\”Agrigento contro Agrigento\”. La Lectio Magistralis del Prefetto Filippo Romano

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Il Prefetto di Agrigento ha parlato ed io da agrigentina che non denigra e non vitupera la propria città rendendola sempre meno affascinante alle orecchie di chi ascolta, ho recepito la lezione e mi sono anche vergognata. 

Durante la manifestazione tenutasi al teatro Pirandello che ha visto presenti tutti i sindaci che hanno partecipato al concorso per la propria città come Capitale della Cultura 2025, nomina poi assegnata come è noto ad Agrigento, il Prefetto dott. Filippo \"\"Romano, nel dichiarare apertamente di essersi “ innamorato “ della nostra città, ha elegantemente bacchettato i nuovi ed i vecchi detrattori  ed  a mia personale interpretazione, tutti quelli che fanno della denigrazione una battaglia personale e politica, per ergersi forse a paladini di chissà quale giustizia, visto che questa indiscriminata critica non rende alcuna giustizia alla nostra città.

Certo ogni città ha i suoi problemi e le sue pecche ed anche Agrigento non ne è esente, ma lanciarsi con così tanta veemenza in una continua opera di distruzione della città, non ci fa certo onore. Tutto ciò che emerge agli occhi di chi guarda ed all’orecchio di chi ascolta, è che Agrigento sia praticamente la città del malaffare dove si delinque per un piatto di pasta, dove non c’è ordine né legge, dove buona parte dei cittadini congiura a danno di altri impunemente e tutto il resto della popolazione viene assimilato ad un branco di stupidi pecoroni che accettano passivamente ogni qual si voglia sciagura perpetrata a loro danno. 

Chi si identifica in questa descrizione ed in questo concetto da sempre incollato sulla nostra pelle, alzi la mano! 

Io però, non ci sto!

Non ci sto a farmi denigrare insieme alla mia città e chiunque abbia una dignità personale non dovrebbe consentire lo scempio che vuole assimilare la città di Agrigento alle città americane negli anni durissimi della , “caccia o febbre dell’oro tra l’800 e il 900”, dove l’unico diritto personale era quello di aggiudicarsi il maggior quantitativo del prezioso metallo a scapito di chiunque e soprattutto della legge. Niente regole, se non quelle ad uso e consumo personale. 

Viene facile chiedersi come mai una città che vive il nostro tempo e che vanta 2.600 anni di storia, rimanga in balia di questo o quell’altro malvivente, approfittatore, disonesto e rimanga sempre impunito. Si perché, la faccia che viene offerta al resto d’Italia ed al mondo intero, non ha certo un bell’aspetto ! Mi spiego meglio. Se è vero come è vero che qui regnano il malaffare, la sporcizia, il ladrocinio, il caos e l’anarchia, si stanno mettendo alla berlina anche le istituzioni e le centinaia di persone che lavorano e rischiano costantemente la vita per far rispettare la legge, ergo, anche la Procura, la Prefettura e la Questura, con i loro vertici, subiscono questa sorta dì oltraggio e vituperio. 

Delle due, l’una. 

O Agrigento è una città dove tutti fanno quello che vogliono in barba agli altri ed alle istituzioni o è una città come tante che di sicuro ha bisogno di aggiustamenti, controllo e progetti di riqualificazione per farne una città moderna ed al passo coi tempi. Se poi non si può fare a meno di straparlare, giudicare, puntare il dito e proporre illazioni di ogni genere prendendo a schiaffi Agrigento e gli agrigentini, vorrei proporre alla nostra giurisprudenza di integrare quello che nella Repubblica Marinara di Genova nel 1.300 era il “ Diritto al mugugno” e cioè, il diritto di lamentarsi e criticare ogni cosa bella o brutta che fosse, propositiva o improduttiva, fertile o sterile e trarne una sorta di benessere personale per lo sfogo.

Ma, cari signori, per ogni diritto c’è anche un dovere. 

Il “ Diritto al mugugno “ veniva concesso previa riduzione del salario ai marinai che ne facevano richiesta, come dire “ Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” ( per dirla come Newton), quindi ogni mugugno ha un costo e, a forza di mugugni, si dovrebbe fare attenzione a non finire sul lastrico! 

Io, ci rifletterei un po’!

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One Thought to “\”Agrigento contro Agrigento\”. La Lectio Magistralis del Prefetto Filippo Romano”

  1. Angelo

    È proprio così, buttare fango su tutto e tutti è uno sport molto praticato! Peccato però che questo sport non abbia nessun campione, nessun primatista , niente di eccezionale! Solamente fango e spesso anche merda che buttano in aria e rimangono sotto riprendendo sulla propria faccia quello che hanno buttato in aria. È quello che meritano, essere sommersi dalle proprie sporche ,facili ed illogiche ed inutili deduzioni. Perché non cercare di costruire, correggere, aggiustare gli errori e le mancanze di altri che hanno , per un qualsivoglia motivo, sbagliato? I detrattori di oggi, non saranno mai i giudici di domani, sarebbero poco credibili e per niente giusti. Condivido pienamente quanto hai scritto e se mi è permesso, suggerisco a questi detrattori di farsi un lungo viaggio e non tornare mai più ad Agrigento.

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