Maggio 2023 - Pagina 19 di 42 - Sicilia 24h
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Il livello attuale dell’assistenza sanitaria nel nostro territorio è così basso che appare inutile fare una semplice elencazione di tutti i disservizi che lo caratterizzano in quanto sono le scelte a monte che vanno contestate perché da queste si evince una precisa strategia che vuole ridimensionare quel sistema sanitario nazionale che garantisce a tutti il diritto alla salute e che trova la sua origine nella stessa carta costituzionale.

Pertanto prima di passare in rassegna le numerose disfunzioni che penalizzano le cittadine e i cittadini è opportuno avviare un confronto serrato con i diversi livelli istituzionali per fare chiarezza sulle linee di fondo a cui si ispirano decisioni che non vanno certamente nella direzione di assicurare standard efficienti del servizio sanitario.

La Sicilia è attraversata ormai, da decenni, da una pesantissima crisi sanitaria, economica e sociale che agisce negativamente sulla condizione di salute delle persone più fragili, con ciò causando gravi difficoltà a garantire il diritto ad accedere alle cure, in particolare quelle specialistiche.

Si denuncia in pratica l’insostenibilità del sistema sanitario complessivo. E se i soldi non ci sono, le regioni hanno poche scelte, se non quella di tagliare i servizi e non potere garantire i livelli essenziali di assistenza. Intanto si registra l’ulteriore aumento della spesa privata per la salute, cioè di quello che i cittadini pagano di tasca propria, che già oggi è a livelli elevatissimi.

Senza scendere ulteriormente sulle carenze del sistema sanitario locale non c’è dubbio che il quadro generale impone una mobilitazione per salvare il servizio sanitario pubblico che deve coinvolgere sindaci, forze sociali, associazioni di categoria, lavoratori e lavoratrici del settore oltre a tutti quei movimenti spontanei che già hanno fatto sentire la propria voce per denunciare quella mala sanità che colpisce tutti a partire dalle fasce più fragili della popolazione.

Pertanto rivolgiamo un accorato invito ai primi cittadini della provincia di Agrigento affinchè facciano sentire la loro voce e quella delle comunità che rappresentano partecipando alla giornata di mobilitazione generale che si svolgerà il 17 giugno ad Agrigento con un concentramento a piazza Cavour alle ore 10 per poi sfilare in corteo attraverso il viale della Vittoria fino a Porta di Ponte dove ascoltare alcune testimonianze e infine per consegnare al Prefetto un documento che illustra le ragioni dell’iniziativa.

Tenuto conto della rilevanza sociale dell’iniziativa auspichiamo una convinta e massiccia partecipazione a difesa del diritto alla Salute di tutti.

L’On. Ida Carmina del M5S replica all’On. Pisano dei “Noi Moderati” sulla bocciatura dell’Odg (9/1067-A/31) che mi vede prima firmataria sull’aeroporto ricadente nell’area sud-occidentale della Sicilia e inserito nel Dl Ponte per fare chiarezza ai cittadini di cosa è successo realmente alla Camera dei Deputati.

“Trovo alquanto strano che su un Odg così importante per il territorio agrigentino quale il tema dell’aeroporto si ingenerano senza fondamento. Tra l’altro avevo annunciato al collega il “moderato” Pisano che avrei presentato questo ordine del giorno nell’interesse della nostra provincia Agrigentina e lo avevo invitato a sottoscrivere, per dare maggior forza alla mia richiesta per il nostro territorio .

Lui, forse consigliato male, non so da chi, era convinto che l’Odg non fosse attinente, al provvedimento che riguardava la “realizzazione di un collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria “, e pertanto non soltanto il Ponte sullo Stretto. Infatti, se non fosse stato attinente sarebbe stato dichiarato inammissibile, e non votato dall’Aula .

