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Nell’ambito di un programma di riorganizzazione delle attività aziendali, l’Asp di Agrigento ha disposto la sospensione delle attività in urgenza nell’unità operativa di ortopedia dell’ospedale Giovanni Paolo II.

Con una nota inviata ai direttori dei presidi ospedalieri della provincia, il commissario Mario Zappia parla di “gravissima situazione logistica dell’area ortopedica-traumatologica” ed essendo la situazione di governo delle tre unità ortopediche assolutamente critica con le attuali risorse.

Il provvedimento dispone la sospensione di tutte le attività ortopediche d’urgenza all’ospedale di Sciacca, con la centralizzazione delle stesse presso il San Giovanni di Dio nelle ore diurne dalle 8 alle 20. Nello stesso provvedimento, si dispone la sospensione in notturna al San Giovanni di Dio, dalle ore 20 alle ore 8, con centralizzazione presso il Centro Hub di riferimento della Rete del Politrauma.

Per Sciacca si dispone la pianificazione di un’attività ortopedia di elezione, da attuarsi almeno una volta a settimana, per il tramite di una equipe itinerante, da organizzare e concordare con separato provvedimento.

In sostanza, tutte le prenotazioni in essere a Sciacca vengono dirottate all’ospedale di Agrigento e le visite di Agrigento trasferite nei servizi ambulatoriali territoriali.

La domanda nasce spontanea: Ma ad Agrigento, da oggi, il reparto di Ortopedia non esiste più. O meglio; attualmente il reparto ha la stessa funzione di quella di un medico condotto che scrive le ricette per le famiglie.

Punto.

“In relazione ai recenti interventi provenienti anche da parlamentari regionali e nazionali del centrodestra, confermo quanto già dichiarato a conclusione della mia precedente nota dello scorso 28 ottobre dove avevo espresso la piena disponibilità al confronto con le forze politiche ed istituzionali, ai vari livelli, aprendo a chi ha effettivo interesse e disponibilità verso il benessere di Ribera e per la soluzione dei tanti problemi del nostro territorio; pur convinto che la mia Amministrazione ha fin qui operato in maniera adeguata e nella giusta direzione, ritengo che cè ancora tanto da fare”. Lo comunica il sindaco Matteo Ruvolo in una nota.

“Non che prendere atto ed accogliere favorevolmente gli inviti giunti da più parti all’interno dell’area politica di centro destra cui appartengo: ritengo quindi, a questo punto, quanto mai opportuna e consequenziale la convocazione di un tavolo politico programmatico, con le deputazioni di centrodestra che hanno pubblicamente manifestato la loro disponibilità a collaborare insieme nell’interesse di Ribera. Potrà essere l’occasione per fare il punto sui progetti in essere, quelli da concludere e quelli da programmare per il futuro, al fine di consolidare un percorso di rilancio sempre e solo nell’interesse della Città”.

La convocazione dei deputati e dei consiglieri comunali è per lunedì 6 novembre alle 10:30 a Palazzo di Città.

Eseguito per la prima volta all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento un delicato, doppio intervento chirurgico per la collocazione di un neurostimolatore midollare ad un paziente affetto da dolore cronico. Perfettamente ultimata dall’equipe dell’ambulatorio di terapia del dolore, afferente all’Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione diretta dal dottor Gerlando Fiorica, la metodica interventistica apre di fatto a nuove prospettive di cura per tutti quei pazienti agrigentini, affetti da dolore cronico resistente alla terapia farmacologica e non farmacologica, che possono adesso ricevere nuovi trattamenti altamente specializzati nella propria città senza dover ricorrere a fastidiosi spostamenti fuori provincia.

