Ottobre 2023 - Pagina 2 di 38 - Sicilia 24h
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Al mattino di oggi nel Centro d’accoglienza a Lampedusa sono stati contati 626 migranti, tra cui 71 minori non accompagnati. In 152, su disposizione della Prefettura di Agrigento, sono stati imbarcati sul traghetto di linea atteso in serata a Porto Empedocle. Nel pomeriggio altri 180 in trasferimento altrove su di un aereo. In serata altri 275 in viaggio in nave verso Porto Empedocle. Nel frattempo le condizioni meteo avverse non incoraggiano le traversate. Ieri sono sbarcati solo 20 migranti, tra cui 4 donne, intercettati da un veliero. Sono originari di Eritrea, Sudan ed Egitto, e sarebbero partiti venerdì scorso da Zwara in Libia, pagando 3mila dollari.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Simone Gramaglia, stigmatizza la condizione di stallo in cui versa la procedura di nomina dei nuovi direttori delle Aziende sanitarie e ospedaliere. E a fronte della proroga degli attuali commissari fino al 31 gennaio, e del perdurare delle fughe dei medici, le dimissioni, le carenze d’organico e i disservizi, afferma: “Qualcuno provi vergogna per la sanità agrigentina. Commissario sì, commissario no. Manager sì, manager no. Questa è la polemica di questi mesi per la sanità siciliana e quindi anche agrigentina. E’ una polemica tutta politica o si vuole davvero aiutare il sistema sanitario locale a recuperare un gap ancora evidente verso le altre realtà sanitarie? E’ una polemica solo politica o si vuole dare un aiuto ai tanti operatori sanitari costretti a un lavoro massacrante per garantire turni in ospedale e in ambulatorio? E’ una polemica solo politica o si vuole migliorare lo stato di salute dei cittadini, che in Sicilia hanno una speranza di vita inferiore rispetto ai cittadini del nord? Tanto nessuno prova vergogna” – conclude Gramaglia.

Il sostituto procuratore generale di Palermo, Maria Teresa Maligno, a conclusione della requisitoria, ha invocato la conferma della sentenza, emessa dalla Corte d’Assise il 12 ottobre del 2022, di condanna all’ergastolo a carico di Pietro Morreale, 22 anni, di Caccamo, imputato di avere ucciso il 23 gennaio del 2021 l’ex fidanzata Roberta Siragusa, 17 anni. Lui ha litigato con lei durante una cena con amici. Poi l’ha aggredita e tramortita colpendola con un sasso. Poi le ha appiccato il fuoco addosso. Poi l’ha gettata in dirupo. Poi l’indomani si è recato dai Carabinieri. E ha raccontato: “La mia ragazza dopo una lite si è prima incendiata, e poi si è buttata in un burrone”. Dopo alcuni giorni, i Carabinieri, da subito scettici sul racconto, lo hanno arrestato per omicidio pluri-aggravato. Il rapporto tra Morreale e Siragusa sarebbe stato burrascoso. Nel corso del dibattimento in Aula sono emersi 33 episodi di violenza commessi da lui nel corso del tempo contro di lei. Lui, verosimilmente per crearsi un alibi, la notte dell’efferato omicidio ha inviato dei messaggi al telefonino di lei, scrivendole: “Dove sei. Sono preoccupato”. Al processo si sono costituti parte civile i genitori, il fratello e la nonna di Roberta tramite gli avvocati Giovanni Castronovo, Giuseppe Canzone, Sergio Burgio e Simona La Verde. Prossima udienza il 16 novembre per l’arringa difensiva dell’avvocato dell’imputato, Gaetano Giunta.

