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Migliaia di migranti tra le rotte centrale e orientale. Altro naufragio in acque libiche. Lampedusa scoppia di presenze. La visita e l’intervento di Schifani.

L’Italia è nel vortice di un’intensificarsi abnorme dei flussi di migranti. E’ battuta non solo la rotta centrale, ovvero del Mediterraneo dall’Africa verso la Sicilia e in particolare Lampedusa, ma anche la rotta orientale, turca, Ionica, dal medio oriente arabo e asiatico, come, ad esempio, i migranti da Siria, Afghanistan e Pakistan naufragati a Cutro in Calabria. Secondo l’intelligence italiana in Libia sarebbero attualmente trattenuti nei centri di attesa oltre 600 mila persone pronte a partire. E si tratta di sei volte il numero dei migranti sbarcati nel 2022. Sono cifre vertiginose verso cui, a parte retorica e parole di circostanza, si è disarmati. L’unica soluzione concreta, capace di sortire degli esiti ovviamente non risolutivi ma di contenimento, sarebbe bloccare le partenze dalla Tunisia e dalla Libia, i due trampolini di lancio nel vuoto dei migranti, preda di scafisti e passeggeri di zattere. Nel frattempo, come ha appena ribadito il ministro Nello Musumeci a Catania, non solo i centri d’accoglienza scoppieranno di presenze, come adesso a Lampedusa, ma si susseguiranno altri naufragi, come l’ultimo in acque libiche, 57 in balia delle onde, la Guardia costiera Libica, a cui l’Italia ha regalato le motovedette, che non interviene, un mercantile dirottato nella zona che si affianca per il trasbordo e la barca che si capovolge: 17 salvi, 30 dispersi. A Lampedusa circa 3000 ospiti si contendono i poco meno di 400 posti a disposizione per i migranti. Il presidente della Regione, Renato Schifani, è atterrato sull’isola. Ed è intervenuto così: “Ho voluto fortemente questa operazione di solidarietà perché qui a Lampedusa non stiamo vivendo soltanto una vicenda politica ma anche una questione legata alla sopravvivenza di queste persone. Sono qui soprattutto per ragioni umanitarie. Assistiamo a una grande dimostrazione di partecipazione e aiuto che fa onore al popolo siciliano. Ho voluto constatare di persona con un sopralluogo la situazione relativa all’accoglienza dei migranti a Lampedusa, messa a durissima prova dall’ingente numero di immigrati. Già da venerdì notte ci siamo subito attivati per fronteggiare l’emergenza sbarchi di questi ultimi giorni. Abbiamo fatto arrivare coperte, scarpe e vestiti, kit igienici e beni di prima necessità, grazie alla collaborazione con il ministero dell’Interno, la Protezione civile regionale, l’Aeronautica, la Prefettura di Agrigento e la Caritas, per la quale ringrazio monsignor Raspanti. C’è già un piano serio messo a punto dal ministero per trasferire nella giornata di lunedì oltre 600 migranti. I gestori del Centro d’accoglienza mi hanno segnalato che servono scarpe per bambini e adulti, vestiti e altre coperte, e mi sono subito attivato perché possano arrivare a Lampedusa in tempi brevissimi. Lampedusa è la porta d’Italia non la porta della Sicilia, purtroppo l’Europa nonostante i nostri forti richiami non ha mai dato risposte concrete ed è arrivato il momento che si assuma le proprie responsabilità. Con l’assessore alla Salute Giovanna Volo faremo arrivare immediatamente un pediatra a disposizione del Poliambulatorio. Inoltre, stiamo valutando di potenziare il servizio di collegamento navale per far fronte alle esigenze dei residenti e delle imprese locali”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Tempio d’Oro all’Uzbekistan. E’ questo il verdetto scaturito da una apposita giuria che ha esaminato i gruppi partecipanti alla Sagra del Mandorlo in Fiore.

In una Valle dei Templi stracolma di gente si  conclusa poco fa la 75 edizione del Mandorlo in Fiore che, comunque, continueràù stasera con le manifestazioni collaterali allorquando in piazza Stazione si esibirà Sasà Salvaggio. Nel contempo si potranno gustare i deliziosi preparati che caratterizzano lo street food.