Invece l’Odg è arrivato in Aula ed è stato regolarmente votato. Ma è stato bocciato, non perché era inammissibile, ma perché ha ricevuto il parere contrario del Governo. L’Odg voglio ricordare è una richiesta di impegno al Governo di togliere dall’isolamento la Provincia di Agrigento, valutando ponendo in essere tutte le iniziative a disposizione per la realizzazione di un aeroporto ad Agrigento .

Avevo motivato dettagliatamente le ragioni della mia richiesta nel contenuto presentato e gli svantaggi oggettivi che subiscono gli agrigentini, che subiscono una gravissima discriminazione e sono in grave quanto ad infrastrutture Ciononostante, il Governo non ha dato l’assenso. A questo punto l’unica spiegazione credibile è perché la proposta è partita dall’opposizione, da una che fa parte del M5S .

Io avevo invitato lo stesso Pisano a firmare il mio Odg superando logiche e steccati politici, come ho fatto io stessa controfirmando il suo ODG sull’alta velocità.

Forse migliori consigli avrebbero consentito la firma e di portare a casa il risultato.

Detto questo la mia battaglia parlamentare sull’aeroporto agrigentino andrà avanti con gli strumenti parlamentari in mio possesso e spero che i parlamentari del territorio di maggioranza escano dalla logica delle contrapposizioni e si uniscano assieme a me in questa iniziativa sacrosanta con atti concreti vista la linea preferenziale con il governo in carica. Perché l’aeroporto di Agrigento è una reale necessità di un territorio martoriato ed i ritardi non sono accettabili per i quasi 500 mila agrigentini che hanno fame di normale mobilità per non sentirsi più cittadini discriminati e per potere appieno dei loro diritti”.

Conto alla rovescia per l’ormai imminente inizio dello storico Carnevale di Sciacca 2023. Le abili maestranze saccensi in queste ore stanno lavorando per completare il montaggio dei maestosi carri allegorici mentre i gruppi mascherati stanno ultimando le coreografie dello spettacolo che terranno durante il corteo del carnevale e successivamente sul palco.

Nel frattempo la Meridiana Eventi e l’amministrazione comunale stanno predisponendo gli ultimi dettagli del percorso di via Allende, nella zona Perriera, compresa l’istallazione degli stand e di quattro biglietterie per i giorni della festa e che sono state dislocate all’ingresso Est della via Allende, in Via Capurro, via Lanza e via Bellanca.

Confermato il servizio di bus navetta gratuito disposto dal Comune dal centro storico alla zona Perriera con frequenza ogni 20 minuti. Organizzati anche dei parcheggi auto nell’area di ammassamento mentre il parcheggio dei camper è previsto nell’ex Galoppatoio e nel Parcheggio degli autobus in Via dei Tonnaroti.

Nel frattempo le biglietterie fisiche e on line in queste ore vengono letteralmente prese d’assalto da quanti vogliono assistere allo spettacolo. Le rivendite vengono continuamente riapprovvigionate per assicurare a tutti la possibilità di avere il biglietto a prezzo agevolato. Ricordiamo, infatti, che da sabato il biglietto avrà lo stesso prezzo sia per i residenti che per quelli che vengono da fuori cttà.

Quando la professionalità, il dovere, la dedizione e la qualità scendono in campo non è poi così difficile raggiungere ambiziosi e prestigiosi traguardi.

E così per l’azienda Mancuso Gelati dal 1958 la quale nei giorni scorsi partecipando alla fiera Tutto Food ha vinto il primo premio innovazione per l’ultimo prodotto esibito che si chiama Gelato Zero.

Una vera e propria innovazione che ha impressionato non poco i giuristi che hanno dovuto scegliere i vincitori; e per loro non c’è stata storia. Mancuso Gelati dal 1958 non poteva non vincere questa edizione denominata “Better Future Awarda”.

