Ottobre 2023 - Pagina 3 di 38 - Sicilia 24h
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E’ stata inaugurata a Trapani in via Madonna di Fatima n.102 la nuova sede sindacale provinciale della Confasi. Il responsabile è Michele Ritondo. Il punto Confasi, aperto agli iscritti fornirà servizi ai cittadini del vasto comprensorio fornendo servizi, strumenti e tutele per i lavoratori e i disoccupati. La sede Trapani sarà anche Caf e Patronato. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti, tra gli alttri, il presidente regionale della Confasi, Davide Lercara e consiglieri comunali Maurizio Miceli e Nicola Lamia. I locali, arredati con le piante di Idea Fiori, sono stati benedetti dal parroco della Chiesa Madonna di Fatima don Nino Gerbino. I partecipanti all’inaugurazione sono stati allietati da uno spettacolo dei trapanesi “Tamburini di Trinacria” Alla fine Confasi ha offerto per tutti un rinfresco curato dall’azienda “La Pistacchiata”.

Il Sindacato SGS-Scuola,  seppur definito piccolo, si ritrova già a raccogliere i frutti del proprio lavoro, principalmente per quanto connesso alla vertenza ATA, tutt’oggi in corso, che mira a riportare nelle scuole, quanti più lavoratori possibili, tra coloro (assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici) che hanno prestato servizio nel difficile biennio della pandemia da Covid 19. Va certamente riconosciuto che il neonato organico PNRR, che sta riassorbendo parte dei lavoratori ATA in questione, è stato ottenuto da pressioni congiunte, seppur indipendenti tra esse, provenienti dal Sindacato SGS-Scuola, da altri sindacati, che strada facendo hanno abbandonato gli obiettivi  e da qualche gruppo di lavoratori non supportati da sigle sindacali. Possiamo affermare che il seme dell’organico AGENDA SUD è stato gettato in Sicilia, e segnatamente in un documento – istanza redatto dalla Dirigenza del Sindacato SGS Scuola nei primi mesi del 2023, che denunciava la carenza di personale ATA nelle scuole siciliane, e l’urgenza d’intervento da parte della politica e delle istituzioni, per le peculiarità sociali della Regione. Si riportano di seguito alcuni passi del documento: “Premesso che la Sicilia è una regione fortemente a rischio analfabetismo e dispersione scolastica, nonché caratterizzata da una popolazione altamente multietnica, e pertanto bisognosa di scelte ponderate su parametri differenti rispetto a quelli utilizzati per altre regioni, meno “difficili”, al fine di ottenere analoghi risultati, in termini organizzativi ed in termini di fruizione dei vari servizi, tra cui l’Istruzione.” E ancora: ”Ciò premesso, si chiede al Dott. Pierro, in qualità di Dirigente dell’USR Sicilia di volere fare proprie le istanze di cui sopra e di volerle porre all’attenzione dell’Ufficio Scolastico Nazionale al fine di rendere oggettivamente efficace l’azione cui sono preposti gli Istituti scolastici Siciliani, ossia fornire un servizio di pari livelli qualitativi rispetto alle altre regioni italiane, sia in ordine alle attività ordinarie che a quelle straordinarie come la realizzazione del PNRR, PON, e attività pomeridiane di ogni genere.” Il documento è stato fatto proprio dell’USR Sicilia. I tristi eventi di cronaca di Palermo e Caivano hanno poi di fatto reso concrete e immediate le azioni di Governo che si sono tradotte in un Progetto che coinvolge in via sperimentale alcuni Istituti di otto Regioni del Sud Italia, tra cui la Sicilia, che vedono attualmente una unità in più di personale ATA a tempo determinato, assunta con contratto al 31/12, che con tutta probabilità sarà prorogata con Legge di Bilancio 2023 al 15 aprile 2024. Il sindacato SGS Scuola, la cui azione è improntata sul dialogo e sul pacifico scambio di idee, coglie l’occasione per prendere le distanze da gruppi di lavoratori che, seppur comprensibilmente provati dal fatto di non avere ricevuto incarico nell’anno in corso, attaccano pubblicamente esponenti politici e istituzioni.

