Miccichè e Schifani, botta e risposta

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Scontro in Aula in occasione delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione tra Miccichè e Schifani. L’intervento e la replica.

L’ex presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Miccichè, è intervenuto in Aula in occasione delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione, e non gli ha risparmiato critiche. Miccichè così si è rivolto a Schifani: “Io non ho niente contro questo governo. Pensate, e mi viene da ridere, che io starò all’opposizione? No. Sto in maggioranza. Forza Italia può stare fuori dalla maggioranza con un presidente di Forza Italia? Presidente Schifani, ragioni con la sua testa, che funziona molto bene. Come posso accettare che abbia deciso di restringere la maggioranza subito dopo essere stato eletto facendosi capo corrente di un partito? Faccia il presidente della Regione, faccia il padre nobile. Non vogliamo nulla, solo il bene della Sicilia: non faremo sconti. Presidente Schifani lei è qua perché il popolo siciliano voleva il cambiamento dopo i 5 anni terribili di Musumeci. Ma chi glielo fa fare di presentarsi in continuità con Musumeci? Lei ha fatto degli errori, gli assessori del governo Musumeci non dovevano entrare nel suo governo, era proprio quello che il popolo siciliano ci ha detto di evitare. Il popolo si aspettava un presidente che avesse una visione diversa da Musumeci. E’ stato un grande errore avere ceduto la Programmazione all’assessore all’Economia Marco Falcone. La Programmazione deve rappresentare la visione del presidente della Regione, se questa visione la cede lei che fa? E’ lei presidente Schifani che deve chiamarsi gli assessori e i dirigenti per dare le direttive. Altrimenti finisce come il ministro del Mare senza i pesci. Veniamo da cinque anni di presa per il cu…, con un assessore all’Economia Gaetano Armao davvero imbarazzante. Anche se non lo amo molto io ho fiducia in Marco Falcone, che è più st…zo ma più serio di Armao”. E Schifani così ha replicato: “Difendo l’operato del precedente governo e mi pongo in continuità. Non rinnego la continuità, rivendico la scelta degli assessori che sono delegati dal presidente della Regione, ma l’indirizzo politico lo do io. Faremo un’operazione di trasparenza dei conti, consentiteci il tempo per farlo. Mi spiace che in questo luogo istituzionale siano state fatte polemiche sul mio partito. Quest’aula e il mio ruolo non meritano questo. Se avessi la tendenza al correntismo non sarei arrivato a fare il presidente del Senato, chiamato dal presidente Berlusconi. La critica interna va bene, purché non si trasformi in mancanza di sostegno in aula. Il mio auspicio è di essere coerenti col voto che gli elettori hanno dato a questa maggioranza”.

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