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Dopo il recente a Lido Rossello a Realmonte, un altro sbarco “fantasma” di migranti è stato riscontrato, avvalendosi di un drone, dall’associazione ambientalista MareAmico di Claudio Lombardo. Si tratta di una barca di circa 7 metri, presumibilmente con una quarantina di persone a bordo, arenatasi durante la notte nella spiaggia di Misita, tra la foce del fiume Naro e Punta Bianca. Lombardo sottolinea: “I migranti si sono dileguati. Ovviamente il loro sbarco, i numeri, non saranno conteggiati. Ciò incrementa ancora di più le cifre ufficiali degli approdi, attualmente in vertiginosa ascesa”…

L’elenco dettagliato di tutto ciò che è stato trovato addosso e sequestrato a Matteo Messina Denaro la mattina dell’arresto. La conferma, tra l’altro, della passione per gli orologi.

Ecco ciò che la mattina del 16 gennaio scorso i Carabinieri del Ros hanno sequestrato a Matteo Messina Denaro, appena arrestato alla clinica “La Maddalena” a Palermo. Con sé addosso il superlatitante ricercato da 30 anni ha custodito: un santino del Sacro Cuore di Gesù, i riferimenti di diversi medici, 32 sue foto-tessere in varie fasi della vita, e un prezioso orologio Franck Muller al polso. E poi, nel borsello, un telefonino Xiami spento e in modalità aereo. E in tasca un Samsung. Entrambi con scheda e senza codice di sblocco. Poi la copia del carteggio sui precedenti accessi sanitari in clinica. Poi biscotti Pavesini, medicinali, 500 euro in contanti dentro un porta-documenti Cartier di colore bordeaux. Poi la carta d’identità, la patente (che è più difficile da falsificare) e la tessera sanitaria: il tutto intestato al geometra Andrea Bonafede, colui che ha prestato l’identità al capomafia. E poi una seconda patente intestata al suo autista, Giovanni Luppino, anche lui arrestato al mattino del 16 gennaio. E poi le foto del padre Francesco, della madre Lorenza Santangelo, e del nipote Gaspare Allegra, figlio di sua sorella Giovanna, morto nel 2021 vittima di un incidente in montagna in Lombardia. E poi le chiavi della sua automobile Alfa Romeo “Giulietta”, scontrini di acquisti vari, un portachiavi con la scritta “L’uomo, il mito, la leggenda sei tu”, un appunto con il titolo del film “The Hunt (la caccia)”, e un libro di Andrew Fukuda. Poi la passione per gli orologi di lusso: nel dettaglio, l’orologio al polso di Matteo Messina Denaro prima delle manette è un Franck Muller Geneve Color Dreams. Il modello base ha un valore di circa 12 mila euro. E poi fino a 30 mila euro. Sequestrati anche altri orologi pregiati trovati a casa della sorella del boss, Bice, a Castelvetrano, subito dopo l’arresto del fratello. Le sono stati sequestrati: tre Rolex Oyster Datejust, uno in metallo e due con corona in oro, e un Rolex Gmt Master, che costano dagli 8 ai 14 mila euro. E un Omega Seamaster da 6 mila euro. Bice è una delle quattro sorelle del latitante. Le altre sono Rosalia, arrestata lo scorso 3 marzo, Patrizia, detenuta per mafia, e Giovanna. Rosalia ha sposato Filippo Guttadauro, arrestato e detenuto all’ergastolo bianco. Patrizia ha sposato Vincenzo Panicola, condannato per mafia. E Giovanna ha sposato Rosario Allegra, condannato per mafia e deceduto nel 2019 durante la detenzione. Il marito di Bice è Gaspare Como, condannato per mafia. Nel frattempo, come secondo dovere d’ufficio, il garante dei detenuti in Abruzzo, Gianmarco Cifaldi, ha reso visita a Messina Denaro. Si è intrattenuto con lui tre ore. Poi Cifaldi ha riferito: “L’ho trovato provato dalla malattia, ma dignitosamente sereno. Non mi intrometto nella sua azione difensiva. La mia preoccupazione riguarda esclusivamente le cure. Per lui come per qualsiasi altro detenuto. Ha la serenità di chi sa di essere curato bene, nonostante le normali e legittime preoccupazioni che ha chiunque affronti determinate patologie gravi. Sono venuto per verificare eventuali, e sottolineo eventuali, negligenze che non ho riscontrato”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Ad Agrigento un sacchetto di plastica con dentro 5 micro telefonini e 3 carica batterie è stato trovato sul muro di cinta del carcere “Pasquale Di Lorenzo”, in contrada Petrusa. Ad accorgersene, durante un giro di perlustrazione, sono stati gli agenti della Polizia penitenziaria. Si ipotizza che un drone manovrato a distanza abbia poggiato il sacchetto sul muro, in attesa che il destinatario lo raccogliesse.

