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Il sindaco di Licata, Pino Galanti, e due responsabili dell’Ufficio tecnico comunale sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Agrigento per presunti reati ambientali dai poliziotti del locale Commissariato diretto dal vice questore Cesare Castelli, e dalla Guardia Costiera. Il provvedimento segue il sequestro dell’isola ecologica in via Giarretta, e di due discariche abusive in contrada “Pisciotto” e “Piano Bugiades”. Trattandosi di aree comunali, quale atto dovuto sono stati deferiti gli organi competenti.

Ad Agrigento, a San Leone, al porticciolo turistico, i poliziotti della Squadra Volanti, allarmati dal proprietario, hanno sorpreso due giovanotti intenti a rubare oggetti dall’interno di un’imbarcazione ormeggiata. I due, entrambi di 18 anni e originari della Tunisia, regolarmente presenti sul territorio italiano, sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Agrigento.

Dopo i 267 denunciati lo scorso 20 marzo, i Carabinieri del Comando provinciale di Catania, in collaborazione con personale dell’Inps, hanno denunciato alla Procura di Caltagirone altri 87 presunti indebiti percettori del Reddito di cittadinanza. Il danno della truffa allo Stato è stimato in circa 600mila euro. Le indagini sono state avviate su persone che hanno omesso di dichiarare di percepire l’indennità di disoccupazione agricola. Poi sono emerse anche false attestazioni su composizione e redditi dei nuclei familiari. E’ stato inoltre scoperto che numerosi extracomunitari hanno incassato il sussidio pur non essendo residenti in Italia da almeno 10 anni. La metà degli 87 denunciati sono persone ‘già note alle Forze dell’ordine’ per reati come spaccio di sostanze stupefacenti, porto abusivo di armi, rapina, resistenza a pubblico ufficiale, truffa ai danni dello Stato, falso e in alcuni casi anche associazione mafiosa.

Davide Licata, il 12enne di Favara morto martedì sera vittima di un malore durante un allenamento di pallacanestro nella palestra della scuola “Guarino” in via Capitano Basile, alcuni giorni addietro, in corsa con un amico, ha avvertito un mancamento ed è svenuto. L’allenatore dell’associazione sportiva “Libertas Favara”, Simone Barone, ha consigliato alla famiglia di sottoporlo ad alcuni controlli medici. Lo stesso Barone sottolinea che dai certificati medici di Davide Licata emerge non solo lo stato di buona salute ma anche l’idoneità agonistica.

Altri dettagli emersi dalle indagini confermerebbero lo stretto rapporto affettivo tra Matteo Messina Denaro, Lorena Lanceri e anche con il figlio di lei.

A testimonianza di quanto fossero intensi e quasi quotidiani i rapporti tra Matteo Messina Denaro e la coppia Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri vi sono i video delle telecamere di sorveglianza innanzi la casa dei due, in via Mare 89 a Campobello, che ritraggono Messina Denaro entrare o uscire dall’abitazione, così come marito e moglie. Poi vi è la circostanza che Matteo Messina Denaro sia stato scelto nel 2017 come padrino di cresima del figlio della coppia, suo “figlioccio”, e che a lui si sarebbe rivolto chiamandolo “parrino”. E il boss avrebbe regalato a Bonafede e Lanceri 6.300 euro per comprare un lussuoso orologio Rolex al figlio, che oggi ha 20 anni, come regalo per la cresima. E da ultimo tale rapporto è emerso anche da alcune chat audio che Matteo Messina il 5 gennaio scorso ha inviato a Sonia, una delle pazienti come lui in chemioterapia alla clinica “La Maddalena” a Palermo e con cui ha stretto amicizia. Messina Denaro le chiede consigli su quali farmaci siano utili contro la febbre provocata dal covid. E poi, il boss, che sarebbe in compagnia di “Diletta”, ovvero Lorena Lanceri, così prosegue con Sonia nel messaggio vocale: “L’ho passato (si riferirebbe al covid) anche a ‘Diletta’. Ora è qui con me, passiamo il tempo bevendo tè caldo e mangiando biscottini al burro. Ha detto che dopo vuole mandarti un saluto”. E poi, in un altro messaggio audio diretto a Sonia, Messina Denaro racconta che in casa con loro vi era anche il figlio di Lorena Lanceri. E così lui si esprime: “Non è come la madre, lei è molto intelligente. Lui invece è un po’ andato. Lui mi guarda e mi ascolta in maniera stranita, dice ‘cos’ha questo contro di me’. Io non ho niente contro di lui. Però lo devo dire: è iscritto all’università, è al primo anno, lo bocciano sempre a tutti gli esami e nonostante questo mi dice sempre che vuole vendersi l’appartamento che gli ha comprato la madre a Palermo. Mi dice ‘una volta o l’altra io le case me le vendo’. Ti rendi conto la pazzia dei giovani d’oggi?”. Poi è la stessa “Diletta”, Lorena Lanceri, che dal telefono di Messina Denaro invia un messaggio a Sonia, ridendo: “Questo mi sta facendo giocare un sacco di soldi con ste scommesse e mio figlio vuole vendersi la casa a Palermo. Ci pensi?”. Altri pizzini e messaggi vocali sequestrati dai Carabinieri confermerebbero la relazione affettiva tra Messina Denaro, Lorena Lanceri e il figlio di lei. Il figlio si sarebbe preoccupato a che Messina Denaro non incontrasse estranei. Il 17 aprile del 2021 avrebbe scritto a sua madre: “Vorrei invitare a casa i ragazzi. Siamo in 4. Fammi sapere”. La donna ha risposto in una chat Wathsapp: “Assolutamente no”. In un’altra chat, ancora il figlio si sarebbe preoccupato per la consegna di alcuni libri per i suoi studi di ingegneria. Le sue parole: “Domani arrivano i libri, ma io vado a fare colazione alle 10.30. Se viene il ‘parrino’ come facciamo?”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Il deputato di De Luca, Ismaele La Vardera, invita i colleghi a sottoporsi al test antidroga del capello. Appello accolto ampiamente. Perplessi Fratelli d’Italia e Forza Italia.

