Agosto 2021 - Sicilia 24h
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Con le Graduatorie provinciali per le supplenze crediamo ci siano stati degli errori ai quali il Ministero deve porre riparo, per evitare che centinaia di docenti rimangano esclusi senza giusta ragione. In molti hanno denunciato la presenza di parecchi errori negli elenchi di ultima pubblicazione, soprattutto per ciò che attiene ai punteggi degli elenchi aggiuntivi. In molti, infatti, si sono visti attribuire punteggi nettamente inferiori rispetto a quelli a cui avrebbero realmente diritto, o peggio, sono stati direttamente esclusi. La questione a questo punto diventa molto delicata, visto che tali graduatorie sono quelle che verranno prese in considerazione in maniera ufficiale per l’attribuzione del ruolo, ma anche per le supplenze. Alla luce di tutto questo, diventa indispensabile una loro completa revisione, individuando quei docenti presenti in graduatorie e potenzialmente nominabili per la supplenza e per il successivo ruolo.

“Ricevo ogni giorno da parte di imprenditori richieste di aiuto disperato per evitare il fallimento delle loro attività a causa di problemi burocratici spesso facilmente risolvibili. Problemi che diventano inspiegabilmente insormontabili. Non è più possibile questa situazione. Il cittadino non può continuare a percepire la burocrazia come una nemica con la complicità della politica. Una soluzione va trovata e, se non ci sono idee migliori chiedo al presidente Musumeci l’istituzione, presso la presidenza, di un ufficio speciale affidato a giovani liberi e con voglia di lavorare, cui possano rivolgersi direttamente questi imprenditori per la verifica puntuale di ogni singolo problema, affinché il presidente stesso possa essere garante del lavoro dell’amministrazione”.

Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, a seguito di numerose richieste di aiuto da parte di imprenditori le cui attività sono bloccate per problemi burocratici.

Forza magnetica a tratti inspiegabile, icona di stile e di fascino, schiva e appassionata di beneficienza, lady Diana ha lasciato in eredità quella sua capacità di sopportare tutto ciò che avrebbe annientato chiunque altro; e poi quella tristezza che la rendeva ancora più bella e quella forza intrinseca di sdoganare il desiderio di essere felice, anche se questo sarebbe significato morire.

La sua morte non fu la mano del destino, ma il destino le consegnò, forse, la consapevolezza che per vivere quella vita, occorreva tanto coraggio.

A distanza di 24 anni dalla sua morte, sembra come se nessuno abbia mai avuto voglia di risolverlo, quel mistero.

Come sempre accade, c’è più pathos nella congetture, nel gossip, nell’intrigo, che nella verità. Che seppur esiste, è finita chissà dove, insieme a quell’orecchio che Lady D perse prima di morire, in una notte di fine agosto, e che nessuno ha trovato mai

“Esprimo massima solidarietà al professore Antonio Cascio, infettivologo siciliano insultato e minacciato via social dai no vax per aver detto a mezzo stampa quello che pensa sui vaccini argomentandone l’importanza sul piano scientifico per evitare la diffusione del Covid e per aver richiamato al senso di responsabilità chi non intende vaccinarsi. Episodi che, purtroppo, non sembrano isolati e che avrebbero visto tra le vittime a Palermo anche altri medici che invitano a vaccinarsi o ristoratori che chiedono il green pass ai clienti, così come previsto dalle norme anti Covid. La mia vicinanza va anche ai giornalisti di Rai News e della Repubblica aggrediti nei giorni scorsi a Milano a Roma durante  due manifestazione no vax e al noto infettivologo Matteo Bassetti anche lui minacciato”.

