“Messina Denaro”, ancora non mafiosi ma favoreggiatori

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Dopo Cosimo Leone, anche a Leonardo Gulotta il reato di mafia è stato derubricato in favoreggiamento aggravato verso Matteo Messina Denaro. L’episodio del posto di blocco a Mazara del Vallo.

Lo scorso 27 marzo sono stati arrestati dai Carabinieri del Ros altri tre presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro latitante: l’architetto, originario di Erice, Massimo Gentile, 51 anni, dal 2019 dipendente del Comune di Limbiate in provincia di Monza, al quale si contesta il reato di associazione mafiosa per avere prestato la sua carta d’identità a Messina Denaro, almeno dal 2007 fino al 2017. Prima di essere “Andrea Bonafede”, Messina Denaro è stato “Massimo Gentile”. E il boss, con i documenti di Gentile, ha acquistato nel 2007 una moto Bmw e nel 2014 una Fiat 500, entrambe intestate a Gentile. Poi Cosimo Leone, 56 anni, di Campobello di Mazara, tecnico radiologo all’ospedale “Ajello” di Mazara del Vallo. Lui avrebbe agevolato Messina Denaro a sottoporsi alla prima tac nello stesso ospedale che rivelò il tumore al colon.

La Tac fu programmata per il 20 novembre, poi fu anticipata al 17, e poi fu effettuata il 10 novembre. Il giorno precedente, il 9, Messina Denaro fu ricoverato nel reparto di Chirurgia. Messina Denaro avrebbe scavalcato le liste d’attesa anticipando la sua Tac. E Cosimo Leone cambiò il turno di lavoro, dal pomeriggio al mattino, per essere presente alla Tac. E poi avrebbe consegnato al boss in corsia in ospedale un telefonino con una utenza attivata dall’Andrea Bonafede di 55 anni, e poi anche il cd della Tac con il referto. Il terzo è Leonardo Salvatore Gullotta, 31 anni, di Campobello di Mazara, operaio agricolo, al quale si contesta di avere reso a disposizione di Messina Denaro la sua utenza telefonica. Lo scorso primo aprile, accogliendo le istanze del suo difensore, l’avvocato Mariella Gulotta, il giudice ha modificato il capo d’imputazione: nel 2007, infatti, Gulotta era minorenne e quindi la Procura non avrebbe potuto procedere nei suoi confronti. Quindi la contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa è stata riferita solo al periodo compreso tra il 2014 e il 2017.

Ebbene adesso il Tribunale del Riesame ha derubricato il reato da concorso esterno nel meno grave ‘favoreggiamento aggravato’. Tuttavia è stata confermata la custodia cautelare in carcere, diversamente da quanto disposto per Cosimo Leone, al quale il 18 aprile il Riesame ha derubricato il reato di associazione mafiosa in favoreggiamento aggravato e gli ha concesso gli arresti domiciliari. Nel frattempo dalle indagini sulla latitanza, la cattura e i favoreggiatori, ancora in corso ed in evoluzione, è emerso che nel 2017 Matteo Messina Denaro, alla guida della Fiat 500 comprata da lui a Palermo nel novembre del 2014 alla concessionaria Nuova Co.ri in via Tasca Lanza, e intestata a Massimo Gentile, fu controllato ad un posto di blocco a Mazara del Vallo, in piazza De Gasperi, nel centro cittadino, alle ore 10 del mattino. Era con documenti falsi, intestati a un’altra persona, la cui identità è sotto indagine. Il controllo risulta regolarmente registrato nel database delle forze dell’ordine.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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