Non sarebbe stato un incidente stradale ma un suicidio. Col passare dei minuti si delinea un quadro più chiaro del ritrovamento della giovane donna morta in via Lido, lungo la carreggiata. Stando a quanto si apprende, la ragazza, una ventunenne, si sarebbe buttata giù dal sesto piano di uno stabile.
I poliziotti del commissariato di Sciacca sono riusciti a far chiarezza. La ragazza si è tolta la vita lanciandosi dal sesto piano. Sentendo residenti e commercianti della zona, ma anche, e soprattutto i familiari della ragazza, gli agenti hanno messo dei punti fermi in quello che, stamattina, subito dopo il rinvenimento del cadavere sembrava essere un mistero.
Dopo il furto giovedì scorso perpetrato in una concessionaria di automobili di Licata, adesso un’altra concessionaria è stata bersaglio dei ladri nel centro abitato a Favara. Ignoti si sono intrufolati e hanno rubato i soldi in cassa, circa 2.000 euro, e un’automobile Bmw posteggiata nel piazzale antistante. I titolari hanno sporto denuncia ai Carabinieri della locale Tenenza. Indagini sono in corso avvalendosi eventualmente anche di video registrati da telecamere di sorveglianza.
L’avvocato Ninni Reina, che assiste la giudice Silvana Saguto, ha preannunciato un ricorso contro l’arresto della ex presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, prelevata dalla clinica Villa Margherita di via Marchese di Villabianca a Palermo dove è stata ricoverata da una ventina di giorni con una diagnosi legata a patologie depressive. La Saguto, attualmente detenuta nel carcere “Pagliarelli”, è stata condannata dalla Cassazione con sentenza definitiva per alcuni capi d’imputazione. Per altri, invece, la Corte ha rinviato gli atti in Appello per la rideterminazione della pena. E l’avvocato Reina spiega: “Preannuncio l’incidente di esecuzione per contestare il principio del giudicato parziale, applicato dalla Procura generale di Caltanissetta per giustificare il provvedimento restrittivo immediato. La condanna di Silvana Saguto non è infatti del tutto definitiva, perché deve essere rideterminata la pena: la sentenza di merito è però irrevocabile per la parte relativa ai reati più gravi, in base ai quali è presumibile che la pena non sarà inferiore ai 4 anni, limite al di sotto del quale non si va, di regola, in carcere, ma si possono ottenere benefici come l’affidamento in prova ai servizi sociali”.
Il Tribunale di Caltanissetta si oppone all’archiviazione delle indagini e ordina di approfondire la pista americana indicata da Avola sulle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Maurizio Avola
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta, Santi Bologna, ha disposto che si seguano, per altri sei mesi, nuove tracce investigative sulla strage di via D’Amelio contro il giudice Paolo Borsellino e i 5 agenti di scorta. L’ordinanza di prosecuzione dell’inchiesta, che si protrae tra omissioni e clamorosi depistaggi da 31 anni, si riferisce in particolare all’ex killer e collaboratore della giustizia, Maurizio Avola, che tra l’altro ha sostenuto che i mandanti e anche esecutori delle stragi palermitane del 1992 sono stranieri.
Giovanni Brusca
E’ stata la famiglia Gambino della Cosa nostra americana, che spedì a Palermo un suo uomo d’onore esperto in esplosivi e telecomandi per insegnare a lui, Avola, e a Giovanni Brusca, come maneggiare i congegni nuovi, l’esplosivo e i telecomandi capaci di coprire una distanza di 600, 700 metri dal detonatore.
E che gli americani indicarono modalità e obiettivi dell’offensiva stragista per inviare un messaggio preciso agli “amici” di Giovanni Falcone e dello “sbirro poliziotto” Gianni De Gennaro, impegnati a processare la famiglia Gambino nella loro New York.
Gianni De Gennaro
E Maurizio Avola ha rivelato che i siciliani avrebbero dovuto assassinare il governatore di New York, Mario Cuomo, del Partito Democratico, che nel novembre del 1992 avrebbe dovuto visitare Messina. E che la sua visita siciliana fu bloccata pochi giorni prima, probabilmente perché i Servizi segreti furono allertati da una “soffiata” dell’ala moderata di Cosa Nostra catanese, Nitto Santapaola in testa, contrario a stragi e omicidi eccellenti a casa sua.