Nel caso trattato, il paziente era già stato sottoposto in precedenza ad un intervento per il posizionamento di un neurostimolatore midollare presso un altro ospedale della Sicilia. Non più funzionante perché dislocato dalla sua posizione originaria e quindi inefficace ai fini del controllo del dolore, il dispositivo preesistente è stato prima rimosso al “San Giovanni di Dio” e poi sostituito con  un nuovo impianto di ultima generazione. Gli stimolatori midollari sono strumenti ultra specialistici, e molto costosi, che vengono impiegati nel controllo del dolore cronico in quei pazienti che, come detto, sono risultati resistenti ai trattamenti farmacologici e alle terapie infiltrative invasive. Sono composti da un catetere stimolatore impiantato nel canale vertebrale, adagiato sul midollo spinale e collegato ad un generatore delle dimensioni di un pace-maker da cui partono impulsi elettrici a basso voltaggio che vengono trasmessi al  midollo. In questa maniera riescono ad  “interferire” direttamente e tramite modifiche strutturali su quella parte del sistema nervoso centrale deputato alla trasmissione e modulazione del dolore. Il recupero funzionale e la liberazione dal dolore sono progressivi e costanti, con conseguente miglioramento della qualità di vita dei pazienti che, addirittura, potranno utilizzare un telecomando per modificare e regolare l’intensità della stimolazione prodotta dal dispositivo collocato sottopelle.

L’intervento, eseguito in sala operatoria con un’anestesia locale associata ad una lieve sedazione, è stato condotto dall’equipe dell’ambulatorio di terapia del dolore diretta dal dr. Salvatore  Farruggia con la collaborazione del dr. Massimiliano Pinelli, e del dr. Massimiliano di Miceli.

Allarmano i dati Istat sulla povertà assoluta in Italia nel 2022 e in particolare allarmano i numeri impressionanti che fotografano di un quadro in netto peggioramento. Una situazione preoccupante, se guardiamo alla realtà della nostra provincia. Preoccupa, peraltro, il fenomeno dei minori in povertà assoluta. L’aumento dell’inflazione e la progressiva perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni rischia di avere ripercussioni drammatiche in particolare sulle famiglie con figli. A forte rischio anche la capacità di far fronte ai mutui per la prima casa con la possibilità dell’ulteriore incremento dei crediti deteriorati delle famiglie con conseguente perdita dell’abitazione principale. Questo quadro così allarmante viene confermato dall’impegno che la Caritas porta avanti nel nostro territorio. Un quadro davanti al quale non ci si può voltare da un’ altra parte, ma piuttosto è essenziale intervenire a sostegno dei nuclei che si trovano in condizione di particolare difficoltà economica per garantire il potere di acquisto e rafforzare i servizi di welfare territoriale. In tal senso si auspica che questa situazione emergenziale possa essere affrontata con la giusta attenzione, anche al fine di utilizzare al meglio le risorse del PNRR, per mettere un campo politiche a sostegno delle famiglie, volte a garantire l’accesso ai servizi sociali essenziali e a promuovere l’occupazione, la giusta retribuzione e la formazione. L’aumento delle persone che vivono in stato di indigenza è infatti una questione non soltanto economica, ma ha un impatto sulla coesione sociale della comunità. Occorre infine rendersi conto che ci troviamo di fronte ad una sfida cruciale che richiede l’impegno e il coinvolgimento, oltre che dei soggetti istituzionali,, dei principali attori sociali.

L’Assessore alle attività agricole ed alla pesca , On.Luca Sammartino ha varato un decreto che consente alle  cantine sociali operanti nel territorio Sicilia di accedere ad un fondo  ,con una capienza totale di circa 10.000.000E ,finalizzato a sostenere l’aumento dei tassi d’interesse dei mutui e dei prestiti  erogati dal 24 febbraio 2022 e fino al 30 novembre 2023.

Legacoop Sicilia esprime il proprio plauso per l’iniziativa intrapresa dall’assessore Sammartino e fortemente voluta e sostenuta , dalle centrali cooperative ,in primo luogo da Legacoop , dalle cantine siciliane e dai singoli soci conferitori.

Si tratta , ha dichiarato Filippo Parrino, presidente di Legacoop Sicilia,di un’ autentica boccata d’ossigeno per un comparto ,quello  del vino ,fortemente colpito dalla congiuntura economica determinata dal conflitto Russo – Ucraino , da una diminuzione della domanda e dall’aumento vertiginoso dei tassi d’interesse bancario applicati su mutui e prestiti.

