Marzo 2023 - Pagina 25 di 43 - Sicilia 24h
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L’evento realizzato dal direttore don Angelo Chillura, con la collaborazione di Roberto Sciarratta, direttore del parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento, ha come fine quello di far conoscere le collezioni delle più antiche istituzioni bibliotecarie di Girgenti, di aprire alla città questi luoghi storici straordinari e farli diventare importanti centri formativi e d’incontro.

L’impresa catalografica è stata portata a termine da un gruppo di ricerca composto da Alberto Bellavia, Domenico Ciccarello, Vito Fortezza, Cristina Iacono, Giovanna Iacono, Simona Inserra, Marco Palma.

Gli esemplari sono descritti secondo una metodologa mutuata dalla catalogazione dei manoscritti, dando spazio al rilevamento delle note di possesso e degli ex libris, delle decorazioni, della legatura, dello stato di conservazione, delle note manoscritte e di tutti i segni di lettura che denotano l’uso dei manufatti nel corso dei secoli e nei differenti luoghi nei quali essi sono stati studiati, trasportati e conservati.

Il catalogo comprende 103 schede descrittive di esemplari della Biblioteca Lucchesiana e 30 esemplari della Biblioteca del Seminario Vescovile, prodotti tra il 1470 e il 1500.

Dopo l’introduzione del direttore don Angelo Chillura, i saluti di S. E. mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento, di don Stefano Nastasi, rettore del Seminario Arcivescovile di Agrigento,  di Roberto Sciarratta, direttore parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento e di  Vincenzo Rinaldi, soprintendente ai beni culturali e ambientali di Agrigento; seguiranno gli interventi di Giancarlo Petrella, professore ordinario, Università di Napoli Federico II, dell’on. Giovanna Iacono, bibliotecaria e archivista, di Alberto Bellavia, bibliotecario, Biblioteca Malatestiana di Cesena e di Vito Fortezza, funzionario direttivo, Soprintendenza di Agrigento.

Modererà e coordinerà l’incontro Simona Inserra, professore associato dell’Università di Catania.

Concluderà il prof. Marco Palma, già docente di paleografia all’Università di Cassino.

 

A seguire inaugurazione della mostra bibliografica curata da Domenico Ciccarello e Cristina Angela Iacono

“La protesta dei messinesi e altri rari incunaboli”

 

L’importante rassegna, vuole mettere a disposizione della collettività intellettuale mondiale importanti incunaboli appositamente scelti tra quelli di particolare pregio e valore posseduti; a cominciare dalla Protesta dei Messinesi, stampato a Messina nel 1478 da Heinrich  Alding, di cui si conosce questo solo esemplare al mondo, conservato alla Biblioteca Lucchesiana.

Per i fruitori diventa un’occasione irripetibile per poter ammirare da vicino i primi capolavori stampati in Italia e nel mondo.

 

 

La mostra sarà visitabile fino al 18 aprile 2023, dal lunedì al venerdì: dalle ore 9,00 alle 13,00; mercoledì dalle 15,00 alle ore 18,00.

“Sono estremamente soddisfatto della riuscita del Festival che, come abbiamo visto tutti, ha visto la presenza di migliaia e migliaia di persone provenienti da tutta la Sicilia e non solo.
Prossimamente sarà indetta una conferenza stampa in cui saranno resi noti i numeri dell’edizione 2023 del Festival, dall’assessore Costantino Ciulla e dal mio consulente, dott. Giovanni Di Maida.
Desidero ringraziare per la collaborazione e il continuo supporto fornito S.E il Prefetto dott. Maria Rita Cocciufa e il suo staff, il Questore dott. Rosa Maria Iraci e il suo staff e tutte le forze dell’ordine.
Ritengo doveroso ringraziare chi ha permesso tutto ciò: il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi guidato dall’arch. Roberto Sciarratta, la Fondazione Teatro Pirandello, l’assessorato regionale al Turismo e l’ARS.
Ringrazio altresì l’Assessore Regionale al Turismo Elvira Amata e il Commissario del Libero Consorzio Raffaele Sanzo presenti all’evento conclusivo presso il Tempio della Concordia, il Distretto Turistico Valle dei Templi, la Fondazione Ferrovie dello Stato, il Consorzio Ecua, la Protezione Civile regionale, provinciale e comunale, i Vigili del Fuoco, la Polizia Locale e Provinciale, la TUA, l’ASP, il 118 le associazioni e tutti i volontari”.
Lo dichiara il sindaco di Agrigento Franco Miccichè.