L’ex “Iena” Ismaele La Vardera, deputato regionale di “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca, si è rivolto ai suoi colleghi all’Assemblea Regionale: “Vi chiedo di sottoporvi al test tossicologico del capello”. La Vardera, a capo di un intergruppo che si occuperà del fenomeno del consumo di droghe tra i giovani, pretende trasparenza anche sull’eventuale consumo personale di sostanze stupefacenti tra i parlamentari a Sala d’Ercole. E afferma: “E’ importante che questo Parlamento mandi un segnale chiaro ed inequivocabile a chiunque faccia utilizzo di droghe. Noi dobbiamo essere un esempio da seguire per tutti, e per questo ho chiesto ufficialmente al presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno, la possibilità di istituire un presidio che permetta ai nostri colleghi di fare il test del capello”. E l’invito è stato ampiamente accolto in Aula, tanto che La Vardera aggiunge: “Sono felice che l’Assemblea abbia sposato questa iniziativa. Il nostro intergruppo nasce con l’idea di aiutare i giovani a stare lontani dalle droghe e soprattutto dal crack. Ho sentito il presidente e mi ha detto che autorizzerà l’accesso di esperti per il test e che lui sarà il primo a farlo”. Galvagno conferma e commenta: “E’ giusto che i siciliani siano informati se i propri rappresentanti facciano uso di droghe. Mi sottoporrò volontariamente al test ed invito i colleghi a fare altrettanto. La mia adesione all’intergruppo è ovviamente scontata, così come l’esame clinico. Credo che questo sia un passaggio importante per cominciare a ridare credibilità alla politica. Evitiamo dibattiti stucchevoli, diamo subito l’esempio e trasformiamo questa Assemblea in una casa di vetro. E’ un primo piccolo passo, ma ritengo sia coraggioso e di grande responsabilità”. Allo stesso modo si sono espressi Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Il capogruppo Pd, Michele Catanzaro: “Noi ci siamo. Figuriamoci se non aderisco. Penso che qualunque iniziativa utile a sensibilizzare i giovani contro l’uso delle droghe sia sempre da sostenere. Ovviamente sarà compito nostro passare dalle parole ai fatti”. Il capogruppo pentastellato, Nuccio Di Paola: “Sarò il secondo a farlo, dopo il presidente dell’Ars”. E poi ironizza: “Spero ci sia un sistema alternativo al prelievo dei capelli, per chi non è provvisto”. Perplessi Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il capogruppo meloniano, Giorgio Assenza: “Io il test lo posso fare anche adesso, ma ritengo questa iniziativa un po’ demagogica”. Il capogruppo azzurro, Stefano Pellegrino: “Noi di Forza Italia ci sottoporremo al test, ma lo consideriamo sostanzialmente inutile, per più di un motivo. Sono certo, infatti, che nessuno dei deputati dell’Ars risulterà positivo a qualsivoglia sostanza venisse cercata. Inoltre, quello dell’Assemblea regionale siciliana non sarebbe comunque un campione rappresentativo. A questo punto, avrebbe senso allargare questo tipo di esami ad altri settori come anche le forze dell’ordine, chi lavora nei tribunali, chi lavora negli assessorati. Se si facesse in tutte le pubbliche amministrazioni avrebbe un senso, così certamente meno”.

Giuliana Miccichè

La notizia è di pochi minuti fa.
Un uomo di 49 anni, Vincenzo Re, figlio dell’avvocato Salvatore e fratello dell’avvocato Daniele, è morto poco fa, a bordo di una ambulanza che lo stava trasportando all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

Stava giocando una partita di calcetto, nel campo del villaggio Peruzzo, allorquando si è sentito male; i compagni di gioco, si sono resi subito conto della gravità della situazione ed hanno provveduto a chiamare tempestivamente l’ambulanza del 118.

Un infarto fulminante gli ha tolto la vita durante il tragitto verso il nosocomio agrigentino.

Il mondo forense della città è stato colpito da questo tragico evento luttuoso.

