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“Siamo contrari all’aggregazione tra l’Istituto comprensivo F. Felice da Sambuca con l’Istituto comprensivo Tomasi di Lampedusa di Santa Margherita Belice decisa dal piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica della Regione Siciliana 2022/23”. Lo dice il segretario della Flc Cgil di Agrigento, Gaetano Bonvissuto.

“Si tratta di due borghi – aggiunge – situati in territori periferici della nostra provincia e che necessitano di mantenere la loro autonomia, in deroga al criterio del raggiungimento dei 500 studenti, per una migliore gestione e organizzazione delle attività, secondo le esigenze e le caratteristiche dei loro territori”.

“Condividiamo invece – conclude Bonvissuto – l’aggregazione tra l’Istituto Madre Teresa di Calcutta di Castelterimi e l’Istituto tecnico Archimede di Cammarata. Decisione, quest’ultima, che avevamo sostenuto anche noi e che aveva ricevuto il parere favorevole dei sindaci e del personale scolastico”.

Negli scorsi giorni avevamo segnalato la presenza di una grossa discarica nella zona della Misita.
Questa mattina l’ISEDA (che ringraziamo) ha provveduto ad eliminarla. Ma è ovvio che non possiamo continuare così, anche perchè queste raccolte straordinarie hanno un costo che si ripercuote sulle bollette di tutti i cittadini, che fanno correttamente la raccolta differenziata.
In attesa delle telecamere fisse, che verranno presto posizionate dal Comune nelle zone strategiche, chiediamo di ripristinare il servizio di foto trappole con auto civetta, che aveva ben funzionato durante la precedente amministrazione.

Lo scorso fine settimana gli agenti della Polizia Stradale di Agrigento, durante un posto di controllo nei pressi della Rotatoria degli Scrittori, lungo la SS640, notavano che i conducenti di diversi veicoli cercavano di attirare la loro attenzione suonando ripetutamente il clacson, azionando i dispositivi luminosi e frenando all’improvviso.  Allertati da tali segnali, poco dopo notavano transitare un’autovettura che procedeva contromano lungo la strada extraurbana principale SS640, per poi avanzare ed immettersi nella rotatoria sempre in senso contrario. Gli operatori, prontamente, riuscivano ad arrestare la corsa del mezzo  ed a bloccare il guidatore.

Il conducente dell’autovettura, un uomo di 71 anni originario della Provincia di Catania, si giustificava con la pattuglia di “non essere del posto e di essere stato confuso dalle indicazioni del navigatore satellitare”. Ciò, evidentemente, non gli ha evitato di incorrere nella contravvenzione prevista e nella sanzione accessoria del fermo del veicolo per 3 mesi.

Superati i 300 positivi nel personale in servizio presso le carceri della Sicilia: è la denuncia da parte del sindacato Uilpa, Polizia Penitenziaria.”La situazione è drammatica, abbiamo superato la soglia dei 300 positivi. Non si riesce più a coprire i posti di servizio, al personale di polizia penitenziaria rischia di non essere più concesso per tempo il congedo o il riposo, perché non viene incrementato il servizio di sorveglianza”, spiegano dalla segreteria regionale della Uilpa Sicilia.”Nel carcere di Caltanissetta, ad esempio, è necessario completare la pianta organica di almeno 30 unità ma, inoltre – proseguono- la struttura è senza un direttore effettivo, abbiamo già da tempo richiesto un direttore stabile ma ancora non ci è stato assegnato”, concludono dalla Uilpa regionale.

Come già pubblicato, dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono attesi in Sicilia 797 milioni di euro per la Sanità. Ebbene, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ritiene doveroso e utile il confronto con le parti sociali e politiche nel merito degli interventi, e annuncia: “L’opportunità del Pnrr in materia di sanità, con risorse previste per quasi 800 milioni di euro, è certamente significativa per la nostra Regione e, come per ogni atto di programmazione, merita un’adeguata concertazione anzitutto con le forze politiche, con le forze sociali e con i rappresentanti delle categorie. Trattandosi di un atto di programmazione ritengo indispensabile che sia anche accompagnato da una adeguata discussione con il Parlamento, con lo stesso spirito con cui abbiamo lavorato e approvato la nuova rete ospedaliera nel 2019. Fin dalla prossima settimana sarà necessario calendarizzare gli incontri perché tutti si sentano protagonisti di questa occasione che ci deve trovare preparati. E ho già dato la mia disponibilità ad avviare anche la discussione nella sesta commissione parlamentare. L’obiettivo deve essere quello di fare presto, bene e con il coinvolgimento di tutti”.