Il Direttore Didattico prof. Angelo Russo sarà ricordato con un memoriale Giovedì 16 Marzo nella Chiesa San Nicola di Fontanelle, organizzato dal Centro di Bioetica, presieduto da Enzo Di Natali, che, dopo il saluto del parroco, don Andrea Militello, vedrà le testimonianze di Rino La Placa, don Pippo Matraxia, Giovanni e Letizia Minuta, Giovanni Perrone e Salvatore Pirrera. La celebrazione eucaristica sarà presieduta da mons. Salvatore Muratore, Vescovo Emerito di Nicosia. Tra i giovani cattolici che risposero prontamente all’impegno culturale e sociale all’appello dell’Arcivescovo Peruzzo è da annoverare proprio Angelo Russo, settimo di sette figli di Alfio e Calogera Capraro. Cresciuto nell’Azione Cattolica, ne diventa dirigente dei giovani negli anni ’60, per poi impegnarsi attivamente nell’AIMC – Associazione Italiana Maestri Cattolici, nella quale eserciterà la funzione di presidente provinciale per oltre 25 anni, sino al 1996.

Nel 1970, dopo il superamento del concorso direttivo nazionale, diventa Direttore didattico al I Circolo di Raffadali, dove resterà sino al 1975, distinguendosi per aver introdotto per primo il tempo pieno nella scuola elementare di Agrigento e per aver attivamente collaborato alla stagione della nascita della Settimana dello Scolaro. Nel 1975 diventa il primo direttore didattico del costituendo IV Circolo di Agrigento, attivato a Villaseta, nel quale istituirà pure il tempo pieno, rimanendovi per otto anni, sino al 1983, anno in cui si trasferirà all’Esseneto di Agrigento, III Circolo, dove concluderà la carriera nel 1994, all’età di 65 anni e avendo maturato 40 anni di servizio attivo. Sul piano professionale, è stato anche impegnato diversi anni quale presidente provinciale dell’ANDIS, Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici, di Agrigento. Nella Diocesi di Agrigento, il Vescovo mons. Bommarito lo scelse per collaborare per la nascita e la crescita del Gruppo di Pastorale Familiare e a questa si dedicherà per molti anni, con l’inseparabile moglie Paola, nella Parrocchia di San Nicola di Fontanelle.

 

Nel corso dell’ultima manifestazione del Mandorlo in Fiore svoltasi qualche giorno fa, che ha visto la vittoria del Gruppo Folkloristico dell’Uzbekistan, tra i gruppi storici che per la prima volta nella storia hanno sfilato tra le vie di Agrigento, è stato presente anche il Gruppo Abatellis Branciforti Conti di Cammarata- Duchi di San Giovanni Gemini che ha puntato tutto sempre sull’inclusione e sulla partecipazione di persone di diverse età. “Fare storia promuovendo il valore dell’inclusione e di ogni età”, questo ci risponde la Professoressa Irene Catarella, Presidente degli Abatellis Branciforti Conti di Cammarata- Duchi di San Giovanni Gemini, quando le chiediamo perché ha fondato questo gruppo storico il 25 ottobre 2018, facendosi portavoce di tutti i suoi partecipanti. “Siamo un Gruppo straordinario, di persone di ogni età, dai 6 anni in su, con delle punte di diamante che sono le nostre principessine/principesse e i ragazzi eccezionalmente abili, come li chiamiamo noi, dell’Arca Onlus. Noi sfiliamo con la gioia di fare storia e di stare insieme in allegria e armonia”, ha continuato la Catarella. Gli Abatellis Branciforti con gli occhi brillanti hanno camminato per le vie di Viale della Vittoria nella giornata conclusiva della 75esima Sagra del Mandorlo in Fiore in mezzo a migliaia di persone applaudenti. Il Gruppo fa parte dell’USARS, Unione Siciliana Associazioni Rievocazioni Storiche, e vanta al suo attivo la partecipazione a numerose manifestazioni di prestigio in tutta la Sicilia. Il gonfalone, ideato dalla stessa Presidente, è unico nel suo genere, in quanto presenta due stemmi: il grifone nero su campo giallo degli Abatellis o Patella provenienti dalla Toscana e il leone dorato con le zampe mozzate su campo blu dei Branciforti, il cui capostipite fu Obizzo cavaliere di Carlo Magno. La notorietà e la fama delle due famiglie nobiliari è testimoniata dai palazzi omonimi, capolavori architettonici presenti a Palermo.

