Agosto 2021 - Pagina 59 di 72 - Sicilia 24h
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Il movimento “Favara per i beni comuni”, da oltre dieci anni presente sul territorio e in prima linea in battaglie come quelle in favore dell’acqua pubblica, sarà presente con una propria lista alle prossime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale e del sindaco della città di Favara. 

“Per noi – spiega Fabio Patti, coordinatore di ‘Favara per i beni comuni – rappresenta una scelta che è in continuità con il nostro cammino, fatto da persone che si sono sempre spese per l’interesse collettivo. Siamo uniti e convinti sostenitori del progetto che appoggia la candidatura a sindaco di Antonio Palumbo indaco e opereremo all’interno della coalizione ‘Scegli Progetto Comune’ perché questa rappresenta pienamente quella voglia di riscatto e quella capacità di riuscire a portare avanti quelle azioni necessarie per costruire finalmente, con impegno e competenza, un futuro migliore per Favara e per tutti i cittadini. Favara per i Beni comuni c’è”.

Non ci sono ancora notizie su come e perchè un incendio sta devastando in questi momenti l’ultimo piano del palazzo più basso denominato Standa. Una signora è stata salvata da una persona la quale dopo aver visto l’incendio hanno sfondato la porta per trarre in salvo la donna. Nel frattempo sono giunti i Vigili del Fuoco che non senza difficoltà stanno provvedendo a domare l’incendio. Giovanni Parisi ha intervistato l’uomo che ha tratto in salvo la signora.

Notizia in aggiornamento.

 

 

 

 

 

 

 

Ancora un incredibile, ma poi non tanto, colpo di scena in Forza Italia Agrigentina. Questa volta ad abbandonare l’on. Riccardo Gallo Afflitto  è Giovanni Di Maida uno degli uomini di punta, una persona perbene che ha dato grande prova di capacità amministrative e che ha avuto “l’ardire” di contrastarlo, a differenza di altri sottoposti che ancora fa comunella attorno a lui.

Di Maida forte della sua personalità, che mai Gallo è riuscito a domare e a sottomettere, ha avuto da spirito libero la capacità di reagire alle angherie del capo corrente a differenza di altri. Con l’abbandono di Giovanni Di Maida, che era tra quelli della prima ora, Riccardo Gallo perde un vero cesellatore e stratega, capace di vedere oltre il proprio intuito politico.

Di Maida non ha certamente gradito le ultime ingiustificate scelte di Gallo, come ad esempio la pagliacciata della fuoriuscita dalla Giunta Miccichè. Una scelta che ha azzerato i sogni di tanti che si erano spesi nelle campagne elettorali e che aspiravano nel quinquennio di vivere un’esperienza amministrativa in seno al Comune. Secondo i bene informati a proposito, Gallo subito dopo le elezioni proprio su suggerimento di Di Maida, si era sforzato di fare un gesto nobile ovvero quello di garantire ai non eletti, determinanti comunque nella formazione delle liste, di alternarsi con una turnazione nel quinquennio amministrativo. Il primo a farsi il giro è stato proprio Antonino Costanza Scinta entrato a far parte della giunta Miccichè e che aveva tra i suoi sponsor proprio Di Maida. Un sogno andato in frantumi con la fuoriuscita dalla Giunta e che ha spezzato ogni speranza di quanti erano stati rassicurati e che nel frattempo hanno abbandonato Gallo, per incapacità a mantenere gli impegni presi.

L’abbandono di Di Maida per Gallo è come un pugno in un occhio, quello che l’onorevole spesso schiaccia quando deve possibilmente tergiversare con i suoi malcapitati di turno. Di Maida da uomo libero non si è fatto piegare, come hanno fatto altri che hanno anche vissuto momenti di violenza (fisica) e insulti.

Di sicuro l’uscita di Di Maida da Forza Italia creerà non pochi problemi. Di Maida conosce bene i limiti del capo corrente e dopo la morte di Piero Macedonio, altro profondo conoscitore dei limiti di Gallo, la situazione si è fatta davvero pesante. Adesso il leader agrigentino si ritrova soltanto una serie di Pupi di Cipolla; si ricorda, ai più giovani, che il pupo di Cipolla abbassava sempre la testa ad ogni cosa ininterrottamente, che fosse bella o brutta.

In Forza Italia ormai si assiste ad una continua emorragia; l’abbandono di Di Maida, che avviene dopo quello dell’on. Vincenzo Giambrone e dopo quello di stamattina di Giuseppe Arnone (passando per Termine, Spataro, Lauretta e compagnia cantando) rappresenta un vero colpo di grazia rispetto a ciò che resta in termini di credibilità dell’onorevole “strizza occhio”.