Lo scrive in una nota la presidente della commissione Salute dell’Assemblea regionale siciliana Margherita La Rocca Ruvolo, che aggiunge: “Si sta creando un clima inaccettabile, caratterizzato da una crescente violenza fisica e verbale che non può essere più tollerata in un Paese democratico come il nostro. Credo si sia già superato ogni limite, bisogna fermare i facinorosi da Milano a Palermo e bloccare le fakenews che sui social alimentano l’insensata propaganda no vax e non green pass. L’auspicio è che le Istituzioni, le Forze dell’ordine e gli apparati di sicurezza dello Stato riescano ad evitare il ripetersi di episodi violenti come quelli che si sono verificati in questi giorni”.

“L’appello che da presidente della commissione Salute dell’Ars mi sento di fare in una Regione che sta pagando a caro prezzo anche in termini di vite umane la diffusione del virus – conclude La Rocca Ruvolo – è quello di superare le diffidenze e vaccinarsi tutti per proteggere la propria salute e quella della collettività. Solo fidandoci della scienza potremo sconfiggere il Covid e tornare a vivere nella normalità perché continuando di questo passo il rischio è che la Sicilia possa ritornare in zona arancione con ulteriori danni anche per l’economia”.

Domani in Sicilia si apre, con un anticipo di quasi un mese, la stagione di caccia secondo il Calendario venatorio emanato dall’Assessorato regionale all’agricoltura. Nonostante i numerosi appelli per sospenderla a causa del disastro ecologico causato da
incendi e siccita’ e contro il parere scientifico di ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale), che ha bocciato il calendario, oltre 25mila cacciatori siciliani potranno abbattere legalmente fino a 15 animali al giorno: un massacro di 375mila – tra colombacci, conigli ed altre specie – per ogni giorno di caccia da qui alla fine della stagione il prossimo 31 gennaio! Ennio Bonfanti, responsabile ‘fauna’ del WWF Sicilia: ”Il presidente Nello Musumeci ha sempre pubblicamente dichiarato di essere un animalista ma, da domani, fara’ fucilare gli animali sopravvissuti alle fiamme per lo svago delle doppiette piu’ estremiste… Piu’ che da animalista si sta comportando da Nerone della fauna selvatica. Ci chiediamo perche’ Musumeci e il suo assessore all’agricoltura Toni Scilla odino cosi’ tanto gli animali. Addirittura, con un vergognoso decreto ‘ad orologeria’ pubblicato pochi giorni prima dell’apertura, hanno incluso la tortora tra le specie cacciabili. Una vigliaccata che colpisce una specie migratrice in grave declino in tutta Europa che il Ministero della Transizione ecologica e ISPRA avevano piu’ volte chiesto alla Regione di proteggere con una moratoria della caccia. Di fronte a tanto arrogante disprezzo per la tutela della natura e degli animali, il WWF ed altre associazioni hanno impugnato al TAR questo vergognoso Calendario venatorio. Sperare in un sussulto di coscienza dell’animalista Musumeci ormai sarebbe tempo sprecato”.

«Le continue interruzioni idriche sono inaccettabili. Siciliacque non può varare a piacimento interventi penalizzanti per i cittadini ma deve raccordarsi con le assemblee territoriali idriche. Il CGA ha di recente condannato Regione Sicilia per la pessima gestione del servizio. I presidenti ATI di Agrigento, Caltanissetta, Enna: Francesca Valenti, Massimiliano Conti, Nino Cammarata prendano atto della chiara sentenza. Via ai rimborsi».

«Per il Consiglio di Giustizia Amministrativa la spesa sostenuta dagli utenti idrici siciliani è eccessiva e in assoluto la più alta del paese. All’esorbitante costo concorrono illegittime e onerose tariffe, applicate dalla Regione Sicilia su sollecitazione di Siciliacque nonché la disastrosa gestione del servizio». Il segretario generale di Cisl Agrigento, Caltanisetta, Enna, Emanuele Gallo è risoluto nel ribadire i punti qualificanti e mortificanti di un giudicato che «deve ora spalancare la strada alla gestione pubblica».

