“Dopo l’audizione odierna dell’assessore Scilla nella Commisione parlamentare da me presieduta e le rassicurazioni proferite al question time dal ministro Patuanelli possiamo dirci cautamente ottimisti che i progetti inviati dalla Regione Siciliana per i finanziamenti previsti dal PNRR possano essere giudicati positivamente”. Il vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Angela Foti (Attiva Sicilia), ha così sottolineato le possibili novità in relazione alla mancata approvazione dei progetti della Sicilia.
“Il ministro Patuanelli ha ammesso la possibilità di eventuali errori formali e non sostanziali al momento del caricamento delle istanze sul sistema informatico del Ministero. Cosa che, peraltro, trova riscontro nella lettura delle Faq. Ritengo sia stato quanto mai opportuno e tempestivo l’intervento della nostra Commissione che ha determinato questa analisi tecnica oltre che politica sulla incresciosa situazione che si è creata. Abbiamo ascoltato i commissari straordinari dei Consorzi di bonifica che hanno consegnato delle schede con la verifica dei dati caricati da cui si evidenzierebbero numerosi errori di acquisizione e non di problematiche effettive dei progetti. Sempre per fare chiarezza abbiamo anche richiamato l’assessore Scilla, sottolineando come al Parlamento regionale e alla III commissione non erano state rese note criticità nelle comunicazioni con il Ministero. Ha scelto di tenere tutto per sé e questa cosa non deve più verificarsi. Il Parlamento siciliano vuole essere partecipe non solo a disastro avvenuto, ma anche durante la fase di interlocuzione con il Ministero. È fondamentale per il futuro che la difficoltà dell’amministrazione, dovuta al blocco del turn over dirigenziale, non venga trascinata sugli altri assi del Pnrr e per tale motivo chiederemo che governo nazionale e Unione Europea creino delle misure apposite riservate al Sud e alla Sicilia, fino a quando persisterà il blocco delle assunzioni. Chiederemo, inoltre, che i progetti di miglioramento del sistema irriguo già finanziati con altre fonti siano ammessi al Pnrr in maniera automatica. Mercoledì prossimo l’assessore Scilla incontrerà il ministro Patuanelli, noi proporremo un ordine del giorno da condividere con le forze politiche presenti in Assemblea contenente ciò che è necessario a superare questo momento di emergenza del nostro comparto agricolo”.
Il futuro degli operai che si occupano di antincendio e manutenzione dei boschi è una partita giocata dalla politica con un arbitro espressione della politica.
Questo agire condanna i lavoratori a subire, per il loro futuro, uno stallo che dura ormai da circa 30 anni e li relega come squadra soccombente anche se fanno bene il loro lavoro.
Ogni Presidente della Regione Siciliana che è stato eletto negli ultimi 30 anni ha messo tra le priorità del suo programma la stabilizzazione dei precari forestali, ma tale priorità ormai si è trasformata nella bugia più grande per antonomasia che un politico siciliano possa esprimere.
In Sicilia ormai non esiste persona che non ha la certezza che il proclama sulla stabilizzazione dei forestali è una solenne bugia e i politici che mentono sapendo di mentire ormai non sono più credibili.
Da diversi anni il Sinalp con i colleghi dell’Associazione Articolo 1 si battono affinchè si possa porre fine a questa vergognosa condizione di precariato e quindi al futuro negato agli ormai circa 18.000 lavoratori forestali.
La Sicilia negli anni, a causa di una politica miope e meschina, si è trasformata in un immenso contenitore di precariato di vario genere che di fatto ha abolito il diritto al lavoro, allo stipendio ed al futuro.
Questa condizione di incertezza che colpisce i forestali, come le altre innumerevoli categorie di precari siciliani, costringe i nostri concittadini ed i loro figli ad emigrare presso terre più propense a dare loro un vero futuro di tranquillità.
Con i passati Presidenti della Regione Siciliana si è dialogato su svariate proposte di stabilizzazione dei forestali ma mai si è raggiunto l’obiettivo.