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e i colleghi della Compagnia di Agrigento hanno effettuato un controllo nei cantieri in corso nell’area dove è stata progettata la costruzione del depuratore di Timpa dei Palombi, al confine tra Agrigento e Favara. Sono state riscontrate diverse irregolarità e cinque persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Agrigento. Si tratta del coordinatore della sicurezza, a cui è contestata l’omessa sospensione dei lavori in caso di pericolo grave e imminente, e quattro imprenditori: due agrigentini, un catanese, un nisseno e un ennese, ai quali è contestata l’omissione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Riscontrato anche l’utilizzo di un ponteggio non a norma, l’omessa installazione di parapetti e la mancata installazione dei servizi igienici di cantiere. Sanzioni per alcune migliaia di euro.

Ad Agrigento nel centro storico nottetempo ignoti hanno colpito a sprangate il portone d’ingresso dell’abitazione di una donna di 60 anni. Sul posto, allarmati da lei, sono intervenuti i poliziotti della Squadra Volanti. Indagini sono in corso al fine di accertare se si sia trattato di un atto intimidatorio e per quale ragione, oppure se sia stato un gesto meramente vandalico. La Procura di Agrigento ha avviato un’inchiesta.

Un incendio è divampato ieri sera intorno alle 20,30 all’interno di una abitazione in via Cacici, traversa di corso Umberto a Licata. Lanciato l’allarme sul posto i vigili del fuoco che stanno lavorando per domare le fiamme; secondo una prima ricostruzione pare che il problema sia scaturito dal mal funzionamento di una caldaia. Pare che non ci siano feriti gravi, sul posto anche i carabinieri della locale compagnia e un’ambulanza del 118.

A Canicattì nelle ore della movida alcuni giovanotti si sono scontrati a calci e pugni, e anche lanciandosi contro delle transenne, in piazza Dante, nel centro città. La prodezza è stata registrata in video e postata sui social dove se scrivi una parolaccia la cancellano e ti redarguiscono. Se invece pubblichi un video di violenza, consentendo di amplificare quanto accaduto e incoraggiando l’emulazione, è tutto consentito. I giovanotti infatti hanno ottenuto ciò che hanno voluto, ovvero che il video fosse al più presto virale, cliccatissimo, e quindi di successo. Nel frattempo indaga la Polizia alla ricerca dei facinorosi.

Su 391 Comuni in Sicilia, 181 non hanno ancora approvato i bilanci per l’anno in corso. E un centinaio sono in dissesto finanziario o pre – dissesto. I dettagli e l’intervento dell’Anci.