Come rileva, e documenta in foto e video, l’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento, coordinata da Claudio Lombardo, anche nell’autunno del 2023, come negli anni precedenti, in occasione della stagione della lavorazione delle olive si è ripetuto il “miracolo di San Gennaro” nel fiume Naro ad Agrigento, che diventa di colore scuro perché alcuni imprenditori oleari, poco inclini al rispetto dell’ambiente, riversano nel fiume gli scarti, le acque di vegetazione. E ciò avviene nonostante gli intensi controlli dei Carabinieri del Nucleo Ambientale, che negli scorsi anni hanno sanzionato con severità gli inquinatori. Il fiume Naro attraversa le campagne di Canicattì, Naro, Camastra e Favara – zone ricche di frantoi – rendendo difficoltosi i controlli. Le acque derivanti dalla lavorazione delle olive, che sono un vero e proprio rifiuto, sono duecento volte più inquinanti delle acque fognarie…

Dal governo nazionale passi indietro nella concessione di poteri speciali al presidente della Regione, Schifani, per la costruzione dei termovalorizzatori. Ecco quanto accade.

Doccia gelata da Roma per il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, da mesi in pressing sul governo nazionale al fine di ottenere poteri speciali, e la nomina di commissario, per la costruzione dei termovalorizzatori nell’isola. Non solo il ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, dello stesso partito (Forza Italia) di Schifani, non ha inserito la norma nell’ultimo decreto Energia, ma anche la Commissione Bilancio alla Camera ha bocciato un emendamento di Forza Italia, presentato dal deputato Francesco Cannizzaro al “decreto Sud”, che avrebbe consentito di nominare i presidenti di Regione come commissari straordinari per assicurare interventi più veloci in materia di gestione dei rifiuti. E ciò applicando il metodo “Gualtieri”, ovvero quanto concesso dal governo Draghi al sindaco di Roma per costruire l’agognato termovalorizzatore della Capitale. Al momento quindi subisce una battuta d’arresto imprevista il crono – programma di Schifani di pubblicare i bandi di gara entro il 2023 e attivare i termovalorizzatori prima della conclusione della legislatura, nel 2027. In Sicilia il processo di gestione e smaltimento dei rifiuti è da tempo in difficoltà. Secondo l’ultimo rapporto sui rifiuti urbani dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nel 2021 in Sicilia sono state prodotte 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui oltre la metà smaltiti in discarica, corrispondenti a 239 chili per abitante, ovvero la quantità pro capite più elevata d’Italia. La regione è anche l’unica dove la raccolta differenziata è inferiore al 50 per cento, anche se si riscontrano dei miglioramenti costanti. La situazione si è complicata ulteriormente la scorsa estate, a seguito dei numerosi e violenti incendi che hanno bruciato molte aree del Sud Italia e in particolare della Sicilia. A luglio un incendio è divampato anche nella discarica comunale di Bellolampo, a ovest di Palermo, con gravi conseguenze sulla qualità dell’aria. L’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha rilevato nella zona della discarica livelli di diossina (un gruppo di sostanze tossiche e cancerogene prodotte in alcuni processi di combustione) pari a nove volte il valore medio solitamente presente nei centri urbani, e il sindaco Roberto Lagalla ha imposto alcuni obblighi e divieti per evitare il rischio di contaminazioni. L’ultimo incontro tra Schifani e il ministro Gilberto Pichetto Fratin risale allo scorso 5 settembre. A Roma il presidente della Regione ha ribadito l’impegno, assunto con gli elettori alle Regionali del 2022, di dotare la Sicilia di almeno due termovalorizzatori di ultima generazione, a emissioni zero, in grado di risolvere gli atavici problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e, allo stesso tempo, di produrre energia.

