Quando Primo Levi scrisse ” Se questo è un uomo” fece di tutto perché ,dalla lettura, emergesse la forza e la volontà dei prigionieri di sopravvivere, anche per far rivivere la memoria. La legge del 20 luglio 2000, n. 211 nell’articolo 1 recita cosi:” La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio , data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ” giorno della memoria” , al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. La memoria è ciò che ricordiamo di essere stati e non può esserci futuro senza di essa. Dimenticare tutto ciò che siamo stati significa condurre una vita priva di riferimenti, equivale a distruggere la base della propria identità e della propria continuità nel tempo. E’ necessario, quindi, ricordare per non dimenticare che siamo figli ed eredi di un crudele ventesimo secolo, governato da indicibili orrori, prodotti generati, da governi autoritari che in nome di infondati principi, alieni da ogni diritto, hanno calpestato e annichilito la dignità , l’essenza e la presenza di milioni di persone innocenti. Non DIMENTICARE diventa un’esigenza, una necessità, che deve valorizzare la memoria storica, non attraverso magniloquenti discorsi, ma tradursi in una lettura attenta, critica e vigile del nostro tempo presente, che purtroppo, mostra ancora segni inequivocabili di quella violenza che si traduce in espressione, repressione, stragi, genocidi, verso i nostri simili, colpevoli perché diversi per cultura, religione, sesso, età. Oggi più che mai, COMMEMORARE il giorno della memoria significa, non solo guardare al passato ma soprattutto osservare il mondo che ci circonda e constatare che è la memoria storica a darci la misura del percorso nei secoli dei diritti umani. Purtroppo dalle violenze che continuano e continueranno a perpetuarsi sulle donne, sui bambini, sugli anziani, sugli indifesi, sui diversi, in Siria, in India, In Pakistan, in Tibet,ecc ecc, si ha la certezza che quel percorso verso la conquista dei diritti diventa sempre più difficile e inaccettabile. Ricordare, commemorare significa preparare il terreno per il raccolto, patrimonio prezioso per l’attuale durissimo inverno dello spirito. Ricordare è un dovere!. Con grande stima e affetto Aldo Mucci SGS Scuola
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