L’ipotesi – tutta, naturalmente, da confermare – è che un drone qualcuno abbia lasciato il sacchetto fino al muro di cinta del carcere in attesa, verosimilmente, che qualcuno dei detenuti lo raccogliesse l’indomani, durante l’ora d’aria. Tutto è stato subito posto sotto sequestro e sono state avviate le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, per cercare di ricostruire come sia avvenuto il “deposito” e soprattutto a chi erano destinati i micro telefonini.

 

La spesa dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: firmato un protocollo tra governo e forze sociali. I dettagli e l’intervento di Schifani.

Il confronto, concreto e costruttivo, sulla spesa dei fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, è una delle priorità dell’agenda di governo, già contenuta nel programma politico e amministrativo del centrodestra proposto agli elettori prima del voto del 25 settembre. E ciò nella consapevolezza che procedere in modo sinergico avrebbe garantito non solo speditezza ed efficacia, ma anche un plus valore di competenze e di esperienze diverse, capaci di garantire il miglior esito possibile a iniziative e progetti di investimento. Ecco perchè a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza, è stato firmato tra Schifani e le parti social il, così tecnicamente definito, “Protocollo per la partecipazione e il confronto nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale per gli investimenti complementari”. A sottoscrivere il documento, la cui proposta è stata approvata dalla giunta regionale lo scorso 3 marzo, sono stati, oltre a Schifani, i segretari generali regionali della Cgil, Alfio Mannino, della Cisl, Sebastiano Cappuccio, della Uil, Luisella Lionti, dell’Ugl Sicilia, Giuseppe Messina, e il vicepresidente dell’Anci Sicilia, l’Associazione dei Comuni, Giulio Tantillo. E il governatore commenta: “Questo protocollo segna un importante passo avanti per la Sicilia, nella prospettiva delle sfide che ci attendono nei prossimi anni con la programmazione e la spesa delle risorse nazionali ed europee. Accogliamo con favore il confronto con i sindacati, soprattutto quando si inizia un percorso strategico di sviluppo. E’ fondamentale la collaborazione leale di tutti gli attori, con i quali dialogheremo costantemente con l’intento di tutelare l’interesse comune e la correttezza dei conti pubblici, per il bene della Sicilia e dei siciliani” – conclude Schifani. E dunque, la sottoscrizione dell’accordo avvia i lavori del Tavolo regionale territoriale e di settore, che sarà convocato con regolarità e che sarà composto dal presidente Schifani o da un suo delegato, dal coordinatore della Cabina di regia regionale, dal dirigente generale della Programmazione, dai dirigenti generali dei dipartimenti di riferimento rispetto alle materie di volta in volta trattate, e da un rappresentante per ognuna delle parti che hanno firmato il protocollo. Il documento, previsto dal decreto legge del 31 maggio 2021, prevede attività di monitoraggio sull’uso delle risorse del Pnrr, anche in relazione all’utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei e del Fondo per lo sviluppo e la coesione, in merito alle ricadute sociali, economiche e occupazionali degli investimenti sostenuti e delle riforme previste e da attuare. Nell’ambito del tavolo potranno essere stipulati specifici accordi negoziali in materia di legalità, codice degli appalti e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Giuliana Miccichè

 

Il Tribunale di Termini Imerese ha convalidato l’arresto in carcere di Marco Ferraro, 25 anni, nato a Sciacca e residente a Ribera, e Aymen Mahjoub, 29 anni, tunisino, domiciliato in provincia di Agrigento, arrestati venerdì scorso dagli agenti della Polizia Stradale di Buonfornello, di ritorno dal Palermitano, dove si sarebbero recati per rifornirsi di sostanze stupefacenti. Nell’abitacolo dell’auto e nella ruota di scorta sono state trovate due bustine in cellophane contenenti complessivamente 21 grammi di cocaina, e un ovulo di eroina del peso di oltre 11 grammi. Dal controllo dei cellulari, inoltre, sono emerse alcune chat di Whatsapp che si riferirebbero, utilizzando nomi in codice, a cessioni di droga.

