L’abbandono di Di Maida lascia un solco profondo in quel che resta di Forza Italia in provincia di Agrigento. Non piace più l’On. “strizza occhio…”

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Ancora un incredibile, ma poi non tanto, colpo di scena in Forza Italia Agrigentina. Questa volta ad abbandonare l’on. Riccardo Gallo Afflitto  è Giovanni Di Maida uno degli uomini di punta, una persona perbene che ha dato grande prova di capacità amministrative e che ha avuto “l’ardire” di contrastarlo, a differenza di altri sottoposti che ancora fa comunella attorno a lui.

Di Maida forte della sua personalità, che mai Gallo è riuscito a domare e a sottomettere, ha avuto da spirito libero la capacità di reagire alle angherie del capo corrente a differenza di altri. Con l’abbandono di Giovanni Di Maida, che era tra quelli della prima ora, Riccardo Gallo perde un vero cesellatore e stratega, capace di vedere oltre il proprio intuito politico.

Di Maida non ha certamente gradito le ultime ingiustificate scelte di Gallo, come ad esempio la pagliacciata della fuoriuscita dalla Giunta Miccichè. Una scelta che ha azzerato i sogni di tanti che si erano spesi nelle campagne elettorali e che aspiravano nel quinquennio di vivere un’esperienza amministrativa in seno al Comune. Secondo i bene informati a proposito, Gallo subito dopo le elezioni proprio su suggerimento di Di Maida, si era sforzato di fare un gesto nobile ovvero quello di garantire ai non eletti, determinanti comunque nella formazione delle liste, di alternarsi con una turnazione nel quinquennio amministrativo. Il primo a farsi il giro è stato proprio Antonino Costanza Scinta entrato a far parte della giunta Miccichè e che aveva tra i suoi sponsor proprio Di Maida. Un sogno andato in frantumi con la fuoriuscita dalla Giunta e che ha spezzato ogni speranza di quanti erano stati rassicurati e che nel frattempo hanno abbandonato Gallo, per incapacità a mantenere gli impegni presi.

L’abbandono di Di Maida per Gallo è come un pugno in un occhio, quello che l’onorevole spesso schiaccia quando deve possibilmente tergiversare con i suoi malcapitati di turno. Di Maida da uomo libero non si è fatto piegare, come hanno fatto altri che hanno anche vissuto momenti di violenza (fisica) e insulti.

Di sicuro l’uscita di Di Maida da Forza Italia creerà non pochi problemi. Di Maida conosce bene i limiti del capo corrente e dopo la morte di Piero Macedonio, altro profondo conoscitore dei limiti di Gallo, la situazione si è fatta davvero pesante. Adesso il leader agrigentino si ritrova soltanto una serie di Pupi di Cipolla; si ricorda, ai più giovani, che il pupo di Cipolla abbassava sempre la testa ad ogni cosa ininterrottamente, che fosse bella o brutta.

In Forza Italia ormai si assiste ad una continua emorragia; l’abbandono di Di Maida, che avviene dopo quello dell’on. Vincenzo Giambrone e dopo quello di stamattina di Giuseppe Arnone (passando per Termine, Spataro, Lauretta e compagnia cantando) rappresenta un vero colpo di grazia rispetto a ciò che resta in termini di credibilità dell’onorevole “strizza occhio”.

La strategia del dividi et impera del Gallo continua a subire colpi memorabili. Del resto sono sempre di più quelli che dopo essere stati tragediati poi si parlano tra di loro e scoprono la verità di un doppio gioco perpetrato in continuazione. Nelle carte processuali su Girgenti Acque questo dato emerge in modo pesante. Per molti, ma non per tutti, il tempo del cazzeggiare è finito. Qualcuno ci ha riferito che è talmente abituato a giocare con gli interlocutori che egli stesso dimentica ciò che aveva detto un minuto prima.

Sarà vero?

E intanto, tra poco più di un anno si andrà al voto…

 

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