Giuliana Miccichè

Accogliamo positivamente l’appello dei parlamentari regionali di Forza Italia, Fratelli D’Italia e MPA di concertare un’azione congiunta finalizzata a creare i presupposti per il rilancio e la crescita del comune di Ribera.
Tale invito,seppur tardivo, non poteva certo essere declinato dalla Democrazia Cristiana che come forza di opposizione responsabile ha sempre operato nell’interesse della nostra città, facendo pervenire proposte e prospettando soluzioni alle problematiche che di volta in volta si sono presentate, non disdegnando di stigmatizzare,  anche con toni accessi, l’atteggiamento inspiegabilmente inerte tenuto dell’Amministrazione Comunale di fronte a questioni che richiedevano invece una decisa presa di posizione e di assunzione di responsabilità politica ( vedasi questione Ospedale e Case Popolari). Per non tacere dell’impegno quotidianamente profuso dal nostro deputato, On Carmelo Pace, che in più occasioni ha favorito una pronta soluzione dei problemi della nostra comunità ( Ospedale, Consorzio di Bonifica, personale Asu), assumendo anche iniziative di  lungo respiro che spiegheranno i propri effetti positivi in un arco temporale più ampio.
 Sia consentito, però, evidenziare che, mentre la nostra azione politica è stata sempre improntata ad una linea di chiarezza e di coerenza, lo stesso non può certamente dirsi  delle altre forze politiche, che sino a qualche mese fa sostenevano l’attuale amministrazione comunale.
E’ storia recente che alle scorse elezioni amministrative il Sindaco Ruvolo era il candidato di un schieramento composito, di cui facevano parte: liste civiche, Forza Italia, Diventerà Bellssima e Fratelli D’Italia. Quello schieramento elettorale vinse le elezioni prospettando un cambiamento radicale rispetto alla gestione della precedente amministrazione guidata dall’allora Sindaco Pace che, invece a sua volta, appoggiò con una propria lista civica il candidato Alfredo Mulè.
Dopo circa due anni quello schieramento, divenuto nel frattempo compagine di governo, si è sfaldato a seguito del mancato raggiungimento di un accordo che prevedesse una diversa composizione della squadra assessoriale.
La crisi pertanto si era consumata su una mera richiesta di assessori in più che non fu possibile esaudire per insufficienza del numero dei posti disponibili, cioè inferiore a quello richiesto dai partiti.
Non era scaturita da un dibattito inziale su un argomento di interesse collettivo, ovvero da una richiesta di intervento su una problematica che toccasse tutta la cittadinanza e che avrebbe appassionato e stimolato una serie e costruttiva discussione. La crisi si era innescata, quindi, per mera sete di potere, lasciando all’epoca un senso di profondo scoramento tra i nostri concittadini e in chi più in generale crede nella politica come missione, servizio a favore del prossimo, ricerca ed attuazione del bene comune, dovere civico; in sintesi in chi intende la politica come servire e non come servirsi.
Paradossale è infine la posizione dei consiglieri comunali e dirigenti locali di Diventerà Bellissima, in seguito transitati in blocco nel partito di Fratelli D’Italia, ove nelle more si era accasato pure il Sindaco, assieme ad altri consiglieri.
Sebbene Fratelli D’Italia sia rappresentata in giunta dal Sindaco e da due assessori, i  consiglieri comunali dell’allora gruppo politico di Diventerà Bellissima, si sono schierati all’opposizione, in contrasto con la linea del proprio partito, salvo successivamente cambiare opinione e richiedere velatamente  più volte al Sindaco un loro coinvolgimento nella giunta.
L’azione amministrativa, a loro dire, sarebbe stata largamente deficitaria e necessitava di aggiustamenti. Ad onore del vero non si ricordano atti particolarmente degni di nota da parte dell’Amministrazione Comunale nemmeno quando gli esponenti di Diventerà Bellissima erano parte attiva della maggioranza.
 Giunge in ogni caso opportuno l’invito degli Onorevoli Deputati regionali che ci trova favorevolmente disponibili a discutere e a trovare soluzioni orientate a migliorare le condizioni delle nostra cittadina, di contro però non ci vedrebbero complici in tentativi di vendette.