Dopo le dimissioni di Bernando Agrò da presidente del Parco Archeologico della Valle dei Templi e da direttore del Parco di Lilibeo a Marsala, a seguito di un’ordinanza del Gip di Marsala che fa seguito a un’indagine a carico di terzi avente per oggetto presunte  irregolarità in alcuni appalti al Parco archeologico di Selinunte, l’assessorato Regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana ha nominato il nuovo presidente del parco archeologico di Agrigento. A ricoprire l’incarico sarà l’architetto Giovanni Crisostomo Nucera.  “Ho ricevuto il decreto di nomina ieri pomeriggio, e l’insediamento avverrà dopo la convocazione del primo consiglio per rendermi conto della situazione che c’è all’interno del Parco”, dice il neo presidente Nucera, che rimarrà sino al prossimo 19 luglio, data in cui è fissata la naturale scadenza del Consiglio.

Angelo Iacona, consigliere comunale uscente e già amministratore del Comune di Licata, è il candidato della Democrazia Cristiana a sindaco di Licata.

E’ stato deciso nel corso di un’assemblea di partito, alla quale hanno partecipato gli iscritti licatesi alla DC, coordinata dal commissario regionale Totò Cuffaro e da Carmelo Pace, capogruppo della Democrazia Cristiana all’Ars.

Nel pomeriggio del prossimo venerdì, 17 marzo, nel corso di una conferenza stampa, Angelo Iacona sarà presentato alla città.

“La Democrazia Cristiana – è il commento dell’onorevole Carmelo Pace – è impegnata attivamente, in Sicilia, in vista dell’ormai imminente competizione elettorale per le Amministrative che riguarderà tanti Comuni. Col consenso degli iscritti locali, abbiamo individuato in Angelo Iacona una persona che bene può rappresentare le istanze dell’intera collettività licatese. Siamo pronti al confronto con tutte le altre forze politiche che si identificano col governo regionale, con le quali sono in corso delle interlocuzioni e con altre forze politiche locali, e con la società civile, per realizzare una piattaforma programmatica capace di dare risposte ai problemi di Licata”.

Il questore di Agrigento, Maria Rosa Iraci, è stata trasferita ad altra sede. Un incontro per un saluto di commiato si svolgerà giovedì prossimo, 16 marzo, nella sala San Michele della Questura, alle ore 11:30. Maria Rosa Iraci, 62 anni, di Barcellona Pozzo di Gotto, si è insediata ad Agrigento, come prima Questore donna, il 26 marzo del 2019, proveniente dal Dipartimento della PolFer del Lazio. E’ entrata in Polizia a 25 anni come commissario. Alla Questura di Agrigento si è distinta non solo per la brillante attività investigativa e operativa, tra interventi antimafia, antidroga e contro il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma anche nell’attività di prevenzione e sensibilizzazione legata all’ordine e alla sicurezza nel territorio. Prova ne sono, ad esempio, i numerosi provvedimenti adottati contro la violenza negli stadi, e, più in genere, nei locali pubblici per il rispetto delle normative di pubblica sicurezza con particolare attenzione al sano svolgimento della “movida”.

“Si è conclusa la 74° edizione della “Festa del Mandorlo in Fiore” e, giustamente, un consuntivo per tale importante evento internazionale è quasi obbligatorio farlo.