Il Segretario Sinalp Sicilia Dr. Andrea Monteleone ed il Presidente di Articolo 1 Carmelo Fonte hanno più volte chiesto che si metta seriamente mano ad una vera riforma del comparto forestale eliminando una condizione di schiavitù e sudditanza che questi operai, lavoratori ed uomini subiscono da ormai troppi anni.
Oggi il Sinalp Sicilia assieme ad Articolo 1 prendono atto che finalmente esiste un Governo Regionale che ha deciso di mettere realmente mano al precariato forestale, proponendo una riforma del comparto che nel concreto aumenta il numero dei giorni di lavoro annuali trasformando i lavoratori 78ottisti e 101unisti in turni di 120 giorni l’anno, mentre per gli attuali 151unisti i giorni lavoratovi diventerebbero 180.
Riteniamo che questo aumento delle giornate di lavoro è certamente un fattore positivo per gli operai in termini di ritorno economico, ma sicuramente non risolve la piaga del precariato.
Come Sinalp ed Articolo 1 diciamo che questa modifica operativa proposta dal Governo Musumeci, al quale va sicuramente il merito di aver affrontato il trentennale problema, va verso una soluzione del precariato, ma tale non è.
Forti di questo assioma chiediamo un incontro con il Presidente Musumeci affinchè sia lui a farsi carico di imporre una soluzione in grado di eliminare una volta per tutte questo vile precariato.
Riteniamo che è fondamentale che si dia il via ad un tavolo tecnico tra INPS e Regione per discutere di un accordo di prepensionamento di tutti quei forestali che sono ormai vicini al’età della pensione.
Da dati in nostro possesso ben il 37% di questi precari ha ormai l’età per poter andare in pensione. L’accordo che si potrà raggiungere con l’INPS permetterà quindi a circa 7.000 operai di raggiungere questo obiettivo.
Inoltre, sempre da dati in nostro possesso, riteniamo che circa il 18% di essi opterà per la fuoriuscita dal bacino a fronte di una congrua indennità.
In questo modo avremo altri 3.000 lavoratori che non peserebbero più sulle tasche dei Siciliani.
Realizzando questi due interventi il bacino dei forestali si assottiglierebbe ad appena 8.000 unità che potranno essere stabilizzate a tempo pieno ed indeterminato utilizzando le economie di scala ottenute con la fuoruscita dal bacino ed il prepensionamento.
Questa nostra proposta di stabilizzazione porterà enormi benefici a tutto il territorio regionale visto che gli enti locali potrebbero fare richiesta agli assessorati al Territorio ed all’Agricoltura per l’utilizzo di questa nuova forza lavoro nella manutenzione del loro territorio e della viabilità interna regionale.
Ci rendiamo conto che non è semplice raggiungere un’intesa con l’INPS per il prepensionamento, ma dobbiamo farci forti dei precedenti che hanno permesso il prepensionamento di lavoratori in tantissimi comparti, e siamo fermamente convinti che questa è l’unica strada percorribile per ridare dignità a questi vilipesi lavoratori.
Inoltre questa soluzione interromperà l’azione giudiziaria che ormai da più parti è partita contro la Regione Siciliana che non ha saputo gestire un precariato lungo circa 30 anni e che adesso già il Tribunale di Ragusa ha sanzionato.
Questa via se verrà amplificata, e succederà se la Regione Siciliana non porrà rimedio allo sfacelo che le passate amministrazioni hanno combinato, visti i numeri in gioco, porterà al fallimento l’Ente Regione distruggendo anche quel che resta della nostra Costituzione Regionale.
Forti e convinti della bontà e della realizzabilità della nostra proposta di stabilizzazione dei forestali chiediamo di essere convocati dal governo Regionale per poterci confrontare sulle indubbie difficoltà che si materializzeranno nel corso dell’attuazione del programma proposto.
La psicologa Cartolano (Unsic): “La sovrapposizione di questi due cambiamenti potrà incidere sul rendimento dei lavoratori”
Nei prossimi giorni, lasciando lo smart working, torneranno in presenza non meno di due milioni di lavoratori in tutta Italia. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, il fenomeno ha riguardato un milione e 850mila dipendenti della pubblica amministrazione e due milioni e 110mila lavoratori delle grandi aziende.