L’accusa è pesante: omicido colposo per aver provocato la morte di un paziente dopo aver contratto una infezione da batterio in reparto.

l Pm Gloria Andreoli chiede il processo per l’ex Direttore Sanitario dell’ospedael San Giovanni di Dio Antonello Seminerio e per l’ex primario del reparto di Medicina Giuseppe D’Anna. Adesso la parola spetterà al Gup Giuseppe Miceli.

Si tratta della morte dell’81enne Carmelo Cimino il quale il 2 settembre del 2015 si presentò con il figlio al pronto soccorso del nosocomio agrigentino. La vittima soffriva da gravi problemi cardiologici e giunse in ospedale in stato confusionale. Dopo il pronto soccorso è stato deciso di trasferire il paziente presso il reparto di Medicina dove, comquneu, le sue condizioni invece di migiorare peggiorarono. Una Tac rilevò la presenza di una infezione da germi in corso. Il Cimino, purtroppo, non ce l’ha fatta e il 22 ottobre morì

I familiari presentarono una denuncia che si sono concentrate sulkle cause che hanno originato l’infezione.

La vicenda ha già portato a processo Seminerio con l’accusa di omissione di atti di ufficio per la mancata sanificazione – obbligatoria per legge – dei locali ospedalieri e la mancata attivazione del “comitato operativo di prevenzione in materia di infezione”. Per lo stesso Seminerio e altri due medici – la neurologa Rosa Maria Gaglio e D’Anna – la Procura ha chiesto per due volte l’archiviazione per l’accusa di omicidio colposo ma i familiari, attraverso i loro difensori, gli avvocati Daniela Ciancimino e Luigi Ventriglia, si sono opposti.

Per la neurologa è stata da tempo disposta l’archiviazione. Per Seminerio e D’Anna, la scorsa estate, il gip Francesco Provenzano aveva disposto l’imputazione coatta ovvero ordinato al pm di chiedere il rinvio a giudizio. Istanza che è stata condivisa dalla procura in udienza. Diversi i profili di responsabilità. Per quanto riguarda Seminerio, secondo il gip, la mancata attivazione del comitato avrebbe provocato la morte e, quindi, si configura l’omicidio colposo. D’Anna, invece, non avrebbe approntato una terapia adeguata dopo l’insorgere dei sintomi dell’infezione ospedaliera. Il gip, peraltro, sottolineava che altri tre compagni di camera di Cimino, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, sono deceduti per la stessa infezione.

Il tutto viene rinviato al prossimo 17 aprile allorquando interverrà l’avvocato Arnaldo Faro, difensore di Seminerio. Subito dopo il giudice deciderà se disporre o meno un approfondimento dei fatti in un altro dibattimento.

Giusi Parolino, atleta della ASD Milone Siracusa conquista la medaglia d’oro e porta a casa il suo quattordicesimo Titolo di campionessa Italiana di lancio del giavellotto.

Da giovedì 9 a domenica 12 marzo si sono disputati al campo “Italico Conti” di Ancona i Campionati italiani lanci lunghi invernali.

La manifestazione anche quest’anno è stata abbinata ai Campionati italiani indoor over 35, giunti all’edizione numero 39. La competizione si è svolta in quattro giornate e per la diciassettesima volta è stata ospitata dal Palaindoor marchigiano con grandi cifre di partecipazione. L’evento è stato trasmesso in diretta streaming su www.atletica.tv. Iscritti 1467 atleti, in rappresentanza di 368 società. Presenti molti atleti siciliani che hanno ottenuto eccellenti risultati sia nei lanci che nelle corse e nei salti.