La strategia del dividi et impera del Gallo continua a subire colpi memorabili. Del resto sono sempre di più quelli che dopo essere stati tragediati poi si parlano tra di loro e scoprono la verità di un doppio gioco perpetrato in continuazione. Nelle carte processuali su Girgenti Acque questo dato emerge in modo pesante. Per molti, ma non per tutti, il tempo del cazzeggiare è finito. Qualcuno ci ha riferito che è talmente abituato a giocare con gli interlocutori che egli stesso dimentica ciò che aveva detto un minuto prima.

Sarà vero?

E intanto, tra poco più di un anno si andrà al voto…

 

Stamattina era stato Giuseppe Arnone, oggi arriva la buona nuova da parte di uno dei pilastri di Forza Italia, ormai considerato un ex, Giovanni Di Maida.

Dopo tanti anni di militanza nel partito di Silvio Berlusconi, anche Giovanni Di Maida dice basta al modo di condurre il partito in provincia di Agrigento da parte dell’on. Riccardo Gallo Afflitto, unico vero artefice di un fuggi fuggi generale da Forza Italia.

Fino ad oggi, solo l’on. Margherita La Rocca Ruvolo ha abboccato come un pesce spaesato ed ha aderito a Forza Italia Agrigento. Il tempo sarà galantuomo.

Giovanni Di Maida, attuale vice presidente del Consorzio Universitario di Agrigento, ha annunciato una conferenza stampa per la prossima settimana per spiegare i motivi della sua oculata e pensata scelta. E noi saremo presenti per raccontare il tutto.

“Si è finalmente risolta la paradossale vicenda dei dipendenti regionali andati in pensione e richiamati in fretta e furia in ufficio: con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge 22 del 3 agosto, che abbiamo fortemente sollecitato, si evita quello che era ormai un pasticcio inutile e dannoso”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal. “La norma – spiegano Badagliacca e Lo Curto – conferma la validità della cancellazione dai ruoli dei dipendenti andati in quiescenza nel 2020, anche alla luce del fatto che il rientro in servizio sarebbe stato così breve da risultare addirittura inutile. Ringraziamo l’assessore Marco Zambuto e il capo di gabinetto Silvio Cuffaro per essersi adoperati, ma adesso è arrivato il momento di affrontare la riforma di tutta la pubblica amministrazione regionale per valorizzare i lavoratori e offrire servizi efficienti ai siciliani”.

Mentre la popolazione corre a vaccinarsi riponendo la giusta fiducia nelle istituzioni, negli ospedali agrigentini si ripetono i soliti disagi. Ancora una volta ed in piena pandemia apprendiamo della Tac del San Giovanni di Dio  guasta, ma i pazienti vengono accettati lo stesso, salvo poi vedersi dirottare in altre strutture e ritardare la diagnosi. Il deputato leghista Carmelo Pullara denuncia come si sia creata una «situazione incredibile e pericolosa». La Lega, spiega, ha ricevuto diverse segnalazioni di rallentamenti o fermi macchina per manutenzione straordinaria all’apparecchiatura Tac dell’ospedale di Agrigento.

«C’è da chiedersi – dice Pullara – se qualcuno si sia preoccupato di deviare gli accessi di Pronto soccorso di patologia ad alta complessità, direttamente su altri presidi dotati di apparecchiatura funzionante. Invece, a quanto sembra, sta avvenendo l’esatto contrario: il Pronto soccorso di Agrigento riceve e accetta tutte le tipologie di emergenza, salvo poi condividere la strumentazione Tac funzionante con quella dedicata ai pazienti Covid. Un vero paradosso che per i casi “urgenti” di pazienti candidati all’esame TC è disposta la fruizione della seconda TC posta nell’attuale zona d’isolamento del pronto soccorso dove sono trattati e ricoverati i pazienti covid positivi in seguito alla chiusura del reparto di medicina covid.

Lo afferma Carmelo Pullara, vicepresidente Commissione Sanità l’ARS.

«Abbiamo dichiarato lo stato di crisi e di emergenza per sei mesi a causa dei gravi incendi verificatisi già dalla fine di luglio e del permanente rischio per le prossime settimane, dovuto all’eccezionale situazione meteo climatica presente in Sicilia».

