Maggio 2022 - Pagina 11 di 58 - Sicilia 24h
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A Vittoria i Carabinieri hanno arrestato il presunto omicida, che sarebbe reo confesso, di una donna di 37 anni originaria dell’Albania, Brunilda Halla, madre di due figli, accoltellata in strada, al rientro a casa dal lavoro. Il killer sarebbe stato incastrato dai video delle telecamere di sorveglianza nella zona. Lei è stata trovata a terra in una pozza di sangue nei pressi della propria abitazione. Sul posto inutile si è rivelato il tempestivo intervento dei sanitari del 118. Lei è stata impegnata in lavori saltuari. Anche il marito è stato a lavoro al momento dell’aggressione.

A Lampedusa 21 migranti, originari di Guinea e Costa d’Avorio, sono riusciti a sbarcare al mattino di oggi direttamente sull’arenile dell’isola dei conigli. Nel gruppo, che ha viaggiato su un’imbarcazione di legno di 6 metri, vi sono anche 3 donne e 2 minori. Ieri a tarda sera sono approdati 110 migranti, provenienti da Senegal, Mali e Bangladesh, soccorsi dalla nave “Astral” dopo il capovolgimento della loro barca. Nel centro d’accoglienza a Lampedusa si contano adesso 1.123 ospiti, a fronte di 250 posti disponibili. Domani sono attesi la nave quarantena e i primi trasferimenti.

A Realmonte, al Municipio, domani, venerdì 27 maggio, nell’aula consiliare, si svolgerà la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria al Colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento, al Maggiore Marco La Rovere, comandante della compagnia dei Carabinieri di Agrigento, ed al Luogotenente Antonio Ditto, comandante della Stazione dei Carabinieri di Realmonte. Il sindaco di Realmonte, Sabrina Lattuca, spiega: “L’attribuzione di queste cittadinanze onorarie esprime la riconoscenza di tutti i cittadini di Realmonte per il prezioso e fattivo contributo manifestato in occasione dell’atto vandalico dell’imbrattamento con vernice rossa della marna bianca a Scala dei Turchi lo scorso 8 gennaio. Il solerte impegno dei militari dell’Arma ha in tempo record chiuso l’attività investigativa, con il fermo dell’autore dello scempio. Inoltre, saranno consegnati riconoscimenti agli uomini e donne del Servizio civile e ai giovani volontari che, con gli Amministratori locali del Comune di Realmonte, hanno subito ripulito la marna, restituendo al sito della Scala dei Turchi, di interesse comunitario, la bellezza di sempre”.

Le attenzioni sul Cefpas, colosso della formazione sanitaria in Sicilia con sede a Caltanissetta, al momento sono state puntate dai sindacalisti Rosanna Moncada e Angelo Polizzi.

Non più di un paio di mesi addietro questo giornale aveva anticipato su quanto oggi in un memorabile articolo su La Sicilia a firma di Mario Barresi, emerge in modo inequivocabile come il potente ente di formazione possa assumere i connotati di un postificio bello e buono. Reati: nessuno.

E non nascondiamo nemmeno che dopo l’uscita del nostro articolo non pochi problemi assalirono la nostra redazione. Tentativi di frenate, licenziamenti, tragedie e telefonate lunghissime per farci desistere.

Sembra che stessa sorte abbia avuto il deputato regionale dei 5Stelle Giovanni Di Caro il quale, dopo avere chiesto ufficialmente l’accesso agli atti relativi agli ultimi mesi delle assunzioni al Cefpas, qualche strattonata la ricevette anche lui.

Nella stessa pagina, Barresi, incontra il direttore generale del Cefpas Roberto Sanfilippo il quale, senza mezzi termini, sostiene che “le denunce dei due sindacalisti sono una serie innumerevole di sciocchezze”.

Il pupillo di Raffaele Stancanelli, ma anche dell’assessore regionale Ruggero Razza, potrebbe anche avere ragione, e ribadiamo potrebbe, ma sarebbe un gravissimo errore non ricordare allo stesso Sanfilippo che fra le menti brillantissime assunte nel centro che dirige, vuoi a tempo determinato che indeterminato, vuoi con questa postilla o con l’altra, i maggiori beneficiari sono amici e congiunti di politici, amici degli amici, figli e parenti di già assunti al Cefpas, fidanzati di figli e così via dicendo.

Sanfilippo non può non fare i conti con questa straordinaria coincidenza che vede tra i protagonisti proprio quella gente, alla quale, per carità, nessuno vuol togliere i meriti. Ma non si può non sottolineare come ad avere la meglio su tutti sono parenti fino alle settime generazioni prossime di impiegati già al Cefpas.

