Novembre 2023 - Pagina 18 di 34 - Sicilia 24h
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In provincia di Catania, a Paternò, in contrada Tre Fontane, un incidente stradale ha provocato la morte di Riccardo Gorgone, 17 anni. Per cause in corso di accertamento, in un incrocio, lui, diretto a scuola con il suo ciclomotore, si è scontrato con un’automobile Dacia Sandero. Il 17enne è stato sbalzato dalla sella del suo scooter atterrando violentemente sull’asfalto. Inutile si è rivelato il trasporto in elisoccorso in ospedale. Riccardo Gorgone avrebbe compiuto la maggiore età tra dieci giorni.

La Procura di Agrigento apre un fascicolo sulla morte di un pensionato di 73 anni avvenuta all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

L’uomo è morto dopo avere subito un intervento chirurgico. Affetto da una patologia renale e viste le condizioni generali è stato operato. terminato l’intervento le condizioni dell’uomo sono peggiorate e tutto il quadro clinico presentava una serie di complicazioni e nonostante il trasferimento in sala di rianimazione, è deceduto.

I familiari hanno così presentato una denuncia ai carabinieri di Agrigento chiedendo di fare luce su quanto accaduto, ipotizzando dunque un caso di malasanità. I militari dell’Arma hanno sequestrato la cartella clinica del 73enne. Una prima risposta agli interrogativi verrà data dall’autopsia. La salma è stata posta sotto sequestro. L’inchiesta è per omicidio colposo.

“La Dc storica oggi è pienamente rappresentata dal pensiero di Magdi Cristiano Allam e per questo invita i cittadini a partecipare agli eventi programmati relativi alla presentazione dell’utimo volume dello scrittore egiziano dal titolo Un miracolo per l’Italia”. Ad esprimersi così è il coordinatore nazionale della Dc Storica Franco Ferrari, per il quale ” in un momento così difficile del contesto internazionale di guerra la pace va ricercata senza nascondersi dietro bandiere e ideologismi. Brescia, ad esempio, è stata sempre contro ogni forma di totalitarismo e pertanto non è possibile più tollerare forme di censura preventiva così come è avvenuto a Bione dove è stato annullata la nostra iniziativa culturale”. “La questione della mancanza di espressione di parola e di dialogo tra posizioni legittimamente diverse, anche su questioni religiose, culminate recentemente, come detto, con l’annullamento della presentazione del volume di Allam- conclude Ferrari- dev’essere assolutamente superata. La Dc storica è contro i partiti e i movimenti cino- isamici e catto-comunisti. Il dialogo e il confronto sono essenziali nel dibattito di questi giorni certamente difficili”.

Il carcinoma prostatico è divenuto, nell’ultimo decennio, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei paesi occidentali.
Per rivedere lo stato dell’arte della terapia del carcinoma prostatico e soprattutto condividere insieme ad urologici, oncologi, radioterapisti e MMG un percorso di qualità assistenziale omogeneo su tutto il territorio della nostra provincia, il 18 novembre, nello Spazio Temenos di Agrigento, si tiene il “Focus sul Carcinoma Prostatico: novità diagnostiche e terapeutiche”.
Responsabile scientifico del convegno è il dottor Antonino Savarino, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
Alla base di questo fenomeno, più che la presenza di fattori di rischio, c’è la maggiore probabilità di diagnosticare il tumore attraverso uno screening precoce, come il dosaggio del PSA, l’ecografia e la biopsia prostatica sotto guida ecografica e la risonanza magnetica multiparametrica.
In Italia l’incidenza e di circa 40.000 nuovi casi all’anno e la prevalenza, cioè i maschi viventi a cui è stato diagnosticato un carcinoma prostatico, sono circa 460.000.
In Italia il carcinoma prostatico, pur trovandosi al primo posto per incidenza occupa il terzo posto nella scala della mortalità, con 7.696 decessi all’anno, che nella quasi totalità dei casi riguardando maschi al di sopra dei 70 anni. Si tratta comunque di una causa di morte in costante, moderata, diminuzione.
L’eziologia del carcinoma prostatico è multifattoriale ed è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici di suscettibilità (responsabili della familiarità e della diversa incidenza nelle razze umane) ed ambientali (dieta, cancerogeni presenti nell’ambiente)
Nella fase iniziale il carcinoma prostatico è in genere asintomatico, ma con il progredire della malattia locoregionale compaiono alcuni sintomi come la diminuzione della potenza del getto urinario, la polliachiuria, l’ematuria ed il dolore perineale. Nelle fasi più avanzate della malattia, essendo lo scheletro la prima sede di metastatizzazione, è caratteristico lo sviluppo di dolore osseo, localizzato principalmente alla colonna.
Il trattamento del carcinoma della prostata si propone obiettivi diversi, a seconda dell’estensione anatomica e dell’aggressività della malattia, ma anche delle attese del paziente e della sua speranza di vita associata alla presenza di comorbidità che possono rappresentare un rischio di morte superiore a quello rappresentato dalla stessa neoplasia prostatica.
La scelta dei diversi approcci in caso di malattia localizzata (prostatectomia radicale, radioterapia con fasci esterni, brachi-terapia) deve basarsi sulle preferenze del paziente (considerando anche le diverse sequele legate ai singoli trattamenti).
Nei pazienti con malattia metastatica, esistono attualmente varie opzioni di terapia ormonale, chemioterapia e con farmaci di più recente sviluppo come gli inibitori di PARP) che, unitamente alle più recenti forme di terapia radio metabolica e alle terapie bone-targeted, impattano significativamente sia sulla qualità che sulla speranza di vita.
Infatti le acquisizioni scientifiche degli ultimi anni e i nuovi farmaci messi a disposizione dell’oncologo, hanno migliorato la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti affetti da carcinoma prostatico cambiando radicalmente la storia naturale della malattia.
In tutti i casi è opportuno che la scelta terapeutica derivi dall’attiva collaborazione e dal confronto tra i diversi specialisti chiamati ad occuparsi di questi pazienti (valutazione multidisciplinare).  Ciò è possibile all’interno delle Prostate Unit ove ogni singolo caso viene discussa da un team di specialisti con l’obiettivo di garantire a tutti i pazienti l’accesso agli standard qualitativi più attuali e in particolare alle terapie più innovative ed efficaci.