Su 391 Comuni in Sicilia, 181 non hanno ancora approvato i bilanci per l’anno in corso. E un centinaio sono in fase di dissesto finanziario o pre – dissesto, impegnati in un piano di riequilibrio finanziario per scongiurare il fallimento. Così è appena emerso dall’assemblea annuale dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, che si è svolta a Genova e a cui hanno partecipato circa 250 sindaci siciliani: tanti. E infatti Paolo Amenta, presidente dell’Anci Sicilia, commenta: “La copiosa partecipazione nasce dalla necessità di condividere le tante criticità che affrontiamo tutti i giorni per trovare soluzioni attraverso il confronto e l’approfondimento su temi che accomunano tutti, anche se siamo perfettamente consapevoli del fatto che la crisi degli Enti locali dell’Isola non può essere affrontata in superficie, ma con interventi mirati e provvedimenti strutturali che tengano conto della condizione di insularità e delle profonde diversità socio economiche delle nostre comunità, segnate da un processo di impoverimento che pare inarrestabile e dove il tasso di disoccupazione, in particolare fra i giovani, ha raggiunto livelli altissimi”. E tra i temi di incombente attualità, che necessitano di interventi finanziari e normativi immediati, il presidente Amenta ha citato l’ormai annosa emergenza rifiuti, lo spopolamento aggravato anche dalle ultime norme che impongono il dimensionamento scolastico e la chiusura di ospedali di prossimità, l’eccessivo aumento dei costi dell’energia che i Comuni spesso pagano il doppio del costo di mercato, l’impossibilità di assicurare servizi pubblici efficienti per mancanza di risorse, per una finanza locale disallineata con il resto d’Italia per i già noti problemi legati anche alla riscossione, e per il basso reddito pro capite che caratterizza in particolare le famiglie del sud. E a fronte di ciò Amenta ribadisce: “E’ una crisi di sistema che va affrontata con interventi straordinari nell’immediato ma che va fronteggiata con norme e interventi strategici finalizzati a salvare un territorio che sta perdendo una grossa fetta dei suoi abitanti, e che rischia una sempre più reale desertificazione culturale, economica e sociale. E’ insomma una questione che non può essere affrontata soltanto con interventi mirati a risolvere un singolo problema. E’ necessaria una strategia condivisa che veda seduti allo stesso tavolo lo Stato, la Regione e gli Enti locali, e che, partendo dalle diversità legate alle peculiarità del territorio e alle condizioni socio-economiche dei suoi abitanti, lavori a un quadro normativo organico in materia contabile, finanziaria e di personale” – conclude. Dalle radiografie sui Comuni siciliani in bilico contabile emergono tasse elevate alle aliquote massime, servizi ridotti all’osso, ritardi nel pagamento degli stipendi del personale e centinaia di migliaia di euro di debiti nei confronti di altri enti e imprese fornitrici di beni e servizi. In default sono esattamente 63 Comuni, di cui 35 hanno già dichiarato lo stato di pre-dissesto, e 28 il dissesto. Nell’Agrigentino, Campobello di Licata è in pre – dissesto. E in dissesto sono i Comuni di Aragona, Casteltermini, Favara e Porto Empedocle, a cui adesso si aggiunge Menfi.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Le attuali incombenze nell’agenda di governo: le nomine dei manager della Sanità, la finanziaria e la riforma delle Province con il voto diretto: l’intervento di Schifani.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, interviene nel merito delle prime e attuali tre incombenze nell’agenda di governo, ovvero la nomina dei manager della sanità, la finanziaria e la riforma delle Province. In riferimento ai direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere, a fronte delle mancate nomine entro il 31 ottobre, gli incarichi dei commissari sono stati prorogati fino al 31 gennaio 2024. E sulla proroga spiega: “Vi è stata la condivisione di un principio importante: i manager nominati avrebbero dovuto attingere ad albi vecchi e non aggiornati per scegliere direttori sanitari e amministrativi. Ed è un fatto oggettivo che nessuno può contestare. Tutte le forze politiche hanno condiviso questa realtà. Non ci sono state pressioni né trattative su nomi o numeri. Non ho trattato con nessuno. C’è stato un confronto franco tra loro ma nessuna tensione”. E propone: “Sulla meritocrazia valuterò l’opportunità, a questo punto, di proporre al governo nazionale che la scelta dei manager avvenga su base nazionale mediante pubblico e rigoroso concorso”. Poi, in riferimento alla riforma delle Province, attualmente in stallo all’Assemblea Regionale, Schifani ribadisce: “Sulle Province andremo avanti. Abbiamo ricevuto delle rassicurazioni dal ministro Calderoli e inoltre il governo nazionale non ha mai manifestato alcuna contrarietà alla cancellazione della legge Delrio in esame da parte del Parlamento nazionale. C’è un via libera implicito, corroborato anche dalle dichiarazioni di diversi leader nazionali favorevoli al ritorno dell’elezione diretta nelle Province. Il nostro disegno di legge all’Ars sta seguendo un iter normale. Dopo la commissione Bilancio andrà in Aula. Evidenzio inoltre che il governo nazionale non ha impugnato la nostra legge che autorizzava la proroga degli attuali commissariamenti nelle Province. E ricordo che in quel testo è contenuto un chiaro riferimento alla volontà di tornare al voto diretto. Si potrebbe votare in concomitanza con il voto amministrativo nazionale oppure scegliere di accorpare la consultazione con le Europee ottenendo così anche un considerevole risparmio in termini di risorse”. Infine, sulla Finanziaria, attesa in Assemblea dopo l’ok al Rendiconto 2022 e al Bilancio di previsione 2024 – 2026, il presidente della Regione assicura massima celerità verso l’approvazione entro il 31 dicembre, e, dopo il rinvio in giunta, prospetta: “Il rinvio è stato soltanto un fatto tecnico. Di fatto è la mia prima manovra e desideravo inserire quelle disposizioni che ho annunciato nel mio intervento all’Ars sull’emergenza incendi. Ci sarà un rafforzamento delle misure contro i roghi, che da solo vale circa 11 milioni di euro, e ci sarà anche la ricapitalizzazione delle società partecipate. Il valore di queste e di altre piccole modifiche dovrebbe aggirarsi sui 25 milioni di euro: completeremo così una manovra già impostata e per la quale sono soddisfatto. E’ una legge di stabilità di stampo liberale, che guarda allo sviluppo e che tampona tanti problemi ereditati”.

