procedure concorsuali doveva seguire un terzo bando per coprire i posti residuati dalle precedenti procedure concorsuali. Queste assunzioni dovevano essere effettuate dal 1° settembre 2022. Il decreto mille proroghe rimanda a settembre l’assunzione. Leggendo i numeri,salta all’occhio l’assenza di posti accantonati in Sicilia. Ancora una volta la Sicilia viene schiaffeggiata,lasciando a casa tanti lavoratori prima sfruttati e mortificati infine “ uccisi” da un Ministero che ha ritenuto non avessero “Merito”. Fortunatamente la Sicilia è una regione a Statuto Speciale ed il suo presidente, col rango di Ministro, partecipa al Consiglio dei Ministri con voto deliberativo. Farà valere questa prerogativa? Abbiamo informato il Presidente della regione Schifani da tempo. Ma tutto giace nei profondi silenzi  del giardino “Gardenesque” di Palazzo d’Orleans.