Un grande dolore e quel senso di smarrimento che ci accomuna, la perdita di Vincenzo non dovrà essere vana. Dovrà rimanere, per sempre, un punto di riferimento per i nostri ragazzi. Queste toccanti parole sono state dette dal preside dell’IC G. Marconi di Licata, Dott. Maurilio Lombardo, da noi intervistato

Dottore Maurilio Lombardo, lei è dirigente scolastico dell’IC G. Marconi di Licata, lo stesso istituto ha frequentato Vincenzo Tardino, venuto a mancare ieri, con tutta la sua famiglia per mano dello zio. Vincenzo era un giovane studente della vostra scuola, frequentava la II media. Cosa ci puo’ dire di lui?

“Vincenzo era un ragazzo eccezionale, la bontà era la sua caratteristica principale; un ragazzo semplice e studiosa, sempre disponibile a dare una mano ai compagni.

Per noi è stato un vero e proprio trauma quando, ieri, abbiamo appreso la notizia; Ci siamo raccolti tutti assieme, con i docenti, per dare la notizia ai ragazzi – è stato un momento veramente terribile –  quei ragazzi sono tutti di animo buono che hanno speranza nel futuro e in una società migliore.

Vincenzo è stato con noi, nella nostra scuola, per sette anni sempre con gli stessi compagni e per loro è stato terribile. Oggi, a 24 ore di distanza, gli stessi compagni lo hanno ricordato per cercare di fissare nelle loro memorie questi anni che hanno vissuti.

Noi tutti desideriamo che da questa perdita possa in qualche modo nascere una speranza.”

Quali sono state le prime sensazioni dei compagni, delle insegnanti di tutto il personale, nell’apprendere la notizia

“l’incredulità! L’incredulità del perchè come un avvenimento così tragico potesse avvenire nella nostra comunità, nella nostra scuola. Solo dopo abbiamo realizzato la vicenda e abbiamo cercato di confortare i nostri ragazzi: i loro sguardi erano smarriti e sofferenti, un pianto liberatorio e un abbraccio unanime. Hanno ricordato subito il loro compagno, che avevano visto il giorno prima. Un ragazzo stupendo, desideroso di migliorare sempre piu’.

Non sono mancati i momenti di apprensione da parte dei genitori, che ci hanno contattati per rincuorarsi sui loro figliuoli.”

Abbiamo condiviso con lei un immagine di Vincenzo, che lo ritrae in un momento di vita privata, intento a farsi un selfie, cosa ci puo’ dire del legame che aveva con la sua famiglia?

“abbiamo sempre avuto un contatto stretto con la madre. Una persona eccezionale, educata, umile e rispettosa. Una donna di grande bontà d’animo come quella di Vincenzo. Una madre attenta che s’interessava della vita scolastica del figlio. Una famiglia a modo, con cui abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e non potevamo mai immaginare un epilogo così drammatico.”

 Cosa farà l’istituzione scolastica da Lei presieduta per imprimere la figura di Vincenzo nelle memorie future?

“stiamo organizzando una serie di iniziative, alcune, con la produzione di cartelloni e manifesti che affiggeremo fuori dalla scuola. E’ nostra intenzione se pur ancora prematuro – dedicare a Vincenzo una parte del nostro giardino dei giusti, accanto a Falcone, Borsellino e Livatino  che hanno dato la loro vita per la giustizia e la democrazia. Un angolo dove i nostri ragazzi potranno recarsi potranno parlare con lui, Vincenzo è stato un giusto credeva nella scuola – “la sua seconda famiglia” – parlava sempre del suo futuro in una società piu’ giusta e migliore.

Ricorderemo Vincenzo come stimolo per i nostri ragazzi, per impegnarsi sempre piu’ affinche’ realizzino i loro sogni.