Sostenere le cantine sociali , in un momento così complicato e difficile caratterizzato , non solo da una crisi economica di carattere Internazionale e senza precedenti , ma anche da una crisi climatica che ha fortemente penalizzato la campagna 2023 , significa sostenere uno dei pilastri del sistema economico siciliano e con  esso i propri soci conferitori  che rappresentano la linfa vitale delle nostre cantine.

Adesso è necessario che i nostri cooperatori e le nostre cantine, a  seguito della pubblicazione del Decreto, presentino regolare domanda correlata di certificazione degli interessi da parte degli istituti eroganti asl fine di beneficiare di una misura necessaria per impedire il collasso economico con conseguenze anche sul piano sociale.

Nell’esprimere, ha proseguito Parrino , piena soddisfazione per il risultato raggiunto per il quale ringrazio a nome di tutto il settore l’On Sammartino non posso esimermi dal far notare che al contempo il Governo nazionale sta disattendo  le aspettative di cantine e produttori per quanto riguarda l’individuazione di tutte le misure necessarie a sostenere il comparto vino a seguito della diffusione della peronospera in Sicilia che a causa delle piogge violente e del caldo anomalo ha praticamente contribuito ad una perdita di produzione di circa il 45%.

Legacoop Sicilia continuerà a sostenere le cantine ed i soci conferitori  nella convinzione che l’agricoltura ed il vino di qualità rappresentino ancora una prospettiva economica per il riscatto della Sicilia.

Danneggiamenti, furti, aggressioni e altri brutti episodi legati alla movida. Questo accade nella città di Licata e per il quale è stato chiamato con forza il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato e presieduto dal prefetto di Agrigento Filippo Romano, al Comune di Licata.

Nel corso dell’incontro è stato stato deciso di mettere in atto un’operazione con più controlli per prevenire e reprimere i reati. Al Comitato hanno preso parte il questore Emanuele Ricifari, i comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza, i colonnelli Nicola De Tullio ed Edoardo Moro e il sindaco Angelo Balsamo.

“Un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in un paese diverso dal capoluogo vuole manifestare ai cittadini l’importanza che si da ad una semplice questione o in questo caso ad uno specifico territorio – dice il prefetto Romano -. Dopo varie sollecitazioni da parte dell’Amministrazione comunale, abbiamo voluto iniziare da Licata, anche per i vari fatti di criminalità che si sono verificati nelle scorse settimane. Lo Stato è dappertutto”.

Vari i temi affrontati, non solo di criminalità, ma si è discusso anche di giovani e di spaccio e consumo di droga e abusi di alcool. Il prefetto di Agrigento ha chiesto anche, al Consiglio, l’adozione di un regolamento di polizia urbana che consenta di adottare il Daspo urbano in caso di mala movida. “Questi regolamenti – sottolinea – ci consentono di intervenire con provvedimenti che non sono penali, ma amministrativi. Provvedimenti che spesso sono più afflittivi e immediati di quelli penali”.