Nella motivazione che ha permesso di vincere il premio al gruppo dell’Asia centrale spicca la seguente dicitura: “Il gruppo si è particolarmente distinto per le migliori danze, i migliori costumi e i migliori canti. Sin dalla sua costituzione esegue la Khorazm dance, iscritta nel 2019 nella lista dei patrimoni immateriali dell’Unesco. I movimenti di danza “Khorazm”, riassumono la creatività umana rappresentando i suoni e i fenomeni della natura circostante, sentimenti di amore e felicità. Durante la performance, tutti i musicisti, i cantanti e gli artisti agiscono in modo armonizzato e i testi delle canzoni sono principalmente dedicati a glorificare l’amore e la gentilezza”.

A consegnare il premio, l’assessore regionale al Turismo, Elvira Amata, il prefetto Maria Rita Cocciufa e il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè.

(Le foto ed il video sono state gentilmente concesse dall’Arch. Elvira Capraro).

 

E’ stato un rigore di Cocimano trasformato nella ripresa, a regalare all’Enna la vittoria sulla Nissa, in una partita che si è giocata a porte chiuse per i noti fatti nella gara di andata. La 25esima giornata decreta una nuova capolista in vetta al girone A di Eccellenza. L’Enna si riporta a + 2 dall’Akragas, ieri, fermato sul pari a Castellammare del Golfo.

Da Arcore sembra arrivare in sicilia come un vero e proprio de profundis. Il Cavaliere si tiene stretto il presidente della Regione Renato Schifani e nomina il suo alter ego Marcello Caruso alla guida del partito in Sicilia.

Finisce l’era di Gianfranco Miccichè, finisce l’era del 61 a 0, cambiano i tempi, cambiano i vertici.

Marcello Caruso, già Responsabile regionale Enti locali e Coordinatore provinciale di Forza Italia a Palermo rappresenta l’uomo ombra di Renato Schifani. Capo della segreteria particolare del presidente Schifani, Caruso ha avuto una sola parentesi fuori dai colori azzurri: ha militato nell’Mpa di Raffaele Lombardo il quale durante il suo mandato di presidente lo nominò commissario dell’Istituto Olio e Vino.

Chiusa questa parentesi, Caruso non ha mai perso d’occhio il presidente Schifani. La mossa di Berlusconi, dopo le ultime vicende in casa azzurra avvenute in questi ultimi mesi, ha deciso di tagliare definitivamente il rapporto con Gianfranco Miccichè che adesso non sappiamo quali saranno i suoi prossimi lidi, senza escludere che dopo questa mossa, l’ex pupillo di Re Silvio possa anche decidere di chiudere definitivamente con la politica.

 

 

Ha lottato fino alla fine, ma poi il suo cuore ha ceduto anche a causa di una serie innumerevole di complicazioni avvenute negli ultimi tempi.
Matteo Petralito, 69 anni, ingegnere conosciutissimo in città e apprezzato da tutti, si è spento nella giornata di ieri mentre si trovava ricoverato in un ospedale di Milano.
Dirigente della Regione Siciliana presso l’assessorato alle Infrastrutture è stato anche dirigente al Genio Civile di Agrigento, responsabile dell’Urega di Agrigento e Caltanissetta, commissario straordinario allo Iacp di Agrigento.
L’ing. Petralito lascia la moglie Gabriella e le figlie Alessandra e Adele.

La settimana scorsa avevamo ascoltato Domenico Migliara che sfiderà alle prossime amministrative l’avv. Mariangela Cacciatore nella corsa a primo cittadino di Ioppolo Giancaxio.

Ed è proprio Mariangela Cacciatore, 38 anni, avvocato che lavora per una società che si occupa di servizi complementari per i Tribunali, che abbiamo avvicinato per conoscere meglio le sue iniziative che la guideranno fino al giorno del voto.

 Perchè hai deciso di scendere in campo per concorrere alla poltrona più alta di palazzo di città?

“Tra partecipare dando il mio contributo o restare alla finestra a vedere cosa succede, anche in sfide che sembrano impossibili, scelgo sempre la prima opzione.

Il timore delle conseguenze non mi impedisce di portare avanti i miei obiettivi e di credere in ciò che faccio.

Joppolo è il paese in cui ho deciso di stare, in cui affondano le mie radici, anche se i rami sono protesi verso il futuro e per questo ho deciso di candidarmi, decidendolo in anticipo, in modo trasparente ed aperto, raccogliendo una sfida difficile, ma doverosa.

