Ottobre 2021 - Pagina 35 di 73 - Sicilia 24h
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Il prossimo 9 novembre la prima udienza che vede sul banco degli imputati l’Asp di Agrigento per una richiesta di risarcimento di 850 mila euro per una diagnosi errata.

Si tratta di una donna che dopo essere stata all’ospedale di Canicattì e dimessa poche ore dopo con una diagnosi di epilgastralgia. La donna è poi tornata nella struttura sanitaria e un altro medico ha diagnosticato un infarto del miocardio acuto.

A quell’episodio, avvenuto nel 2020, ha fatto seguito un esposto per accertare e dichiarare la responsabilità solidale dell’Asp, seguito poi da una richiesta al risarcimento danni di 850 mila euro, la maggiore o minore somma da quantificarsi nel corso del giudizio. L’Asp di Agrigento ha già nominato un avvocato esterno all’ente per essere rappresentata e difesa in giudizio.

Sono 229 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 9.789 tamponi processati in Sicilia. L’incidenza torna a salire e rispetto a ieri, che era al 2%, oggi si trova al 2,3%.

La Sicilia si trova al settimo posto fra le regioni italiane più colpite, gli attuali positivi sono 7.696, i guariti 258 mentre si registrano altre 2 vittime che portano il totale dei decessi a 6.937.

Sul fronte ospedaliero sono adesso 288 i ricoverati mentre in terapia intensiva sono 42.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 35 casi, Catania 63, Messina 44, Siracusa 31, Ragusa 25, Trapani 10, Caltanissetta 12, Agrigento 8,Enna, 1.

Salvo Iacono, candidato Sindaco a Porto Empedocle, in vista del ballottaggio del 24 e 25 ottobre dopo la conferenza stampa di oggi si ritiene ottimista e sereno per chiudere la partita delle amministrative.

“Oggi ho presentato ai miei cittadini e alla stampa la squadra che mi affiancherà in caso di vittoria domenica prossima a Palazzo di Città per far ripartire finalmente Porto Empedocle.

A parte il sostegno naturale , spontaneo e l’entusiasmo di tantissimi empedoclini rimango concentrato in questa campagna elettorale e non arretro di un millimetro.

Ho presentato la mia squadra assessoriale che ringrazio per aver trovato la piena convergenza e condivisione al progetto civico –politico –amministrativo che mi vede in campo per diventare primo cittadino.

Dopo Maurizio Restivo e Rossana Casella ho completato la squadra designando Vicesindaco Rino Lattuca e infine Giuseppe Todaro e Giovanni Trupia.

 Io di concerto alla mia coalizione civica dopo un confronto sereno, proficuo e caratterizzato da precisi punti di convergenza programmatici sull’emergenza che vive la nostra città, ho deciso di allargare il progetto Porto Empedocle: all’Udc, Fratelli d’Italia e Primavera Empedoclina.

Questo perché l’obiettivo finale è vincere e governare la città con la massima condivisione e attraverso una sinergia e un feed-back definito da un arco temporale ampio che possa portare a una Sindacatura e un’amministrazione che possa lavorare cinque anni in maniera proficua e senza accordi post elettorali e giochi di palazzo che non appartengono alla natura del programma amministrativo e dell’azione politica.

La mia campagna elettorale continuerà con ancora maggiore energia e slancio e senza sosta incontrerò i miei concittadini che ho sempre ritenuto maturi e responsabili per delle scelte elettorali che hanno una valenza e un risultato fondamentale per dare una linea di demarcazione e di guida politica per una città Porto Empedocle da troppi anni da codice rosso “.   

Uno sbarco di migranti sarebbe avvenuto nei pressi di Torre Salsa, questa è l’ipotesi avanzata dagli investigatori.

Per quanto si apprende, nessuna imbarcazione è stata rinvenuta e pertanto si ipotizza che i 41 migranti, segnalati da alcuni passanti mentre percorrevano la ss115 in direzione Siculiana, siano stati fatti sbarcare a largo della costa agrigentina per poi far perdere le proprie tracce.

I migranti fermati dagli uomini della Polizia di Stato, Carabinieri e della Guardia di Finanza sono stati condotti alla tensostruttura di Porto Empedocle per procedere alle identificazioni di rito.

Le attività di ricerca sono tutto’ora in corso per rintracciare, eventuali, migranti non fermati precedentemente.

