Ottobre 2023 - Pagina 18 di 38 - Sicilia 24h
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Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, innanzi al giudice monocratico Manfredi Coffari, si è svolta un’altra udienza del processo frutto dell’inchiesta sulla disastrosa frana del costone al Viale della Vittoria il 5 marzo del 2014 con danni anche al sottostante “Palazzo Crea” e con il conseguente sgombero anche della farmacia di Paolo Minacori, che ha appena deposto in aula e tra l’altro ha affermato: “Ho subito un mancato guadagno di oltre mezzo milione di euro a cui si somma l’affitto del nuovo immobile della farmacia che ammonta ad oltre 3 mila euro al mese per 3 anni”.

La farmacia di Minacori fu trasferita temporaneamente alla fine del Viale della Vittoria, accanto alla villa Cavetta. E in proposito il consulente del farmacista, il commercialista Costantino Verbari, ha spiegato: “Il numero di clienti è calato nettamente anche perché i nuovi locali erano meno funzionali”.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è intervenuto in informativa alla Camera sull’immigrazione. E si è soffermato in particolare su Lampedusa. E ha affermato: “A Lampedusa, isola la cui vocazione dovrebbe essere quella turistica, sono sbarcate, dall’inizio dell’anno al 6 ottobre, oltre 94mila persone pari a circa il 70% del totale delle persone arrivate in Italia via mare nel corso del 2023. Grazie allo sforzo del Ministero, della Prefettura di Agrigento, nonché il sacrificio di Polizia e altre forze dell’ordine, i trasferimenti funzionano alla perfezione. Da un’isola di circa 6.000 abitanti, posta al centro del Mediterraneo, abbiamo trasferito 64.051 persone nel solo periodo dall’1 giugno al 30 settembre. Nello stesso periodo è stata registrata una media di 1.214 presenze giornaliere, con un picco di 6.344 il 13 settembre. Tuttavia, l’impatto delle iniziative adottate per il potenziamento del dispositivo di trasferimento ha consentito già il 16 settembre di ridurre le presenze a 1.796 ospiti, ossia di 4.548 unità in sole 72 ore. L’andamento delle presenze nel mese di ottobre, con una media giornaliera diminuita a 256,8 unità, testimonia ulteriormente l’efficienza delle iniziative adottate che hanno consentito di contenere le presenze sempre entro il limite di 640 unità corrispondente all’attuale capienza del centro”.

Alle prime ore del mattino di oggi sono stati contati nel Centro d’accoglienza in contrada Imbriacola a Lampedusa 229 migranti, fra cui 4 minori non accompagnati. Ieri con i traghetti di linea per Porto Empedocle sono state trasferite complessivamente 333 persone. Su disposizione della Prefettura di Agrigento, altri 180 in partenza oggi con un volo aereo. L’ultimo sbarco a Lampedusa risale alle 2 della notte di ieri, quando sono approdati 44 tra egiziani, pakistani, siriani e palestinesi.

Ad Agrigento i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento per il reato di danneggiamento una donna di 40 anni. Lei, per ragioni ancora ignote, si è recata in via Manzoni con una bomboletta spray e un oggetto appuntito, e ha imbrattato e graffiato l’ingresso di un negozio e l’automobile dei proprietari dell’esercizio commerciale posteggiata accanto. La donna si è manifestata alquanto agitata e fuori controllo di sé. I Carabinieri hanno ritenuto opportuno accompagnarla al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”.

La Procura di Palermo alla ricerca dei beni nascosti di Matteo Messina Denaro. L’eredità patrimoniale e la successione mafiosa del boss. L’intervento di De Lucia.

L’attenzione della Procura della Repubblica di Palermo è rivolta, nell’ambito dell’inchiesta sulla cattura di Matteo Messina Denaro, alla ricerca del patrimonio del boss e alla sua successione mafiosa. Il capo dei pubblici ministeri palermitani, Maurizio De Lucia, in riferimento ai beni ancora nascosti di Messina Denaro, spiega: “La lotta alla mafia passa anche attraverso la sottrazione dei beni ai boss. Una larga parte dei patrimoni relativi a Messina Denaro e alla sua famiglia è peraltro già stata individuata ed è già stata oggetto di sequestro e confisca. Per esempio nell’ambito della grande distribuzione, anche anni fa, sono state sequestrate catene di supermercati. Oggi stiamo lavorando per quella parte di patrimonio che sappiamo esiste ma che non siamo ancora in grado di sequestrare perché non abbiamo identificato tutti i prestanome. Ma ne abbiamo individuati, così come abbiamo individuato alcuni beni in questione, che ovviamente non posso rivelare”.

