L’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio condannato a 4 anni e mezzo per corruzione. Il processo nato dall’inchiesta «Mare monstrum» su un giro di mazzette alla Regione siciliana in cambio di favori sui contributi pubblici per i collegamenti con le isole minori. Il tribunale ha disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la confisca di 200 mila euro.
La giunta regionale ha approvato il Rendiconto finanziario 2022 e il Bilancio di previsione 2024 – 2026. Gli interventi di Schifani e dell’assessore Falcone.
Adesso è in marcia la Finanziaria, dopo che la giunta regionale ha approvato il Rendiconto finanziario 2022 e, a seguito del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti, anche il Bilancio 2024 – 2026, ovvero il principale documento contabile di programmazione della Regione Siciliana, elaborato su un orizzonte triennale e con l’indicazione per singolo capitolo di ogni entrata e spesa delle diverse strutture dell’ente. In particolare, nelle previsioni del documento contabile il governo ha mantenuto gli impegni assunti con lo Stato in relazione alla riduzione del disavanzo della Regione e del rispetto di specifici parametri di virtuosità, iniziando dalla riduzione della spesa corrente.
Il Bilancio è stato redatto in conformità alle linee guida e alle politiche di sviluppo espresse dal Documento di economia e finanza 2024 – 2026 già approvato lo scorso giugno. Prudenzialmente è stato programmato un innalzamento della quota di ripiano annuale in carico alla Regione – quantificata in 70 milioni annui – a copertura delle trattative sulla revisione dell’Accordo Stato-Regione attualmente in corso.
E il presidente della Regione, Renato Schifani, commenta: “Proseguiamo nel riallineamento degli strumenti finanziari della Regione nel segno di un virtuoso riordino dei conti. Un ente in equilibrio contabile può così dare risposte puntuali alle esigenze sociali ed economiche della Sicilia. I numeri del Bilancio di previsione tracciano una ulteriore evoluzione virtuosa dell’attività amministrativa e degli impegni economici della Regione dal 2024 al 2026. Di fatto si tratta del primo documento organicamente concepito dal mio governo, nell’interesse della Sicilia ad avere i conti in ordine senza rinunciare ai servizi e agli investimenti nella qualità della vita dei cittadini”.
E l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, aggiunge: “Il via libera ai due strumenti finanziari conferma il miglioramento in atto dei conti della Regione, uno scenario sempre più confortante per un’istituzione che dimostra di sapersi mettere con le carte in regola. I numeri certificano un’ulteriore riduzione del disavanzo da 6,1 a 4,3 miliardi di euro, cioè la diminuzione di circa un terzo. Nel 2019, lo ricordiamo, toccavamo i 7 miliardi. Confermato anche il trend di efficientamento delle entrate e dei pagamenti, a vantaggio delle imprese e dell’economia siciliana nel suo complesso, nonché di rafforzamento della cassa. Migliora l’equilibrio finanziario della Regione e dunque la sua affidabilità, un dato di cui dovranno tenere conto anche le agenzie di rating in futuro. Dopo molti anni abbiamo voluto approvare il Bilancio di previsione prima della Finanziaria. E ciò per dare maggiore certezza ai conti di uno strumento finanziario basato su politiche economiche espansive e su solide entrate. Un ringraziamento al ragioniere generale Ignazio Tozzo e agli uffici” – conclude l’assessore Falcone.
Giuliana Miccichè
Michele Santoro racconta il suo aggancio con Matteo Messina Denaro in carcere per scrivere un libro su di lui: “Il boss era d’accordo, ma non ho mai ricevuto risposta dalle istituzioni. Perchè?”.
Matteo Messina Denaro è stato d’accordo nell’incontrare Michele Santoro perchè il giornalista avrebbe avuto intenzione di scrivere un libro su di lui. Santoro si è rivolto alle istituzioni preposte per entrare nel carcere al cospetto del boss, ma senza riscontro. Lui, Santoro, per agganciare Messina Denaro ha contattato sua nipote e suo avvocato, Lorenza Guttadauro.
