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Danneggiamenti, furti, aggressioni e altri brutti episodi legati alla movida. Questo accade nella città di Licata e per il quale è stato chiamato con forza il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato e presieduto dal prefetto di Agrigento Filippo Romano, al Comune di Licata.

Nel corso dell’incontro è stato stato deciso di mettere in atto un’operazione con più controlli per prevenire e reprimere i reati. Al Comitato hanno preso parte il questore Emanuele Ricifari, i comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza, i colonnelli Nicola De Tullio ed Edoardo Moro e il sindaco Angelo Balsamo.

“Un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in un paese diverso dal capoluogo vuole manifestare ai cittadini l’importanza che si da ad una semplice questione o in questo caso ad uno specifico territorio – dice il prefetto Romano -. Dopo varie sollecitazioni da parte dell’Amministrazione comunale, abbiamo voluto iniziare da Licata, anche per i vari fatti di criminalità che si sono verificati nelle scorse settimane. Lo Stato è dappertutto”.

Vari i temi affrontati, non solo di criminalità, ma si è discusso anche di giovani e di spaccio e consumo di droga e abusi di alcool. Il prefetto di Agrigento ha chiesto anche, al Consiglio, l’adozione di un regolamento di polizia urbana che consenta di adottare il Daspo urbano in caso di mala movida. “Questi regolamenti – sottolinea – ci consentono di intervenire con provvedimenti che non sono penali, ma amministrativi. Provvedimenti che spesso sono più afflittivi e immediati di quelli penali”.

Si sono incontrati non per dirsi addio. Il plenum prevedeva la ricerca immediata di nuovi interventi per non far crollare definitivamente il sistema sanitario della provincia di Agrigento, già in fase quasi terminale.
Il problema più grave riguarda l’Ortopedia dopo che il primario ed alcuni suoi collaboratori dell’ospedale di Agrigento hanno salutato e sono andati via. Oggi, per coprire le funzionalità dei reparti di Agrigento, Sciacca e Licata rimangono soltanto 4 medici ortopedici.
Alcune soluzioni sono state già decise mentre altre risultano ancora essere tampone in attesa di intraprendere migliori e più solide iniziative. Ed in questo contesto ecco la possibilità di utilizzare una società interinale per coprire le esigenze più immediate. A lungo termine l’utilizzo di 12 medici argentini, gli specializzandi già contrattualizzati e i concorsi in via di espletamento.
Giova ricordare che nel frattempo  sono giunti in Sicilia un bel gruzzolo di soldi per ammodernare le strutture ospedaliere più carenti e per l’acquisto di macchinari all’avanguardia da destinare agli ospedali agrigentini.
Infine il più grave e atavico problema: la mancanza di risorse umane; si paga lo scotto di anni di limitazioni all’accesso alla laurea in medicina e risultano ancora più limitate le borse di studio per le scuole di specializzazione. Il privato con risorse economiche ingenti fa incetta di medici e distrugge il mercato.
Questi più o meno i temi discussi ieri e per i quali si spera, possano trovare soluzioni nel più breve tempo possibile.
A margine si rileva che nel corso di tutta la riunione, non sono passati inosservati diversi momenti di sana e pura ilarità allorquando sono iniziate le scaramucce belle e buone tra l’assessore Volo e il Direttore Iacolino. Entrambi non hanno risparmiato di evidenziare i propri  ruoli della serie…”Io sono l’assessore alla Sanità”; e di rimando: “Ed io sono il Direttore Generale della Sanità siciliana, quindi si fa in questo modo”.
Ed ancora: l’on. Margherita La Rocca Ruvolo, già presidente della commissione Sanità ed attualmente suo componente, non ha disdegnato di attaccare nuovamente il Commissario dell’Asp di Agrigento Mario Zappia, già oggetto delle “attenzioni” della Ruvolo da un bel po’ di tempo. E per i due non sono stati di certo tarallucci e vino. La prima, l’onorevole, che ha sottolineato a suo modo di vedere i pochissimi interventi messi in atto da Zappia nel corso del suo mandato. E Zappia, che non le manda a dire, ha voluto ricordare all’ex presidente della Commissione Sanità “la sua enorme mole di lavoro espressa” durante la sua presidenza a favore della sanità agrigentina.
Ovviamente “l’enorme mole di lavoro espressa” è messa tra virgolette…

Cianciana sotto shock. Ieri è morto improvvisamente il piccolo Nicolò di appena tredici anni, causata da improvvisi ed inaspettati problemi di salute.

Almeno così ha scritto nella sua bacheca di facebook il sindaco di Cianciana, Francesco Martorana, il quale oltre a manifestare cordoglio e vicinanza alla famiglia del giovane scomparso ha proclamato il lutto cittadino per la giornata dei funerali che si terranno presso la chiesa della Santissima Trinità.

