Sicilia e voli, scontro sulle privatizzazioni

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Il presidente della Regione, Renato Schifani, rilancia sulla privatizzazione degli aeroporti in Sicilia. Insorgono i sindacati: “Pronti anche al blocco dei voli”.

Prima l’Ita, ex Alitalia, ha promesso un aumento dei voli da e per la Sicilia e una riduzione delle tariffe a ridosso del Natale, e poi, tramite un emendamento in Commissione Bilancio alla Camera, è stato istituito al ministero dei Trasporti un apposito fondo per garantire un “completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sicilia e da e per la Sardegna”, con una dotazione di 5 milioni per il 2023 e 15 milioni dal 2024. Tuttavia il presidente della Regione, Renato Schifani, non intende rinunciare all’iniziativa, già annunciata, della privatizzazione degli aeroporti in Sicilia. E ribadisce: “Credo che la privatizzazione degli aeroporti in Sicilia sia una sfida che vada realizzata e vinta perché è l’unica regione che ha ancora degli aeroporti pubblici. Ringrazio il sindaco di Palermo che sostiene una tesi per la quale il governo si batterà. In tutta l’Italia si è seguita la via della privatizzazione, nella logica del rispetto della trasparenza, ormai è un sistema collaudato”. Schifani ha poi ricordato che la Regione è proprietaria dell’aeroporto di Trapani che produce perdite non indifferenti, e ha aggiunto: “Credo sia giusto fare chiarezza nell’interesse dei cittadini. Non si capisce perché questo aeroporto debba rimanere pubblico e non agganciato ad un possibile accorpamento con quello di Palermo. Il prossimo 28 dicembre incontrerò a Catania i vertici dell’Enac. Mi confronterò per discutere la situazione aeroportuale della Sicilia. So di trovare una persona competente per andare avanti” – conclude. Insorgono i sindacati. Gianluca Colombino della Legea Cisal, primo sindacato all’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, tuona: “Il Governo Schifani ha finalmente gettato la maschera: vogliono svendere la Gesap, società che gestisce l’aeroporto di Palermo, per salvare mediante un accorpamento lo scalo di Trapani dalla voragine dei debiti causati dalla politica. Non consentiremo un’operazione fallimentare che penalizza un bene di proprietà dei lavoratori della collettività, aiutando solo qualche privato a comprare per un tozzo di pane una società pubblica che garantirebbe molto di più con una gestione improntata alla continuità e con la contestuale quotazione in borsa di parte delle azioni. Invitiamo le forze politiche a fare sentire la propria voce. Noi di contro non staremo con le mani in mano e convocheremo un’assemblea dei lavoratori; se riceveremo il mandato, proclameremo lo stato di agitazione e siamo pronti persino al blocco dei voli”.

Giuliana Miccichè

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