Sul palco di Sanremo, “sono solo canzonette” dalla voce di Edoardo Bennato che apre la 3ª serata del 75esimo Festival della Canzone Italiana. Un bel tuffo nel passato, a quando quel pezzo segnava le serate in cui i compleanni si festeggiavano a casa.
Qualche pastrocchio, ma tutto sommato è un artista che ha dato tanto alla musica cantautorale.
Miriam Leone bellissima e delicatissima co-conduttrice della terza serata, raggiunge il palco dell’Ariston con disinvoltura.
Clara apre la gara degli altri 14 cantanti candidati alla vittoria. Niente da rilevare, tranne la sua carineria.
Elettra Lamborghini di bianco vestita, finge di essere intimorita da quel prestigioso palco.
Brunori è secondo in gara, con il suo pezzo “l’albero delle noci”; non mi convince neanche negli ascolti successivi. Ahimé non c’è pathos, malgrado il bel testo.
Carlo Conti ogni tanto se ne esce con battute sulle quali ride solo lui. È inutile alla kermesse come un citofono rotto.
Katia Follesa terza co-conduttrice, ironizza sulla discesa dalla fatidica scala e propone la discesa in bob.
“Siamo più conduttori che cantanti. Ma tu Carlo, fai tutto tutto così veloce?” E il pubblico ride.
“Non ballerò, non canterò, ma soprattutto non devolverò il mio cachet in beneficienza” – dice prima di presentare il prossimo cantante in gara.
Valeriano Chiaravalle è il direttore d’orchestra più gettonato e dirige anche Sarah Toscano, che mostra tutta la sua inesperienza, incerta nella tenuta delle note, sorretta da effetti, cori e autotune, ma non ne viene fuori una buona performance.
Arriva Samuele Parodi, 11 anni, nella vita canta, recita e balla, esperto di Sanremo, che risponde alle domande di Conti con una sicurezza disarmante. Quando la passione (che lui dice essere arrivata all’improvviso) illumina tutto!
Conti gli fa presentare il 4º cantante in gara e lo fa in maniera impeccabile.
Presenta Massimo Ranieri con una gioia che fa ben sperare nelle nuove generazioni.
Con la canzone “tra le mani” Ranieri non delude malgrado qualche imprecisione.
“Io ti proteggerò da quel che è stato”
Credo che molti vorrebbero sentirlo dire.
Joan Thiele al secondo ascolto mostra le nuance della sua voce, accattivante anche nel look.
Gli amici del “teatro patologico”, luogo in cui si prova a far star bene i ragazzi con difficoltà, che si sono esibiti in tanti teatri, si esibiscono all’Ariston.
Stasera sottotono anche Shablo con Gue.
Carlo Conti non ha “sangue”, non è sanguigno e quindi non trasporta, non coinvolge.
Neanche la promozione dei prodotti Rai gli riesce.
Conti chiama “gioiellino” Noemi.
Probabilmente fossi stata Noemi mi sarei indignata.
Ma il gioiellino fa molto bene stasera. Intonatissima, grintosa, adeguata a quel palco, perfettamente centrata, voce e anima.
Olly arriva con la disinvoltura di chi non si ricorda di essere sul palco di Sanremo, e fa bene il suo compito, con quel suo golfino da bravo ragazzo senza pretese.
Dopo 40 anni tornano a Sanremo i Duran Duran, un po’ irriconoscibili, un po’ démodé.
Praticamente un supplizio, se non fosse per le coriste. Ma a loro va il premio “amici di Sanremo”. E comunque è increscioso che un presentatore che guadagna centinaia di migliaia di euro non conosca l’inglese.
ComaCose sembrano messi lì per fare numero ma alla fine saranno tra i primi 5 in classifica.
Il testo dei Modà è meglio che non lo analizziamo, Tony Effe stornellatore per caso.
Premio alla carriera a Iva Zanicchi, 85enne, che ha partecipato a 11 edizioni del festival vincendone 3. La sua “zingara” resta una gran bella canzone e lei riesce ancora a reggerne la potenza.
Irama tutto autotune; tocca gettare la spugna.
Gabbani riscatta la noia di questa serata senza slancio e difficile da tollerare fino alla fine.
Gaia salvata dal balletto.
Il vincitore della categoria nuove proposte Sanremo 2025 è Settembre che vince anche il premio della sala stampa Lucio Dalla.
“Alcune volte anche io non ho creduto in me” dice il vincitore ricevendo il premio.
I 5 in cima alla classifica stasera:
ComaCose
Brunori sas
Irama
Olly
Gabbani
stasera proprio “la noia”!
good night