Ai bambini palestinesi vengono amputate le gambe senza poterli anestetizzare. 109 i giornalisti uccisi nella striscia di Gaza

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Il rapporto di Save the Children è impressionante. 
Impressionante è il numero dei bambini uccisi a Gaza. Decine di bambini ai quali ogni giorno vengono amputate le gambe. Le foto diffuse fanno impressione.

Daniela Fatarella di Save the Children:

Dieci bambini al giorno significa più di mille dall’inizio del conflitto che hanno perso uno o più arti, una o entrambe le gambe. E arrivano in ospedali che non hanno più nulla e vengono operati senza anestetico. Queste sono delle vere e proprie torture, e queste sono violazioni dei diritti dei bambini, che dovrebbero invece essere protetti e dovrebbero trovare in uno ospedale un luogo sicuro e questo non è avvenuto nella striscia di Gaza. La protezioni dei bambini e delle bambine deve essere un imperativo. Esiste un diritto umanitario che dice che scuole, ospedali, campi profughi sono luoghi che devono essere protetti. Anche la salute mentale dei bambini nella striscia di Gaza è al limite. I bambini hanno bisogno di aiuto e di riparo.”

Save The Children sta distribuendo – con grandissima difficoltà – kit salvavita, cibo, acqua e materiale igienico, ma per fare di più hanno bisogno di poter accedere a quei luoghi dove bambini e bambine si trovano senza niente.

Il coordinatore medico di Medici Senza Frontiere Enrico Vallaperta:

“descrivere la situazione a Gaza come disastrosa non è sufficiente. La situazione è inimmaginabile, manca tutto, non c’è posto per le persone. Quasi due milioni di persone sono racchiuse in un fazzoletto di terra, manca l’acqua, il cibo, manca tutta l’assistenza primaria sul territorio. Cento camion al giorno non possono soddisfare l’esigenza di due milioni di persone che hanno dovuto lasciare le loro case senza portare nulla con sé”

Un chirurgo canadese:

“Arrivano senza sosta persone gravemente ferite dalle esplosioni e gli operatori sanitari lavorano senza farmaci e senza anestetici; sono finite tutte le scorte. Oltre 10 bambini al giorni hanno avuto uno o più arti amputati in questi tre mesi di guerra; molti anche senza anestesia, per la mancanza di rifornimenti medici”

Questa la situazione a Gaza. Non ci sono molte altre parole per raccontare quello che sta accadendo in violazione dei diritti umani. 

E poi ci sono i giornalisti uccisi nella striscia di Gaza. 109, quelli uccisi, compreso il figlio del direttore di Al Jazeera.
Non ci sono giornalisti occidentali nella Striscia di Gaza. Gli israeliani non hanno mai permesso l’ingresso nella striscia in maniera democratica. Se si vuole entrare bisogna farlo con un accompagnamento militare israeliano, con mezzi blindati attraverso un “press tour” di una mezz’ora. Solo il giornalisti presenti nella striscia sono dunque i nostri occhi e i nostri sensi, per raccontare questa guerra. Ma per raccontare la guerra nella maniera più precisa possibile bisogna stare dentro, anche se spesso gli inviati vengono accusati di farlo in maniera propagandistica.

Blinken intanto è arrivato ieri sera in Israele, ha come obiettivo quello di evitare il contagio del conflitto, “le metastasi della guerra”, una guerra che non converrebbe a nessuno (riferendosi al confine Libanese). L’aggiornamento è che le tensioni crescono di giorno in giorno.

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