Il rientro fisico nei luoghi di lavoro avverrà, in molti casi, dopo oltre un anno di lavoro da remoto. Oltre all’aspetto pratico, ce n’è uno altrettanto importante sul piano psicologico di cui si parla poco. “Tanto più – mette in guardia Francesca Cartolano, psicologa dell’organizzazione datoriale Unsic – che questa operazione di ‘normalizzazione’ avviene in una fase biologica che risente del passaggio stagionale”.
Il cambio di stagione, è noto, influenza il nostro organismo e le attività quotidiane che compiamo. Le conseguenze che ne derivano, sia a livello fisico sia mentale, sono da attribuire all’alterazione degli ormoni della serotonina e della melatonina. Tra gli effetti somatici più comuni rientrano le emicranie, gli sbalzi di pressione e il mal di stomaco, mentre tra le reazioni psicologiche sono compresi il malumore, l’insonnia, l’ansia e la tendenza a sentirsi più stanchi del solito.
Tuttavia esistono differenze sostanziali tra “bella” e “cattiva” stagione, aggettivi che non sempre sono appropriati a classificare estate ed inverno. Uno studio di Harvard, infatti, dimostra che il freddo e il cattivo tempo rappresentano un “carburante” per la creatività e per il rendimento dei dipendenti sul posto di lavoro, che sarebbero anche meno tentati da attività all’aperto, come fare una passeggiata. La stessa ricerca, però, dimostra che il ricordo delle ferie appena trascorse, ad esempio mostrando foto di spiagge, tende a far peggiorare l’umore e, di conseguenza, a far abbassare la creatività e la produttività.
“Il cambiamento stagionale può innescare il cosiddetto ‘Sad’, cioè il Disturbo affettivo stagionale, che si manifesta con episodi depressivi proprio nel passaggio da una stagione ad un’altra – spiega Francesca Cartolano, psicologa dell’Unsic. “A livello biologico accade tutto questo perché il nostro corpo deve operare un accomodamento a quelle che sono le modificazioni delle temperature, delle ore di sole ed in generale dell’ambiente esterno. La cosa fondamentale da tenere presente è che questi fattori possono influenzare la sensazione generale di benessere, il lavoro e le interazioni con i colleghi. Tanto più in un cambiamento sostanziale come la fine dello smart working, che in molti casi ha tenuto lontano dal posto di lavoro anche per più di dodici mesi. È allora importante, in questo duplice passaggio ambientale, prevedere attività di supporto psicologico in grado di alleviare questi radicali cambiamenti di abitudini e di fornire validi strumenti per la gestione di stress e ansie – conclude la psicologa.
Siglato l’accordo sul servizio Posteinpratica tra l’Azienda e il Fondo Pensione: superata la necessità di recarsi personalmente nelle sedi di Palermo e Catania
Grazie all’accordo tra Poste Italiane e Fondo Pensione Regione Siciliana, i 19mila dipendenti e i pensionati della Regione Sicilia possono usufruire, attraverso il servizio Posteinpratica, di tutti i 73 uffici postali della provincia di Agrigento per l’accettazione e l’invio di 63 tipologie di pratiche verso il Fondo Pensione Regione Siciliana. I fruitori del servizio possono scaricare la modulistica sul sito https://fondopensionisicilia.it e consegnarla all’ufficio postale più vicino, senza doversi recare di persona nelle sedi di Palermo e Catania.
Molteplici sono i vantaggi di Posteinpratica, che permette di inviare da ogni ufficio postale i documenti destinati alle Pubbliche Amministrazioni (in formato cartaceo e digitale) con un servizio di posta registrata e dematerializzazione dei documenti. Nello specifico, il servizio attivato dal Fondo Pensione permette, ad esempio, l’invio di documenti per la richiesta di pagamento del trattamento di quiescenza e dell’indennità di buonuscita, la domanda di reversibilità, l’invio di cedolino, dichiarazione sostitutiva e comunicazione dei redditi.