E Michele Santoro svela il perchè del libro, e spiega: “Matteo Messina Denaro è sempre stata una chiave per comprendere cosa era successo dalle stragi di mafia del 1992 in poi a Cosa Nostra. Di questa organizzazione che ha segnato la storia del nostro Paese oggi sappiamo poco o niente. Raccolgo da tempo il maggior numero di informazioni possibili su questo. Capire come si era svolta la latitanza dell’ultimo padrino era essenziale. Il suo arresto mi ha lasciato perplesso, perché Matteo Messina Denaro aveva come scopo primario della sua esistenza quello di non farsi catturare. Non esisteva una sua foto o una intercettazione o la notizia certa di un incontro: e all’improvviso si mette a fare i selfie con gli operatori della clinica ‘La Maddalena’? Non credo affatto che abbia vissuto gli anni di latitanza solo in Sicilia, ma morire da solo a Dubai o in Tunisia sarebbe stato insopportabile anche per lui. Invece qui poteva finalmente vedere per la prima volta la figlia e incontrare i membri della sua famiglia. Quando la malattia è avanzata ha abbassato le difese. Non si è consegnato perché uno come lui non tratta con le istituzioni, ma sapeva che prima o poi lo avrebbero preso”.
Poi Michele Santoro rivela un episodio inedito: “Quando la mattina del 16 gennaio, il giorno dell’arresto, stava andando in clinica a Palermo, si è accorto che la sua automobile è stata sorpassata da un furgone ‘sospetto’ che trasportava chi l’avrebbe catturato. Per un attimo il suo riflesso è stato quello di invertire la direzione e scappare. Poi invece ha deciso di proseguire. E’ un dettaglio che mi è stato riferito ma che è stato lui a raccontare”.
E poi l’ex conduttore di pietre miliari dei talk show impegnati, come “Samarcanda”, aggiunge: “L’arresto di Matteo Messina Denaro è stato una resa condizionata dalla malattia. L’operazione dei Carabinieri è stata limpida, ma facile, e non ha portato a nessuna scoperta importante. Forse perché dopo una caccia di 30 anni un po’ di fortuna ci vuole. D’altro canto è sempre stato diverso dai capimafia che l’hanno preceduto. Laico, informato, aveva le sue opinioni su tutto. Per questo sarebbe stato molto interessante poterlo incontrare. Io non mi sento un cronista giudiziario o un ‘mafiologo’ come altri. Io mi avvicino con un occhio particolare al Male. Senza moralismi o condanne preventive”. E poi, ancora in riferimento al suo aggancio con Messina Denaro, Michele Santoro racconta: “Ho scritto a sua nipote, l’avvocato Lorenza Guttadauro. Dopo qualche settimana mi è arrivata una risposta. Era positiva. L’avvocata diceva che lui sarebbe stato molto contento di incontrarmi e mi ha chiesto ragguagli. Io gli ho descritto meglio che tipo di libro avrei voluto scrivere e che tipo di interessi avevo su di lui. Gli ho spiegato che dal mio punto di vista si trattava di un confronto drammatico come quello che ho avuto con Maurizio Avola. Non ero un giudice e non volevo emettere condanne ma capire. Altrimenti lo avrei messo solo sulla difensiva senza che mi dicesse nulla di interessante. La risposta è stata ancora più incoraggiante. Mi ha mandato a dire che era pronto ad incontrarmi e che sarebbe stato felice di collaborare per questo libro. Ho contattato quindi il capo del Dap (il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), Giovanni Russo, precisando che non si trattava di un articolo ma di un lavoro particolare che avrebbe richiesto tempi lunghi e che probabilmente sarebbe stato un libro postumo, ovvero pubblicato dopo la morte del boss. Avrebbero anche potuto registrare i colloqui per utilizzarli per le investigazioni, ovviamente. Potevano fare quello che ritenevano più opportuno, anche visionare il lavoro prima della pubblicazione per vedere se c’erano elementi di pericolo per la collettività. Russo mi ha consiglito di scrivere una richiesta formale indirizzata a lui, all’Antimafia e alla Procura di Palermo. Ho indirizzato la richiesta alle istituzioni competenti, senza ricevere mai una risposta. Tramite l’avvocato ho poi saputo che avevano valutato di respingere la mia richiesta perché le regole del 41 bis impedivano di fare qualsiasi cosa. Non è vero. In altre occasioni il permesso è stato accordato. E lui in nessun modo avrebbe mai collaborato con le istituzioni. Con un giornalista sarebbe stato diverso, perché non sarebbe stata una rinuncia al suo ruolo di capo, non avrebbe avuto il senso di una confessione. Sarebbe stato anche un modo per lui di esprimersi in libertà. E mi chiedo: perché faceva paura un Matteo Messina Denaro che consegna dichiarazioni o memorie? Anche se le opportunità per parlare negli interrogatori le ha avute: ma non voleva collaborare. Magari invece un giornalista come me, che garantisce assoluta indipendenza dalle Procure, lo avrebbe spinto a dire qualcosa di clamoroso”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)
A Realmonte si è svolta la cerimonia di scopertura di una targa sul Belvedere Scala dei Turchi, in presenza delle autorità civili e militari, dei deputati Giovanna Iacono del Partito Democratico e Carmelo Pace della Democrazia Cristiana, del dottore Ferdinando Sciabarrà e dei legali, gli avvocati Giuseppe Scozzari e Antonino Cremona, degli assessori comunali, Emanuele Fiorica, Domenico Coco, del vicepresidente del Consiglio Comunale, Irene Pilato, e dei consiglieri di maggioranza Pasquale Valenti e Assunta Infurna. L’amministrazione comunale, presieduta dal sindaco Lattuca, intende promuovere diverse attività finalizzate alla tutela, valorizzazione, custodia e promozione del bene della Scala dei Turchi, tramite l’istituzione di una fondazione o istituti simili per i quali il consiglio comunale si è espresso positivamente in varie occasioni. E’ stato inoltre già attivato al Ministero della Cultura l’iter per la definizione della candidatura della Scala dei Turchi, tra i beni Unesco.
Che paura i mostri e i fantasmi! Ne sanno qualcosa anche gli antichi che spesso raffiguravano nei loro manufatti maschere paurose, la morte e i dannati condannati in una sorta di limbo perché senza sepoltura. Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento domenica 29 ottobre alle 16 al Museo Pietro Griffo propone “La porta della paura” un’attività creativa rivolta al pubblico dei giovanissimi d’età compresa tra 6 e 12 anni. Un laboratorio che permetterà di apprendere ascoltando, guardando e colorando, ma al tempo stesso narrando. Il filo conduttore dell’esperienza sarà una delle emozioni che accomuna i bambini di ieri e di oggi fin dagli albori dell’umanità, ovvero la paura. Paura verso ciò che non si conosce o non si è in grado di spiegare. L’archeologo guiderà i giovani esploratori tra le teche del Museo Archeologico alla ricerca di figure paurose riportate sui reperti antichi. Dopo aver affrontato il tema delle paure che si celano dietro le mostruose figure mitologiche dell’antichità, ciascun bambino darà libero sfogo alla propria immaginazione portando a compimento un lavoretto basato sulla sua personale creatività narrativa per immagini.
Al termine, ciascun partecipante riceverà un omaggio “dolce” legato alle feste tradizionali di questo periodo.
