Apprendo a tarda sera e con grande dispiacere della morte del prof. Angelo Scifo. Con lui se ne va una parte importante della storia politica della città. Appartenente a una famiglia molto in vista (suo fratello Gaetano, imprenditore edile e attuale proprietario dell’Hotel Dioscuri a San Leone) è stato avvocato, Docente universitario e per tre volte sindaco di Agrigento. Ha animato la vita politica della città per quasi un trentennio, fino al ’90 quanto, forse per seguire la moglie, decise di lasciare Agrigento per trasferirsi a Bologna. Ma ogni tanto rientrava e non era difficile incontrarlo in città. Sempre con il sorriso sulle labbra e il suo carattere gioviale e rispettoso. Ai suoi familiari porgo le più sentite condoglianze a nome mio ma aggiungerei di tutta la città, per quello che gli ha dato e per quello che ha rappresentato.
Le misure previste dalla ‘Rete’, che vanno al di là della repressione e la denuncia, potrebbero aiutare, secondo i sindacalisti, “a liberare definitivamente il settore agricolo da questa piaga dello sfruttamento, molto presente ancora oggi nel sistema agricolo palermitano, ridando dignità alle lavoratrici e ai lavoratori agricoli”.
Il caporalato è una piaga dannosa da molteplici punti di vista: da un lato rende ignobili le condizioni di vita di migliaia di lavoratori, italiani e stranieri, approfittando della loro evidente condizione di bisogno, dall’altro lato determina una situazione di mercato viziata che, nella rincorsa ad offrire il prezzo più basso, vede prevalere le aziende irregolari a danno di tutte quelle imprese che rispettano leggi e contratti.
La “Rete del lavoro agricolo di qualità” porta avanti tante iniziative, di cui le aziende possono beneficiare di aiuti e servizi comuni. “Oltre al collocamento pubblico, un altro servizio che si può attivare è quello del trasporto dei lavoratori – proseguono Dario Fazzese e Mario Ridulfo –. Con lo sblocco dei licenziamenti e l’impoverimento del comparto agricolo, temiamo che fenomeni come l’intermediazione di manodopera, a maggior ragione in questo particolare momento, possano progredire”.
I dati raccolti appena la scorsa estate sono disastrosi: 145 mila operai agricoli censiti in Sicilia e almeno 70 mila quelli irregolari. Una condizione allarmante, peggiorata dal mancato rinnovo dei contratti provinciali di categoria, le cui trattative sono ferme ormai da mesi a causa dell’emergenza sanitaria in corso ormai da un anno.
“Il cambiamento è necessario” – ha detto anche Nino Marino, segretario generale Uila, partendo da un modello contrattuale che valorizzi e sia di supporto alle aziende sane e, contemporaneamente, sia da ostacolo a quelle che continuano a schiavizzare i lavoratori. La proposta è stata quindi quella di costituire una cabina di regia, un tavolo a cui si siedano tutti i soggetti coinvolti che consenta di monitorare tutte le imprese coinvolte nel settore agricolo.