Il padre Salvatore Re e il fratello Daniele sono tra gli avvocati più rappresentativi e conosciuti della provincia di Agrigento.

 

Alla vigilia del tavolo con il Ministro Valditara sul caso dell’insegnante Laura Bonafede, la dirigente dell’Istituto Vania Stallone, è altrettanto netta: «Non voglio più l’insegnante Bonafede nel corpo docente della mia scuola».«Sino al giorno in cui l’autorità giudiziaria ha reso pubbliche la foto dell’incontro con Matteo Messina Denaro al supermercato e il contenuto delle lettere tra i due, la signora Bonafede era una docente che nulla aveva mai fatto trapelare sul luogo di lavoro – spiega la dirigente scolastica – Nessun comportamento sospetto. Ma quando abbiamo visto e saputo dei contatti con Messina Denaro siamo rimasti tutti a bocca aperta».

Doemnica prossima dalle 10 del mattino fino alle 19 si terrà in piazza Cavour una giornata di service organizzata e promossa da Rotary Club Agrigento, Rotaract e Inner Weel che ha per tema: “Dolore pelvico da endometriosi; creare consapevolezza per riconoscere e curare”.
L’obiettivo del Service consiste nel creare consapevolezza riguardo al dolore da endometriosi attraverso l’informazione frontale e la consegna di una brochure proposta dal nostro gruppo di lavoro e mutuata da altre esperienze in questo ambito.
All’interno dalla brochure informativa si troverà un test di autovalutazione che potrà essere utilizzato come spunto di orientamento diagnostico.
Riconoscere l’Endometriosi precocemente permette di attuare una terapia capace di lenire il dolore pelvico, di ridurre le assenze scolastiche e lavorative a causa del dolore stesso, di ridurre il rischio d’infertilità e di migliorare il rapporto di coppia e la relazioni sociali.
Le donne affette in Italia sono 3 milioni e nel mondo 190 milioni, con un ritardo diagnostico di circa 8 anni rispetto all’insorgenza dei sintomi.
Si comprende bene la dimensione sociale della malattia ed il ruolo favorevole che il service del Rotary vuole  svolgere in seno alla comunità agrigentina offrendo informazione per creare consapevolezza sul problema.

Scoprire la Valle dei Templi da uno dei suoi tanti cuori, percorrere i passaggi sotterranei e cercare di immaginarsi i riti dei primi cristiani: questa domenica (26 marzo) si possono prenotare percorsi immersivi, curati da CoopCulture, alla scoperta di zone della Valle meno conosciute. Ma anche, complice la vicina Giornata mondiale del Teatro che cade ogni anno il 27 marzo – fu istituita nel lontano 1962 e da allora ogni anno nei teatri antichi e moderni, risuona un messaggio unico affidato ad un personaggio del teatro, quest’anno sarà l’attrice egiziana Samiha Ayou – si potrà raggiungere l’area archeologica di Eraclea Minoa dove visitatori grandi e piccoli potranno partecipare ad una visita guidata tematica sull’antico teatro. I bambini (tra 6 e 12 anni) alle 11.30 potranno partecipare a un laboratorio nella neonata aula didattica – appena inaugurata – e realizzare da soli le maschere. Tra colori, colla, cartoncini da ritagliare e altro ancora, ognuno potrà personalizzare la propria, imitando gli splendidi reperti in terracotta conservati nel vicino antiquarium.

Ticket: 3 euro.

LE VISITE GUIDATE ALLA VALLE DEI TEMPLI. Previste due diverse visite: sempre domenica (26 marzo) alle 15,30, un’esperienza che coniuga la visita al tratto principale del sito con l’itinerario dei percorsi sotterranei, quindi a due fasi diverse di vita della Valle dei Templi: i visitatori potranno accedere, guidati dagli archeologi, al cuore dell’antica Akràgas, per poi proseguire in un virtuale viaggio nel tempo, fino al periodo paleocristiano che racconta la Valle dopo i greci, documentato dalle straordinarie catacombe, non fruibili con il semplice biglietto della Valle. Ticket: 15 euro.

Due turni di visita, alle 10.30 e alle 11.45, per la cosiddetta “Via dei sepolcri”, nelle necropoli delle prime comunità di cristiani agrigentini. Dal Tempio della Concordia si percorre l’antico asse viario greco, fino alla Grotta Fragapane, la catacomba più grande della Valle. Un’esperienza indimenticabile, perché si accede ad un contesto sepolcrale sotterraneo straordinario, tra arcosoli, formae e sepolture occultate all’interno di grandi catacombe, collegate da percorsi sotterranei impervi ma sicuri. Il tragitto conduce poi fuori dalle mura di fortificazione, lungo un sentiero esterno che raggiunge di nuovo il Tempio della Concordia. Ticket: 10 euro.

Il Parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi è visitabile ogni giorno dalle 8.30 alle 20 (la prima domenica del mese sempre gratuitamente), sono aperte le due biglietterie agli ingressi Giunone e Porta V. Il Museo archeologico Pietro Griffo è visitabile dalle 9 alle 19,30. Per prenotare le visite guidate: www.coopculture.it