Menti illuminate che brillano da Destra a Sinistra; non c’è un partito che non faccia parte di questa benedizione sanitaria. O forse, qualcuno è rimasto fuori. Ma proprio qualcuno.

La Regione, dal canto suo, non lesina di inviare fiumi di soldi per potenziare tutti i servizi e le opportunità che possano scaturire dall’ente di formazione. Pensate che il costo del personale, secondo uno studio, è salito negli ultimi tempi da 1,8 milioni a 3 milioni di euro.

Questo dato, si legge nell’articolo de La Sicilia, sarebbe legato anche alla crescita delle attività, con l’aiuto di aziende specializzate; e quindi: 55 mila euro alla Engineering per le risorse umane; 74 mila euro alla PWC , 134 mila euro alla Link Audit per il personale economico-finanziario e 110 mila euro in tre anni riservati ad un consulente del lavoro.

Non c’è una città siciliana che non ha messo lo zampino all’interno dell’ente. Da Vittora a Palermo, da Palma di Montechiaro a Caltanissetta, da Messina a San Giuseppe Jato, da Serradifalco a Ragusa.

C’è un plafond iniziale di 740.478,58 euro, si legge nell’articolo, dove entrano i contratti di personaggi non proprio anonimi: la moglie dell’onorevole Riccardo Gallo la quale dovrà ascuttare il duro lavoro con un contratto di collaborazione di tredici mesi per compensare la somma di 23.800 euro. La stessa moglie dell’on. Gallo, già abbastanza chiacchierato nella vicenda di Girgenti Acque dove, secondo le indagini, molti posti di lavoro sono andati proprio a lui (sarà certamente una coincidenza…) ha ricevuto un incarico a titolo gratuito nella qualità di consulente in ordine alle problematiche tecnico-giuridiche afferenti le attività degli organismi e dei comparti dell’Assessorato alle Infrastrutture e della Mobilità. Gratuito si, ma curriculum a tutto spiano per un futuro migliore. L’assessorato, guarda caso, è guidato da Marco Falcone, il primo dei dissidenti forzisti insieme a Gallo che un mesetto addietro cercarono di affossare e mettere all’angolo definitivamente di Gianfranco Miccichè.

E poi ancora: la nipote di Angela Candura, ex assessore regionale; Andrea Nicosia, vicinissimo alle posizioni di Razza; Fabiano Lo Monaco e Damiano Lauretta per conto di Fratelli D’Italia. Anche la compagna del sindaco di Caltanissetta ha beneficiato più o meno 10 mila euro per un “laboratorio di Arti e Terapie” e per il progetto “FormalInfortunio“.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti, per tutti i colori e per tutte le necessità.

Ed in questo contesto, non si può non sottolineare come il direttore generale Roberto Sanfilippo abbia avuto nei mesi scorsi una accurata prevenzione e oculatezza verso i fiumi, fiumi e fiumi di miliardi delle vecchie lire che entrano all’ente da lui diretto “accorgendosi” che un impiegato, assunto per un anno assieme ad altre 22 persone, “gravava” sulle spese del Cefpas e che il suo lavoro poteva farlo un’altra persona. Di fatto, a 21 persone il contratto è stato rinnovato. Colui il quale procurava danno economico all’ente è stato licenziato! Il tutto mentre l’ente Cefpas ha continuato in lungo ed in largo a fare assunzioni. Ma si può?

Ed anche in questo caso l’uscita del nostro articolo che preannunciava ciò che ho ha scritto oggi La Sicilia, diede molto fastidio a tanti, politici e non.

E se qualcuno ci chiama, riferiremo chi e perchè.

 

FIPE Agrigento, la federazione provinciale dei pubblici esercizi aderenti a Confcommercio Agrigento, ha incontrato l’amministrazione comunale di Agrigento nella persona del Sindaco, Francesco Miccichè.  

“L’incontro è stato un momento di necessario confronto – ha dichiarato Gabriella Cucchiara, presidente provinciale di FIPE – su una serie di questione inerenti l’abusivismo commerciale, un fenomeno più grave di quanto si possa semplicisticamente pensare, perché non solo è distorsivo della leale concorrenza, ma è dannoso per la salute pubblica, per la sicurezza, per il piano traffico di San Leone e la pulizia urbana. Sono tutte tematiche legate alla quotidianità, non solo lavorativa dei pubblici esercizi, ma anche di ogni singolo cittadino agrigentino, così come dei numerosi turisti che sicuramente non porteranno un buon ricordo”.

