L’Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini, letteralmente “ai ferri corti” con Siciliacque, ovvero la società privata, partecipata solo per il 25% dalla Regione Siciliana, con funzioni di sovrambito nel settore idrico dell’isola. Il direttore generale dell’Aica, Claudio Guarneri, ha partecipato ad una riunione convocata dalla “Cabina di regia”, istituita a Palermo dal presidente della Regione, Renato Schifani, e presieduta dal capo della Protezione civile, Salvatore Cocina. Guarneri ha vivacemente contestato il rappresentante di Siciliacque rivendicando l’autonomia gestionale dell’Aica, a fronte di ciò che lo stesso Guarneri definisce come “indebite e ingiustificate ingerenze da parte di Siciliacque, che pretende e si arroga il diritto di imporre regole e modalità al nostro lavoro di approvvigionamento e distribuzione”. Il direttore dell’Aica ritiene improcrastinabile una riforma dell’assetto regionale che sovrintende alle risorse idriche. “Non è ad esempio tollerabile – sottolinea Guarneri – che Siciliacque prelevi acqua dalle fonti del territorio agrigentino, e che poi rivenda l’acqua, a caro prezzo, all’Aica, quindi agli agrigentini”. “Invito – conclude Guarneri – la deputazione agrigentina, a prescindere dal colore politico, ad impegnarsi a rimedio di una situazione paradossale e non più sopportabile”.
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