“Conclave”: È tutto come sembra, con un bel finale

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Non è certo un caso che questo film, del 2024 diretto da Edward Berger, sia il più visto degli ultimi 10 giorni. Quasi una volontà di immergersi in ciò che accadrà tra pochi giorni, quando ci sarà quello vero di conclave, per eleggere il nuovo Papa dopo la dipartita di Papa Francesco. Un modo per capire da fuori (cosa impossibile perché lì dentro accadono cose che i comuni mortali non possono neanche immaginare) cosa accadrà, o forse solo per subire quella suggestione di mistero che circola dentro porte chiuse, o meglio ancora sbarrate.

Su tutto il film aleggia l’invisibile, quel filo sottile che corre tra l’uomo fatto di carne e peccati e il simbolo che rappresenta. Una sorta di dicotomia tra potere e guida, tra dubbio e certezza, tra reverenza e contraddizione.

Il film, ispirato ad un libro, è una liturgia laica; è realizzato in maniera molto dettagliata, nel senso che i dettagli sono tutti analizzati in modo che allo spettatore non sfugga nulla. Il colore rosso delle vesti cardinalizie è saturato da una fotografia che divide in due l’immagine, mettendo in contrasto il rosso avvolgente e il freddo dei colori circostanti. Spesso le immagini sono riprese dall’alto dando la possibilità di costruire delle vere e proprie scenografie, con la presenza massiccia dei cardinali che si muovono nella piazza. Alcune di esse sono estremamente suggestive.

Il film mostra in maniera spiccata e credibile sia la sacralità che i rituali che sono alla base di un momento così delicato come l’elezione del nuovo Papa.
Il mondo della chiesa è messo a nudo, nel film. I cardinali incarnano tutte le peculiarità umane e dunque sono viziosi, bugiardi, razzisti, egocentrici, assetati di potere. Si racconta di come a volte si sia disposti a tutto, pur di non perdere l’occasione di divenire Papa, anche attraverso azioni poco lecite.
Il conclave, viene raccontato nel film proprio come una guerra: ci sono fazioni, paure, ambizioni, giochi sporchi e complotti.
Colpisce l’incipit del film, quella fase in cui si raggiunge la salma del pontefice, quando si consumano riti che sono per metà religiosi e per metà prosaici. Un corpo inerme, una preghiera in latino e quel gesto rude dello sfilare l’anello papale, come se fosse una priorità, per prepararlo al prossimo che arriverà.
Poi, la macchina da presa va a caccia di segreti, di scandali e di soluzioni, perché un nuovo Papa deve essere eletto e non c’è spazio per incertezze, ma per scelte, sì.
E così un magnifico Ralph Fiennes che interpreta il decano incaricato di gestire il conclave, si muove tra l’onestà che lo contraddistingue e la sua profonda crisi di fede. Dovrà impegnarsi per far sì che il nuovo pontefice non sia intollerante, irriverente, conservatore. I papabili sono più d’uno, e lui farà di tutto per incarnare perfettamente il suo ruolo, andando a fondo ad alcune vicende che si mostrano al conclave in tutta la loro crudeltà. Sempre sul filo sottile tra lecito e “non fattibile”.
Il film ha un bel finale con suspense, ha un finale plausibile che riscatta completamente ogni sporco gioco di potere.
La regia di Berger ha evitato retorica e banalità, stereotipi e falsi storici. Ci mostra la dimensione umana che governa ognuno, a prescindere dal ruolo che si ricopra. Il film si muove come su uno scacchiere, dove le pedine vengono scrutate fin dentro i propri limiti: l’ipocrisia, la predisposizione all’errore, la necessità di agire nella gestione di un ideale, gestita da uomini che non sono uomini ideali.
Anche Sergio Castellitto nel ruolo del Cardinale Tedesco, e Isabella Rossellini, che interpreta Suor Agnes, con quel suo silenzioso quanto potente ruolo di chi c’è, sa, protegge, regge le fila di alcuni avvenimenti che saranno tutt’altro che irrilevanti nella vicenda narrata.
Il film è stato realizzato alla Reggia di Caserta palcoscenico perfetto per le sequenze che richiedevano un’atmosfera di potere e tensione.

Consigliatissimo. Lo trovate su Prime

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