La delegazione di FIPE guidata da Gabriella Cucchiara ha manifestato l’esigenza delle imprese di constatare concretamente la messa in campo di ogni strumento utile e necessario ad affrontare ogni singola problematica, urgentemente e con efficacia, in modo da percepire l’attenzione e la vicinanza dell’amministrazione locale. Ovviamente, nell’ottica di una partecipazione collettiva, ognuno deve fare la propria parte e non mancherà l’impegno degli imprenditori FIPE a sostenere e agevolare l’operato della pubblica amministrazione. 

L’incontro si è concluso con l’auspicio che attraverso la costante e attiva collaborazione fra l’amministrazione e le forze sane e produttive della nostra comunità, si possa raggiungere la risoluzione delle problematiche esposte.

In particolare, il Sindaco Miccichè ha manifestato la volontà al dialogo, alla collaborazione e al confronto, specificando che ogni singola questione che verrà risolutamente affrontata, sarà socializzata e condivisa, affinché la garanzia di sicurezza, decoro e tranquillità per i nostri cittadini e per i turisti non rimanga solo una legittima aspettativa. 

Inizieranno a breve i lavori di manutenzione straordinaria sugli immobili scolastici in utilizzo al Libero Consorzio Comunale di Agrigento. E’ stato infatti firmato il contratto d’appalto per l’accordo quadro con un solo operatore  economico per la realizzazione dei lavori programmati dal Settore Tecnico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. I lavori saranno eseguiti dall’impresa BREDIL s.r.l. Di Favara, aggiudicataria della gara con un ribasso del 24,314% per un importo contrattuale di 340.000,00 euro più IVA.

Sempre a breve è previsto l’inizio dei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza del Giardino Botanico di proprietà del Libero Consorzio, grazie all’accordo quadro il cui contratto è stato sottoscritto con l’impresa VERI RESTAURI S.R.L. aggiudicataria dell’appalto per un importo complessivo di 224.781,00 euro (ribasso del 36,051%). I lavori prevedono, tra gli altri, la messa in sicurezza della parte nord del Giardino, in passato soggetta a distacchi di materiale roccioso, e l’acquisto di attrezzature ed arredi. Subito dopo la consegna dei lavori sarà dunque possibile effettuare questi interventi, finanziati grazie all’efficienza del Settore Tecnico che ha consentito l’accesso a diverse linee di finanziamento dei relativi progetti esecutivi.

Prevista nei prossimi giorni invece la firma dei contratti d’appalto per la manutenzione straordinaria di diverse strade provinciali. Si tratta in particolare degli accordi quadro per la manutenzione straordinaria delle strade del comparto ovest, aggiudicati all’impresa GEOTEK SRLche ha offerto il ribasso del 36,111% sull’importo a base d’asta di 1.436.000,00 euro; delle strade provinciali ex consortili e regionali, aggiudicati all’impresa COS.IT. SRL (ribasso del 35,683% per un importo contrattuale di 695.000,00 euro più Iva); e delle Strade Provinciali n. 4 “Panoramica dei Templi” e n. 71 “Cavaleri-Magazeni”, aggiudicati all’Impresa Edile CAVALLI SALVATORE (ribasso del 34,567% per un importo contrattuale di 600.000,00 euro più Iva).

 

A San Giovanni Gemini è accaduto che una donna di 44 anni, brandendo tra le mani un martello da carpentiere, ha minacciato i passanti lungo corso Francesco Crispi. Sono intervenuti i Carabinieri. E’ stata denunciata per il reato di porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere. Lei è stata condotta dai sanitari del 118 al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento per le cure del caso. Ignoto il movente. Martello sequestrato.

La prima elezione diretta per il sindaco di Agrigento, nel 1993, la seconda del 1997 nonchè le Europee del 1999 e le elezioni del 2001 per il parlamento, secondo il pg di Palermo Giuseppe Fici, furono condizionate dalla mafia che votò e fece eleggere (tranne in un caso, nel 1999) Calogero Sodano.

Il magistrato che rappresenta l’accusa al processo di appello ha chiesto di ribaltare la sentenza di primo grado, che lo assolveva, e condannarlo a 6 anni di reclusione per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

L’esperto uomo politico agrigentino sarebbe stato sostenuto da Cosa Nostra sia in occasione delle elezioni del 1993, quando battè per una manciata di voti Arnone, allora presidente regionale di Legambiente e ora parte civile nel processo, che in futuro. “Arnone – ha detto il pg durante la requisitoria – rappresentava l’antimafia che allora dava parecchio fastidio alla mafia e andava contrastato”.

Sodano, secondo quanto ipotizza l’accusa, sarebbe stato sostenuto da Cosa Nostra anche in occasione delle elezioni amministrative del 1997, alle Europee del 1999 (unica circostanza in cui non fu eletto) e alle elezioni nazionali del 2001 in cui fu eletto senatore della Repubblica.

Sodano, dopo essere stato eletto sindaco, avrebbe ricambiato il favore indirizzando a imprese legate alla mafia gli appalti per la costruzione del depuratore del Villaggio Peruzzo, per i lavori di urbanizzazione di Favara ovest e per la gestione dei rifiuti. Gli accordi per farsi eleggere sindaco per la seconda volta nel 1997, per candidarsi alle Europee nel 1999 e per approdare al Senato nel 2001 avrebbero avuto come contropartita l’affidamento dei lavori di riqualificazione di Villaseta e Monserrato al consorzio Ecoter, ritenuto vicino al boss Cesare Lombardozzi morto nel 2017.

In appello è stata riaperta l’istruttoria e sono stati ascoltati alcuni collaboratori di giustizia, fra cui Alfonso Falzone e Luigi Putrone che hanno confermato, secondo quanto ipotizzato dal pg, l’accordo elettorale fra Sodano e i rappresentanti delle potenti famiglie di Cosa nostra agrigentina degli anni Novanta.

Il processo è stato aggiornato al 14 settembre per l’arringa di parte civile degli avvocati Daniela Principato e Giuseppe Aiello nell’interesse di Arnone e Legambiente.

C’è anche il notaio Andrea Bartoli, 52 anni (molto noto per aver fondato la realtà Farm cultural park a Favara divenuta negli anni una vera e propria istituzione nel campo dell’arte e dell’architettura) tra i 15 indagati dell’inchiesta della Procura di Gela denominata “Avaritia”.

Lo riporta stamattina in un ampio articolo il quotidiano on line grandangolo.

L’indagine, condotta dai carabinieri guidati dal colonnello Vincenzo Pascale e coordinata dal procuratore della Repubblica, Fernando Asaro, si concentra sulla gestione dell’Ipab “Antonietta Aldisio” di Gela e, in particolare, sul passaggio dal pubblico al privato con la cessione alla società “Fenice Srl”.

Il personaggio principale dell’intera attività investigativa è indubbiamente don Giovanni Tandurella, 51 anni, parroco della Chiesa Madre di Piazza Armerina, finito ai domiciliari su disposizione del gip Roberto Riggio che ha altresì disposto l’interdizione per un anno dai ruoli societari dell’Ipab, Renato Mauro ed i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Sandra Bennici e Salvatore Scerra.

Le ipotesi di reato contestate al notaio Bartoli, che ha uno studio proprio a Gela e che risulta essere uno dei professionisti di fiducia del sacerdote, sono tentata truffa e falsità ideologica aggravata dall’essere pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni.

Nella specifica vicenda sono coinvolti direttamente padre Tandurella e i due collaboratori del notaio Bartoli, ossia Rosario Moscato, 54 anni di Favara, una sorta di factotum oggi non più al servizio del professionista e Giovanni Tirrito, 28 anni di Enna.

Di questi 312 mila euro – secondo la ricostruzione degli inquirenti – soltanto 118 mila euro sono stati spesi venendo così distratta la somma di circa 114 mila euro. A Bartoli, in qualità di notaio e pubblico ufficiale, viene contestato dunque l’aver indotto “in errore la donna in quanto il suo silenzio anti-doveroso era artificiosamente preordinato a far sottoscrivere alla testatrice un atto testamentario difforme dalle sue volontà”.

In particolare avrebbe attestato falsamente (anche con l’ausilio dei suoi collaboratori in qualità di testimoni, oggi indagati), e contrariamente alle volontà dell’anziana benefattrice, che il beneficiario dell’eredità fosse il sacerdote Tandurella e non la casa di riposo.

La donna, dopo una iniziale difesa del sacerdote, iniziò a ravvedersi dichiarando ai carabinieri di voler cambiare al più presto il testamento e di essersi accorta del raggiro convinta di aver donato i beni alla casa di riposo e non alla persona fisica del parroco.