Era diventato l’incubo di turisti, marsalesi e commercianti, furti, rapine e aggressioni in pieno centro, di giorno e di notte. È stato arrestato nella mattinata odierna, dai Carabinieri della Compagnia di Marsala, Z.A. marsalese per il  reato di rapina.
Lo scorso settembre il ragazzo era stato denunciato dai Carabinieri di Marsala in quanto resosi responsabile di una rapina ai danni di un turista suo coetaneo al quale, dopo averlo aggredito con pugni e schiaffi,  ha strappato dalle mani un telefono cellulare “i-phone x” nella centralissima Piazza della Vittoria. A seguito di una serrata attività investigativa e alla visione di filmati estrapolati da impianti di videosorveglianza pubblica e privata, supportati dalla precisa descrizione fornita dalla vittima e dalla compagna, che ha assistito incredula alla violenta scena, si riusciva a identificare e denunciare l’autore avanzando la richiesta di una misura più afflittiva.
Nella mattinata odierna i militari dell’Arma di Marsala hanno arrestato il malvivente in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Marsala.
Z. si era reso protagonista i primi mesi dell’anno in corso di altri gravi comportamenti quando è stato arrestato e condannato in via definitiva per lesioni aggravate dall’odio razziale dopo aver aggredito verbalmente, minacciato con una pistola ed infine picchiato un giovane gambiano in pieno centro a Marsala.
L’odierno risultato è frutto dell’immediata attivazione delle indagini da parte dei Carabinieri della Compagnia di Marsala i quali tramite l’escussione della vittima, ricognizione fotografica e visione delle telecamere di videosorveglianza sono riusciti a dare in brevissimo tempo un volto a colui che stava creando il panico in città terrorizzando chiunque incontrasse lungo il suo cammino, in risposta anche ad alcuni spiacevoli commenti apparsi sui social che chiedevano a gran voce l’identificazione del rapinatore. Al termine delle formalità di rito veniva tradotto presso la propria abitazione agli arresti domiciliari.

Con un minuto di silenzio e un applauso per ricordare Lucrezia Di Prima, la volontaria di Protezione civile di San Giovanni La Punta uccisa, si è aperta la terza e ultima delle Giornate di volontariato siciliano, organizzate dalla Regione all’Università Kore di Enna, e dedicata proprio alla preziosa attività degli operatori di Protezione civile, che nell’Isola conta 9.150 iscritti nelle varie province, impegnati specialmente nelle situazioni di rischio e calamità. «Il volontariato rimane uno dei valori più importanti della nostra società – ha affermato il presidente della Regione Nello Musumeci – per il servizio gratuito che offre, per la rivendicazione e riaffermazione del principio di solidarietà, per la partecipazione democratica alla formazione di una coscienza sociale. Tutto questo non è stato sufficientemente valorizzato negli ultimi trent’anni anche in Sicilia. Oggi vantiamo una struttura sul territorio autonoma, fatta di associazioni, di gruppi più o meno organizzati, a cui guardiamo con grande interesse. Siamo intervenuti per dotarli di mezzi, strumenti e dobbiamo fare ancora di più, rivedere la normativa che ci sembra superata, sia quella nazionale che quella regionale. Abbiamo puntato per tre giorni i riflettori su questo enorme capitale umano che si impegna negli ambiti sociosanitario, ambientale e delle calamità naturali». Grande apprezzamento è stato espresso dal governatore nei confronti del dipartimento regionale della Protezione civile, guidato da Salvatore Cocina, per avere organizzato un’esercitazione della colonna mobile sulle rive del lago di Pergusa, «che dimostra in maniera plastica come ci siano in Sicilia volontari pronti, motivati, carichi di adrenalina, per intervenire dove serva, nell’Isola e nel resto d’Italia» ha concluso Musumeci. Presenti alla mattinata, moderata dalla giornalista Elvira Terranova e arricchita anche da numerose testimonianze di volontari impegnati in Sicilia, il prefetto di Enna Matilde Pirrera, il comandante regionale dei vigili del fuoco Ennio Aquilino, gli assessori regionali Toni Scilla, Marco Falcone e Daniela Baglieri, il dirigente generale del Corpo forestale della Regione, Giovanni Salerno, e alcuni sindaci del territorio. All’importanza del servizio dei volontari nella prevenzione del rischio e nelle calamità, dagli incendi ai terremoti, alle alluvioni, ha dedicato il suo intervento Fabrizio Curcio, capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, che ha sottolineato l’indispensabile ruolo assunto nella lunga emergenza del Covid. «In questo periodo è stato il volontariato ad accompagnare questo difficile percorso – ha sottolineato Curcio – Dovremo concentrarci su alcune sfide che ci attendono: aumentare le capacità di formazione, perché il volontario non è più “l’angelo del fango” ma un pezzo dell’istituzione; migliorare la pianificazione perché proprio il volontario è il primo sensore sul territorio, conosce i rischi; spingere sul rapporto con i cittadini». Il capo del dipartimento regionale, Cocina, ha illustrato l’organigramma e la distribuzione territoriale in Sicilia dei volontari, che vedono la più alta incidenza in rapporto alla popolazione nella provincia di Enna, ma anche lo spiegamento di forze durante l’emergenza pandemica e la campagna vaccinale, con presidi in porti, aeroporti e hub. In videocollegamento Laura Lega, capo del dipartimento dei Vigili del fuoco del ministero dell’Interno, ha esaltato l’aspetto del valore sociale che ha il volontariato, «testimonianza di civiltà di un Paese, di una democrazia matura, dove i singoli cittadini vogliono donarsi. Scegliere il volontariato è una strada di etica, consapevolezza di una cittadinanza attiva». Commemorando i volontari e i vigili del fuoco morti in servizio e le tante vittime delle calamità, la Lega ha ricordato la grave emergenza incendi: «La scorsa estate ho sorvolato i territori della Sicilia e della Calabria e ho visto una devastazione inaccettabile. La prevenzione deve essere la strada da percorrere».

