Novembre 2023 - Pagina 17 di 34 - Sicilia 24h
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Mai come in questi ultimi mesi il carcere Pasquale Di Lorenzo di Agrigento era stato al centro delle attenzioni mediatiche ma soprattutto in cima ai pensieri a parenti o affini di detenuti che necessitano di passare il proprio tempo nelle celle parlando al telefono oppure, magari, sballandosi un attimino con dell’hashish.

Nello stesso tempo continua imperterrita la lotta contro questa attività stroncata sul nascere grazie al minuzioso e incessante lavoro da parte del personale della Polizia Penitenziaria.

Negli ultimi tempi, l’ultimo qualche giorno addietro, è stato bloccato un drone con “a bordo” alcuni telefoni cellulari destinati ai detenuti del carcere. In tutto, dall’inizio dell’anno, sono 27 gli apparecchi telefonici individuati e sequestrati.

Oggi una nuova sorpresa.

In un pacco, che dovrebbe contenere beni di prima necessità e vestiti, con relativo nome del mittente, fra alcune paia di jeans erano state sistemate ben tre strisce di hashish. Oggi, però, per mala sfortuna sia del mittente che del destinatario si è fatta viva; all’interno del carcere Di Lorenzo era presente anche Ares, un pastore belga antidroga il quale grazie al suo fiuto infallibile ha scoperto le tre strisce ben conservate tra un jeans e un altro.

Il tutto è stato sequestrato e adesso il mittente del pacco dovrà fare i conti con la Procura della Repubblica di Agrigento che ha aperto una inchiesta.

 

 

Il presidente Schifani, nel corso della riunione di venerdì 10 novembre, aveva già affrontato il tema della situazione ospedaliera a Sciacca e nelle Madonie con il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute Salvatore Iacolino e il commissario straordinario dell’Asp di Palermo Daniela Faraoni.

“Siamo molto soddisfatti per l’approvazione del Collegato ter, che contiene norme a sostegno dei lavoratori e degli enti locali. Abbiamo stanziato 2 milioni e mezzo per consentire ai 3.700 lavoratori Asu di poter continuare a lavorare 36 ore settimanali fino al prossimo 31 dicembre, dando così continuità all’incremento orario attivato già nello scorso mese di ottobre”. Lo dichiara il capogruppo all’Ars della Democrazia Cristiana, Carmelo Pace.
“Si tratta di un Collegato, approvato in un clima di serenità, che mette al primo posto i lavoratori. Con l’approvazione si è consentito un contributo straordinario ai Consorzi di bonifica, si pone fine ad una vertenza decennale che riguardava il mancato adeguamento del contratto del personale Esa, viene riconosciuto ai dipendenti della Regione Siciliana l’anticipo dei pagamenti delle spettanze relative al rinnovo del contratto 2022/2024.
“Il nostro impegno e prossimo obiettivo in merito al personale Asu è quello della stabilizzazione. Ho chiesto all’on. Falcone, che ringrazio per il lavoro fin qui svolto, di intraprendere il processo di stabilizzazione iniziando subito l’iter in Commissione bilancio. Insieme alla condivisione delle altre forze politiche lavoreremo per introdurre all’interno della prossima Finanziaria un emendamento che preveda la stabilizzazione, mettendo fine ad un precariato lungo 30 anni, che consentirebbe così di dare dignità a questi lavoratori”, conclude Pace.

Il pubblico ministero di Agrigento, Giulia Sbocchia, ha iscritto nel registro degli indagati, ipotizzando il reato di omicidio colposo, sette tra medici e infermieri. Si tratta di un atto dovuto a seguito della denuncia presentata dai familiari di un pensionato di 73 anni deceduto in ospedale, al “San Giovanni di Dio” di Agrigento, dopo un intervento chirurgico per rimediare a problemi renali. I sanitari, se non indagati, non avrebbero potuto nominare dei propri consulenti e partecipare all’esame autoptico disposto dalla Procura e già eseguito dal medico legale Antonio Guajana e dal medico specialista in chirurgia generale Giuseppe Diana. Gli esiti dell’autopsia sono attesi entro 90 giorni.

