Nonostante tutto, ancora i desaparecidos, compreso il sottoscritto, nutriamo briciole di speranza che tutto possa meravigliosamente sistemarsi nel giro di un giorno all’altro.
Gli scettici hanno perso le speranze già da mo’, mentre altra cosa sono i detrattori che contestano tutto e tutti, costi quel che costi. Certamente hanno avuto un ruolo determinante per far partire la macchina del fango nazionale della quale, Agrigento, è stata sommersa.
A differenza di altri, non cerchiamo capri espiatori; così come tutto deve essere riconducibile all’amministrazione Miccichè, anche quando c’è un terremoto a Milano. Cerchiamo, semmai, chi poco o nulla ha fatto, nei vertici alti, per favorire lo start del grande evento.
Una cosa è certa: tutti, ognuno per il proprio ruolo, abbiamo le nostre colpe. L’evento di fama europea aveva bisogno di robusti pilastri i quali dovevano far viaggiare su binari solidi il treno Agrigento Capitale. Ed ognuno di noi, lo ribadiamo, era un pilastro.
Cominciamo con il dire che Nenè Mangiacavallo, meritava un posto di prestigio come prestigioso è stato il suo lavoro, brillante e determinante, per raggiungere l’obiettivo Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.
Un altro pilastro semi fallimentare è stato il presidente della Regione Renato Schifani, da sempre non vicino al sindaco di Agrigento Franco Miccichè, fino a sfiorare una clamorosa dimissione in massa e dire ciao ciao a tutto. Invece di aiutarlo, lo ha ostacolato come vedremo più avanti, fortemente. Schifani, dopo una serie di dichiarazioni pesanti contro la Fondazione Agrigento Capitale, ha cercato di rimediare per quando ha potuto; di sicuro avrà ricevuto una strigliata dall’alto, molto alto. E così si compie lo scempio dei 500 mila euro per bitumare il percorso che dovrà attraversare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il tutto 36 ore prima dell’avvento presidenziale. Cosa doveva fare quella povera impresa in fretta e in furia, in 36 ore? I tombini? Io avrei coperto anche i marciapiedi! E da li tutto l’inferno mediatico che conosciamo, purtroppo, bene.
Manca tutto, manca una seria programmazione, mancano gli eventi (quelli veri), mancano i soldi della comunicazione a livello nazionale (soldi che si trattengono ancora senza capire il perchè). Dopo il bivio di Serradifalco nessuno sa cosa sia Agrigento Capitale della Cultura.
A Schifani non piace Giacomo Minio come presidente. Non sanno come fare, come dirglielo. Poi, un uccello (o forse più di uno…) va da Minio e gli dice di mettersi da parte. Il presidente, esegue.
Primo scricchiolio di una Agrigento Capitale della Cultura ancora ferma allo stato brado. Certamente tutto il consiglio di amministrazione ha fatto poco o nulla per far partire una macchina molto probabilmente più grande di noi e che forse non meritavamo. Che piaccia o no, questa è la triste realtà.
A suo posto, Schifani, dopo che sente dire a destra e a manca che “qui si fanno i baffi”, invece di chiamare un esperto nomina un Prefetto, come se dovesse avere a che fare con una serie di criminali incalliti, lestofanti e ladri. Blinda Agrigento Capitale ma con Sua Eccellenza Cucinotta come se dovessero fare una retata antimafia, ma le cose non cambiano. Almeno fino ad oggi. In quelle poche parole che le abbiamo sentito dire era il solito tran tran: “vigileremo sui fondi!” Troppo poco, presidente, troppo poco.
Agrigento Capitale non aveva bisogno di questo, anche perchè la Cucinotta poco nulla ha fatto per far partire la macchina dal giorno del suo insediamento. Come si può nascondere una realtà così palese. E il mesi di maggio sta volando via. Cioè: quello che doveva essere preparato e fatto più di un anno e mezzo fa, dovrebbero farlo in sei mesi? Dai, se dobbiamo cazzeggiare, asseriamo che ce la fanno; se dobbiamo stare con i piedi per terra è meglio mettersi le mani nei capelli.
In tempi non sospetti era stato nominato Direttore della fondazione Albergoni. Ebbene, nulla si è mosso, ma soprattutto non si è mosso il presidente Schifani (unitamente alla Cucinotta) il quale pur avendolo sopra la pancia non trovava il coraggio di sostituirlo, non sapeva come fare, non sapeva a quale santo rivolgersi. E nel frattempo i mesi passavano; gennaio, febbraio, marzo….
Giunta qualcosina nelle orecchie di Albergoni, decide di dimettersi e lasciare il suo posto ad altri. Per il grande sospiro di sollievo della coppia Schifai&Cucinotta i quali, sentitamente ringraziano. La domanda è semplice: visto il passare inesorabile dei mesi, per quale motivo hanno tenuto a capo della Fondazione una persona che non era di loro gradimento? Perchè è stato perso tutto questo tempo? Non solo, ma nel frattempo da Palermo arrivavano le urla di Schifani che diceva che nella fondazione non avevano fatto ancora una mazza e che il tempo passava inesorabilmente!!! Insomma, Shakespeare? Una suora orsolina.
Non stanno chiedendo nemmeno i miracoli all’arch. Parello, direttore della fondazione, il quale nonostante la sua preparazione dovrà fare i conti con tuto il casino (o meglio il dolce far nulla…) che si è protratto fino ad oggi, 21/05/2025
Perchè, perchè, perchè?
Quanti perchè ci sono dietro una vicenda tutta pirandelliana? E perchè (questa è la domanda più importante) abbiamo fallito una occasione non rara ma unica? Tale circostanza non si verificherà mai più.
Non nascondiamoci dietro un dito; è vero io per primo ho sperato tanto, ma non sapevo che dietro questo gran bordello ci fossero delle mosse assai poco chiare e notevolmente contraddittorie.
Fra lo sconcerto di tutti, oggi possiamo immaginare Agrigento Capitale della Cultura come un bel sogno che abbiamo accarezzato tutti e che poi, quando al mattino abbiamo aperto gli occhi la verità è stata tristemente un’altra.
Non dico abbiamo perso, ma certamente dico che stiamo perdendo in malo modo. Una debacle sotto gli occhi di tutti che oggi, nonostante le speranze, non si può nascondere a nessuno.
Forse siamo maestri del mestiere quando c’è da imbastire sagre della simenza, de nocciolini e de ciciri. E perchè no: la cubaita la sappiamo fare molto, molto bene.
Li, dove non brilla la cultura, siamo i primi della classe…