Ho deciso di scendere in campo convinta che la politica sia un mezzo attraverso il quale è possibile cambiare le cose che non vanno. Stare a guardare, continuando a lamentarsi o ritenere che nulla possa cambiare, sono pensieri che non mi appartengono.  Alla mia età non posso non rivendicare il diritto di sperare e la voglia di impegnarmi per un futuro migliore”.

Pensi che l’esperienza maturata da consigliere comunale ti possa aiutare tanto al difficile, eventuale, compito che ti aspetta?

“Certamente. L’esperienza come capogruppo di minoranza, in tutti questi anni, mi ha portato oggi ad avere quel coraggio, quella consapevolezza e quella determinazione necessari per maturare una scelta così importante. Ci tengo, inoltre, a ringraziare i consiglieri del gruppo di minoranza, con i quali ho avuto un confronto continuo durante l’intero mandato, per la serietà mostrata e per la continua ricerca del dialogo politico sulle questioni importanti del Paese”. 

Che tipo di opposizione avete fatto in questi anni? 

“Con l’Amministrazione uscente abbiamo sempre avuto un dialogo franco e aperto, critico quando necessario e collaborativo nell’interesse del paese”.

Ti ritrovi avversario Mimmo Migliara, vice sindaco di questa legislatura. Che messaggio gli mandi?

“Mimmo Migliara è un amico. Contrariamente a quanto si possa pensare, sono contenta che la competizione elettorale si svolga tra noi due. Mi piacerebbe passasse il messaggio per cui, anche tra due amici, nel rispetto delle proprie posizioni e idee, possa esserci una sana e libera competizione elettorale.  Per tale motivo, non mi piace definirlo “avversario politico”. Chi si candida a Sindaco/a di un paese non può che voler mettere in campo le migliori proposte, progetti ed azioni concrete nell’interesse della comunità, pertanto, l’augurio che mi sento di fare ad entrambi è che ci possa essere un confronto diretto, aperto e corretto in merito alle questioni importanti che riguardano il nostro paese, i cittadini si aspettano tanto da no”.

Di cosa ha bisogno Joppolo Giancaxio per un vero e proprio salto di qualità?

“I piccoli Comuni, come il nostro, rappresentano per me gli avamposti ideali dove è possibile fare la rivoluzione.

Ritengo opportuno realizzare un modello virtuoso di comunità capace di garantire quella dimensione di tranquillità e vivibilità, tipica dei piccoli borghi, ponendo grande attenzione all’attuazione e all’incremento di servizi che devono avere un carattere di continuità ed essere sempre una priorità: penso alla scuola, all’assistenza agli anziani, al sostegno delle madri lavoratrici e alla stessa amministrazione pubblica.

È fondamentale prestare veramente attenzione alle famiglie con bimbi piccoli, arricchendo il nostro territorio di servizi mirati e di strutture adeguate.

Offrire ai giovani occasioni di crescita formativa, attraverso momenti di cultura, spazi di aggregazione, ma soprattutto concedere loro la possibilità di poter vivere questi luoghi anche da adulti, senza essere costretti ad andare via.

Considero, inoltre, necessario farsi carico della serenità degli anziani, pilastri portanti di una sana società.

E’, infine, indispensabile sfruttare le enormi potenzialità che derivano dalla nostra collocazione geografica, agevolando l’incremento oltre che la valorizzazione delle attività commerciali ed imprenditoriali già esistenti, ponendo sempre un’adeguata attenzione alla sostenibilità ambientale.

Non basta rigenerare urbanisticamente un paese, è indispensabile a mio avviso creare una rigenerazione sociale”.

Spiega agli elettori perchè dovrebbero votare te.

“Chiedo ai miei concittadini di credere nel cambiamento, ma soprattutto di voler far parte di quel cambiamento di cui il nostro territorio hcccccca bisogno. Io ci sono, sono pronta e a disposizione, con tutta la serietà, l’impegno e la responsabilità che questo ruolo richiede”.