Il pubblico ministero di Agrigento, Paola Vetro, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a carico del sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo, e di tre tecnici: Carmelo Vaccaro, 59 anni, di Realmonte, Jessica Vanessa Lo Giudice, 32 anni, di Palma di Montechiaro, e Mauro Porcelli Licata, 64 anni, di Licata. Gli si contestano i reati di frode in pubbliche forniture ed evasione di un’imposta di 100 mila euro. Il primo cittadino di Canicattì e gli altri tre sono indagati quali presidenti del consorzio Tre Sorgenti, ovvero l’ente pubblico che eroga il servizio idrico in sette Comuni della provincia di Agrigento tra cui Palma Montechiaro. E l’inchiesta ruota intorno alla fornitura idrica al Comune palmese al quale dal 2018 e per i successivi tre anni sarebbe stata applicata una tariffa maggiore rispetto a quella dovuta. Il Consorzio, dopo avere comunicato all’Arera una tariffa pari a 0,6629 euro a metro cubo per l’anno 2012, avrebbe applicato la tariffa maggiore di 0,6869. Al solo sindaco Vincenzo Corbo è contestata anche una evasione dell’imposta di 100 mila euro per aver indicato attivi inferiori rispetto a quelli reali.

A Lampedusa alle prime ore del mattino di oggi nel Centro d’accoglienza sono stati contati 1.344 migranti ospiti, fra cui 101 minori non accompagnati, ovvero quasi il triplo della capienza dei posti. Ieri si sono susseguiti 21 sbarchi con un totale di 1.133 persone. Su disposizione della Prefettura di Agrigento, in mattinata sono stati trasferiti 270 migranti con il traghetto di linea verso Porto Empedocle. Poi 180 nel pomeriggio in aereo a Bologna e altri 400 in serata ancora con il traghetto verso Porto Empedocle.

Approvato dal governo regionale il bilancio consolidato per l’anno 2022. Ok in Assemblea al collegato ter alla finanziaria.

Semaforo verde dalla Giunta Schifani al bilancio consolidato della Regione Siciliana per l’anno 2022. A seguito di tale regolarizzazione dei conti sarà riavviato l’iter per le assunzioni previste dai concorsi pendenti. Il documento contabile, adesso sotto esame dell’Assemblea Regionale per l’approvazione definitiva, rappresenta la situazione finanziaria e patrimoniale della Regione e il risultato economico dell’attività complessiva svolta dall’Istituzione attraverso tutte le proprie articolazioni organizzative, enti strumentali, società controllate e partecipate. E il presidente Schifani commenta: “Il mio governo continua spedito nell’opera di messa in ordine dei conti della Regione in modo da avere documenti contabili trasparenti e in linea con le scadenze. Avere dei fondamentali solidi ci permette di conseguire risultati immediati come la ripartenza dell’iter per completare i concorsi pendenti e procedere, finalmente, con le assunzioni. Con le carte in regola possiamo costruire un futuro per la Sicilia fatto di sviluppo, lavoro, crescita economica e miglioramento dei servizi. Proseguiamo quindi nel riallineamento degli strumenti finanziari della Regione nel segno di un virtuoso riordino dei conti. Un ente in equilibrio contabile può così dare risposte puntuali alle esigenze sociali ed economiche della Sicilia”. E l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, aggiunge: “L’approvazione del bilancio consolidato del 2022 accresce l’affidabilità della Regione anche di fronte al mercato e agli organismi di controllo. Continuiamo a perseguire l’obiettivo di dotare la Sicilia di documenti contabili contraddistinti dal rispetto dei principi di certezza e veridicità del bilancio pubblico” – conclude. Nel frattempo in Assemblea, dopo due giorni di confronto, è stato approvato, con 32 voti a favore e 24 contrari, il “Collegato Ter”, un correttivo di 600 milioni di euro alla legge di stabilità, ovvero la terza manovra finanziaria della Regione del 2023. Il testo, in particolare, contiene due importanti misure di sostegno per le famiglie e per i Comuni. La prima norma prevede un contributo alle famiglie al di sotto dei 50mila euro di reddito per compensare l’aumento dei costi dei mutui. Ad erogarlo sarà l’Irfis. Ai Comuni, invece, per la prima volta dopo 12 anni sarà pagata la quarta rata del Fondo Enti locali entro la fine del 2023, favorendo ossigeno alle casse degli enti locali. I due provvedimenti costano alla Regione 120 milioni di euro. E poi sono stanziati 10,7 milioni di euro per il rinnovo del Contratto collettivo dei dipendenti regionali. E ancora, nell’ambito del precariato, per 133 Pip vi sarà la possibilità di stabilizzazione grazie a un emendamento da 4,1 milioni di euro. L’estensione oraria dei lavoratori Asu, invece, sarebbe garantita con 1,8 milioni di euro.