Vincenzo rimarrà per sempre nei nostri cuori diventando un punto di riferimento per i nostri ragazzi. “

La ringrazio per il tempo a noi concesso

 

Nella strage di Licata hanno perso la vita Diego Tardino, Alexandra Angela Ballacchino, Alessia e Vincenzo Tardino  (tutti componenti della stessa famiglia) per mano di Angelo Tardino, fratello di Diego (morto all’Ospedale di Caltanissetta), cognato di Alexandra e zio di Alessia e Vincenzo. Il movente dell’omicidio ancora non è chiaro, si presuppone che alla base ci siamo motivi di carattere “personale e patrimoniale”.

Innanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, il pubblico ministero Pierangelo Padova, al termine della requisitoria, ha chiesto 13 condanne e 3 assoluzioni nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Oro bianco” su presunte ipotesi di reato, gravanti a Palma di Montechiaro, legate all’associazione mafiosa e alle sostanze stupefacenti. In particolare, per Rosario Pace, 60 anni di età, 16 anni di reclusione, poi per l’ex consigliere comunale di Palma di Montechiaro, Salvatore Montalto, 52 anni, 10 anni, Gioacchino Rosario Barragato, 60 anni, 14 anni, poi Sarino Lauricella, 51 anni, 14 anni, Francesco Bonsignore, 55 anni, 6 anni, Calogero Lumia, 74 anni, 10 anni di reclusione, Domenico Manganello, 47 anni, 20 anni, Giuseppe Morgana, 36 anni, 12 anni, Carmelo Pace, 59 anni, 6 anni, Emanuele Pace, 34 anni, 10 anni, Giuseppe Pace, 40 anni, 14 anni, Gioacchino Pace, 41 anni, 14 anni, e Gioacchino Mangiavillano, 55 anni, 4 anni di reclusione. Chiesta l’assoluzione per Salvatore Carusotto, 49 anni, di Licata, Federico Gallea, 26 anni, di Licata, e Rocco Novella, 38 anni, di Locri. Gli imputati sono giudicati in abbreviato.

E’ in corso in Corte d’Appello a Caltanissetta la requisitoria del procuratore generale Lia Sava al processo di secondo grado a carico dell’ex presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto. Lia Sava tra l’altro ha affermato: “Questo è stato un processo doloroso non solo per le parti civili ma anche per chi ha svolto delle indagini. Un coltello senza manico: questo è stato per la Procura questo processo. Ci siamo feriti anche noi. Dolore lancinante. E vi assicuro che non è un processo all’antimafia, né una singolar tenzone tra le varie anime dell’antimafia. E’ un processo che ha cercato di fotografare condotte di reato commesse in un determinato arco temporale da soggetti che rivestivano diversi incarichi. Nulla a che vedere con un processo all’antimafia. Abbiamo fotografato un momento storico di quella fase esistenziale dei protagonisti. Lo scrupolo nella redazione dei capi di imputazione è la prova che questo non è un processo sull’etica ma su fatti giuridicamente rilevanti dei quali abbiamo cercato di fare una scrupolosissima selezione. Non abbiamo titolo per dare giudizi morali, se avessimo voluto parlare di etica avremmo selezionato capi di imputazione generici. Vi assicuro che abbiamo maneggiato con cura il materiale probatorio”.

Ad Agrigento emergono altri elementi utili alle indagini condotte dalla Squadra Mobile a seguito della fallita rapina di due giorni addietro a danno della Banca Bper al Villaggio Mosè lungo il Viale Leonardo Sciascia. Due banditi incappucciati, uno con pistola e l’altro con un taglierino, sono fuggiti a mani vuote perché un cassiere è svenuto. Ebbene, i due, in ragione del dialetto testimoniato, sono catanesi, e sono scappati con una Fiat Panda beige rubata il giorno prima nel centro cittadino di Agrigento.

Ad Agrigento, oggi, giovedì 27 gennaio, dalle ore 17:30 in poi, al teatro “Pirandello”, è in scena in replica “La bottega del caffè”, di Carlo Goldoni, con Michele Placido. In proposito, il pittore agrigentino, Gerlando Meli, ricorda un suo omaggio a Michele Placido in occasione di uno spettacolo a Raffadali, sul palco insieme all’attore Nino Bellomo. Meli donò a Placido un suo quadro dal titolo “I colori della Sicilia”. L’attore manifestò apprezzamento e si congratulò. Nella foto sono ritratti Meli, Placido e il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro.