Ottobre 2023 - Pagina 11 di 38 - Sicilia 24h
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A seguito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, il Servizio Centrale Operativo, la S.I.S.C.O. di Palermo e la Squadra Mobile di Agrigento hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminare del Tribunale di Agrigento, nei confronti di tre soggetti di nazionalità egiziana (K.R. cls 02,  M.S.  cls 01 e A.M. cls 89) ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

In particolare, le indagini, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dei tre soggetti destinatari della misura cautelare,  che hanno condotto una imbarcazione proveniente dalla Libia e giunta a Lampedusa,  dotati di strumenti atti al tracciamento delle rotte, con professionalità e tra i pochissimi cittadini egiziani presenti sul natante in questione che trasportava complessivamente 53 migranti di diverse nazionalità.

Le informazioni raccolte sugli indiziati, compiutamente individuati dai migranti a bordo, compendiano un quadro probatorio che ha portato alla contestazione del reato di cui all’art. 12 del Dlgs 286/98 con le aggravanti di aver procurato l’ingresso sul territorio nazionale di più di 5 persone, di averli esposti a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità e di aver agito allo scopo di trarne profitto anche indiretto.

Il provvedimento emesso dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Agrigento è stato eseguito nella serata del 22 ottobre e gli indagati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Agrigento a disposizione della competente A.G.

Le indagini sono in corso e la responsabilità penale dei soggetti gravati da misura cautelare non sono ancora accertate in via definitiva.

La Corte d’Assise d’Appello di Catania ha confermato la sentenza emessa il 20 giugno del 2022 dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catania, che, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 18 anni di reclusione Daniela Agata Nicotra, 37 anni, imputata dell’omicidio di Ylenia Bonavera, 24 anni, di Messina, deceduta il 9 dicembre del 2020 all’ospedale Garibaldi a Catania. Nella sentenza il giudice ha riconosciuto all’imputata l’aggravante della relazione affettiva con la vittima. Ylenia Bonavera sarebbe morta a seguito di un’emorragia provocata da una coltellata ricevuta alle spalle che la Procura ritiene sia “stata inferta con forza e determinazione a danno della vittima nel corso di una violenta lite scaturita per ragioni sentimentali”. La Nicotra ha sostenuto la tesi della legittima difesa, spiegando di essere stata ferita da Ylenia ad un occhio dopo averla rimproverata perché ancora una volta in preda all’uso di droga e alcool. Ylenia aveva in mano una bottiglia di birra, con la quale – ha aggiunto Daniela Nicotra – avrebbe tentato di colpirla ancora. Lei ha quindi afferrato un coltello da cucina, che aveva in auto, e l’avrebbe usato per difendersi.

Si profila una proroga oltre il termine del 31 ottobre degli attuali manager e commissari delle Aziende sanitarie e ospedaliere siciliane. Tutti i perché.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, si è prefisso due obiettivi, da intendere come promesse. Il primo è l’approvazione della Finanziaria entro il termine ultimo del 31 dicembre 2023, come in Sicilia non accade da ben oltre un decennio, scongiurando il ricorso, ormai consuetudinario, all’esercizio provvisorio del bilancio. Il secondo sono le nomine dei manager delle aziende sanitarie e ospedaliere siciliane da effettuare entro il prossimo 31 ottobre martedì. Ebbene, se per la Finanziaria ancora vi è del tempo, il gong del ko per la scelta dei direttori generali è quasi del tutto scontato che suoni, ripiegando su una obbligatoria proroga, verosimilmente fino al 31 dicembre, degli attuali timonieri di aziende e ospedali. Infatti, sul bagnato dei veti incrociati e delle ostilità, è piovuta altra pioggia, di carattere tecnico.

Dunque: i manager saranno pescati dall’elenco già pronto dei 49 “personaggi in cerca d’autore”, ovvero i papabili “maggiormente idonei” (diverso dall’elenco dei “semplicemente idonei”) forti dei requisiti e dei titoli per accedere a tale elenco privilegiato. A loro volta, i manager designati dal governo sceglieranno i direttori sanitari e amministrativi, ovvero coloro che siederanno alla destra e alla sinistra “del padre manager”, pescandoli da un altro apposito elenco regionale di idonei alla carica che però – ecco il nodo al pettine – non è ancora pronto perché non è stato ancora formato. E quindi: se adesso il governo nominasse i manager, poi i manager saranno impossibilitati a nominare i “compagni di merenda” (nel senso buono).