Premesso anche che, abbiamo avuto modo di vedere e a sua volta renderci conto, che organizzare una festa del folklore internazionale come la Festa del Mandorlo in Fiore e le relative manifestazioni collaterali, diventa senza ombra di dubbio, un lavoro difficoltoso e immane, con un numero di gruppi Folk di gran lunga superiore ad altri anni, venuti da tutte le parti del mondo.

Se colui che organizza tale kermesse non è collaborato da un certo numero di persone motivate, appassionate e volenterose, che svolgono il loro lavoro bene e con professionalità, molti addirittura in regime di volontariato, non danno il meglio di se stessi, non può di certo avere una sua minima probabilità di riuscita una festa cosi come lo è stata questa ultima edizione.

Siamo sicuramente contenti di come si è conclusa questo Festival, dopo tre anni di fermo per la pandemia, di poi un così lungo periodo in cui si erano persi perfino i vari contatti e punti di riferimento pregressi, che permettevano di potere riallacciare le successive manifestazione.

Possiamo dire senza ombra di smentita, che la 74° edizione è risorta più bella e più grande di prima, con numeri di presenze turistiche da record, con presenze e permanenze in hotel mai registrate, spostando semplicemente la famosa fiaccolata da mercoledì a venerdì dando così la possibilità di una più lunga permanenza di turisti nella nostra città a vantaggio degli albergatori, con un impegno economico per tale manifestazione di gran lunga inferiore ad altre manifestazioni similari di anni precedenti.

Tutto questo va a significare che al di là dei criticoni, al di là dei bastian contrari, al di là dei detrattori questa festa e riuscita bene ed e riuscita meglio delle precedenti edizioni.

Sicuramente si poteva fare meglio e si poteva fare anche di più, ma in una manifestazione così complessa che viene fuori da un amalgama di più persone in pochi giorni, dove bisognava cercare di fare meglio, di centrare obiettivi importanti quali economicità, divertimento, gradimento e ordine pubblico, in così poco tempo, alcune cose magari importanti sono state sottovalutate e altre cose importanti quale la logistica che dovevano essere curate per dare una bella immagine della città purtroppo non lo sono state, è stato e sarà sempre così, la perfezione  non fa parte degli organizzatori, è per il tempo ristretto è per le mille incombenze e per l’antico gioco dello scarica barile a causa dei compiti attribuibili di altri enti.

E’ stata una settimana molto movimentata per la città di Agrigento, con parecchi turisti lungo tutte le nostre strade, una settimana che ha dato a questa nostra città degli introiti economici, che sicuramente durante l’anno non registra e che serve non solo ad avere scambi culturali con altre civiltà e con altri popoli, ma che ha dato un apporto economico notevole a tutte le nostre attività commerciali dando respiro a questa nostra asfittica economia.

Per questo oggi, siamo qua a ringraziare tutti coloro che hanno dato vita alla 74° edizione della festa del Mandorlo in Fiore.

In particolare vogliamo ringraziare il dott. Giovanni Di Maida che si è speso tantissimo per riprendere le fila di questa organizzazione ed il suo staff che ha saputo con grande destrezza, far ripartire questa grande festa che, per alcuni detrattori dell’ultima ora, era già considerata senza più alcun futuro.

Ci auguriamo che le prossime edizioni, visti questi ottimi risultati, sia appannaggio di questo gruppo, che ha saputo dare competenza, passione e soprattutto risalto a questa festa, che oggi più che mai dà un grande significato e un grande messaggio di fratellanza e di concordia tra i popoli, facendo capire a tutti che vivere in pace in questo mondo complicato si può”.

Lo dichiara in una nota Pippo Spstaro di Cittadinanzattiva.

