Ottobre 2021 - Pagina 47 di 73 - Sicilia 24h
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A Cinisi, in provincia di Palermo, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto un giovane di 20 anni. E’ indagato di tentato omicidio allorchè sarebbe stato lui a sparare ai due fratelli Emanuel e Roberto Bozzo, di 21 e 23 anni. L’agguato sarebbe stato successivo ad una rissa insorta in piazza a Terrasini. Emanuel Bozzo è stato medicato a una gamba e a un piede, e poi è stato dimesso. Per Roberto Bozzo, invece, si è reso necessario un intervento chirurgico per danni al colon, ed è stata asportata la milza. La prognosi è riservata. E’ stata sequestrata l’auto con la quale Roberto Bozzo è stato condotto in ospedale. La vettura ha un foro nella carrozzeria.

Operazione antidroga a Raffadali ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Agrigento e della locale Stazione. Dettagli e conferenza.

I Carabinieri della Stazione di Raffadali e della Compagnia di Agrigento hanno indagato. E all’alba di oggi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Tribunale di Agrigento a carico di quattro uomini e di una donna. Si tratta di un uomo di 46 anni di Favara, già conosciuto dalle forze dell’ordine per i suoi precedenti legati alla droga, e che è stato ristretto agli arresti domiciliari. Poi agli arresti domiciliari anche una donna di 24 anni e un uomo di 26 anni residenti a Raffadali. Poi un libico di 33 anni, anche lui con precedenti, è stato rintracciato a Roma dove si è rifugiato a casa di connazionali, e gli è stato imposto l’obbligo di dimora a Raffadali. Risulta invece irreperibile al momento un quinto soggetto destinatario anche lui della misura dell’obbligo di dimora. I denunciati a piede libero sono otto. Sono indagati, in concorso tra di loro, del reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marjuana. Loro avrebbero scelto la centrale Piazza Progresso come centrale operativa per la vendita al dettaglio della droga. Dai primi mesi del 2019 i militari dell’Arma sono stati a lavoro con osservazioni, pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, e monitoraggio di video su luoghi e persone. E così, tra l’altro, sono stati documentati numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti anche a minorenni, giorno e notte. A tanti clienti acquirenti sono state sequestrate le dosi appena comperate dai pusher. Loro, i presunti spacciatori, avrebbero concordato telefonicamente le attività, usando, come spesso avviene, termini criptici, per depistare le intercettazioni. Nel corso delle investigazioni un corriere è stato arrestato proveniente da Palermo con 150 grammi di hashish. E altri due sono stati bloccati con 20 grammi di cocaina appena acquistata dal fornitore di Favara, ovvero l’uomo di 46 anni ristretto ai domiciliari.               Angelo Ruoppolo (Teleacras)

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione a carico dell’ex deputato del Partito Democratico e poi Forza Italia, Francantonio Genovese, imputato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione a delinquere, riciclaggio, frode fiscale e tentata concussione nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Messina su illeciti nella gestione dei fondi destinati alla formazione. Genovese è stato condannato a 11 anni in primo grado. Poi in Appello la condanna è stata ridotta perché non è stata riscontrata l’imputazione di riciclaggio. La Procura Generale ha presentato ricorso in Cassazione che, solo per tale capo d’imputazione, ha disposto un secondo processo in Corte d’Appello.

A Palermo, nel Reparto Rianimazione dell’ospedale Civico, è morto Michelangelo Pavoniti, 35 anni, palermitano, coinvolto, lo scorso 20 giugno, in un incidente stradale lungo l’autostrada Palermo-Catania, fra gli svincoli di Altavilla Milicia e Trabia. Furono quattro i feriti quel pomeriggio. Pavoniti ha viaggiato, non alla guida, insieme a tre amici all’interno dell’auto, una Citroen C1, che si è schiantata contro il guard-rail ribaltandosi. Sul posto intervennero la Polizia Stradale, il 118 e l’elisoccorso.