E poi sull’eredità mafiosa di Messina Denaro, De Lucia aggiunge: “La sua cattura è sicuramente importante per tutti noi, per le forze di polizia, per coloro che hanno lavorato al suo arresto, perché rappresenta un successo. Abbiamo avuto per 30 anni un soggetto latitante, una ferita aperta per lo Stato. L’averlo catturato dimostra che lo Stato è più forte della mafia. E poi il suo arresto segna una svolta dentro Cosa Nostra, perché è l’arresto dell’ultimo capo universalmente riconosciuto come tale. L’averlo colpito è per tutto il popolo di Cosa Nostra uno scossone, che conferma che non c’è più impunità dentro l’organizzazione. Gli occhi sono puntati ora sull’organizzazione interna di Cosa Nostra. E’ possibile che nuove figure tentino di prendere il posto che aveva lui, e soprattutto si pone un problema relativo ai suoi beni. Perché in tanti, e l’intera organizzazione, ambiscono alle sue ricchezze. Senza dimenticare la possibilità di contrasti all’interno di Cosa Nostra, e i conseguenti problemi di riposizionamento” – conclude il procuratore.

E su tali dinamiche in prospettiva, e, in particolare, nel Trapanese, feudo di Messina Denaro, nella relazione semestrale appena pubblicata dalla Dia tra l’altro si legge: “Negli anni le numerose attività investigative avviate nei confronti della folta schiera di fiancheggiatori del boss hanno contribuito ad indebolire la fitta rete di protezione, rendendo la sua latitanza sempre più a rischio. Le più importanti indagini concluse hanno compromesso gli equilibri criminali delle famiglie mafiose colpite e confermato il ruolo ricoperto da Matteo Messina Denaro fino al giorno dell’arresto. Nonostante il carattere ‘silente e mercantistico’ di Cosa Nostra trapanese, continuano ad esserci atti intimidatori nei confronti di attività commerciali e imprenditori. Questi episodi, sebbene non rappresentino un emergente allarme sociale, suggeriscono che il fenomeno della mafia nel Trapanese è ancora radicato e lontano dall’essere completamente sradicato. Cosa Nostra trapanese ha sicuramente subito un duro colpo con l’arresto del suo esponente di vertice, Messina Denaro, ma non è stata sconfitta”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Il maiale che ieri sera ha ucciso due persone svedesi in quel di Bruxelles, Abdesalem Lassoued, era stato “accolto” a Lampedusa nel lontano 2011.

Poi, dopo i primi soccorsi, i primi soldi, le prime schede telefoniche, i primi, secondi e terzi pasti, quell’essere si trasferì a Bologna, poi a Torino, Genova e Trento prima di mettere piede in Svezia dove dopo tanti anni era stato espulso in quanto pronto ad aderire alla causa jihad.

Si rifugiò in Belgio e li visse illegalmente. Non si esclude che ieri sera abbia voluto colpire appositamente persone svedesi dopo il malcontento provato a seguito della sua espulsione. Si dichiarava “guerriero sulla via verso Allah” ed ha scritto su un social testualmente: “Ho ucciso tre svedesi, lode ad Allah”.

Che dire? Una brava persona e chissà, animali come lui, quanti ne sbarcano giorno dopo giorno nella terra di conquista lampedusana per poi intraprendere il lavoro da dedicare ad Allah.

Un plauso alla Polizia federale belga che non ha pensato un istante in più prima di uccidere il criminale dopo un conflitto a fuoco avvenuto in un bar mentre il tunisino stava facendo colazione.

Non sappiamo se questo episodio fosse capitato in Italia quale esito avrebbe avuto il conflitto a fuoco con il criminale. Del resto le nostre leggi consentono di più di tutelare gli assassini che le persone oneste e perbene. Le scene che vediamo giorno dopo giorno sono sotto gli occhi di tutti. I “pacifisti” di vari centri sociali, ormai divenuti solo politici, si scagliano contro le nostre Forze dell’ordine forti del fattoi che alcune leggi italiane stanno di più con loro che gli onesti lavoratori che difendono la libertà e la civiltà di una Nazione.