Sul dimensionamento – scadenza fine novembre – dopo numerose sentenze di diverso avviso, è intervenuto il Consiglio di Stato, il quale ha evidenziato come nella comparazione tra i contrapposti interessi sia necessario sospendere la decisione dell’ordinanza del Tar Campania. Su tutto, come sempre, si pronuncerà a breve la Corte costituzionaleNel frattempo gli USR possono derogare al numero minimo di alunni per classe (emendamento al decreto Caivano) negli istituti del Sud, dove persistono contesti di disagio giovanile. Un emendamento che consente di “inquadrare” come autonome queste scuole. In manovra poi si dispone la proroga dei contratti temporanei di personale ausiliario e a termine per il supporto nella realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR in quanto soggetti attuatori e per il contrasto alla dispersione scolastico. L’allungamento è fino al 15 aprile 2024, e lo stanziamento previsto è di 50 milioni di euro. Le scuole del Sud, come abbiamo sempre evidenziato, sono in difficoltà per numero di addetti. Il sindacato generale scuola ha chiesto una audizione presso la 7ª Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica) del Senato. In quella sede chiederemo il raddoppio del numero di addetti per istituto, l’incremento delle somme destinate agli ATA (fondi aggiuntivi) Basta un emendamento “corretto” per fare decollare in una pista solida, un progetto importante per dire basta a quella sorta di circolo vizioso innescato tempo addietro ed evidenziato al momento dell’unificazione: il Mezzogiorno italiano. È a partire dal 1860, infatti, che si studia la questione meridionale, per dare una spiegazione ai fenomeni, alle scelte politiche e agli elementi che hanno profondamente segnato la storia del Sud d’Italia arrestandone lo sviluppo economico e culturale. Per il Sud l’occupazione resta il problema più grave. Le uniche modificazioni consistenti si sono realizzate sul piano dei comportamenti socio-culturali, grazie alla diffusione crescente dell’istruzione.  Ed è lì che dobbiamo continuare a battere conclude Mucci SGS Scuola.

La Mendola: “In questa fase bisogna lavorare senza indugi all’inserimento dello scalo agrigentino

nel Piano nazionale degli aeroporti! A quel punto potremo puntare alla posa della prima pietra

entro i successivi cinque anni”.

“Potrebbe essere questa la scintilla per indurre le istituzioni competenti ad avviare la prima fase della tabella di marcia per la concreta realizzazione dell’aeroporto Valle dei Templi: la fase della programmazione, con l’inserimento dello scalo agrigentino nel Piano Nazionale degli Aeroporti, supportato dalla documentazione necessaria a dimostrarne la sostenibilità economica nel tempo”.

Con queste parole, il presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento, Rino La Mendola, plaude all’impegno dei parlamentari agrigentini che hanno conseguito l’obiettivo di inserire l’articolo 8 bis nel Decreto Sud (DL 124/2023), confermando al tempo stesso la necessità di seguire un cronoprogramma, distinto in due fasi: la prima, che riguarda l’inserimento dell’infrastruttura nella programmazione nazionale, e la seconda, che riguarda invece la progettazione e l’esecuzione dei lavori.

