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“Consumi al palo”. Il rialzo delle spese familiari, pari a 210 euro al mese rispetto al 2021, è solo un effetto ottico dovuto all’inflazione che nel 2022 è letteralmente decollata, passando, per l’indice Nic, dall’1,9% del 2021 all’8,1%, oltre 4 volte tanto. Insomma, è solo un miraggio. Come, infatti, riporta anche l’Istat, in termini reali la spesa è pressoché invariata” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il dato Istat, secondo il quale nel 2022 la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.625 euro mensili, con un aumento dell’8,7% nel confronto con il 2021.

Va considerato che nel 2021 c’erano ancora lockdown, coprifuochi e chiusure di attività commerciali, anche se meno stringenti rispetto al 2020, quindi era scontato che nel 2022 ci fosse un rimbalzo tecnico dei consumi delle famiglie, specie per gli acquisti non obbligatori che erano stati rinviati durante gli anni più brutti della pandemia. E’ drammatico, però, che secondo l’Istat il 29,5% delle famiglie intervistate abbia dichiarato di aver provato nel 2022 a limitare la quantità e/o la qualità del cibo acquistato. Insomma, si conferma quello che diciamo da oltre un anno: gli italiani sono costretti a stringere la cinghia e a mangiare di meno. Una cura dimagrante forzata che ha effetti negativi sulla crescita del Paese ”.

Manlio Cardella

I deputati della DC, Carmelo Pace e Ignazio Abbate, hanno presentato una interrogazione al presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, in merito agli interventi da attuare per rendere abitabili gli alloggi popolari di largo Martiri di Via Fani, a Ribera.

Dopo essere state costrette ad abbandonare le proprie case costruite, a suo tempo, con cemento depotenziato e dopo un iter di ricostruzione durato più di un decennio, è iniziata finalmente la consegna degli immobili alle famiglie degli sfollati di Largo dei Martiri di via Fani a Ribera. Ne consegue che  l’obbligo di vigilare degli immobili è a carico dei nuovi assegnatari. “Gli immobili, tuttavia, non sono ancora forniti di allacci idrici ed elettrici e, pertanto, non sono abitabili dalle famiglie cui sono state consegnate le abitazioni”, dichiarano Pace ed Abbate.

Ecco il paradosso: da un lato si scaricano le responsabilità di vigilanza degli alloggi sulle famiglie, che da più di due lustri attendono di riavere le loro case, dall’altro queste ultime non hanno la possibilità di prendere possesso delle stesse in quanto sprovviste delle condizioni minime per essere abitate (luce e acqua). Gli oneri degli allacci idrici ed elettrici sono di competenza dello IACP di Agrigento che parrebbe non abbia ad oggi intrapreso alcuna iniziativa per dotare gli appartamenti dei collegamenti essenziali di abitabilità, appunto acqua e luce.

Pace e Abbate invitano tutti gli enti competenti “ad attivarsi nel più presto possibile affinché venga risolta questa situazione si impasse e restituire a queste persone una casa”.

A fronte della grave crisi del settore olivicolo nella Valle del Belice e nell’Agrigentino, la deputata del Partito democratico, Giovanna Iacono, ha presentato una interrogazione al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. E spiega: “Ho chiesto al ministro in che misura il Governo intenda intervenire al fianco degli agricoltori della Valle del Belice e dell’Agrigentino, piegati dai danni causati dall’emergenza climatica. E se sarà riconosciuto lo stato di calamità del settore provocato da temperature anomale, assenza di piogge e la difficoltà dei produttori ad accedere ai servizi di irrigazione a causa degli altissimi costi energetici e dell’acqua. I frantoi, che in questo periodo dovrebbero viaggiare a pieno regime, sono di fatto svuotati di materia prima, e la riduzione di quantità d’olio sarà sicuramente superiore alla stima del 20% attesa sul piano nazionale. Bisogna approntare misure di sostegno economiche e fiscali che possano consentire di ridurre i danni”.

Accogliendo quanto proposto dalla Procura Generale, la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa il 22 novembre del 2022 dal Tribunale di Agrigento che ha condannato 3 imputati di Palma di Montechiaro perché ritenuti responsabili di avere minacciato, picchiato e rapinato tre anziani fratelli di Racalmuto. Inflitti 11 anni e 6 mesi di reclusione ad Antonino Manganello, 10 anni e 4 mesi ad Alfonso Manganello, e 8 anni e 5 mesi a Carmelo Marino. I tre fratelli di 73, 79 e 83 anni, fra cui una donna, sono stati sorpresi dai malviventi nel giardino di casa, in contrada “Zaccanello” a Racalmuto. Sono stati strattonati con violenza e minacciati dai rapinatori, che poi li depredarono di beni per circa 50.000 euro.

