“Chi dice e chi tace”: Nel libro di Chiara Valerio c’è il rispetto per quello che si è e per quello che si scopre di aver desiderato

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Questo libro l’ho stropicciato, aperto e chiuso più volte, portato con me, letto e a tratti riletto, sottolineato; l’ho fatto mio. Questo libro l’ho amato, forse perché amo il modo di concepire la parola dell’autrice Chiara Valerio. Perché concepire la parola, significa utilizzarla nel modo giusto, all’occorrenza; perché le parole sono come tessere di un puzzle; le devi sistemare bene, affinché tu possa avere chiara un’immagine.

Quando ho iniziato a leggere “Chi dice e chi tace” ho detto subito: “ma come andrà a finire?” Un libro che inizia da una fine, dalla morte di Vittoria, una donna che porta in paese il suo modo di essere ed anche qualche mistero. Ed è proprio nel modo di dipanare la storia, di svelare quella che è la vita di una persona che per scelta, racconta poco di sé, che la Valerio mostra la sua arte sopraffina di imbastire un racconto mettendo spesso in evidenza tratti del nostro essere umani che abbiamo a volte paura di scoprire, perché incastonati maldestramente in stereotipi che ci impediscono anche di desiderare qualcosa di diverso rispetto al contesto nel quale abbiamo scelto di vivere.

Ogni pagina è un invito a proseguire. In ogni pagina si conoscono un po’ meglio i personaggi, tutti incastrati perfettamente tra di loro, proprio come pezzi di mosaico. A raccontare gli eventi Lea, un avvocato, che ama suo marito Luigi e le sue due figlie; Si muove nella storia con la curiosità di chi non accetta che alcuni eventi accadano e basta. Vittoria, nuotatrice provetta, muore nella sua vasca da bagno. Un po’ giallo, un po’ rosa, un po’ nero, questo libro è un invito a scoprire quel che accade spesso intorno a noi e quando quel “intorno a noi” sono posti piccoli dove tutti si conoscono, ci sarà sempre chi parla (a volte troppo) e chi tace (troppo a lungo). In questo luogo, che è stato luogo di infanzia della scrittrice nata appunto a Scauri, luogo che ospita le vicende raccontate, si muovono storie, amori nascosti ma sotto gli occhi di tutti, storie che vengono dal passato e che si palesano in tutta la loro complessità, oltre a certezze che crollato e segreti svelati. E poi ci sono amori possibili ed altri accennati; c’è il rispetto per quello che si è e per quello che si scopre di aver desiderato.

È un libro ricco di dettagli; ogni luogo, persona, momento è descritto così bene che le immagini scorrono davanti agli occhi. Questo accade solo quando i libri sono scritti bene, a prescindere dalla storia che viene raccontata, anche se – da scrittrice – sono sempre stata convinta che per essere uno scrittore non basti avere qualcosa da dire, bisogna avere una storia credibile, con all’interno un pizzico di biografia che non guasta mai.

Chiara Valerio pesca nei ricordi del tempo trascorso a Scauri, prende in prestito nomi e personaggi ma poi li mischia, gli soffia dentro il respiro che solo uno scrittore sa concedere.

Il narratore è omodiegetico, Lea è voce narrante ma anche partecipe e testimone della storia. Il racconto nasce in medias res per poi servirsi di analessi per mettere a fuoco gli eventi, i rapporti, le dinamiche.
“Chi tace e chi dice” è un libro scritto in maniera accurata ma scorrevole, l’utilizzo della parola non è mai banale, né scontata.

Mi è piaciuta moltissimo la costruzione della storia.
Tutti vorremmo essere un po’ Vittoria e un po’ Lea, donne dalle caratteristiche umane e intellettive accattivanti e estremamente affascinanti; ma anche di stranezze, affascinanti.

Avevo già tra le mani il libro quando ho ascoltato un’intervista a Chiara Valerio su questa opera; prima ho ascoltato quello che aveva da dire e poi ho letto il libro. Questo mi ha aperto delle strade che mi hanno condotta dritta dritta dentro la storia raccontata, nei luoghi e nell’epoca del romanzo; ho empatizzato con i personaggi che sono descritti così bene che sembra di averli lì a fianco, a portata di mano o anche a portata di bacio.

“Ma la briscola è un gioco d’azzardo!
Perché invece la vita che è, avvoca’?”

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