E’ possibile, in qualsiasi momento, monitorare lo stato di lavorazione delle pratiche, inserendo il codice della ricevuta nella sezione dedicata del sito www.poste.it.
245 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 15.005 tamponi processati. L’incidenza scende al 1,6% ieri era al 1,8%. L’isola scende al sesto posto in Italia nei nuovi contagi giornalieri. Gli attuali positivi sono 11.780, i guariti sono 828 mentre si registrano altre 9 vittime che portano il totale dei decessi a 6.877. Sul fronte ospedaliero sono adesso 415 i ricoverati mentre in terapia intensiva sono 45.
Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo con 54 casi, Catania 78, Messina 6, Siracusa 37, Ragusa 14, Trapani 20, Caltanissetta 15, Agrigento 9, Enna 12.
“Oggi in III Commissione ARS – Attività Produttive abbiamo affrontato la questione del mancato finanziamento nel PNRR dei progetti irrigui in agricoltura, presentati dalla Regione siciliana.
Nel corso della seduta, a cui ha preso parte l’Assessore regionale all’agricoltura On. Toni Scilla, una delegazione di deputati nazionali, oltre ai dirigenti e tecnici di settore, si è fatta chiarezza sulle motivazioni soggiacenti ai ben 31 progetti dichiarati inammissibili.
Appare evidente che i problemi hanno una duplice natura.
L’una prettamente burocratica, relativa alla paventata assenza di alcuni requisiti tecnici, che invece i progetti siciliani possiedono, verosimilmente imputabile a errori della piattaforma su cui vengono caricati i dati, per cui confidiamo in un reintegro a seguito di più attenta istruttoria. In alcuni la carenza di studi di settore, molto onerosi per i consorzi di bonifica, speriamo possano essere integrati una volta riconosciuto il finanziamento.
L’altra di natura politica, che richiede una interlocuzione serena con il Ministro Patuanelli, è connessa ad alcuni parametri e relativi punteggi assegnati, che rischiano di penalizzare le aree in via di desertificazione, come la Sicilia, a favore di aree che subiscono il fenomeno solo della siccità estiva.
Un danno incalcolabile per tanti territori, penso, tra gli altri, al presentato progetto di canalizzazione che interessa il territorio compreso tra la diga Gibbesi e la Piana Licata, per noi prioritario tanto quanto gli altri presentati sulla provincia di Agrigento, 6 in tutto, da Ribera a Licata.
Dalle parole del Ministro abbiamo appreso, poi, che alcuni progetti sono stati dichiarati non idonei perché già oggetto di altro finanziamento. Mi chiedo, allora, come mai ciò è stato possibile nei trasporti per i progetti RFI già finanziati e poi inseriti nel PNRR. Ci hanno spiegato che si acclarava la tempistica e che le risorse liberate sarebbero rimaste in Sicilia per altri progetti. Come mai in agricoltura la ratio cambia ed è motivo di esclusione?
La mia attenzione è massima affinché questa e altre domande possano trovare una risposta esaustiva a tutela dell’intero comparto agricolo siciliano che da tempo invoca supporto per il potenziamento delle reti irrigue e delle infrastrutture conness”.
Lo dichiara l’on. Giusy Savarino di Diventerà Bellissima.
“Nella giornata odierna l’Assessore Zambuto ha ricevuto una delegazione di sindaci agrigentini – rappresentata dal Sindaco di Naro, Maria Grazia Brandana – , che hanno chiesto un incontro per chiarire la tematica del trasporto alunni pendolari . Al riguardo l’Assessore Zambuto ha dichiarato quanto segue: “ Premesso che la Legge di stabilità 2021 ha attribuito la materia al competente Assessorato della Pubblica istruzione che a breve emanerà apposita direttiva, è in corso la rilevazione dei fabbisogni per verificare se le risorse stanziate a valere sui trasferimenti per l’anno 2020 siano sufficienti per erogare un contributo in favore delle famiglie con un ISEE superiore a quello individuato dal Governo regionale con la delibera n. 580 del 15 dicembre 2020.”
E’ impegno del Governo regionale garantire il diritto allo studio dei ragazzi siciliani senza gravare ulteriormente sui bilanci familiari”.