“L’articolo 8 bis – ricorda La Mendola – fissa un termine di 120 giorni per la presentazione di un progetto al ministero delle Infrastrutture. Non vorremmo registrare, tra quattro mesi, il mancato rispetto di tale termine e il conseguente demagogico scambio di accuse tra opposte fazioni politiche. Dopo decenni di vana attesa, i cittadini pretendono fatti concreti e non tollererebbero ulteriori schermaglie politiche sulla loro pelle. Lanciamo dunque un appello ai parlamentari agrigentini e alle istituzioni competenti affinché le recenti notizie sulla realizzazione dell’aeroporto Valle dei Templi si distinguano dai soliti proclami politici che illudono i cittadini da troppo tempo, puntando alla concreta realizzazione dello scalo. In questa fase, bisogna lavorare senza ulteriori indugi all’inserimento dello scalo agrigentino nel piano nazionale degli aeroporti, redatto dall’Enac nel mese di ottobre dello scorso anno e depositato al ministero delle Infrastrutture. A quel punto (e solo a quel punto) – conclude La Mendola – potremo puntare alla posa della prima pietra entro i successivi cinque anni. Ribadiamo, comunque, che affinché ciò avvenga i nostri rappresentanti istituzionali e politici dovranno lavorare all’unisono, abbandonando la politica dei veti incrociati che per tanti anni ha tarpato le ali allo sviluppo socioeconomico della nostra terra”.

L’Ordine degli architetti continuerà a stimolare le istituzioni competenti, la deputazione agrigentina e le varie componenti della società civile affinché venga superato quel muro di gomma che, sino a ora, ha impedito la realizzazione di un’infrastruttura che costerebbe meno di tre chilometri di autostrada e che sarebbe saldamente sostenibile dal punto di vista economico, grazie al gran numero di turisti attratti dalla Valle dei templi, dall’utenza della Sicilia meridionale e dalle tante risorse culturali e ambientali del nostro territorio.

formalmente questa mattina il neo-primario di pediatria del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Sciacca. Si tratta del dottor Ottavio Ziino che assume l’incarico di direttore di struttura complessa, a decorrere dal prossimo 20 novembre, per la durata di cinque anni.

Il dottor Ziino, vincitore delle procedure concorsuali, è stata ricevuto questa mattina dal commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia, per la formale sottoscrizione del contratto.

Il pubblico ministero di Agrigento, Giulia Sbocchia, ha depositato istanza di rinvio a giudizio a carico di due imputati di avere gettato rifiuti e appiccato fuoco nella zona industriale di Agrigento. Si tratta di Calogero Orsolino, 26 anni, di Agrigento, e Alfonso Vellenti, 60 anni, di Porto Empedocle. La prima udienza preliminare è in calendario il prossimo 30 gennaio innanzi al giudice Giuseppa Zampino. I Carabinieri del Centro anticrimine natura di Agrigento hanno piazzato delle telecamere di controllo nella zona e hanno incastrato i due imputati intenti, in due occasioni diverse, a gettare rifiuti e appiccare il fuoco lungo viale Mediterraneo. Nel collegio difensivo lavorano gli avvocati Fabio Inglima Modica, Teresa Alba Raguccia e Rosario Fiore.

Escalation nei flussi di migranti verso Lampedusa. Dalla mezzanotte alle prime ore del mattino di oggi sono approdati 345 extracomunitari con 8 barche. Ieri nell’arco di 24 ore si sono susseguiti 19 approdi per un totale di 903 persone. Sono partiti dalla Libia e dalla Tunisia. Ancora alle prime ore del mattino di oggi nel Centro d’accoglienza in contrada Imbriacola sono stati contati 1340 ospiti a fronte di una capienza di circa 400 posti. In mattinata il trasferimento dei primi 230 a bordo del traghetto di linea verso Porto Empedocle, secondo quanto disposto dalla Prefettura di Agrigento.

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Marsala ha rinviato a giudizio Ernesto Favara, 63 anni, di Marinella di Selinunte, frazione di Castelvetrano, in provincia di Trapani. Lui alla vigilia di Natale ha ucciso a coltellate la moglie, Maria Amatuzzo, di 29 anni, 34 anni meno di lui. Alcuni abitanti nella zona hanno prima udito le grida e poi si sono accorti della donna a terra nel cortile in una chiazza di sangue. E hanno lanciato l’allarme. I Carabinieri e i sanitari del 118 sono accorsi in via Cassiopea, a casa della coppia, teatro del femminicidio, e hanno sorpreso lui con tra le mani il coltello insanguinato, immobile, in stato confusionale, innanzi al cadavere della donna. Maria Amatuzzo è nata a Palermo e ha sempre vissuto nel Trapanese. Il rapporto con Ernesto Favara, pescatore, è iniziato poco più di 5 anni addietro. Hanno gestito insieme l’attività ittica. Sarebbe stata la gelosia a scatenare la furia omicida di Ernesto Favara. Maria Amatuzzo avrebbe voluto separarsi da lui. Insieme hanno procreato due figli, due gemelle adesso di 4 anni di età. Altre due figlie sono nate da precedenti relazioni della donna. Prima udienza il prossimo 8 gennaio innanzi alla Corte d’Assise di Trapani.