Vince la gara di lancio del giavellotto femminile Giusi Parolino, atleta della ASD Milone Siracusa che con m. 28,56 conquista la medaglia d’oro (con un vantaggio di m.7,54 dalla seconda classificata) e porta a casa il suo quattordicesimo Titolo di campionessa Italiana.

Sono contenta di aver portato a casa una Medaglia d’oro Tricolore e il mio ennesimo titolo di Campionessa italiana; in merito alla competizione il vento forte ha reso difficile la gara e ha penalizzato molto le misure di tutti i lanciatori in gara, dichiara Giusi-  congratulazioni a  tutti i bravissimi atleti siciliani per aver portato in lato i colori della nostra terra con grandissimi risultati ottenuti durante questi campionati italiani.

Dedico questa Medaglia d’oro al grande coach Emanuele Serafin e alla mia socia Stefania Condorelli per tutti i sacrifici che fa per me; è grazie a lei se riesco a prendere parte alle competizioni.

Desidero ringraziare soprattutto il presidente della mia società Maurizio Roccasalva; vestire la maglia della Milone Siracusa è un grande onore. Grazie- continua la campionessa Giusi, al Sindaco di Agrigento Francesco Miccichè per  avermi concesso di allenarmi al campo Esseneto, e non ultimo ringrazio L’Akragas calcio per la disponibilità e l’accoglienza.

Gravi inadempienze contrattuali del Comune di Licata, Cisl Fp e Fp Cgil firmano duro esposto agli organi competenti chiedendo interventi nei confronti dell’Ente e dell’amministrazione comunale.

Nonostante infatti le ripetute richieste e i momenti di confronto, ad oggi non si è riusciti a sbloccare la situazione e riprendere i normali rapporti sindacali. Lo scorso 15 febbraio le sigle avevano formalizzato una diffida ad adempiere entro 15 giorni previa la presentazione di una denuncia per inadempienza e danno presso l’ufficio ispettivo di vigilanza e controllo dell’Assessorato Enti Locali della Regione Siciliana. Cosa che adesso i sindacati hanno fatto, coinvolgendo numerose istituzioni tra cui, ad esempio, la Corte dei conti.

In particolare, secondo le rivendicazioni delle due sigle sindacali: il Comune di Licata non ha ancora corrisposto gli arretrati stipendiali derivanti dal Contratto Collettivo Nazionale di lavoro relativo al triennio 2019 – 2021; ha, illegittimamente, effettuato una rilevante riduzione percentuale fondo del salario accessorio pari al 70% giustificandola con l’esigenza dell’attuazione del piano di riequilibrio. Ciò comporta non soltanto grave violazione di norme di legge e di contratto collettivo nazionale, ma soprattutto espone, come sta già da mesi avvenendo, ad azioni legali e giudiziarie da parte dei dipendenti, l’Ente a gravi rivendicazioni giudiziarie; non ha ancora fornito le adeguate risposte sull’impegno a prevedere l’aumento delle ore ai lavoratori con contratto part-time visti i numerosi pensionamenti degli ultimi anni; non ha provveduto al pagamento del salario accessorio di diversi Istituti, alcuni dei quali di nuova applicazione, obbligatori contrattualmente; non ha provveduto alla stipula, con le organizzazioni sindacali, del contratto collettivo decentrato integrativo del personale di comparto necessario per l’applicazione degli Istituti contrattuali, alcuni dei quali di nuova applicazione ed obbligatori previsti da Contratto Collettivo Nazionale 2018.

“Per quanto sopra, nel supremo interesse dei lavoratori – dicono il segretario provinciale Cisl Fp Salvatore Parello e quello provinciale della Fp Cgil Enzo Iacono – le scriventi organizzazioni sindacali chiedono agli organismi in indirizzo un deciso intervento volto a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono una normale e democratica interlocuzione tra le parti e il riconoscimento economico, di tutti gli Istituti previsti contrattualmente ai dipendenti del Comune di Licata”.