Giuliana Miccichè

La Procura di Caltanissetta ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a quattro poliziotti indagati per falsa testimonianza nell’inchiesta sul depistaggio “Borsellino”.

A fianco del processo adesso in Corte d’Appello a Caltanissetta, presieduta da Giovanbattista Tona, a carico dei poliziotti Mario Bò, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo assolti in primo grado tra merito e prescrizione dall’imputazione di calunnia aggrava dall’avere agevolato la mafia, si celebrerà un altro processo sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio contro il giudice Paolo Borsellino e i cinque poliziotti di scorta. Gli inquisiti sono altri quattro poliziotti del gruppo investigativo “Falcone e Borsellino”, lo stesso in cui hanno militato Bo, Mattei e Ribaudo, capitanati dal defunto questore Arnaldo La Barbera, ossia il gruppo di sarti che avrebbero vestito su misura e confezionato il falso pentito Vincenzo Scarantino, punta del compasso del depistaggio. Il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, e il sostituto, Maurizio Bonaccorso, si apprestano a depositare istanza di rinvio a giudizio per Maurizio Zerilli, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi e Angelo Tedesco. A loro è stato già notificato l’avviso di conclusione delle indagini, e gli si contesta il reato di falsa testimonianza. E perché? Perché nel processo di primo grado sul depistaggio, attualmente in Appello, i quattro poliziotti sono stati ascoltati dal Tribunale e avrebbero dichiarato il falso sotto giuramento. Il collegio giudicante, presieduto da Francesco D’Arrigo, nelle motivazioni della sentenza di primo grado tra l’altro ha scritto: “L’ispettore Maurizio Zerilli ha risposto con 121 non ricordo, e non su circostanze di contorno”. E reticenze e troppi “non ricordo”, più di 100, sono addebitati anche all’ispettore Angelo Tedesco. E poi 110 sono recriminati al suo collega Giuseppe Di Gangi. E sul quarto, Vincenzo Maniscaldi, i giudici hanno scritto: “Non si è trincerato dietro ai non ricordo, ma si è spinto a riferire circostanze false”. Dunque i giudici di primo grado hanno trasmesso i verbali alla Procura affinchè procedesse per l’ipotesi di falsa testimonianza. E così è stato. Peraltro, i quattro, convocati in Procura, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nel corso dell’ultima udienza del processo d’Appello sul depistaggio, la Procura Generale di Caltanissetta ha depositato un documento inedito. Si tratta di una relazione di servizio redatta dallo stesso poliziotto Maurizio Zerilli, in cui sono descritti alcuni sopralluoghi compiuti da lui e da Vincenzo Scarantino. La relazione, con data primo luglio 1994, è stata trovata con 29 anni di ritardo e solo per caso: il ritrovamento risale al 5 ottobre scorso, durante il trasloco degli Uffici della Squadra Mobile di Palermo. Un agente ha notato un fascicolo con su scritto “Gruppo Falcone e Borsellino”. Il documento descrive i sopralluoghi di Zerilli e Scarantino il 28, 29 e 30 giugno 1994 nei pressi, tra gli altri, della carrozzeria di Giuseppe Orofino dove sarebbe stata custodita la Fiat 126 rubata, l’autobomba. E i relativi verbali sono infarciti di incoerenze e contraddizioni già accertate processualmente, e che adesso saranno rilanciate alla ribalta del dibattimento istruttorio di secondo grado.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

I Carabinieri del Nucleo ispettorato lavoro di Agrigento, in collaborazione con i colleghi delle varie stazioni e del personale degli Ispettorati del lavoro, nel corso degli ultimi 10 mesi hanno denunciato più di cento imprenditori alle Procure, hanno scoperto decine di lavoratori in nero e riscontrate irregolarità in un cantiere edile ogni due ispezionati. Infatti, in occasione di oltre 120 controlli, in almeno una sessantina di casi sono state accertate violazioni alle norme sulla sicurezza. Elevate sanzioni per centinaia di migliaia di euro.