Nitto Santapaola
A sollecitare che si indaghi ancora in tale direzione è stato il legale di Avola, l’avvocato Ugo Colonna. Il giudice Santi Bologna nella sua ordinanza ha scritto che intende verificare (virgolette) “il concorso di Cosa Nostra americana, o ambienti alla stessa legata, nella strategia stragista del 1992. E’ indubbio che si tratta di un approfondimento utile alle indagini nella misura in cui Avola ha fatto riferimenti alla presenza del cosiddetto straniero appartenente alla famiglia americana dei Gambino.
Mario Cuomo
Può essere rilevante capire se, in effetti, nel 1992 sia avvenuta una visita in Italia da parte del governatore Mario Cuomo o, meglio, se la stessa era stata programmata e poi cancellata unitamente alle eventuali ragioni del venir meno di tale visita”.
E poi il giudice Bologna sottolinea: “Le ricostruzioni giudiziarie operate non hanno potuto ricostruire compiutamente la fase dell’imbottitura e del collocamento della Fiat 126 sul luogo dell’esplosione, nè l’identità di tutti i soggetti del commando che agì in via D’Amelio, nè chi ebbe materialmente ad azionare il congegno di detonazione dell’ordigno (e da dove)”. Maurizio Avola, killer catanese da 80 omicidi a servizio del clan Santapaola – Ercolano, poi collaboratore della giustizia, secondo la Procura di Caltanissetta sarebbe l’ultimo dei “corvi” sulla strage di via D’Amelio, ovvero uno dei depistatori delle indagini sull’attentato a Borsellino. I magistrati nisseni hanno infatti depositato istanza di archiviazione delle indagini – che il giudice Bologna adesso intende che si proseguano – avviate dopo le dichiarazioni, presunte false e calunniose, di Maurizio Avola, che il 2 maggio del 2021, ospite della trasmissione a “La 7”: “Mafia. La ricerca della verità”, rivelò di avere partecipato personalmente alla strage di via D’Amelio, imbottendo la Fiat 126 di esplosivo e poi presenziando all’esplosione.
E la Procura nissena, tramite il procuratore aggiunto all’epoca, Gabriele Paci, intervenne subito in modo troncante: “Maurizio Avola mente. Dalle indagini sono emersi rilevanti elementi di segno contrario che inducono a dubitare tanto della spontaneità quanto della veridicità del suo racconto. Per citarne uno tra i tanti, l’accertata presenza dello stesso Avola a Catania, addirittura con un braccio ingessato, nella mattinata precedente il giorno della strage, laddove, secondo il racconto dell’ex collaboratore, giunto a Palermo nel pomeriggio di venerdì 17 luglio, avrebbe dovuto trovarsi all’interno di un’abitazione nei pressi del garage dove è stata imbottita di esplosivo la Fiat 126 poi utilizzata come autobomba”. In riferimento a ciò, accogliendo quanto proposto dall’avvocato di Avola, il giudice Bologna ritiene (virgolette) “necessario procedere con una perizia medico-legale da approntare sul braccio di Avola per verificare se la frattura che si procurò pochi giorni prima del 19 luglio 1992 gli potesse permettere i movimenti che Avola dice di aver tenuto in via D’Amelio”.
Continuano i furti. A Sciacca ladri si sono intrufolati in un appartamento in contrada Ferraro in pieno giorno e con un componente della famiglia che stava dormendo e che non si è reso conto di ciò che stava accadendo I malviventi hanno portato via soldi e oggetti d’oro.
A Santa Margherita di Belìce vittima di un furto di bestiame è stata un’azienda alla quale sono stati rubati 100 agnelli e 150 pecore. I ladri sono arrivati con i mezzi utilizzati per caricare il bestiame. Il valore del bestiame rubato si aggira a 30mila euro.