A conclusione della 75ª edizione del Mandorlo in Fiore – con la partecipazione di gruppi folkloristici provenienti da n.24 Paesi – che ha registrato ad Agrigento una straordinaria affluenza di pubblico – tra cittadini e turisti provenienti dalle Province della Sicilia, da altre Regioni italiane e dall’estero – con numeri che hanno superato di gran lunga 50.000 persone, il Prefetto rivolge un sentito ringraziamento e apprezzamento per lo straordinario impegno e l’efficace azione “sul campo” svolta dalle Forze di Polizia e dalla Polizia locale per assicurare i servizi di vigilanza e controllo a presidio della sicurezza per le numerose  persone presenti all’evento.

La puntuale pianificazione di tutte le attività  in sede di diverse riunioni del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica seguite da tavoli tecnici presso la Questura ha consentito una efficace armonizzazione degli interventi delle Forze dell’Ordine, delle numerose Associazioni di volontariato  e degli Operatori sanitari.

Il Prefetto pertanto rivolge un sentito ringraziamento all’Amministrazione comunale, alla Protezione Civile Regionale e del Libero Consorzio comunale di Agrigento, alle Associazioni di volontariato, ai Vigili del Fuoco, alla Croce Rossa Italiana, all’Azienda Sanitaria Provinciale e al Servizio del 118 che hanno assicurato anche i numerosi interventi di soccorso e assistenza sanitaria gran parte dei quali risolti con l’opera  immediata di medici e infermieri presso l’apposita tenda medica che ha costituito un importante presidio sanitario al servizio di tutta la manifestazione.

Ancora una volta l’azione sinergica di tutte le componenti dell’apparato sicurezza, sanitario, di protezione civile e del volontariato hanno consentito, nonostante l’imponente presenza di persone che hanno raggiunto Agrigento con pulmann e auto private, l’ordinato svolgimento dell’intera manifestazione che ha costituito uno straordinario momento di incontro tra popoli nel segno della pace e dell’amicizia.

Stamattina, a Naro, ultima parata dei gruppi partecipanti al 65° festival internazionale del Folklore, tappa conclusiva, come tradizione del Mandorlo in Fiore.

Ad accogliere le delegazioni la sindaca, Maria Grazia Brandara.

“Come ad ogni Festa del Mandorlo in Fiore – ha dichiarato Brandar -,  Naro rivive le sue tradizioni che hanno dato origine alla manifestazione. È per noi non soltanto motivo di orgoglio ma anche un sentimento profondo di appartenenza ai valori della pace e della fratellanza tra i popoli di ogni parte del mondo. Per noi – ha concluso – è una festa molto sentita che anima le vie cittadine tra folklore e spettacolo”.

Proprio a Naro riportano le origini della manifestazione. La prima Sagra del Mandorlo in Fiore si svolse negli anni ’30 su iniziativa dal Conte Alfonso Gaetani, nella Val Paradiso, imbiancata dai mandorli in fiore. Eppure, la festa richiama il mito di Demetra e di Kore, sua figlia, rapita da Ade e portata negli Inferi, da cui poteva tornare sulla terra per un breve periodo dell’anno, durante il quale iniziava la primavera. Il risveglio della natura veniva celebrato, invero, già in età preellenica, in tutto il Mediterraneo.

A partecipare alla parata di questa mattina nella “Fulgentissima”, svoltasi tra viale Umberto I e via Vittorio Emanuele, sono stati i gruppi folclorici della Georgia e Messico, mentre nel pomeriggio, alle 15,30, i performer della Romania si esibiranno con uno spettacolo in piazza Garibaldi, fatto di momenti di folclore e non solo.

Consuntivo positivo per il direttore organizzativo del 75° Mandorlo in Fiore, Giovanni Di Maida: “Un’edizione straordinaria e imponente quella di quest’anno, la prima dopo 3 anni di stop dovuti al Covid. Trentacinque le nazioni che hanno partecipato, tantissimi cortei storici e gruppi regionali. Possiamo parlare di un’edizione veramente importante, testimoniata dal numero di visitatori provenienti da tutta la Sicilia e oltre, che la città di Agrigento ha accolto in questi giorni con eventi, spettacoli e le sfilate che si sono svolti durante la settimana.”

Il Mandorlo in Fiore è stato organizzato dal Comune di Agrigento, in collaborazione con il Parco Archeologico della Valle dei Templi, la DMO Distretto Turistico Valle dei Templi e la Fondazione Teatro Luigi Pirandello.