Ed uno dei titolari dell’azienda, Antonio Mancuso, mostra immediatamente la sua felicità dopo l’ambizioso traguardo raggiunto. Dichiara: “Come azienda, ci siamo sempre impegnati a offrire ai nostri clienti solo il meglio dei gelati, ma abbiamo anche la responsabilità di ascoltare le loro esigenze e di adattarci alle loro esigenze in continua evoluzione. Il nostro Gelato Zero è stato creato appositamente per soddisfare la crescente richiesta di prodotti con un basso contenuto di zuccheri, senza compromettere il sapore e la qualità del gelato, un’alternativa gustosa e sana.  Siamo estremamente grati per il riconoscimento del nostro impegno nella ricerca e nello sviluppo di prodotti innovativi che soddisfano le esigenze dei nostri clienti. Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo successo, dal nostro team di ricerca e sviluppo, ai nostri dipendenti e ai nostri fedeli clienti”.

L’azienda Mancuso non è nuova a conquistare traguardi importanti. Ciò denota la professionalità e la dedizione che, titolari e operai tutti, riescono a tirar fuori mentre svolgono il proprio lavoro, ognuno con il suo ruolo, al fine di soddisfare tutte le esigenze che propone il mercato e che oggi sono sempre più richieste.

La Corte d’Appello di Palermo ha condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno (ed è sentenza definitiva) Antonino Santamaria, 50 anni, e Vincenza Monica Faraci, 47 anni, entrambi di Licata, imputati di estorsione continuata in concorso a danno di una vicina di casa. I Carabinieri li hanno trasferiti nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” ad Agrigento dove sconteranno la pena. Gli episodi di estorsione sono stati commessi a Licata tra il luglio e l’agosto del 2016.

Sono sessanta le famiglie ancora senza a casa a Ribera, in attesa di riassegnazione dell’alloggio popolare da cui erano state sgomberate anni fa. Non c’è pace per questi residenti delle palazzine di Via Fani, la cui tormentata vicenda si trascina da anni senza risultati concreti: _“Ci sono ad oggi tutte le carte in regola per procedere alla riassegnazione – *spiega l’onorevole Carmelo Pace, capogruppo della DC all’Ars* – Con il Comune, l’Istituto Autonomo Case Popolari di Agrigento e la Regione, avevo da sindaco intrapreso tutti gli accordi propedeutici che adesso consentono di concludere questa annosa questione._
_“Invito l’attuale sindaco di Ribera senza indugio ad assumersi la responsabilità di far rientrare a casa tutte le sessanta famiglie di via Fani – esorta Pace -. So bene, per mia esperienza personale, che non sempre ci si trova ad affrontare situazioni facili: questo è uno di quei momenti in cui occorre andare avanti senza delegare ad altri, ma firmando di proprio pugno il lieto fine per questi concittadini che attendono da anni di rimettere piede nelle proprie dimore”.

L’influencer originaria di Racalmuto, nota sui social come Ironadia_301, focomelica dalla nascita a causa di una malformazione per la quale non ha sviluppato gli arti superiori e solo parzialmente gli arti inferiori, partecipa al prestigioso concorso internazionale Diversity Media Awards . Tramite il link è possibile votarla. Il termine per esprimere il proprio voto scade il 4 giugno. Si tratta del primo e unico evento europeo dedicato al valore dell’inclusione, che crea un cambiamento positivo sulla società. I vincitori saranno protagonisti sul palco del Teatro Lirico Giorgio Gaber a Milano il 21 giugno. Votiamo tutti insieme per Nadia Lauricella…

La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna inflitta all’omicida reo confesso di Ignazio Scopelliti a Palma di Montechiaro. I dettagli.

Il 14 aprile del 2022 la seconda sezione penale della Corte d’Assise d’Appello di Palermo, presieduta dal giudice Angelo Pellino, ha ridotto la condanna da 17 anni e 4 mesi inflitti in primo grado a 10 anni e 4 mesi a carico di Raimondo Burgio, 39 anni, di Palma di Montechiaro, imputato, in abbreviato, reo confesso dell’omicidio del cognato, Ignazio Scopelliti, 45 anni, ucciso il 2 novembre del 2018. Il sostituto procuratore generale, Giuseppe Fici, a termine della requisitoria propose la condanna di Burgio a 8 anni di carcere, con il riconoscimento delle attenuanti generiche e della provocazione.

La Corte d’Assise ha poi depositato le motivazioni della sentenza spiegando il perché dello sconto di pena. E tra l’altro ha scritto: “L’imputato fu ripetutamente provocato con vilipendi e continue minacce, offese e umiliazioni, anche contro familiari. Vi era un profondo stato di prostrazione”. Raimondo Burgio nel corso dell’istruttoria ha affermato: “Sì, gli ho sparato io perchè temevo di essere ucciso. Un conoscente mi aveva detto che andava in giro armato di un coltello e avrebbe ucciso mia sorella. Stavo rientrando a casa, dal negozio di ortofrutta, e ho visto che stava discutendo con mia madre. Ho avuto paura, gli ho detto di andare via e lui mi ha minacciato. Per questo ho sparato”. I suoi difensori, gli avvocati Salvatore Pennica e Francesco Scopelliti, hanno sempre sostenuto la tesi della legittima difesa.

Ebbene, adesso la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna a 10 anni e 4 mesi inflitta dalla Corte d’Assise d’Appello, con rinvio ad altra sezione di Corte d’Appello. I giudici della Suprema Corte intendono che altro giudice di secondo grado valuti il riconoscimento delle attenuanti generiche, le stesse che, verosimilmente, sono state riconosciute dal sostituto procuratore generale, Giuseppe Fici. In primo grado il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, condannò Burgio, con lo sconto di pena di un terzo, a 17 anni e 4 mesi per omicidio volontario ma escludendo l’aggravante della premeditazione. Raimondo Burgio ha sparato con una pistola semiautomatica calibro 9, legalmente detenuta, in via Palladio, nel centro storico del paese del Gattopardo. Ignazio Scopelliti avrebbe litigato a casa dei suoceri, e non sarebbe stata la prima volta. Lui già da tempo non avrebbe esitato a maltrattare la moglie, Lucrezia Burgio, sorella di Raimondo, e i quattro figli.

E ciò tanto che il difensore della donna, l’avvocato Santo Lucia, si è rivolto ai Carabinieri affinchè, in un modo o in un altro, si frenasse l’escalation di violenza. La coppia non è stata ancora separata ma, in ragione dei rapporti tesi, è stata distante. E lui, Scopelliti, avrebbe più volte tentato molestamente di riallacciare la relazione con la Burgio, intransigente, invece, nella separazione. E il padre e il fratello di Lucrezia Burgio hanno altrettante volte denunciato ai Carabinieri il genero e cognato per molestie e violenze. E l’ultima denuncia risale alla sera di giovedì primo novembre 2018. Poi la mattina successiva, 2 novembre, Scopelliti si è ripresentato a casa Burgio, manifestando scalmanato le proprie pretese. L’epilogo è stato già raccontato.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Il governo regionale ha approvato la riforma della Commissione tecnica specialistica, anello cruciale delle autorizzazioni ambientali. Gli interventi di Schifani e dell’assessore Pagana.

Uno dei maggiori ostacoli alla speditezza delle procedure alla Regione sono stati i meccanismi di funzionamento dell’anello cruciale della catena, ovvero la Cts, la Commissione tecnica specialistica, che è l’organo preposto alla valutazione e al rilascio di tutte le autorizzazioni ambientali. Ebbene, come da programma elettorale, adesso la Giunta Schifani ha approvato la riforma della Commissione, puntando soprattutto sulla semplificazione delle procedure e garantendo allo stesso modo il rispetto dell’ambiente e della legalità.

Dal decreto di riforma, emesso dall’assessore a Territorio e Ambiente, Elena Pagana, emerge una Commissione costituita da 60 commissari esterni alla pubblica amministrazione regionale, presieduta da un presidente nominato con decreto dell’assessore d’intesa col presidente della Regione, che designa anche i coordinatori delle sottocommissioni. L’incarico di commissario ha durata triennale, rinnovabile una sola volta. La commissione si articola in tre sottocommissioni composte fino a un massimo di 30 componenti: Ambiente ed energia, Pianificazione territoriale, Pnrr e progetti soggetti a finanziamento.

Un’accelerazione delle procedure sarà possibile, tra l’altro, con iter istruttori “speciali” per specifiche questioni, grazie alla concertazione tra il presidente della Cts e i dirigenti generali dei dipartimenti Urbanistica e Ambiente. Per contrastare casi di inerzia e inattività di un gruppo istruttore o di qualche componente, in caso di mancato rispetto dei tempi, il presidente sostituisce il gruppo o il singolo inadempiente, ovvero avoca il parere all’assemblea plenaria della Commissione. Il commissario in questione sarà segnalato all’Ordine professionale di appartenenza.

E il presidente Schifani commenta: “Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto dall’assessore Elena Pagana, perché attiviamo in modo concreto, attraverso una riforma importante, lo snellimento delle procedure e la velocizzazione dei lavori della Cts. Era un impegno che avevo assunto nei confronti dei siciliani durante la campagna elettorale, anche su sollecitazione del mondo delle imprese che lamentavano l’eccessiva lentezza dei lavori della Cts e soprattutto tante mancate risposte rispetto alle autorizzazioni ambientali di competenza regionale. L’obiettivo che ci siamo sempre prefissati, come governo, era quello di ridurre le criticità esistenti, per migliorare progressivamente il rapporto tra istanze e provvedimenti emanati, riducendo i tempi autorizzativi”.

E l’assessore Pagana aggiunge: “Abbiamo semplificato la Commissione tecnica specialistica per rendere più celeri gli iter di approvazione dei provvedimenti relativi alle autorizzazioni ambientali. Il dipartimento dell’Ambiente e il presidente della Cts potranno contare su una maggiore autonomia e la stessa Commissione avrà più flessibilità saltando così quei passaggi.

Giuliana Miccichè

Il Tribunale di Agrigento ha assolto 5 gestori di sale gioco e sale scommesse di Porto Empedocle dal reato previsto dalla legge 633/1941 e 171 c.p. per aver utilizzato una smart card Sky per uso residenziale nei propri centri gioco e scommesse. I fatti risalgono alla domenica 16 settembre 2018 e secondo l’accusa, in occasione della partita di campionato Juventus Sassuolo, gli agenti della stazione dei Carabinieri di Porto Empedocle, accompagnati da un delegato SKY, effettuavano un controllo territoriale presso le sale gioco di Porto Empedocle situate tra l’altipiano Lanterna e la zona Grandi Lavori. Secondo l’accusa formulata dalla procura di Agrigento, i gestori di 5 sale gioco, Infurna Cristofè, Infurna Giuseppe, Salemi Giampiero, Ferrara Mariano e Calcetti Calogero, avrebbero utilizzato la smart card Sky ad uso residenziale, trasmettendo l’incontro di calcio nelle rispettive sale gioco e sale scommesse, in presenza di pubblico in assenza di un contratto con il legittimo distributore del segnale, diffondendo in pubblico e con l’uso di un decoder e della smart card ad accesso condizionato in forza di un contratto di abbonamento Sky che consentiva un utilizzo esclusivamente privato e familiare dello stesso. I 5 imputati, tutti difesi dall’avv. Giuseppe Aiello, dimostravano che al momento della trasmissione all’interno delle proprie sale giochi e scommesse non vi erano avventori e che comunque si era trattato di un fatto occasionale in cui i gestori, trovandosi nelle rispettive attività commerciali ed essendo tifosi della Juventus, guardavano la partita solo in presenza di qualche parente o amico stretto. Per questi motivi l’avv. Aiello chiedeva, per tutti gli imputati, l’assoluzione perchè il fatto non costituisce reato o in subordine per tenuità del fatto. Il Tribunale di Agrigento nella persona della dott.ssa K. La Barbera, ritenendo la vicenda isolata li assolveva per tunuità del fatto.