La cornice meravigliosa del tempio di Giunone ha reso ancor più accattivante, uno spettacolo già denso di elementi straordinari , che hanno davvero emozionato il pubblico presente regalando dei momenti davvero unici.
*Camicette bianche*, musical di spessore, scritto e diretto dall’agrigentino Marco Savatteri, è una tra le attività culturali all’interno del progetto “Global Learning III, per nuove opportunità di lavoro”, che ha presentato, già nelle precedenti edizioni, tantissimi eventi straordinariamente apprezzati e partecipati. Una regia impeccabile, ha accompagnato i giovani attori a delle performance canore e di recitazione, che hanno coalizzato l’attenzione del pubblico, sfociando in una standing ovation finale , con cinque minuti dì applausi.
Il Presidente Mangiacavallo, ha avuto parole di vero apprezzamento per il magnifico spettacolo ed ha elogiato la squadra dell’ECUA nella figura del vice Presidente Di Maida ed i progettisti esterni che anno curato il progetto Global Learning fino alla terza attuale edizione.
1.806 nuovi casi positivi di Covid19, a fronte di 8.898 tamponi processati nelle ultime 24 ore in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 3.938. Il tasso di positività è del 20,2%. Emerge dal bollettino del Ministero della Salute di lunedì 27 giugno.
I guariti sono 916, mentre una è la vittima, che porta il totale dei decessi a 11.170. Gli attuali positivi sono 67.637, con un aumento di 1.162 casi. Sul fronte ospedaliero i ricoverati nei reparti ‘ordinari’ sono 774, mentre terapia intensiva sono 26,
Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 771, Catania 580, Messina 110, Siracusa 146, Trapani 96, Ragusa 136, Caltanissetta 74, Agrigento 130, Enna 35.
Alfonso Pinto, presidente, a latere Giuseppa Zampino e Katia La Barbera, ovvero giudici della prima sezione del Tribunale di Agrigento, hanno disposto nell’ambito del processo denominato “Supermarket” 11 condanne e 14 assoluzioni.
L’operazione è nata nel 2014 dagli agenti della Polizia di Frontiera di Porto Empedocle e dalla stessa è scaturito che nella città marinara esistevano dei veri e propri centri di spaccio individuati all’interno di alcune case e persino all’interno di un bar dove nel corso di una sola giornata potevano essere smerciate anche 60 dosi tra cocaina e hashish.
Questi gli imputati condannati: Andrea Amato (4 anni e 3 mesi); Rosario Amato (6 anni e 7 mesi); Emanuele Amato (2 anni e 5 mesi); Pietro Sacco ( 2 anni); Luigi Pulsiano (3 anni); Loredana Prisma (5 anni e 3 mesi); Federico Alaimo (1 anno e 4 mesi); Emanuel Lombardo (1 anno e 4 mesi); Carmelo Albanese (1 anno e 4 mesi); Alfonso Tuttolomondo (1 anno e 4 mesi); Luigi Formica (2 anni).
Questi gli imputati assolti perché il fatto non sussiste o per non averlo commesso: Giuseppe Baio, Antonio Sorce, Francesco Di Grado, Francesco Lucchi, Gerlando Di Gerlando, Alfonso Alongi, Stefano Filippazzo, Francesco Fratacci, Ernesto Giardina, Pierluigi Aleo, Ignazio Mendola, Giuseppe Angarussa, Calogero Trameli, Antonio Sacco.
Alcuni reati relativamente all’acquisto e detenzione di sostanza stupefacente contestati soltanto ad una parte degli imputati sono caduti in prescrizione e, per queste singole ipotesi, è stato disposto il non luogo a procedere. Per altre contestazioni (alcuni dei singoli episodi di cessione di droga) il tribunale ha invece disposto l’assoluzione.
Dopo la requisitoria, i giudici hanno dedicato alcune udienze alle arringhe difensive (nel collegio, fra gli altri, gli avvocati Davide Casà, Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano, Rosario Fiore, Salvatore Collura e Francesco Turoni) prima di ritirarsi in camera di consiglio ed emettere il verdetto.
Nel primo pomeriggio di oggi un incendio di vaste proporzioni ha distrutto la chiesetta di legno “Bonocore” situata nei pressi di contrada Ciuccafa.
Dapprime hanno preso le sterpaglie, onnipresenti, e poi, queste, hanno anche assalito la chiesetta in questione.
Panico anche per i residenti della zona i quali, dopo l’intervento dei Vigili del Fuoco, li hanno fatti evacuare per motivi precauzionali. Sul posto anche la Polizia Locale e i Carabinieri di Porto Empedocle.
A 80 anni dall’affondamento l’aereo di nazionalità britannica rinvenuto nel 2016 nei fondali dell’isola di Linosa (AG si è rivelato essere il Martin Baltimore AG699 del 69 sq. della RAF, partito alle ore 12,45 del 15 giugno 1942 dall’aeroporto di Luqa a Malta per osservare il traffico navale nella zona di Pantelleria, interessata proprio in quei giorni dalla “battaglia di Mezzo Giugno” che vide le forze dell’Asse contrastare efficacemente l’operazione “Harpoon”.