Queste le ipotesi di reato contestate a Tandurella, Bartoli, Territo e Moscato: perché con più azioni ed omissioni, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro – in particolare il notaio Andrea Bartoli, nella qualità di pubblico ufficiale e nell’esercizio delle sue funzioni, incaricato da Angela C. a redigere testamento pubblico – alteravano le volontà della suddetta, nondimeno attestavano falsamente che la sottoscrizione dell’atto fosse avvenuta alla sola presenza dei due testimoni e della testatrice. In particolare, il notaio, contrariamente alle volontà espressegli da Angela C, la quale voleva lasciare tutti i suoi averi alla casa di riposo Ipab “Antonietta Aldisio’: attestava falsamente che la stessa avesse invece nominato Giovanni Tandurella erede universale di tutti i suoi beni; inoltre, attestava falsamente che la formazione dell’atto fosse avvenuta alla sola presenza dei due testimoni, mentre invece era presente anche Giovanni Tandurella, beneficiato, il quale contribuiva alla falsità ideologica; condotta eseguita con la complicità dei due testimoni; Moscato e Tirrito, i quali, sottoscrivendo l’atto, offrivano il loro contributo alla commissione del reato; Per tutti, con l’aggravante di aver commesso il reato per eseguire il reato di cui al capo seguente e assicurare a Tandurella il prodotto e il profitto del medesimo; Per tutti, con l’aggravante di aver profittato delle circostanze di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, in quanto l’età anagrafica (ultra-ottantacinquenne) della vittima, nonché la particolare fiducia che la stessa riponeva nei confronti del sacerdote, gli permetteva di eseguire agevolmente il foro proposito criminoso; Per tutti, con l’aggravante di aver, nei delitti contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio, ovvero nei delitti determinati da motivi di lucro, cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità; Per Andrea Bartoli, con l’aggravante di aver commesso con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione; In Gela, in data 26 settembre 2019.

Ed ancora: perché in concorso fra loro, alfine di procurare un ingiusto profitto a Giovanni Tandurella, inducevano  in errore Angela C., facendole compiere un negozio giuridico diverso da quello voluto.

In particolare, il notaio Bartoli, dopo aver concordato con il sacerdote Giovanni Tandurella l’appuntamento per la redazione del testamento della donna e aver eseguito le condotte di cui al capo precedente, con la complicità degli altri indagati, induceva in errore la donna, in quanto il suo silenzio anti-doveroso era artificiosamente preordinato a far sottoscrivere alla testatrice un atto testamentario difforme dalle sue reali volontà; condotta eseguita con la complicità dei due testimoni, Moscato e Tirrito, che agevolavano la commissione del reato omettendo di intervenire e prestando falsa testimonianza, e di Giovanni Tandurella, il quale, presente nello studio del notaio, concorreva e profittava della condotta; Fatto commesso profittando delle circostanze di persona, anche in riferimento all’età, di cui all’art. 61 n.5 c.p., tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, in quanto lo stato di solitudine e l’età anagrafica (ultra-ottantacinquenne) della vittima, nonché la particolare devozione verso la Chiesa e i suoi rappresentanti; permettevano al sacerdote Giovanni Tandurella di riuscire agevolmente nella sua opera di persuasione e suggestione; Per tutti, con l’aggravante di aver, nei delitti contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio, ovvero nei delitti determinati da motivi di lucro, cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità; Per Andrea Bartoli, con l’aggravante di aver commesso con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione; In Gela in data 26.09.2019.

Intanto domani mattina è in programma l’interrogatorio di garanzia del sacerdote, difeso dall’avvocato Giovanna Zappulla, mentre venerdì toccherà all’ingegnere Mauro, amministratore della società “La Fenice”(difeso dall’avvocato Giacomo Ventura), e ai consiglieri comunali Sandra Bennici (con il legale Flavio Sinatra) e Salvatore Scerra (rappresentato dall’avvocato Valentina Lo Porto).

grandangolo agrigento

La notte di domenica 22 maggio, intorno alle ore 2, Angelo Scardaci, 19 anni, di Campobello di Licata, è stato a bordo, e non alla guida, di un’Opel Corsa insieme ad altri tre amici. Lungo la statale 123 tra Naro e Campobello di Licata, in contrada “Spagnolo”, per cause in corso di accertamento da parte dei poliziotti della Stradale di Agrigento e dei carabinieri della Compagnia di Agrigento, sono entrate in collisione tre automobili. L’Opel Corsa, con a bordo Scardaci, che si è schiantata contro una Fiat Punto, guidata da un licatese di 27 anni, e si è ribaltata sfondando il guardrail e precipitando in una scarpata a circa 14 metri dal ciglio della strada. E poi una terza auto, un’altra Opel Corsa, con a bordo una famiglia, padre, madre e due figlie, di Caltanissetta. Angelo Scardaci, ancora in vita, è stato subito trasportato al pronto soccorso dell’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” a Licata, dove è morto a causa delle gravi ferite subite. Ebbene adesso la Procura di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale, lesioni personali gravi e guida in stato d’ebbrezza il conducente dell’Opel Corsa con a bordo Scardaci. Si tratta di un giovane di 21 anni.