Emanuele Gallo indica il percorso per ricondurre la gestione idrica «ad un servizio sociale, prima che speculativo, come purtroppo i privati hanno dimostrato. La sentenza del CGA è inequivocabile, raccorda le ATI siciliane che dovranno mettere in mora Siciliacque, chiamata a restituire quanto, negli ultimi cinque anni, ha illegittimamente incassato in ragione di tariffe annullate. Se a tale azione non dovessero seguire i rimborsi bisognerà prepararsi ad agire in sede giudiziaria per il riconoscimento di un diritto negato. Infine gli organismi permanenti dovranno lavorare a stretto contatto per governare le politiche di sovrambito e quindi determinare investimenti e tariffe sempre per assicurare un servizio idrico efficiente, virtuoso e dal prezzo sostenibile per i cittadini. Non è più tollerabile assistere impotenti a frequenti interruzioni dell’erogazione dell’acqua disposte da a piacimento da Siciliacque. Questa società non ha autonomia decisionale ma deve operare in piena sintonia e collaborazione con le assemblee territoriali idriche».

«Come Cisl di Agrigento Caltanissetta Enna – rimarca il segretario generale Emanuele Gallo – rivolgiamo un forte appello ai Comuni di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, affinché promuovano, all’interno delle ATI, il necessario coordinamento per riportare l’acqua nel pubblico come sancito dalla recente sentenza del CGA, dal referendum del giugno del 2011 e dal deludente modo in cui i privati hanno gestito il servizio». «I presidenti ATI di Agrigento, Caltanissetta, Enna: Francesca Valenti, Massimiliano Conti, Nino Cammarata, ora si diano una mossa. Sentenza chiara – conclude Emanuele Gallo –. Non c’è più tempo da perdere. Con l’acqua non si scherza».

“Necessità ed urgenza di chiudere una serie di questioni che sono rimaste in una sorta di limbo per effetto della pausa estiva, la cui definizione è attesa da tantissime lavoratrici e lavoratori”. Fp Cgil Sicilia sollecita l’individuazione di adeguate soluzioni. A prendere posizione sono il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, e il Segretario Regionale responsabile Funzioni Locali, Massimo Raso, i quali hanno inviato una lettera all’Assessore Regionale alla Famiglia e al Lavoro, Antonio  Scavone.  “Con la impugnativa dell’Art. 36  della l.r. n.9/2021 si è bloccato il processo di stabilizzazione di questi 4.571 lavoratori. Con il Governo Nazionale è stata avviata una interlocuzione, si è accennata alla possibilità di inserire emendamenti in disegni di legge in discussione – sottolineano  Agliozzo e Raso –  ma ad oggi non abbiamo notizie ufficiali e concrete circa le soluzioni prospettate. Nel frattempo abbiamo visto, ad esempio, che nella legge 106/2021 (che contiene norme in favore dei LSU) non è stato introdotto nulla in merito, così come non c’è traccia dell’avvio del “Tavolo” con il Governo Nazionale. Continuiamo a ritenere urgente ed inderogabile la stabilizzazione di queste risorse umane e professionali,  incomprensibilmente lasciate  per  24 anni nel precariato. Stesso discorso  – aggiungono Agliozzo e Raso  – vale per il  potenziamento dei servizi sociali dei vari distretti socio-sanitari della Sicilia, potenziamento che passa dalla definizione dei livelli essenziali, ma che, per noi, deve essere direttamente collegato alla stabilizzazione degli operatori e al superamento della precarietà degli Assistenti Sociali e delle altre figure presenti in tali attività.