Giuliana Miccichè

Il vero problema in tutta questa (aspettata) vicenda è che il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo ha cambiato, palesemente, una quarantina di partiti nel giro poco tempo, mentre sottobanco fa le corna (belle e buone) con un altro, ennesimo partito. Non me ne voglia il sindaco Ruvolo, ma dal punto di vista politico raffigura una puttanella di tutto rispetto.
Ha tradito chi lo ha votato (Forza Italia e Diventerà Bellissima prima e Fratelli d’Italia poi) per spassarsela a destra e a manca chinandosi al migliore offerente. Eletto sindaco da Forza Italia e Diventerà Bellissima, in piene regionali licenzia due assessori azzurri e firma il patto con il sangue con Fratelli d’Italia.
Da quel di ecco il pomiciare sottobanco con chi fino a quel momento gli aveva fatto solo ed esclusivamente opposizione. Appare come il Fratellone d’Italia ma in realtà ha un rapporto intenso con la DC. E siccome siamo in pieno tradimento, le corna vengono effettuate sottobanco. per poco, però; perchè le corna, prima o poi si vengono a sapere. E con uno strappo alla regola (che vede il tradito a non sapere mai di subire le corna) Fratelli d’Italia scopre il giochino delle tre carte.
Di fatto, Ruvolo, ha tradito chi lo aveva fatto diventare Don Matteo e lui se n’è fregato completamente.
Oggi, Forza Italia, Fratelli d’Italia, MPA-Lega scendono in campo per sostenere una città totalmente allo sbando, amorfa, senza alcun progetto, senza alcuna prospettiva e soprattutto senza una richiesta di soldi, fuori dall’Isola, per come giustamente fanno tutti gli altri sindaci.
Dopo Di Mauro, scende in campo l’on. Giusi Savarino e si unisce al “coro della salvezza” a favore della Città delle Arance e si dichiara disponibile a un dialogo tra le forze politiche per il bene della comunità riberese. Dice: “L’appello lanciato dai colleghi deputati di FI, Margherita La Rocca e Riccardo Gallo a lavorare tutti insieme per lo sviluppo turistico, sociale ed economico di Ribera non può che essere condiviso da chi ha a cuore le sorti della città. Le preoccupazioni dei colleghi per le difficoltà riscontrate dal Comune sono da me condivise. Sono lieta che si sia lanciato questo invito accolto anche dal collega Roberto Di Mauro, al confronto tra le forze politiche. Insieme ai tanti rappresentanti locali di Fratelli d’Italia che hanno sollevato gravi criticità, sono disponibile a partecipare a questo lavoro sinergico per il rilancio della città di Ribera”.
Il tempo è galantuomo e presto vedremo i risultati di questa triste vicenda tipicamente boccaccesca.