Strage di Licata, Angelo Tardino spara e uccide Diego Tardino, Alexandra Ballacchino, Alessia e Vincenzo Tardino. L’assassino è morto all’Ospedale di Caltanissetta (foto)

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Diego Tardino, Alexandra Angela Ballacchino, Alessia e Vincenzo Tardino ecco i nomi delle quattro vittime della strage di Licata per mano di Angelo Tardino, fratello di Diego, cognato di Alexandra e zio di Alessia e Vincenzo.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, non ancora confermata,  Angelo e Diego risultavano essere soci di una azienda e i dissidi tra i fratelli sono stati continui e a questi si erano aggiunti anche questioni legate ad una eredità e alla spartizione di terreni da coltivare. La tensione tra i fratelli era alta e i litigi continui e questa mattina, intorno le 7.30, l’ennesimo che è sfociato in un vero e proprio massacro.

Angelo Tardino, 48anni di Licata, è incensurato e detiene regolarmente una pistola calibro 9; è la stessa arma che questa mattina ha freddato il fratello, cognata e nipoti. Pare che il primo ad essere raggiunto dai colpi sia stato Diego, il piccolo Vincenzo è stato trovato privo di vita sotto  il letto avvolto da una coperta.

Nella mattinata di oggi Angelo si è presentato a casa del fratello Diego in via Riesi –  era armato, non si sa cosa si siano detti, ma certamente Angelo Tardino ha impugnato l’arma sterminando l’intero nucleo familiare del fratello: Diego Tardino (44anni), Alexandra Angela Ballacchino (40anni), Alessia (15anni) e Vincenzo Tardino (11anni).

A lanciare l’allarme ai Carabinieri è stata la moglie di Angelo – l’assassino – la quale a sua volta aveva ricevuto una telefonata dal congiunto che l’avvertiva di quello che era successo.

L’assassino ha tentato una fuga rocambolesca, ma era già braccato dai Carabinieri della locale compagnia.  La fuga di Angelo è terminata a 2 km dal luogo della strage, in via Mauro De Mauro sotto un cavalcavia, dove ha stazionato la sua Fiat Punto Bianca ed ha parlato al cellulare con i Carabinieri. Le intenzioni dell’assassino erano risultate chiare: voleva togliersi la vita, vano e stato il tentativo dei militari di dissuaderlo dall’efferato gesto; si è sparato, con una seconda pistola una Bernardelli – anch’essa detenuta legalmente – mentre era al telefono con loro.

In un primo momento Angelo Tardino era stato dato per morto, ma i sanitari accorsi sul posto con l’ausilio dell’elisoccorso sono riusciti a trasportarlo, in gravissime condizioni, all’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, dove poche ore dopo verrà dichiarato clinicamente morto.

Sulla scena del crimine sono al lavoro i militari dell’arma. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Paola Vetro e dal procuratore capo Luigi Patronaggio.

Proprio in queste ore, i militari stanno ascoltando i familiari delle vittime e dell’assassino per fare chiarezza alle reali cause che hanno portato a questo efferato gesto.

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