E’ assurdo, oltre a non essere corretto, che si continuino a stipulare contratti libero professionali, a partita IVA, con i professionisti Assistenti Sociali e/o altre figure, utilizzati spesso soltanto come escamotage per evitare di contrattualizzare i lavoratori. Riteniamo vadano seguiti modelli virtuosi, come ad esempio Lecce, e cambiata impostazione per assumere e irrobustire i servizi sociali professionali.  Da questo punto di vista, occorre che la Sicilia (sostanzialmente  esclusa dai finanziamenti di cui alla Legge Nazionale 178/2020 poiché ha un rapporto Assistenti Sociali/Abitanti di gran lunga superiore a 1/6500) rinegozi questa partita, includendo la questione stabilizzazione. Infine, ma non in ordine di importanza, torniamo con forza a riproporre l’esigenza di chiudere il capitolo dei Lavoratori delle II.PP.A.B. che ha costituito oggetto di passate interlocuzioni ma che ancora non “atterra” su un terreno di concretezza. Non abbiamo notizie circa l’iter legislativo del nuovo disegno di legge, approvato a metà giugno 2021 in Giunta di Governo, che non risulta incardinato all’ARS,  né abbiamo notizie del “protocollo”, che pure abbiamo giudicato positivamente, volto alla riqualificazione del personale ai fini di una loro utilizzazione presso le Aziende Sanitarie Provinciali. Sull’insieme di queste tre importanti e delicate  questioni  di notevole interesse sociale ed occupazionale – concludono Agliozzo e Raso –  chiediamo all’Assessore Scavone di voler, con cortese sollecitudine, convocarci per un esame ed una condivisione e definizione delle rispettive soluzioni”.

Il coordinamento nazionale di Confasi Scuola, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza,  con la quale si chiede “di  programmare il rientro scolastico nella massima sicurezza a tutela degli insegnanti, del personale scolastico e degli alunni“.  Nel documento firmato da Adele Sammarro, Davide Lercara e da Ida Viasta, Confasi Scuola  ritiene che si possa tornare fra i banchi solo se ” se si sia  provveduto al  monitoraggio obbligatorio e periodico per docenti, studenti e personale  con tamponi  salivari ad inizio anno scolastico;  che si faccia un successivo monitoraggio bisettimanale, a campione nelle classi e  in caso di fragilità certificata nei nuclei familiari (che quindi non possono provvedere al vaccino) e poi  un  successivo monitoraggio settimanale nonchè l’attivazione della didattica “a bolla”.  “Tutto questo tenuto conto dell’alta  percentuale della vaccinazione di insegnanti e personale scolastico che si attesta al 90,40%, delle  percentuali di vaccinazione della fascia d’età genitoriale 20-29, 30-39 e 40-49 che si attestano rispettivamente al 57,2%, 56,8% e 63,9% (dati forniti dal Commissario Straordinario per l’emergenza COVID-19 al 29 Agosto 2021). Da considerare inoltre la probabilità di trasmissione del contagio in aula tra gli studenti under 12 per cui non è prevista la vaccinazione. “Gran parte gli studenti under 12 contagiati– conclude la lettera di Confasi- sono asintomatici o paucisintomatici. Il monitoraggio servirà ad evitare che gli studenti under 12 siano, sia pur inconsapevolmente, vettori del virus verso docenti e altrui famiglie”.

Questa mattina, il Presidente, Achille Furioso, con una rappresentanza dell’Ordine degli Ingegneri, Michele Zambuto e Salvatore Inguanta, in visita istituzionale, è stato accolto da Sua eccellenza Mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento. In un clima cordiale, sereno e costruttivo sono stati trattati diversi temi, anche quelli più attuali che riguardano il territorio agrigentino. Il Presidente, a nome del consiglio dell’Ordine, ha fatto pervenire un simbolico  pensierino con il seguente messaggio augurale: “Mi pregio, a nome mio e di tutto il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento, di augurare a S.E.R. l’Arcivescovo di Agrigento, Mons. Alessandro Damiano, un proficuo lavoro a servizio della nostra Diocesi, consapevole che, con l’aiuto dello Spirito Santo, l’intercessione di Maria Santissima di Trapani e con la collaborazione degli uomini di buona volontà, che certo non mancano sul nostro territorio, possa dare  un’ulteriore spinta a farci ritrovare il coraggio di vivere una fede autentica, convinta ed attenta alle esigenze della collettività ed ai bisogni degli ultimi”.