 

Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Simone Gramaglia, stigmatizza la condizione di stallo in cui versa la procedura di nomina dei nuovi direttori delle Aziende sanitarie e ospedaliere. E a fronte della proroga degli attuali commissari fino al 31 gennaio, e del perdurare delle fughe dei medici, le dimissioni, le carenze d’organico e i disservizi, afferma: “Qualcuno provi vergogna per la sanità agrigentina. Commissario sì, commissario no. Manager sì, manager no. Questa è la polemica di questi mesi per la sanità siciliana e quindi anche agrigentina. E’ una polemica tutta politica o si vuole davvero aiutare il sistema sanitario locale a recuperare un gap ancora evidente verso le altre realtà sanitarie? E’ una polemica solo politica o si vuole dare un aiuto ai tanti operatori sanitari costretti a un lavoro massacrante per garantire turni in ospedale e in ambulatorio? E’ una polemica solo politica o si vuole migliorare lo stato di salute dei cittadini, che in Sicilia hanno una speranza di vita inferiore rispetto ai cittadini del nord? Tanto nessuno prova vergogna” – conclude Gramaglia.

Come rileva, e documenta in foto e video, l’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento, coordinata da Claudio Lombardo, anche nell’autunno del 2023, come negli anni precedenti, in occasione della stagione della lavorazione delle olive si è ripetuto il “miracolo di San Gennaro” nel fiume Naro ad Agrigento, che diventa di colore scuro perché alcuni imprenditori oleari, poco inclini al rispetto dell’ambiente, riversano nel fiume gli scarti, le acque di vegetazione. E ciò avviene nonostante gli intensi controlli dei Carabinieri del Nucleo Ambientale, che negli scorsi anni hanno sanzionato con severità gli inquinatori. Il fiume Naro attraversa le campagne di Canicattì, Naro, Camastra e Favara – zone ricche di frantoi – rendendo difficoltosi i controlli. Le acque derivanti dalla lavorazione delle olive, che sono un vero e proprio rifiuto, sono duecento volte più inquinanti delle acque fognarie…

Dal governo nazionale passi indietro nella concessione di poteri speciali al presidente della Regione, Schifani, per la costruzione dei termovalorizzatori. Ecco quanto accade.

Doccia gelata da Roma per il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, da mesi in pressing sul governo nazionale al fine di ottenere poteri speciali, e la nomina di commissario, per la costruzione dei termovalorizzatori nell’isola. Non solo il ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, dello stesso partito (Forza Italia) di Schifani, non ha inserito la norma nell’ultimo decreto Energia, ma anche la Commissione Bilancio alla Camera ha bocciato un emendamento di Forza Italia, presentato dal deputato Francesco Cannizzaro al “decreto Sud”, che avrebbe consentito di nominare i presidenti di Regione come commissari straordinari per assicurare interventi più veloci in materia di gestione dei rifiuti. E ciò applicando il metodo “Gualtieri”, ovvero quanto concesso dal governo Draghi al sindaco di Roma per costruire l’agognato termovalorizzatore della Capitale. Al momento quindi subisce una battuta d’arresto imprevista il crono – programma di Schifani di pubblicare i bandi di gara entro il 2023 e attivare i termovalorizzatori prima della conclusione della legislatura, nel 2027. In Sicilia il processo di gestione e smaltimento dei rifiuti è da tempo in difficoltà. Secondo l’ultimo rapporto sui rifiuti urbani dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nel 2021 in Sicilia sono state prodotte 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui oltre la metà smaltiti in discarica, corrispondenti a 239 chili per abitante, ovvero la quantità pro capite più elevata d’Italia. La regione è anche l’unica dove la raccolta differenziata è inferiore al 50 per cento, anche se si riscontrano dei miglioramenti costanti. La situazione si è complicata ulteriormente la scorsa estate, a seguito dei numerosi e violenti incendi che hanno bruciato molte aree del Sud Italia e in particolare della Sicilia. A luglio un incendio è divampato anche nella discarica comunale di Bellolampo, a ovest di Palermo, con gravi conseguenze sulla qualità dell’aria. L’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha rilevato nella zona della discarica livelli di diossina (un gruppo di sostanze tossiche e cancerogene prodotte in alcuni processi di combustione) pari a nove volte il valore medio solitamente presente nei centri urbani, e il sindaco Roberto Lagalla ha imposto alcuni obblighi e divieti per evitare il rischio di contaminazioni. L’ultimo incontro tra Schifani e il ministro Gilberto Pichetto Fratin risale allo scorso 5 settembre. A Roma il presidente della Regione ha ribadito l’impegno, assunto con gli elettori alle Regionali del 2022, di dotare la Sicilia di almeno due termovalorizzatori di ultima generazione, a emissioni zero, in grado di risolvere gli atavici problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e, allo stesso tempo, di produrre energia.