Il relitto dell’aereo era stato individuato durante una campagna scientifica condotta nell’ambito di un progetto sulla mappatura dei fondali e il monitoraggio degli habitat dall’allora IAMC (Istituto per l’Ambiente Marino Costiero) del CNR di Napoli. A seguito delle indicazioni fornite dal subacqueo Guido Caluisi e dai pescatori locali, dopo un primo riscontro eseguito con strumentazione “Multibeam”, la successiva prospezione effettuata con un R.O.V. (Remotely Operated Vehicle – un robot subacqueo filoguidato dalla superficie) alla profondità di 85 metri, aveva rivelato la presenza di un aereo silurante britannico della II Guerra Mondiale.
Grazie alla comprovata e qualificata collaborazione di Fabio Portella, appassionato subacqueo altofondalista siracusano ed Ispettore Onorario per i Beni culturali della Soprintendenza del Mare, che ha coordinato le operazioni, siamo oggi in grado di diradare la nebbia che ha avvolto per decenni l’identità del relitto affondato davanti la zona del “Fanalino” di Linosa, a lungo ipotizzato come un aerosilurante Bristol Beaufor.
“Ancora una volta – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – la collaborazione dei segnalatori, dei pescatori, dei diving center e dei collaboratori della Soprintendenza del Mare, ha consentito la scoperta di un relitto eccezionale. Il lavoro sul territorio operato dalla Soprintendenza continua a dare i suoi frutti con sempre nuove segnalazioni e ritrovamenti, segno che la nuova cultura della tutela dei beni sommersi continua sempre più ad affermarsi”.
Il relitto riveste un grande valore storico e simbolico almeno per due aspetti, il primo dei quali è relativo alla sua rarità dal momento che ad oggi non è nota l’esistenza di velivoli Martin Baltimore in ottimo stato sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale e ai successivi smantellamenti; in pochi musei esiste, infatti, solo qualche pezzo riconducibile a simile modello aereo e in Grecia vi è un esemplare ma semidistrutto. Il secondo aspetto non può prescindere dal suo eccezionale stato di conservazione, dovuto a diverse fortuite circostanze; un ammaraggio morbido a motori spenti (testimoniato dall’integrità della struttura e dalle eliche posizionate dal pilota, prima dell’ammaraggio, in posizione perfettamente a bandiera), la profondità del relitto sostanzialmente inaccessibile con l’utilizzo di attrezzature sportive, la pesca a strascico non intensiva condotta in quel tratto di mare e, in ultimo, la relativa distanza dell’isola di Linosa e dai flussi turistici.
“La Soprintendenza del Mare e i suoi qualificatissimi collaboratori e segnalatori – evidenzia il Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici – continuano senza sosta ad operare nel campo della ricerca delle testimonianze del passato: oltre che di relitti antichi, anche nel campo dei relitti sommersi del XX secolo rilevando in questi ultime settimane importanti testimonianze del periodo compreso tra le due Guerre Mondiali”.
Il sistema idrico agrigentino, al di là dei problemi economici, gode di ottima salute. Le riserve idriche assicurano la normale, si fa per dire, erogazione dell’acqua all’utenza.
Invasi e sorgenti hanno quantità idriche da scongiurare qualsiasi crisi almeno nell’utilizzo civile e fino a superare la stagione estiva.
Non c’è, dunque, lo spettro del ripetersi dell’emergenza idrica di circa 23 anni addietro a causa del prolungarsi dell’assenza di piogge.
Non solo, gli agrigentini potrebbero offrirsi ai connazionali dal Lazio al Piemonte come consulenti per garantirsi il prezioso liquido anche in periodi come gli attuali caratterizzati da scarse e quasi assenti precipitazioni atmosferiche.
Il metodo agrigentino, così per anticiparlo agli interessati del nord Italia, è quello del dromedario che può bere fino a 100 litri d’acqua in dieci minuti e resistere alla sete per otto giorni. Allo stesso modo, nella nostra provincia i cittadini accumulano l’acqua in contenitori interrati, sui tetti, nelle soffitte e, in passato, anche nelle “bagnere” e “cati” per poi consumarla tra un turno e l’altro di distribuzione idrica. Il gestore del servizio idrico, dal canto suo, eroga l’acqua, nella migliore delle ipotesi, ogni tre giorni fino a superare la quota del dromedario, gli otto giorni.
Le reti idriche interne ed esterne delle città perdono circa il 50 per cento dell’acqua immessa nelle condotte, ma se non si immette acqua le perdite scendono a zero. Ed ecco spiegato il perché l’acqua arriva quando arriva. Dal Lazio al Piemonte il servizio è h24 e le perdite pure. Non ci vuole tanto a sperimentare che basta non darla l’acqua per risparmiarla e azzerare le perdite. Il dromedario insegna.