Avevano favorito la latitanza del boss Bernardo Provenzano, oggi un’operazione dei Carabinieri ha inferto un duro colpo al patrimonio della mafia corleonese eseguendo il sequestro di beni per un valore superiore ai 4 milioni di euro disposto dal Tribunale di Palermo. In particolare il Ros ha eseguito una confisca di tre milioni e mezzo di euro nei confronti di Mario Salvatore Grizzaffi e Gaetano Riina, rispettivamente nipote e fratello del boss Totò Riina, nonché di Rosario Salvatore Lo Bue, soprannominato “Saro Chiummino”, e del figlio Leoluca.

Un altro provvedimento di sequestro per 600 mila euro riguarda Giampiero Pitarresi.

L’operazione giunge al termine di un lungo percorso investigativo che aveva già consentito di assicurare allo Stato i patrimoni illeciti acquisiti nel tempo da Salvatore Riina e da Calogero Giuseppe Lo Bue, quest’ultimo già condannato in via definitiva per aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano. Ai Lo Bue risultavano riconducibili una serie di beni, intestati fittiziamente a terzi, acquistati in assenza di redditi leciti compatibili. La confisca, riguardante abitazioni, conti correnti, libretti di risparmio, terreni e beni aziendali, colpisce soggetti i cui legami con la mafia sono stati accertati. In particolare Rosario Salvatore Lo Bue ha avuto un ruolo di vertice nel clan corleonese, in contatto con esponenti di spicco come Salvatore Riina e Leoluca Bagarella. Mario Salvatore Grizzaffi è stato definitivamente condannato per estorsione, nell’ambito dell’indagine che aveva fatto luce sulla rete di favoreggiatori del boss Bernardo Provenzano, arrestato nel 2006 nel covo di Montagna dei Cavalli; in precedenza era stato condannato anche per il favoreggiamento della latitanza di Giovanni Brusca. I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, infine, hanno dato esecuzione ad un sequestro beni per un valore di circa seicentomila euro a carico di Giampiero Pitarresi. Arrestato nel dicembre del 2015 nell’ambito dell’operazione “Panta Rei”, Pitarresi è attualmente detenuto perché condannato – in secondo grado – a 14 anni di reclusione con l’accusa di essere affiliato alla famiglia di Villabate. Nel 2009 aveva subito una condanna per associazione mafiosa per aver fatto parte del gruppo che aveva fornito assistenza al boss latitante Bernardo Provenzano durante il suo viaggio in Francia per essere sottoposto a un intervento chirurgico in una clinica di Marsiglia.

C’è dunque una possibilità per alcuni dei 31 progetti presentati dai Consorzi ed Enti siciliani che non hanno superato la selezione per ottenere i fondi del Pnrr, oltre 400 milioni di euro di contributi europei del Recovery Fund da destinare all’ammodernamento o la messa in sicurezza dei sistemi di irrigazioni dei campi agricoli in Sicilia.

La precisazione è arrivata a seguito di un incontro, svoltosi a Roma, tra l’assessore all’Agricoltura della Regione, Toni Scilla, ed il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli. “All’incontro di ieri – ha spiegato Scilla – seguirà un’interlocuzione specifica con il ministero affinchè si possa definire la questione. Ringrazio il ministro – tiene a sottolineare l’assessore regionale – per la sensibilità dimostrata”.

La bocciatura dei 31 progetti ha rappresentato l’ulteriore batosta per un comparto, quello agricolo, già penalizzato fin troppo in Sicilia, allargando ancora di più il gap di sviluppo economico tra Nord e Sud Italia. Il fatto ha scatenato non solo la rabbia dei lavoratori del settore, ma anche polemiche politiche. Dalle nostre parti, è intervento persino un rappresentante della Chiesa di Ribera, don Antonio Nuara, lanciando un appello al Premier Draghi affinché intervenisse al riguardo.

Adesso occorre capire quali progetti, tramite un’istruttoria di emergenza, potranno essere finanziati. Tra quelli presentati, ricordiamo, riguardo la Provincia di Agrigento, il progetto da 39 milioni di euro finalizzato a potenziare il sistema di irrigazione dell’area di Ribera. O ancora, un progetto da 37 milioni di euro per garantire rifornimenti idrici regolari agli agricoltori di Naro. Altri progetti bocciati riguardavano poi la sistemazione ed il potenziamento delle condutture anche nelle campagne della Valle del Belìce. Tanti altri puntavano ad incentivare il riempimento e il successivo sfruttamento della diga Garcia. Tutti interventi necessari a sostenere il comparto agricolo.

In vista del turno di ballottaggio previsto per domenica 24 e lunedì 25 ottobre prossimo, uno dei due candidati alla carica di sindaco del comune di Favara, Antonio Palumbo, sostenuto dalle liste di centro sinistra, ha completato la sua squadra asssoriale.

Ai cinque già designati al primo turno: Antonella Morreale, Angelo Airò Farulla, Pierre Vaccaro, Antonio Liotta e Laura Mossuto, si aggiungono adesso i new entry Emanuele Schembri e Lillo Attardo.