Giuliana Miccichè

Il Sindacato SGS-Scuola,  seppur definito piccolo, si ritrova già a raccogliere i frutti del proprio lavoro, principalmente per quanto connesso alla vertenza ATA, tutt’oggi in corso, che mira a riportare nelle scuole, quanti più lavoratori possibili, tra coloro (assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici) che hanno prestato servizio nel difficile biennio della pandemia da Covid 19. Va certamente riconosciuto che il neonato organico PNRR, che sta riassorbendo parte dei lavoratori ATA in questione, è stato ottenuto da pressioni congiunte, seppur indipendenti tra esse, provenienti dal Sindacato SGS-Scuola, da altri sindacati, che strada facendo hanno abbandonato gli obiettivi  e da qualche gruppo di lavoratori non supportati da sigle sindacali. Possiamo affermare che il seme dell’organico AGENDA SUD è stato gettato in Sicilia, e segnatamente in un documento – istanza redatto dalla Dirigenza del Sindacato SGS Scuola nei primi mesi del 2023, che denunciava la carenza di personale ATA nelle scuole siciliane, e l’urgenza d’intervento da parte della politica e delle istituzioni, per le peculiarità sociali della Regione. Si riportano di seguito alcuni passi del documento: “Premesso che la Sicilia è una regione fortemente a rischio analfabetismo e dispersione scolastica, nonché caratterizzata da una popolazione altamente multietnica, e pertanto bisognosa di scelte ponderate su parametri differenti rispetto a quelli utilizzati per altre regioni, meno “difficili”, al fine di ottenere analoghi risultati, in termini organizzativi ed in termini di fruizione dei vari servizi, tra cui l’Istruzione.” E ancora: ”Ciò premesso, si chiede al Dott. Pierro, in qualità di Dirigente dell’USR Sicilia di volere fare proprie le istanze di cui sopra e di volerle porre all’attenzione dell’Ufficio Scolastico Nazionale al fine di rendere oggettivamente efficace l’azione cui sono preposti gli Istituti scolastici Siciliani, ossia fornire un servizio di pari livelli qualitativi rispetto alle altre regioni italiane, sia in ordine alle attività ordinarie che a quelle straordinarie come la realizzazione del PNRR, PON, e attività pomeridiane di ogni genere.” Il documento è stato fatto proprio dell’USR Sicilia. I tristi eventi di cronaca di Palermo e Caivano hanno poi di fatto reso concrete e immediate le azioni di Governo che si sono tradotte in un Progetto che coinvolge in via sperimentale alcuni Istituti di otto Regioni del Sud Italia, tra cui la Sicilia, che vedono attualmente una unità in più di personale ATA a tempo determinato, assunta con contratto al 31/12, che con tutta probabilità sarà prorogata con Legge di Bilancio 2023 al 15 aprile 2024. Il sindacato SGS Scuola, la cui azione è improntata sul dialogo e sul pacifico scambio di idee, coglie l’occasione per prendere le distanze da gruppi di lavoratori che, seppur comprensibilmente provati dal fatto di non avere ricevuto incarico nell’anno in corso, attaccano pubblicamente esponenti politici e istituzioni.

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e i colleghi della Compagnia di Agrigento hanno effettuato un controllo nei cantieri in corso nell’area dove è stata progettata la costruzione del depuratore di Timpa dei Palombi, al confine tra Agrigento e Favara. Sono state riscontrate diverse irregolarità e cinque persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Agrigento. Si tratta del coordinatore della sicurezza, a cui è contestata l’omessa sospensione dei lavori in caso di pericolo grave e imminente, e quattro imprenditori: due agrigentini, un catanese, un nisseno e un ennese, ai quali è contestata l’omissione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Riscontrato anche l’utilizzo di un ponteggio non a norma, l’omessa installazione di parapetti e la mancata installazione dei servizi igienici di cantiere. Sanzioni per alcune migliaia di euro.

Ad Agrigento nel centro storico nottetempo ignoti hanno colpito a sprangate il portone d’ingresso dell’abitazione di una donna di 60 anni. Sul posto, allarmati da lei, sono intervenuti i poliziotti della Squadra Volanti. Indagini sono in corso al fine di accertare se si sia trattato di un atto intimidatorio e per quale ragione, oppure se sia stato un gesto meramente vandalico. La Procura di Agrigento ha avviato un’inchiesta.

Un incendio è divampato ieri sera intorno alle 20,30 all’interno di una abitazione in via Cacici, traversa di corso Umberto a Licata. Lanciato l’allarme sul posto i vigili del fuoco che stanno lavorando per domare le fiamme; secondo una prima ricostruzione pare che il problema sia scaturito dal mal funzionamento di una caldaia. Pare che non ci siano feriti gravi, sul posto anche i carabinieri della locale compagnia e un’ambulanza del 118.