Dopo il recente a Lido Rossello a Realmonte, un altro sbarco “fantasma” di migranti è stato riscontrato, avvalendosi di un drone, dall’associazione ambientalista MareAmico di Claudio Lombardo. Si tratta di una barca di circa 7 metri, presumibilmente con una quarantina di persone a bordo, arenatasi durante la notte nella spiaggia di Misita, tra la foce del fiume Naro e Punta Bianca. Lombardo sottolinea: “I migranti si sono dileguati. Ovviamente il loro sbarco, i numeri, non saranno conteggiati. Ciò incrementa ancora di più le cifre ufficiali degli approdi, attualmente in vertiginosa ascesa”…

L’elenco dettagliato di tutto ciò che è stato trovato addosso e sequestrato a Matteo Messina Denaro la mattina dell’arresto. La conferma, tra l’altro, della passione per gli orologi.

Ecco ciò che la mattina del 16 gennaio scorso i Carabinieri del Ros hanno sequestrato a Matteo Messina Denaro, appena arrestato alla clinica “La Maddalena” a Palermo. Con sé addosso il superlatitante ricercato da 30 anni ha custodito: un santino del Sacro Cuore di Gesù, i riferimenti di diversi medici, 32 sue foto-tessere in varie fasi della vita, e un prezioso orologio Franck Muller al polso. E poi, nel borsello, un telefonino Xiami spento e in modalità aereo. E in tasca un Samsung. Entrambi con scheda e senza codice di sblocco. Poi la copia del carteggio sui precedenti accessi sanitari in clinica. Poi biscotti Pavesini, medicinali, 500 euro in contanti dentro un porta-documenti Cartier di colore bordeaux. Poi la carta d’identità, la patente (che è più difficile da falsificare) e la tessera sanitaria: il tutto intestato al geometra Andrea Bonafede, colui che ha prestato l’identità al capomafia. E poi una seconda patente intestata al suo autista, Giovanni Luppino, anche lui arrestato al mattino del 16 gennaio. E poi le foto del padre Francesco, della madre Lorenza Santangelo, e del nipote Gaspare Allegra, figlio di sua sorella Giovanna, morto nel 2021 vittima di un incidente in montagna in Lombardia. E poi le chiavi della sua automobile Alfa Romeo “Giulietta”, scontrini di acquisti vari, un portachiavi con la scritta “L’uomo, il mito, la leggenda sei tu”, un appunto con il titolo del film “The Hunt (la caccia)”, e un libro di Andrew Fukuda. Poi la passione per gli orologi di lusso: nel dettaglio, l’orologio al polso di Matteo Messina Denaro prima delle manette è un Franck Muller Geneve Color Dreams. Il modello base ha un valore di circa 12 mila euro. E poi fino a 30 mila euro. Sequestrati anche altri orologi pregiati trovati a casa della sorella del boss, Bice, a Castelvetrano, subito dopo l’arresto del fratello. Le sono stati sequestrati: tre Rolex Oyster Datejust, uno in metallo e due con corona in oro, e un Rolex Gmt Master, che costano dagli 8 ai 14 mila euro. E un Omega Seamaster da 6 mila euro. Bice è una delle quattro sorelle del latitante. Le altre sono Rosalia, arrestata lo scorso 3 marzo, Patrizia, detenuta per mafia, e Giovanna. Rosalia ha sposato Filippo Guttadauro, arrestato e detenuto all’ergastolo bianco. Patrizia ha sposato Vincenzo Panicola, condannato per mafia. E Giovanna ha sposato Rosario Allegra, condannato per mafia e deceduto nel 2019 durante la detenzione. Il marito di Bice è Gaspare Como, condannato per mafia. Nel frattempo, come secondo dovere d’ufficio, il garante dei detenuti in Abruzzo, Gianmarco Cifaldi, ha reso visita a Messina Denaro. Si è intrattenuto con lui tre ore. Poi Cifaldi ha riferito: “L’ho trovato provato dalla malattia, ma dignitosamente sereno. Non mi intrometto nella sua azione difensiva. La mia preoccupazione riguarda esclusivamente le cure. Per lui come per qualsiasi altro detenuto. Ha la serenità di chi sa di essere curato bene, nonostante le normali e legittime preoccupazioni che ha chiunque affronti determinate patologie gravi. Sono venuto per verificare eventuali, e sottolineo eventuali, negligenze che non ho riscontrato”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)