Per le indagini sono impegnati i carabinieri della lo cale stazione dei carabinieri.
Tragedia nella spiaggia di Eraclea Minoa dove è annegato uno psicologo palermitano di 58 anni, Lucio D’Aura. La tragedia è accaduta accanto al lido Garibaldi, vicino alle barriere frangiflutti. Il mare, ieri, era mosso ma l’uomo ha fatto ugualmente il bagno. Si è trovato in difficoltà e nonostante si siano tuffate per alcune persone per cercare di aiutarlo e salvarlo, non c’è stato nulla da fare. Quando i soccorritori sono giunti in mare, le sue condizioni sono apparse gravi. Sul posto è arrivata un’ambulanza e poi è atterrato l’elisoccorso. Ma per medici non è rimasto altro da fare che constatarne il decesso.
La Polizia di Stato di Castelvetrano ha identificato tutti i componenti del gruppo di tifosi ultras di Sciacca presenti ieri allo stadio Paolo Marino di Castelvetrano durante la partita di calcio tra Folgore e Sciacca.
In seguito a degli scontri avvenuti all’uscita dell’impianto dopo la conclusione della partita, che hanno provocato due feriti, alcuni tifosi neorverdi sono stati sottoposti a fermo. Il bus sul quale poi il gruppo stava facendo rientro a Sciacca è stato fermato sulla strada statale 115 e perquisito. Tutti gli occupanti sono stati identificati. Sono in corso ulteriori indagini da parte delle forze dell’ordine.
La società sportiva Folgore nella sua pagina social parla di vile aggressione, la dirigenza dello Sciacca si è dissociata da ogni episodio di violenza e confida nelle indagini delle forze dell’ordine per stabilire ed accertare i fatti e le responsabilità a carico dei soggetti coinvolti. Il presidente della Folgore, Peppe Indelicato, ieri sera si è recato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Castelvetrano per sincerarsi delle condizioni dei due tifosi feriti, mentre il presidente dello Sciacca, Pasquale Bentivenga, ha espresso vicinanza e solidarietà.
Dopo l’insediamento è a lavoro la nuova Commissione tecnica specialistica della Regione, presieduta da Armao: snodo strategico delle autorizzazioni ambientali.
La riforma del suo assetto e funzioni è stata approvata lo scorso 17 maggio, poi si è insediata a Palazzo d’Orleans e adesso è a lavoro uno degli organi della Regione Siciliana di maggior rilievo tecnico e strategico. Si tratta della Cts, la Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale, presieduta dall’ex vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao, e composta da 60 commissari esterni alla pubblica amministrazione.
La Cts è il punto di snodo cruciale e dirimente per attività istruttorie, pareri tecnico-consultivi e tecnico-giuridici in tema di provvedimenti ambientali, allo scopo di ottenere soprattutto uno snellimento dei tempi autorizzativi.
E il presidente della Regione, Renato Schifani, commenta: “L’insediamento della nuova Cts è il raggiungimento di uno dei punti del nostro programma di governo. Mi ero personalmente impegnato a riformarla, trovando consenso in tutti gli organismi intermedi. Si avvia un nuovo percorso per questa Commissione, che abbiamo snellita, modificata nelle regole e nella composizione per dare maggiori risposte alle richieste di investimento nel nostro territorio. A questo organismo sono chieste terzietà, rigore e vigilanza, e tempi veloci nelle decisioni compatibilmente con la delicatezza della materia da affrontare. E’ chiesto di evitare di dire “nì”, di non pronunciarsi, cosa che nel recente passato ha causato criticità e ostacoli complicando le procedure di valutazione ambientale e i tempi autorizzativi”.