E dunque la soluzione che sarebbe stata ipotizzata è di attendere la formazione dell’elenco regSacre Scritture” di Palazzo d’Orleionale dei papabili direttori sanitari e amministrativi, e poi procedere con le nomine dei manager, rendendoli subito in grado di scegliersi i due collaboratori primari, evitando un vuoto d’incarichi. Ebbene, affinchè tutto ciò si compia “secondo le ans sarebbero necessarie almeno due settimane se non di più. Ecco il perché della non eludibile proroga oltre il 31 ottobre. Si maligna che tanti e cotanti contorcimenti e tortuosità siano sotto traccia funzionali ad una tregua armata, ad un cessate il fuoco, in attesa e nell’auspicio che si raffreddino le tensioni e le fibrillazioni tra i partiti del centrodestra nella spartizione delle 18 poltrone in palio.

I Fratelli d’Italia ne pretenderebbero sette anziché sei (altrimenti sei però di spessore) nella Sicilia orientale, con Catania, Siracusa e Messina, dirottando Forza Italia, che ha già parecchi dirigenti all’assessorato regionale alla Sanità, nella Sicilia occidentale dove particolarmente ambite, anche dai Cuffariani, sono le Aziende di Palermo e Agrigento. Il Movimento per l’Autonomia, dopo il patto con la Lega, ambisce ad almeno tre manager, e non agli iniziali due. E ciò marciando in tandem con i Salviniani. Il presidente della Regione, Renato Schifani, con la tessera di Forza Italia, forse ha già buttato la spugna dichiarando: “Forza Italia è pronta a concludere l’iter, anche se più i giorni passano più sarà difficile arrivare alla meta entro questo mese”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Ad Agrigento Carabinieri e Poliziotti hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento, per ricettazione, un immigrato dalla Tunisia di 25 anni. Lui ha rubato una borsa da dentro un’automobile posteggiata in via San Vito, e con la carta di credito ha acquistato merce in un mini market in via Atenea. Il proprietario, un favarese di 45 anni, ha telefonato subito al 112. Le forze dell’ordine, avvalendosi subito di alcuni video – sorveglianza, hanno rintracciato il ladro ancora in via Atenea. Gli sono stati sequestrati anche 3 grammi di hashish, ed è stato segnalato alla Prefettura quale consumatore abituale di droga.

Il pubblico ministero di Agrigento, Elettra Consoli, ha depositato istanza di rinvio a giudizio a carico di Salvatore Raimondo Mulone, 33 anni, e Salvatore Lo Giudice, 32 anni, entrambi di Canicattì, imputati di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. I due sono stati arrestati dalla Polizia lo scorso 20 gennaio in contrada “Grotticelli”, una zona di campagna di Canicattì, perché sorpresi in possesso di poco meno di un chilo e mezzo di cocaina, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento della droga. Il Tribunale convalidò l’arresto, disponendo per entrambi gli indagati, difesi dall’avvocato Calogero Meli, i domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Prima udienza il prossimo 22 novembre innanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo.

A Lampedusa lo scorso 3 agosto la Guardia di Finanza ha arrestato in flagranza di reato un lampedusano di 52 anni, Celestino Lepredoro, sorpreso in possesso di 4 chili e mezzo di cocaina in occasione di una perquisizione domiciliare indotta da sospetti investigativi. Sequestrati due panetti da un chilo ciascuno, ancora sigillati, poi altri 67 grammi pronti per essere verosimilmente confezionati in dosi, due bilancini di precisione e 5.900 euro in banconote di vario taglio, occultati in posti diversi dell’abitazione e in luoghi anche insoliti (tra cui un barattolo di patatine). Nel telefonino cellulare dell’uomo è stata scoperta una fotografia ritraente una caratteristica vegetazione dell’isola. I militari si sono recati sul posto e in un cespuglio hanno trovato nascosti altri due panetti del peso complessivo di 2 chili e 400 grammi di cocaina. Ebbene adesso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha riscontrato la volontà di collaborare con i magistrati da parte di Lepredoro e gli ha applicato una misura cautelare meno afflittiva, ovvero gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il giudice nell’ordinanza tra l’altro ha scritto: “L’indagato ha fornito elementi utili all’approfondimento del quadro istruttorio. Le esigenze cautelari, di conseguenza, sono da ritenersi affievolite”.

Sophia Orsini è uno pseudonimo e l’identità reale dell’autrice verrà svelata durante la prima presentazione del libro, il giorno 3 novembre alle 17.30 in Rende (Cs) presso il Museo del Presente.