Le ricorrenti polemiche sull’utilità e la sostenibilità del reddito di cittadinanza attengono soprattutto al non avere prodotto nuova occupazione. Ebbene, in controtendenza a ciò, a Bagheria, in provincia di Palermo, sono stati predisposti i Puc, ovvero i Progetti utili alla collettività, che saranno svolti in città dai percettori del reddito di cittadinanza. Saranno 100 i beneficiari, su un totale di 280 che godono del beneficio, residenti nel Comune di Bagheria, che svolgeranno lavori di pubblica utilità e che saranno impegnati sul territorio a lavorare a servizio della comunità. Ad esempio nelle ville a curare il verde e i giardini, e negli edifici pubblici incluse le scuole. I lavoratori dopo una breve formazione e le dovute visite mediche inizieranno le attività.

Margherita La Rocca si conferma sindaco di Montevago. L’attuale deputato regionale di Forza Italia e presidente della commissione sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha superato nettamente il suo avversario, l’ingegnere Giuseppe Arcuri, che con lei aveva fatto quasi per intero l’ultimo percorso amministrativo dopo la precedente elezione del 2016. l

La Rocca Ruvolo è stata sostenuta dalla lista civica denominata “Per Montevago”, all’interno della quale c’erano militanti di diverse aree politiche, compreso quel Partito Democratico che invece si è diviso in due.

La Procura della Repubblica di Agrigento, tramite il sostituto procuratore Paola Vetro, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini, ovvero l’atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, a 22 indagati agrigentini nell’ambito dell’inchiesta sostenuta dalla Guardia di Finanza cosiddetta “Malebranche”, ai quali, a vario titolo, si contestano le ipotesi di reato di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, auto-riciclaggio e alcuni reati tributari. Le società coinvolte nelle indagini sono 12 e sono riconducibili al gruppo commerciale “Pelonero”. Adesso i 22 hanno 20 giorni di tempo entro cui opporre eventuali mezzi o atti a difesa, dopodiché la Procura formulerà la richiesta di rinvio a giudizio.
Gli indagati sono: Gaetano Sferrazza, 78 anni; Diego Sferrazza, 51 anni; Gioachino Sferrazza, 54 anni; Gaetano Sferrazza, 30 anni; Fabiana Sferrazza, 26 anni; Gaetano Sferrazza, 28 anni; Clelia Sferrazza, 23 anni; Teresa Maria Cani, 54 anni; Lorena Argento, 33 anni; Giovanna Lalicata, 51 anni; Graziella Falzone, 53 anni; Vincenzo Lo Cicero, 36 anni; Mariella Mamo, 38 anni; Veronica Vassallo, 33 anni; Giulia Di Marco, 51 anni; Ignazio Giacchetto, 59 anni; Cristian Amato, 27 anni; Assuntina Lupo, 55 anni; Nicolò Zambuto, 67 anni; Calogera Licata, 66 anni; Salvatore Noto, 39 anni.

L’assessore regionale ai Servizi primari, Daniela Baglieri, lancia l’allarme: “In Sicilia non ci sono le condizioni per accedere ai fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel settore della gestione delle risorse idriche”. E poi spiega: “Mi sto confrontando con numerose emergenze. Scontiamo il fatto che purtroppo il capitale umano della Regione si è depauperato. Ci sono stati dei pensionamenti, non abbiamo giovani, l’età media è molto elevata, quindi c’è un problema di competenze. Non abbiamo le risorse. Quindi si lavora con estrema difficoltà. Si sta cercando di digitalizzare alcuni processi. E’ una sfida per la pubblica amministrazione della Regione. Il secondo problema è la capacità progettuale: purtroppo gli enti locali non hanno capacità di avere progetti cantierabili ed esecutivi. E lo stesso vale per i rifiuti. Gli ex Ato non sempre hanno competenze. Questo è un dato di fatto. Noi possiamo supportarli, ma fino a un certo punto. Abbiamo dialogato con gli assessorati all’Ambiente e ai Beni culturali per cercare di semplificare sul fotovoltaico. Dobbiamo sempre mantenere attenzione perché gli interessi sono tanti. Non sempre è semplice bilanciare l’iniziativa privata con l’aspetto della legalità. Per questo stiamo definendo dei protocolli”.