In una nota congiunta la segreteria nazionale della Democrazia Cristiana Storica attraverso il suo segretario Franco Ferrari, l’associazione “Grande Brescia” e l’associazione “Italian IndianPress Club“, stigmatizzano la revoca, da parte del sindaco di Bione (BS), il leghista Franco Zanotti, dell’autorizzazione alla presentazione del nuovo libro di Magdi Cristiano Allam dal titolo “Un miracolo per l’Italia”, prevista per il prossimo 17 novembre. Il sindaco Zanotti giustifica la revoca «in considerazione dei tragici avvenimenti che stanno coinvolgendo Israele e la Striscia di Gaza e che stanno alimentando importanti divisioni all’interno dell’opinione pubblica, onde evitare rischi di pubblica sicurezza sia per il relatore sia per il pubblico non si ritiene opportuno concedere la struttura per lo svolgimento della presentazione». Per gli organizzatori le tesi del primo cittadino sono irricevibili e le motivazioni contraddittorie in quanto il libro di Allam non affronta proprio il tema specifico del conflitto israelo-palestinese. “Com’è noto Magdi Cristiano Allam– sottolineano nella nota- ” è un esperto del Medio Oriente, dell’islam e dell’immigrazione, probabilmente il più competente e autorevole in Italia, carica che ha svolto per 24 anni al quotidiano “La Repubblica” come Editorialista e Inviato speciale, e per 5 anni al “Corriere della Sera” come vice-Direttore. Ha tenuto dei seminari nelle Università La Sapienza di Roma, alla Statale di Milano, alla Scuola Superiore di Polizia di Roma, conferenze alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri, al Centro Alti Studi per la Difesa e al Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS). ” È molto grave che il Sindaco Zanotti vieti preventivamente la presentazione del volume adducendo «rischi di pubblica sicurezza. L’amministrazione comunale– continua ancora la nota – non è un organo competente sul tema specifico della sicurezza. Avrebbero dovuto essere le autorità di pubblica sicurezza a deliberare la decisione di vietarla. Ciò che non è mai finora successo nei confronti di Magdi Cristiano Allam, pur nella consapevolezza di approntare delle adeguate misure di sicurezza. In uno stato di diritto e in una democrazia sana, si consente l’esercizio della libertà di espressione anche se le idee dovessero confliggere con altre idee, purché formulate nel rispetto dei principi della nostra Costituzione”. ” Siamo convinti – concludono gli organizzatori che ” la decisione del Sindaco Zanotti non sarebbe stata approvata dal negretario nazionale del suo partito, Matteo Salvini, né sul piano formale della censura preventiva della libertà di espressione, né sul piano contenutistico in quanto le idee di Magdi Cristiano Allam sui temi della guerra israelo-palestinese, dell’immigrazione e dell’integrazione corrispondono a quelle di Matteo Salvini”. La Democrazia Cristiana Storica, e le Associazioni Grande Brescia e Italian IndianPress Club ” invitano il sindaco di Bione a rivedere la sua decisione e a far prevalere il principio costituzionale della libertà d’espressione, demandando il tema specifico della sicurezza alle competenti autorità
A seguito di informazioni false e fuorvianti relative alla rappresentatività del Sindacato Generale Scuola, si precisa quanto segue. Il sindacato Generale Scuola, ha ricevuto dal Ministero del Lavoro Direzione generale rapporti di lavoro e relazioni industriali divisione III – Diritti sindacali e rappresentatività la presa d’atto della registrazione ed il relativo nulla osta.L’Organizzazione sindacale SGS ha inoltre ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento dell’Amministrazione Generale del Personale e dei Servizi Direzione Sistemi Informativi e dell’Innovazione l’autorizzazione all’accesso al Sistema NoiPA. Inoltre è stata presa in atto la protocollazione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri del Sindacato Generale lavoratori della Scuola – SGS – Pertanto le false notizie relative alla Istituzione SGS sono ingannevoli e distorte con il deliberato intento di disinformare i lavoratori della scuola. SGS è in campo per rappresentare e tutelare i lavoratori della scuola. Altri per qualche adesione in più conclude Mucci
Martedì, 31 ottobre prossimo, presso il Palazzo Municipale di Licata, si terrà una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduta dal Prefetto di Agrigento, Filippo Romano.
La riunione – alla quale prenderanno parte il Questore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri ed il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza – è stata convocata per fare il punto sulla situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica nel Comune di Licata, teatro di frequenti episodi di criminalità, tra i quali danneggiamenti, aggressioni alle persone, furti e rapine.
Al termine della seduta di Comitato, il Prefetto farà visita al Comune di Licata e presso la sala del Consiglio, terrà un incontro con i consiglieri comunali.