Durante l’intervista l’autrice si racconta e racconta le dinamiche che hanno portato alla stesura del libro, racconta i contorni della sua vita e la destinazione di questo libro che parla di violenza e di come si possa prima riconoscerla e poi risorgere.

Un libro che parla di amore, coraggio e dignità.
Il tutto sullo sfondo di una natura, con la sua forza e il suo potere.

Buona visione

La Procura generale di Palermo ha chiesto la conferma della condanna a 21 anni di carcere nei confronti di Gaetano Rampello, 59 anni, poliziotto, in servizio al reparto mobile della Questura di Catania, che ha confessato l’omicidio del figlio ventiquattrenne Vincenzo. I giudici della Corte di Assise di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, condannarono il raffadalese, escludendo però le aggravanti della premeditazione e riconoscendo le attenuanti generiche e della provocazione.

L’omicidio è avvenuto il primo febbraio dell’anno scorso in piazza Progresso, a Raffadali, dove i due si erano dati appuntamento, perchè il ragazzo avrebbe preteso 30 euro. Il 59enne, dopo una violenta discussione, ha tirato fuori la pistola d’ordinanza ed ha scaricato 14 colpi contro il figlio, uccidendolo. Il ragazzo, che soffriva di problemi psichici, era stato denunciato più volte dal padre per estorsione e maltrattamenti.

Il processo di appello è arrivato alle battute decisive. Il 16 novembre sono in programma le arringhe di parte civile e quella del difensore dell’imputato, l’avvocato Daniela Posante. Poi sarà emessa la sentenza.

“Apprezziamo le iniziative del comitato promotore per la costituzione della Spa Aeroporto Valle dei Templi di Agrigento e gli emendamenti al disegno di legge 124 del 2023, depositati in parlamento dal deputato nazionale Calogero Pisano per il reperimento delle risorse necessarie per realizzare lo scalo, ma siamo ben consapevoli che, per non ricadere nelle trappole che nel passato hanno vanificato ogni sforzo delle istituzioni preposte alla realizzazione dell’importante infrastruttura, sia prioritario e inderogabile l’inserimento dello scalo agrigentino nel Piano Nazionale degli Aeroporti, redatto dall’ENAC ed al vaglio del Ministero delle Infrastrutture”.

Con queste parole, il presidente dell’Ordine degli architetti, Rino La Mendola, conferma le posizioni recentemente espresse dagli architetti in merito alla vicenda aeroporto.

“Al di là delle tante iniziative, portate avanti con merito da comitati cittadini e da esponenti politici impegnati sul tema – secondo gli architetti – per la concreta realizzazione dell’aeroporto, è importante procedere con ordine, secondo la seguente tabella di marcia, divisa in due fasi: la prima da avviare immediatamente, mentre la seconda rimane subordinata al buon esito della prima e al reperimento delle risorse necessarie per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori.

PRIMA FASE (Programmazione):

Ø  Individuazione certa e ben definita del sito;

Ø  Redazione di uno studio di massima, completo di report aggiornato sulla sostenibilità economica e gestionale dell’aeroporto;

Ø  Inserimento dello scalo nel Piano Nazionale degli Aeroporti.

SECONDA FASE (Progettazione ed esecuzione dei lavori):

Ø  affidamento, a professionisti esperti, del progetto di fattibilità tecnica ed economica;

Ø  acquisizione dei pareri di rito;

Ø  redazione, verifica e validazione del progetto esecutivo e successivo appalto dei lavori o, in alternativa, vista la natura delle opere da realizzare, affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori;

Ø  esecuzione e collaudo dei lavori.

“Non volendo illudere i cittadini con slogan che poi vengono sistematicamente smentiti dai fatti – conclude La Mendola – nell’ipotesi in cui i passaggi sopra elencati siano posti in essere con successo e senza imprevisti, sperando di essere smentiti, stimiamo tempi non inferiori a cinque anni per l’auspicata posa della prima pietra”.

Tutto ciò sarà comunque possibile solo se i nostri rappresentanti istituzionali e politici, a prescindere dal colore dei rispettivi schieramenti, lavoreranno all’unisono, sostenendo l’avvio immediato della prima fase e abbandonando quei veti incrociati (più o meno palesi) che, nel tempo, hanno impedito la realizzazione dell’infrastruttura, tarpando le ali allo sviluppo socio-economico della nostra terra.