Rispondere o non rispondere… un grande dilemma, ma dinanzi alle farneticanti dichiarazioni del sindaco Palumbo, abbiamo ritenuto fare chiarezza e, quindi rispondere per dare conto ai cittadini del nostro operato, essendo stati da loro eletti consiglieri comunali. Il sindaco ha affermato: “Chi oggi, a torto o a ragione, si lamenta o forse non ricorda o non vuole ricordare la Favara di due anni fa. Non vede o finge di non vedere, le cose sono cambiate”. Noi riteniamo che Palumbo si illude come l’imperatore della fiaba di Hans Christian Andersen, il quale, ritenendo di avere indossato un nuovo vestito, andava in giro per le vie della città tra una folla di cittadini applaudenti. Ma l’incantesimo finisce quando un bambino sgranando gli occhi grida con innocenza “il re è nudo”. Tuttavia, il sovrano continua a sfilare come se nulla fosse. Allo stesso modo il sindaco Palumbo, il quale è convinto che nei sui 700 giorni di amministrazione ha “cambiato” il paese.  Noi affermiamo, che la condizione in cui versa Favara dal centro alla periferia, è PEGGIORATA. Il degrado è negli occhi di tutti.  A fronte di un costo di circa OTTO MILIONI di TARI, con grave danno per le tasche dei cittadini, le strade del paese presentano un aspetto sgradevole per la mancanza di una vera , organica e igienica pulizia. Tari, il cui costo è sempre in costante aumento. Per non parlare delle bollette errate, del verde spontaneo di cui sono costellate le arterie della città, dell’abbandono in cui versa il Palazzetto dello sport e l’annessa piscina, le ville comunali, la viabilità con un traffico che non garantisce sicurezza per la mancanza di vigili urbani. L’elenco delle inadempienze dell’amministrazione è lunghissimo. Ne abbiamo voluto citare alcuni. Nel sindaco c’è solo illusione e arroganza. Non ha alcun rispetto del Consiglio Comunale e dei suoi rappresentanti. La democrazia si alimenta con il CONFRONTO, la DIALETTICA e la MEDIAZIONE. Mentre il sindaco ritiene di essere “il COMUNE SONO IO”. Novello re sole Luigi XIV? Nella seduta del Consiglio Comunale con all’ordine del giorno la sfiducia all’assessore ai lavori pubblici, il sindaco invitato dal presidente del civico consesso Miriam Mignemi a replicare, si è limitato a chiedere di passare “a cose più serie”. Mostrando arroganza e manifestando disprezzo verso il Consiglio Comunale. Schembri è stato sfiduciato, un assessore che dopo 18 mesi non è stato capace neanche di fare sostituire con mattoni la malta cementizia nel lato est di piazza Cavour. Il sindaco non ha voluto prendere atto, sostenendo in una dichiarazione che solo 10 consiglieri su 24 hanno   votato la sfiducia all’assessore, non evidenziando volutamente che i consiglieri presenti erano solo 15, il cui risultato è stato: 10 si, 3 no, 2 astenuti. Solo per amore della verità. Il primo cittadino inoltre ama sparare nel mucchio, probabilmente per nascondere le sue menzogne, quando afferma “Sono passati dal chiedere posti in giunta al volere chiedere chi deve dimettersi”.  FACCIA I NOMI, altrimenti è solo strumentale falsificazione dei fatti, SOLO MENZOGNA. Così, come è suo dovere dire chi sono stati “restii alla legalità”, perché quando le accuse sono infamanti vanno comprovate.  Ultima cosa, il sindaco Palumbo afferma:” la città farà a meno della loro presenza” (dei consiglieri comunali), dimenticando che il Consiglio Comunale è il parlamento della città. Si ritiene un despota? Chi ha approvato i vari regolamenti e tantissimi altri atti. il sindaco o i consiglieri comunali? Palumbo non si illuda, noi saremo sempre presente in Consiglio Comunale per sostenere e proporre le soluzioni migliori ai tantissimi problemi della nostra comunità. Lui guardi con occhio limpido alla realtà e alle condizioni di emergenza in cui versa il paese. Mostri moderazione. Noi, comunque, ci saremo”.