Sanità malata gravemente ad Agrigento. Dopo il primario di Ortopedia, ora vanno via pure tre medici.  Ne restano solo due, nessuno per la sala operatoria . Per gli interventi chirurgici si dovrà ricorrere al primario dell’ ospedale di Sciacca e solo tre volte a settimana. La fuga di medici  fa il paio con le dimissioni del primario del pronto soccorso, la rinuncia di un altro, e l’addio di cinque medici gettonisti chiamati in servizio solo per l’estate. I medici di cardiologia avevano pure dato man forte,  con il dottor Caramanno in testa, dimostrando che basta una buona organizzazione e personale sufficiente per dare risposte. Ora sì è piombati di nuovo nel caos, come era prevedibile.
Sette in poco tempo i medici dimissionari. I reparti sono sguarniti e fare consulenze e ricoveri è complicatissimo. I ritardi si accumulano e i pazienti rimangono senza risposte per ore. Un esempio? In Medicina non c’è medico di notte; in Neurologia il medico è fino alle 14; la Stroke Unit, fondamentale per salvare chi è colpito da ictus, è attiva solo fino alle ore 14: chi si sente male dopo quell’ora deve sperare di arrivare a Caltanissetta. In Urologia i medici sono fino alle 16 e la domenica non c’è nessuno; in ortopedia, con 4 medici in meno. Inoltre la direzione ha stabilito che i traumi dei bambini dovranno essere valutati in pronto soccorso e non in ortopedia, facendo impazzire i genitori  per le lunghe attese. Questo è l’ ospedale di Agrigento, una realtà allo sbando, una gestione irresponsabile. Le soluzioni che riescono a trovare sono il ricorso ai medici stranieri, soluzioni tanto sbandierate dalla Giunta regionale che pongono non pochi problemi di natura contrattuale, anche sotto il profilo delle competenze.  Mancano medici e il numero chiuso in medicina è un controsenso intollerabile. Ma il vero problema ad Agrigento è rappresentato dalle carenze di programmazione degli ultimi anni con una linea di mangement politicizzata e arrogante.  Il  personale medico e paramedico costretto assai spesso a condizioni impossibili. Reparti che rivendicavano perfino l’essenziale per poter lavorare e per assicurare standard minimi di assistenza ai malati. Queste dimissioni in massa sono un manifesto di protesta:  dicono BASTA perché c’è un limite a tutto .

Agrigento scivola giù di 14 posizioni in un anno nella classifica sull’Ecosistema urbano e Ambiente stilata da Legambiente, che fotografa le performance ambientali di 105 città capoluogo in 5 macro-settori: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente. La città dei Templi lo scorso anno si è piazzata al 58esimo posto. Adesso occupa la 72esima posizione. La città più “green” d’Italia è Trento, seguita da Mantova e Pordenone.

Operazione anticrimine della Polizia a Catania, coordinata dalla Procura distrettuale etnea, contro una banda criminale composta da indagati, a vario titolo e con differenti profili di responsabilità, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di rapine, estorsioni e furti, di detenzione di droga a fine di spaccio, detenzione e porto di armi e lesioni personali aggravate. Tra l’ottobre e il dicembre del 2022 furono assaltati esercizi commerciali i cui gestori, brutalmente aggrediti e sotto la minaccia di armi, sono stati letteralmente terrorizzati…

Complessivamente i nuovi ingressi sono 163 su un totale di 1752 osterie presenti nel territorio nazionale. Due dei nuovi ingressi riguardano due osterie presenti ad Agrigento e Licata. A vincere il premio ed essere nel prestigioso elenco sono: Ginger People&Food nella centralissima via Empedocle; poi l’Osteria del Mare che si trova nella vicina Licata, sempre in provincia di Agrigento.

Quest’anno, per la prima volta, fanno la loro comparsa luoghi che non sono osterie in senso stretto ma che rispecchiano i canoni e le atmosfere dell’osteria pur avendo una formula diversa.

Nel territorio siciliano le osterie a ricevere le chiocciole sono ben venti tra cui, come detto, le sue osterie agrigentine.

 

 

Riciclaggio di denaro illecito, trasferimento fraudolento di valori, reati tributari e fiscali. La guardia di finanza sta eseguendo l’operazione ‘Replay’, in campo 130 agenti: tre arresti, sequestri da 86 milioni di euro. Le fiamme gialle sono in azione in Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto, in collaborazione con i finanzieri del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO) e il supporto dei Comandi Provinciali di Milano, Monza, Napoli, Roma, Varese e Verona, eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e patrimoniali, emessa dal Tribunale etneo, su richiesta della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 31 indagati, due dei quali già ritenuti contigui al clan “Scalisi” di Adrano (CT), braccio operativo del clan Laudani.

Alcune settimane fa, la guardia di finanza ha sequestrato beni del valore di 98 milioni di euro, ritenuti riconducibili agli imprenditori Antonio e Francesco Sivirino. Di rilievo i verbali dei pentiti che hanno svelato i segreti del sistema di gestione dei soldi fornendo, agli investigatori, tutti i nominativi dei presunti fiancheggiatori.

A seguito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, il Servizio Centrale Operativo, la S.I.S.C.O. di Palermo e la Squadra Mobile di Agrigento hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminare del Tribunale di Agrigento, nei confronti di tre soggetti di nazionalità egiziana (K.R. cls 02,  M.S.  cls 01 e A.M. cls 89) ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

In particolare, le indagini, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dei tre soggetti destinatari della misura cautelare,  che hanno condotto una imbarcazione proveniente dalla Libia e giunta a Lampedusa,  dotati di strumenti atti al tracciamento delle rotte, con professionalità e tra i pochissimi cittadini egiziani presenti sul natante in questione che trasportava complessivamente 53 migranti di diverse nazionalità.

Le informazioni raccolte sugli indiziati, compiutamente individuati dai migranti a bordo, compendiano un quadro probatorio che ha portato alla contestazione del reato di cui all’art. 12 del Dlgs 286/98 con le aggravanti di aver procurato l’ingresso sul territorio nazionale di più di 5 persone, di averli esposti a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità e di aver agito allo scopo di trarne profitto anche indiretto.

Il provvedimento emesso dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Agrigento è stato eseguito nella serata del 22 ottobre e gli indagati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Agrigento a disposizione della competente A.G.

Le indagini sono in corso e la responsabilità penale dei soggetti gravati da misura cautelare non sono ancora accertate in via definitiva.