A comunicarlo, al termine di una riunione straordinaria del governo, è il presidente della Regione Nello Musumeci. Un provvedimento che il governatore aveva già preannunciato, nei giorni scorsi, dopo alcuni sopralluoghi nei Comuni colpiti dagli incendi e che è stato predisposto dal capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina, in applicazione della legge regionale n. 13 del 2020.
Nelle ultime settimane, l’intera Isola è stata infatti interessata da un’eccezionale ondata di incendi, centinaia di roghi nei boschi, nelle campagne incolte e in aree urbane che hanno prodotto gravi danni al patrimonio boschivo, all’agricoltura, all’allevamento e a edifici civili, rurali e industriali. Le alte temperature, previste anche nei prossimi 10, 15 giorni, possono produrre condizioni estremamente favorevoli per l’innesco e la propagazione di altri incendi. Da qui il provvedimento deliberato oggi pomeriggio, con urgenza, dalla Giunta regionale.
Una stima completa di tutti i costi relativi agli interventi improcrastinabili per il ripristino delle condizioni di sicurezza, il ritorno alla normalità e la riduzione del rischio è ancora in corso e si attendono da parte delle varie amministrazioni interessate valutazioni più complete sui costi dei primi interventi e sui danni alle infrastrutture.
«La successione e l’intensità delle fiamme – sottolinea Musumeci – stanno mettendo a dura prova le strutture istituzionalmente preposte allo spegnimento degli incendi e all’assistenza alla popolazione. Si sono verificati pure casi in cui le condizioni di sicurezza della viabilità comunale, provinciale e statale sono state fortemente pregiudicate a causa del fuoco».
Anche diverse estensioni di beni forestali sono state distrutte dalle fiamme. La Regione, i vigili del fuoco, i Comuni, le organizzazioni di volontariato stanno impiegando tutte le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili sul territorio regionale per la lotta attiva agli incendi e di interfaccia per evitare prima di tutto danni alla popolazione e ai beni esposti.

«Gli atleti medagliati azzurri alle Olimpiadi di Tokyo vengano in vacanza in Sicilia per ritemprarsi dalle fatiche post gara e godere, prima di riprendere l’attività agonistica, delle bellezze impareggiabili della nostra Isola. A offrire loro un soggiorno gratuito di una settimana sarà la Regione: scelgano la località che preferiscono tra le centinaia di incantevole fascino e millenaria storia che la Sicilia offre. Portino con loro anche la medaglia vinta, per una foto ricordo dal luogo di vacanza».
A rivolgere l’invito è il presidente della Regione Nello Musumeci. Proprio la Sicilia in questi ultimi mesi è stata la sede di preparazione di molte Federazioni sportive italiane e straniere.
«Vogliamo mettere a sistema – prosegue Musumeci – questo grande potenziale, sviluppando delle procedure che faciliteranno organicamente la scelta della nostra regione soprattutto nei lunghi mesi invernali. La presentazione delle procedure avverrà in occasione della Fiera del turismo sportivo che si terrà a Palermo a ottobre».In particolare, si sono svolte in Sicilia (prima nelle acque di Trapani e poi a Marina di Ragusa) le preparazioni pre-olimpiche dell’equipaggio Tita-Banti, che ha vinto la medaglia d’oro nella classe Nacra 17 di vela (allenato dal palermitano Gabriele ‘Ganga’ Bruni, fratello di Francesco, timoniere di Luna Rossa, e anche lui impegnato più volte in Coppa America) e di quello inglese che si è classificato al secondo posto (allenato dall’ex timoniere di +39 Jan Percy).

la provincia di Agrigento è tra quelle che su base regionale ha mostrato uno dei trend di crescita dei casi di positività al Covid-19 più alto e questo sta avendo già pesanti ripercussioni sul numero complessivo dei soggetti ricoverati.

A dirlo, nel consueto punto settimanale dell’Asp, è il commissario dell’Azienda Mario Zappia. I numeri sono, nella loro crudezza, impressionanti.

Il 4 luglio scorso i contagi erano appena 236, con solo 6 ricoveri. Un mese dopo, al 4 agosto, i ricoverati sono 42 e i positivi totali quasi 1300. Una crescita rapida, costante e allarmante, secondo Zappia, frutto di comportamenti irresponsabili da parte dei cittadini.

Un aumento dei contagi che ha come conseguenza il progressivo esaurimento dei posti disponibili presso il Covid-hospital di Ribera: ad oggi risultano infatti occupati 28 posti di medicina su 30 disponibili, 8 posti di terapia subintensiva su 10 e sei posti di terapia intensiva su 10.

Per questo l’Azienda, oltre a disporre un potenziamento del personale in servizio sta aprendo ai ricoveri Covid anche i posti letto del San Giovanni Dio.

“Conteremo il più possibile di non occuparli – ammette Zappia – ma dipende dal numero di pazienti e con i comportamenti che vengono assunti al momento dalle persone non abbiamo davvero speranze: la crescita dei contagi è costante. Invito tutti a non essere strafottenti e incoscienti e soprattutto a vaccinarsi”.

Sono 789 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 14.547 tamponi processati nell’Isola. L’incidenza sale al 5,4%, ieri era al 3,8%. L’Isola torna al primo posto in Italia per contagi giornalieri. Gli attuali positivi sono 12.979. Nelle ultime 24 ore si registrano altre 9 vittime e il totale dei decessi sale a 6.076. Sul fronte ospedaliero sono adesso 417 i ricoverati mentre in terapia intensiva adesso sono 42 i ricoverati.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 200, Catania 128, Agrigento 111, Caltanissetta 54, Trapani 98, Ragusa 70, Siracusa 57, Enna 33, Messina 38.