I Consiglieri Comunali di Onda & Cambiare Passo  Miriam Indelicato e Giuseppe Lentini

Ha avuto un importante successo il convegno svoltosi lo scorso 27 ottobre a Canicattì in ricordo dell’Ingegnere Giuseppe Iannicelli, libero professionista che si è distinto non solo per l’attività professionale svolta con estrema competenza, ma anche per l’impegno politico profuso nell’interesse della città. Il convegno è stato organizzato dal Comune di Canicattì con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri e dell’Ordine degli Architetti di Agrigento ed è stato curato da un gruppo di professionisti che operano nell’hinterland della città. Il Consigliere Di Marco ha portato il saluto del Presidente, Achille Furioso, e di tutto il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri. Il Presidente, Achille Furioso, che ha avuto il piacere di apprezzare personalmente le doti umane e professionali dell’Ing. Iannicelli, non ha potuto presenziare all’evento direttamente in quanto impegnato con il convegno sulla prevenzione del rischio idrogeologico, assieme alla Consulta degli Ingegneri, molti ordini delle professioni tecniche, ANCI, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e la Società Maccaferri. Hanno portato il loro pregevole contributo il prof. Maurizio Alfonso Iacono, filosofo, già ordinario di Storia della Filosofia dell’Università di Pisa, la Prof. Ausilia Corsello, l’Arch. Massimo Muratore, gli ingegneri Roberta Mantione, Elio Lo Giudice, Gian Luigi Di Marco, Nicolò Vassallo. Sul tratto umano dell’Ingegnere Giuseppe Iannicelli si sono intrattenuti la nipote, dottoressa Cinzia Pomo e gli amici Giovanni Greco e Nardino Di Stefano. Gli intervenuti al convegno sono stati numerosi e hanno gremito l’aula dedicata all’Ingegnere Giuseppe Iannicelli, seguendo con interesse e attenzione lo svolgimento dei lavori. Il gruppo che ha curato l’iniziativa intende ripeterla in futuro alternando figure professionali che nel tempo si sono impegnate per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della città. Gli organizzatori ringraziano quanti hanno collaborato contribuendo al successo del Convegno e in particolare gli organi di Stampa che hanno seguito con attenzione l’iniziativa informando l’opinione pubblica con molta professionalità.

Un magnate giapponese, per festeggiare il suo 73esimo compleanno a Palermo, ha affittato tutte le camere di Villa Igea e dell’Hotel delle Palme. Kaoru Nakajima sarà a Palermo dal 3 al 5 novembre con al seguito 1400 invitati. In Giappone, Kaoru Nakajima è considerato una sorta di genio del multi-level marketing, le reti di vendita diretta. Ha costruito la sua fortuna dal 1987, con i primi riconoscimenti a livello asiatico. Già nel 1998 la sua organizzazione contava 750.000 linee di produzione e le vendite del suo gruppo fatturavano il 40% dell’intero settore in Giappone. E’ socio fondatore di Amway.

L’Ufficio Immigrazione della Questura di Caltanissetta, nel corso dell’ordinaria attività di concessione dei permessi di soggiorno, ha scoperto che alcuni cittadini stranieri avrebbero percepito il reddito di cittadinanza in mancanza dei requisiti previsti dalla legge, e che sarebbero stati invece attestati all’Inps. Ad esempio: l’essere in possesso di un permesso di soggiorno del tipo che consente di accedere al beneficio, perché ve ne sono altri di altro tipo che non lo consentono. E poi false informazioni sulla composizione del nucleo familiare e sulla residenza. In altri casi sarebbero stati taciuti precedenti o pendenze giudiziarie ostative. Alcuni stranieri hanno continuato a percepire il sussidio sebbene da anni fossero rientrati nel proprio Paese. I denunciati sono 27.