Tra tutti i proclami politici,quelli legati al PNRR sono i più eclatanti. Il Paese subirà una grande trasformazione che lascerà nel tempo, una preziosa eredità alle generazioni future, dando vita a una crescita economica più robusta, sostenibile e inclusiva. Quello della scuola addirittura  ti lascia a “bocca aperta”. Il PNRR prevede 6 riforme e 11 linee di investimento. Finalmente l’Europa ha capito che in Italia c’è bisogno di una scuola innovativa, sostenibile, inclusiva e sicura. Gli aggettivi ti riempiono il cuore di speranza. Provate ad immaginare la scuola italiana a braccetto con quella svedese,tedesca,inglese. Quanto orgoglio! Provate ad immaginare il sacrosanto diritto allo studio,la dispersione scolastica,la povertà educativa. Il PNRR scuola, con un colpo di spugna cancellerà anni di sofferenze dovute ad una politica sorda,incapace e indifferente. Provate ad immaginare un nuovo sistema educativo dove si formeranno gli studenti pronti ad affrontare il futuro con determinazione e competenze. Provate ad immaginare la formazione del personale,le procedure di reclutamento. Tutto sostenuto e “blindato” dalle linee guida della Commissione europea. Quanto orgoglio! Finalmente un traguardo tutto italiano. Finalmente gli studenti si prepareranno al futuro. Il ministro dell’Istruzione ha fatto bene ad aggiungere il MERITO al Dicastero,in quanto la riforma  garantirà un continuo sviluppo professionale e di carriera del personale scolastico attraverso l’istituzione di una Scuola di Alta formazione e formazione continua per dirigenti scolastici, insegnanti e personale ATA. Lo sguardo si ferma agli obiettivi del PNRR, alla fine del discorso. Le ultime dieci righe ti lasciano “a bocca aperta” Il ministro della scuola, “per non saper leggere ne scrivere” mette in campo la sua strategia che prevede una riduzione del numero  delle studentesse e degli studenti per classe e il dimensionamento della rete scolastica. Tutto a vantaggio della qualità, del MERITO. Un sistema educativo “striminzito” privo di personale, DSGA,insegnanti,amministrativi,ATA ecc. Abbiamo raggiunto un punto,nella storia della scuola, in cui le cattive abitudini – continuità con la  vecchia politica – non possono più essere tollerate. La scuola sta precipitando nella povertà e nel decadimento. Abbiamo il dovere morale e civile di dire basta. Lo  dobbiamo ai nostri precari, agli sfruttati ex covid, alle future generazioni,a quei pochi dirigenti scolastici che hanno avuto il coraggio di ribellarsi ad un sistema assurdo e totalitario. Bisogna ripensare alla scuola,a partire dalle fondamenta, i lavoratori.

Il Premio per personaggi ed eccellenze Siciliane, per il Comune di Agrigento, è stato consegnato oggi a Catania, nel palazzo di città, a Riccardo Cacicia per il contributo dato, assieme al suo gruppo “Città di Agrigento”, alla conservazione delle tradizioni folkloriche e della cultura popolare locale.
“Ricevere un premio  ha dichiarato Riccardo Cacicia – ci riempie sempre di gioia ma riceverlo in una provincia diversa da quella dove tu risiedi lo è ancora di più. Ancora maggiore e la mia gioia per averlo ricevuto con questa motivazionen” Per aver dato lustro, con le proprie attività personali e professionali, alla terra di Sicilia”..Grazie di cuore a tutti gli organizzatori che hanno permesso tutto ciò”
A consegnare il premio è stata l’attrice Berta Ceglie..

“A pochi giorni dalla seduta sul tema, e d’intesa con la III Commissione Attività produttive e il Presidente Vitrano, il governo regionale, i Sindaci e le associazioni di categoria, siamo al lavoro per ribaltare la drammatica situazione in cui versa il comparto dell’uva da tavola siciliana.
Per farlo, lavoriamo su due livelli: da una parte con una risoluzione per istituire un tavolo tecnico regionale e concretizzare tutta una serie di attività promozionali del prodotto, agevolazioni sui mutui agrari e strumenti per rendere la nostra uva più competitiva; dall’altra una mozione per l’Aula con cui vogliamo impegnare il governo nazionale a individuare ulteriori misure a sostegno del settore.
Con l’obiettivo di una seria tutela dei tantissimi lavoratori del settore sfiancati da questa grave crisi”.

Lo dichiara l’on. Giusi Savarino di Fratelli d’Italia.