Si sono incontrati non per dirsi addio. Il plenum prevedeva la ricerca immediata di nuovi interventi per non far crollare definitivamente il sistema sanitario della provincia di Agrigento, già in fase quasi terminale.
Il problema più grave riguarda l’Ortopedia dopo che il primario ed alcuni suoi collaboratori dell’ospedale di Agrigento hanno salutato e sono andati via. Oggi, per coprire le funzionalità dei reparti di Agrigento, Sciacca e Licata rimangono soltanto 4 medici ortopedici.
Alcune soluzioni sono state già decise mentre altre risultano ancora essere tampone in attesa di intraprendere migliori e più solide iniziative. Ed in questo contesto ecco la possibilità di utilizzare una società interinale per coprire le esigenze più immediate. A lungo termine l’utilizzo di 12 medici argentini, gli specializzandi già contrattualizzati e i concorsi in via di espletamento.
Giova ricordare che nel frattempo  sono giunti in Sicilia un bel gruzzolo di soldi per ammodernare le strutture ospedaliere più carenti e per l’acquisto di macchinari all’avanguardia da destinare agli ospedali agrigentini.
Infine il più grave e atavico problema: la mancanza di risorse umane; si paga lo scotto di anni di limitazioni all’accesso alla laurea in medicina e risultano ancora più limitate le borse di studio per le scuole di specializzazione. Il privato con risorse economiche ingenti fa incetta di medici e distrugge il mercato.
Questi più o meno i temi discussi ieri e per i quali si spera, possano trovare soluzioni nel più breve tempo possibile.
A margine si rileva che nel corso di tutta la riunione, non sono passati inosservati diversi momenti di sana e pura ilarità allorquando sono iniziate le scaramucce belle e buone tra l’assessore Volo e il Direttore Iacolino. Entrambi non hanno risparmiato di evidenziare i propri  ruoli della serie…”Io sono l’assessore alla Sanità”; e di rimando: “Ed io sono il Direttore Generale della Sanità siciliana, quindi si fa in questo modo”.
Ed ancora: l’on. Margherita La Rocca Ruvolo, già presidente della commissione Sanità ed attualmente suo componente, non ha disdegnato di attaccare nuovamente il Commissario dell’Asp di Agrigento Mario Zappia, già oggetto delle “attenzioni” della Ruvolo da un bel po’ di tempo. E per i due non sono stati di certo tarallucci e vino. La prima, l’onorevole, che ha sottolineato a suo modo di vedere i pochissimi interventi messi in atto da Zappia nel corso del suo mandato. E Zappia, che non le manda a dire, ha voluto ricordare all’ex presidente della Commissione Sanità “la sua enorme mole di lavoro espressa” durante la sua presidenza a favore della sanità agrigentina.
Ovviamente “l’enorme mole di lavoro espressa” è messa tra virgolette…

Cianciana sotto shock. Ieri è morto improvvisamente il piccolo Nicolò di appena tredici anni, causata da improvvisi ed inaspettati problemi di salute.

Almeno così ha scritto nella sua bacheca di facebook il sindaco di Cianciana, Francesco Martorana, il quale oltre a manifestare cordoglio e vicinanza alla famiglia del giovane scomparso ha proclamato il lutto cittadino per la giornata dei funerali che si terranno presso la chiesa della Santissima Trinità.

 

Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Simone Gramaglia, stigmatizza la condizione di stallo in cui versa la procedura di nomina dei nuovi direttori delle Aziende sanitarie e ospedaliere. E a fronte della proroga degli attuali commissari fino al 31 gennaio, e del perdurare delle fughe dei medici, le dimissioni, le carenze d’organico e i disservizi, afferma: “Qualcuno provi vergogna per la sanità agrigentina. Commissario sì, commissario no. Manager sì, manager no. Questa è la polemica di questi mesi per la sanità siciliana e quindi anche agrigentina. E’ una polemica tutta politica o si vuole davvero aiutare il sistema sanitario locale a recuperare un gap ancora evidente verso le altre realtà sanitarie? E’ una polemica solo politica o si vuole dare un aiuto ai tanti operatori sanitari costretti a un lavoro massacrante per garantire turni in ospedale e in ambulatorio? E’ una polemica solo politica o si vuole migliorare lo stato di salute dei cittadini, che in Sicilia hanno una speranza di vita inferiore rispetto ai cittadini del nord? Tanto nessuno prova vergogna” – conclude Gramaglia.

Come rileva, e documenta in foto e video, l’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento, coordinata da Claudio Lombardo, anche nell’autunno del 2023, come negli anni precedenti, in occasione della stagione della lavorazione delle olive si è ripetuto il “miracolo di San Gennaro” nel fiume Naro ad Agrigento, che diventa di colore scuro perché alcuni imprenditori oleari, poco inclini al rispetto dell’ambiente, riversano nel fiume gli scarti, le acque di vegetazione. E ciò avviene nonostante gli intensi controlli dei Carabinieri del Nucleo Ambientale, che negli scorsi anni hanno sanzionato con severità gli inquinatori. Il fiume Naro attraversa le campagne di Canicattì, Naro, Camastra e Favara – zone ricche di frantoi – rendendo difficoltosi i controlli. Le acque derivanti dalla lavorazione delle olive, che sono un vero e proprio rifiuto, sono duecento volte più inquinanti delle acque fognarie…