Menomale che la sparatoria è avvenuta in un altro Paese europeo e non in Italia. Altrimenti quel delinquente sarebbe probabilmente ancora vivo (e quindi in piena libertà di uccidere) oppure avremmo contato uno, due, tre morti delle nostre Forze dell’Ordine. Già, proprio così. Prima di sparare, e quindi, raggiungere il livello massimo di difesa, si devono eseguire una serie di ordini che poco o nulla tutelano chi in quel momento è sotto tiro. Se considerate che in Italia se entra un criminale a casa vostra e raggiunge anche la camera da letto con una pistola e tu non potrai difenderti, di cosa stiamo parlando? Prima di sparare devi attenerti ad una serie di leggi e leggine; nel frattempo il criminale ti ha sparato quindici volte in faccia a te e a tutta la tua famiglia. Cane compreso.

Viva la Polizia Federale belga. Compassione e vicinanza ai nostri militari del Tricolore

 

 

 

 

Delinquenti in azione. Sono entrati nel fondo agricolo di un professionista quarantacinquenne ed ha tagliato ben 30 piante di ulivo. E’ successo, nella notte fra venerdì e sabato, in contrada “Cappalunga” ad Aragona.

Lo ha scoperto lo stesso il proprietario del terreno. L’uomo ha formalizzato la denuncia, a carico di ignoti, ai carabinieri della locale Stazione. La Procura di Agrigento, notiziata del raid, ha aperto un fascicolo d’inchiesta.

Il danno provocato al 45enne non è stato quantificato e non è coperto da assicurazione. I militari dell’Arma stanno, adesso, cercando di risalire ai responsabili e stabilire in che contesto possa essere maturato il danneggiamento.

Nuovo incendio in via Damareta, nella zona a valle della centralissima via Esseneto, ad Agrigento. Si tratta del secondo rogo in un mese: nel primo episodio il fuoco era divampato all’interno di una fatiscente abitazione. Oggi, verso le 13, le fiamme di quasi certa natura dolosa hanno carbonizzato un’area trasformata a discarica abusiva a cielo aperto. Scattato l’allarme sul posto sono intervenute più squadre dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento, i poliziotti della sezione Volanti della Questura e i militari della Guardia di finanza. Sono state evacuate per precauzioni alcune abitazioni adiacenti.

Il Cartello Sociale della provincia di Agrigento partecipa alla manifestazione di sabato 21 ottobre, in piazza 4 novembre a Canicattì. Assicurando la propria partecipazione all’iniziativa, che ha come obiettivo le condizioni critiche in cui versa l’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, i componenti del Cartello Sociale richiamano l’attenzione sulla situazione più generale in cui si trova il sistema sanitario pubblico in Sicilia. A tal proposito si stigmatizza quanto sta accadendo per le nomine dei manager delle Asp siciliane perché da queste dinamiche si evince quanto poco interessata sia la politica a migliorare la qualità dei servizi essenziali rispetto alle proprie esigenze di bottega. In tal senso si auspica una grande mobilitazione popolare per dare un segnale forte alle istituzioni competenti a cominciare dall’assessorato regionale alla salute.

In riferimento all’obiettivo di abbattimento delle liste d’attesa nella Sanità e di rendere più efficienti i servizi, l’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento ha istituito un filo diretto con il cittadino per confermare telefonicamente gli appuntamenti. In particolare, gli operatori dell’Azienda telefoneranno all’assistito per avere conferma 4 giorni prima dell’appuntamento per le prestazioni con codice di priorità B, con 10 giorni d’anticipo per le visite specialistiche con codice D, 15 per gli esami strumentali con codice D, e 30 giorni per le prestazioni con priorità P. Se il cittadino conferma l’appuntamento e poi non si presenta, danneggiando di conseguenza gli altri utenti, potrà essere multato se non giustificherà documentalmente l’assenza entro 30 giorni. Anche il cittadino potrà disdire l’appuntamento rivolgendosi agli stessi uffici dove ha concordato l’appuntamento.