In provincia di Agrigento la siccità non fa paura perché i cittadini la vivono sempre, come dire sono allenati anche nei periodi di inondazione e di alluvioni con l’erogazione a turni e le riserve idriche dei privati.
A proposito di vasche di accumulo dei privati, gli agrigentini si sono salvati grazie al fatto di essere restii agli inviti come lo sono stati nel 2010 quando Giuffrida all’epoca amministratore di Girgenti acque iniziò la sua crociata contro le riserve dei privati che a suo parere dovevano essere eliminate, praticamente, voleva distruggere il centenario metodo del dromedario e buttarci nella totale desolazione. Ma per fortuna…
“L’ANCI Sicilia torna a sollecitare adeguata attenzione alla gravissima condizione finanziaria dei comuni siciliani e ritiene necessario un rinvio del termine di approvazione dei bilanci di previsione, fissato per il 30 giugno, che coincide in maniera perentoria con il termine di approvazione di essenziali delibere in materia di tributi e fiscalità locale”. Hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia.
“Tale rinvio – aggiungono Orlando e Alvano – è imprescindibile soprattutto in considerazione del rinnovo, nel corso del mese di giugno, delle amministrazioni locali di centinaia si comuni italiani e di un terzo dei comuni siciliani”.
“Assicuro che dalla classe dirigente di db c’è molto rispetto per le decisioni concordate e non ci saranno fughe in avanti. Assolutamente pretestuose alcune ricostruzioni giornalistiche. La sinergia tra db e Fdi ha già acquisito il gradimento della classe dirigente territoriale e dei nostri elettori nell’ultima tornata elettorale. Non daremo spazio ad equivoci e a chi vuole alimentare malesseri che non ci sono.”
Lo dichiara l’on. Giusi Savarino, portavoce di Diventerà Bellissima.
Mercoledi 29 giugno prossimo il Comune di Menfi ha organizzato una manifestazione che si terrà a Porto Palo, all’ingresso della passeggiata a mare, per celebrare l’assegnazione per il 25esimo anno consecutivo l’assegnazione della Bandiera Blu della Fee (Fondazione per l’educazione ambientale) assegnata alle migliori spiagge italiane in fatto di servizi e qualità delle acque di balneazione.
La cerimonia è prevista alle ore 11 alla presenza di sindaco, amministrazione comunale e operatori turistici.
Il dott. Massimo Francesco Palmeri, Procuratore della Repubblica di Enna, con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impdiduglia, ha impugnato innanzi al TAR Lazio i provvedimenti con i quali il dott. Gabriele Paci, già Procuratore Aggiunto della Repubblica di Caltanissetta, è stato nominato Procuratore della Repubblica di Trapani.
Con il ricorso, gli avv.ti Rubino e Impiduglia hanno sostenuto come il giudizio di prevalenza espresso nei confronti del dott. Paci (motivato sostanzialmente sul fatto che lo stesso avesse maturato delle esperienze presso più Procure Distrettuali) fosse viziato sotto svariati profili, avendo, tra l’altro, il CSM omesso di valutare adeguatamente i numerosi titoli e le importanti esperienze vantate dal dott. Palmeri e non avendo tenuto conto che il dott. Paci può vantare solo funzioni semidirettive (quale Procuratore Aggiunto presso la Procure di Caltanissetta) a fronte delle funzioni direttive svolte dal dott. Palmeri (che, tra l’altro, è attualmente Procuratore presso il Tribunale di Enna).
Il TAR Lazio Roma – Presidente f.f. Francesca Petrucciani, Relatore dottoressa Lucia Maria Brancatelli – ha accolto il ricorso del dott. Palmeri.
In particolare, il TAR Lazio ha rilevato come il giudizio espresso dal CSM presenti “plurimi profili di irragionevolezza, tali da non rendere comprensibili le ragioni della prevalenza” del dott. Paci e ha sottolineato come la comparazione tra i due candidati fosse “oggettivamente lacunosa, con una consequenziale compromissione dell’impianto motivazionale, che non risulta completo nei necessari passaggi logici”.
In particolare, il Giudice Amministrativo ha rilevato come il CSM: a) abbia omesso “di considerare la significativa esperienza che anche il dott. Palmeri può vantare nel contrasto alla criminalità organizzata”; b) abbia illegittimamente ritenuto sussistere “l’automatica… prevalenza del candidato in possesso di esperienza in sedi distrettuali”; c) non abbia tenuto conto “di numerose esperienze significative” vantata del dott. Palmeri, il cui profilo professionale viene definito “brillante”.
Il TAR Lazio Roma, con la suddetta sentenza, ha anche condannato il CSM al pagamento delle spese legali liquidate in euro 2.500 oltre accessori di legge.
Per effetto della sentenza del TAR Lazio. il CSM dovrà nuovamente procedere alla nomina del Procuratore della Repubblica di Trapani, conformandosi ai principi di diritto affermati dal Giudice Amministrativo.