E l’assessore regionale a Territorio e Ambiente, Elena Pagana, aggiunge: “La riforma della Cts è un tassello di un lavoro molto più ampio che stiamo facendo nel campo della semplificazione e della sburocratizzazione. La Sicilia si trova in un momento particolare per le sfide energetiche che si trova ad affrontare e per la sua centralità nel Mediterraneo. La Cts è un organismo a tutela di ciò che sarà realizzato e del futuro che tocca alla Sicilia. Il governo regionale starà al suo fianco. Sono convinta che faremo un grande lavoro che sarà sotto gli occhi di tutti”. E il presidente della Commissione, Armao, traccia il primo bilancio dell’attività svolta finora, e spiega: “Dal primo settembre ad oggi sono già stati dati 130 pareri, che si aggiungono ai 500 già approvati, ed esaminate pratiche per investimenti da 2 miliardi di euro. Continuando con questo ritmo, possiamo affermare che in un anno saremo in grado di azzerare l’arretrato e fornire risposte in tempi certi alle imprese e ai Comuni, per utilizzare al meglio le risorse del Pnrr”.
Presidente buona sera. E’ rimasto in città per scaramanzia ma l’Akragas ha perso lo stesso.
“Siamo in perfetta sintonia con quelle che erano e sono le nostre pretese iniziali. Svolgere un campionato di assestamento per capire meccanismi e meandri della categoria. Inoltre, in attesa di buone nuove, dobbiamo vedere cosa succede in seno alla società. Occorre una rivalutazione dell’assetto societario. Nel frattempo l’assestamento comprende anche la parte tecnica che impara a conoscere le difficoltà di questo campionato”.
Motivo per cui?
“Se riusciremo a superare questi ostacoli nel giro di un paio di anni faremo il salto di categoria. Non dimentichiamo che all’Esseneto manca l’impianto di illuminazione e pertanto sarebbe molto antipatico salire di categoria e giocare le partite casalinghe fuori”.
E’ contento dell’assetto tecnico della squadra?
“Ni, ma le prospettive sono positive. Abbiamo centrocampo e difesa abbastanza forti. In avanti abbiamo la consapevolezza che ci manca ancora qualcosa di importante. Abbiamo preso Morimoto ma l’iter burocratico non consente di velocizzare i tempi. Avevo chiesto aiuto all’on. Lillo Pisano il quale mi aveva garantito di interessarsi presso l’Ambasciata. Ed invece per rintracciarlo dovremo chiamare la trasmissione “Chi l’ha visto”. Sparito nel nulla”.
Presidente, giocherà lei in attacco?
“Non penso proprio. Nei giorni scorsi abbiamo provveduto ad acquistare un attaccante di peso; si tratta di Petru Leuca, prima punta della nazionale moldava di 32 anni, alto 1,95. Già si allena con i nuovi compagni di squadra”.
Il tecnico biancoazzurro dopo l’ennesima sconfitta avrà qualche pensiero di troppo?
“Marco Coppa oltre ad essere un ottimo allenatore gode della nostra fiducia e della nostra incondizionata stima, non solo mia ma anche di tutta la dirigenza. E’ uno che sa far giocare bene la squadra e i suoi calciatori. Quindi nessun problema”.
Domenica il derby con il Canicattì. Dopo la sconfitta odierna un altro pensiero: il derby.
“Spero non sia un pensiero pesante per il nostro allenatore e tutta la squadra. Sappiamo bene che si tratterà di una partita difficile e che i nostri cugini venderanno cara la loro pelle. Conosciamo la squadra canicattinese e sappiamo che è di tutto rispetto. Ma noi dobbiamo riprendere il cammino delle vittorie, iniziando proprio contro il Canicattì. Di sicuro sarà una bella gara”.
Oltre 20 kg d materiale alimentare non tracciato e in cattivo stato di conservazione.
I Carabinieri del Centro Anticrimine Natura e del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno visitato un notissimo locale adibito a pizzeria dal nome assai altisonante e fra i più importanti del territorio.
I militari dell’Arma, durante il controllo, hanno anche esteso le proprie attenzioni ed hanno scoperto che il titolare della nota pizzeria aveva due lavoratori in nero. Per questi motivi i militari hanno elevato multe per oltre 40 mila euro ed hanno anche sospeso l’attività lavorativa del locale.
Lo stesso trasgressore è stato deferito alla Procura della Repubblica di Agrigento per mancanza di dispositivi di sicurezza e omessa sorveglianza sanitaria dei propri lavoratori.