«Ho letto con sorpresa le polemiche di queste ore. Con una epidemia che cresce nei contagi, ritornare alle disponibilità ospedaliere del mese di marzo significa solo rispondere al criterio della precauzione. Abbiamo un sistema di monitoraggio, previsto dal decreto legge varato dal governo, che individua parametri per l’adozione di misure di contenimento. Chi è stato in giro in Sicilia in queste settimane non penso sia meravigliato dalla crescita dei contagi. E se in tanti, troppi, non hanno aderito alla campagna di vaccinazione i risultati sono riversati nella occupazione dei posti letto da parte dei soggetti non vaccinati. A loro occorre fare appello, perché non bisogna mai temere una restrizione, né allontanarla. Le decisioni sono lo specchio della condizione obiettiva che si vive in un territorio e fare finta di nulla sarebbe inutile. Bisogna invece convincere chi non è ancora convinto, perché vaccinarsi e rispettare le regole di comportamento è la scelta più saggia che si possa compiere».
Lo ha dichiarato l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza.
Il ministero degli Interni ha assegnato Augusta, in provincia di Siracusa, come porto sicuro per l’approdo della nave umanitaria, ResQPeople. A bordo vi sono 166 migranti soccorsi nel Mediterraneo, tra cui 12 minori e bambini sotto i 5 anni, uno dei quali di 9 mesi. La nave è stata in rada, al riparo dal vento, a circa 15 miglia dalla costa tra Siracusa e Augusta. A bordo vi è anche Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, Gino Strada, morto qualche giorno fa.
Nel frattempo, un’altra nave umanitaria, la ‘Geo Barents’, di Medici senza frontiere, con 214 persone soccorse, è al largo di Lampedusa.
Gli incendi in Sicilia e i piromani: i volontari della Protezione civile di Giardini Naxos hanno trovato alcuni inneschi per attivare roghi a Castelmola, borgo del Messinese che sovrasta Taormina, minacciato nei giorni scorsi da incendi che sarebbero stati appiccati da piromani. Il portavoce degli stessi volontari, Ivan Micciulla, spiega: “In contrada Luppineria sono stati rilevati presunti inneschi, di cui uno già incendiato, pronti per essere ulteriormente accesi. La zona, dopo le opportune segnalazioni agli organi preposti, è stata bonificata”. Prosegue dunque l’attività antincendio, coordinata dal Dipartimento regionale della Protezione Civile, per il monitoraggio e il controllo del territorio del comprensorio. La squadra di Giardini Naxos è impegnata a supporto dei Vigili del fuoco della colonna mobile regionale del Trentino Alto Adige.
La latitanza di Matteo Messina Denaro e lo scetticismo di Maria Teresa Principato, per anni sulle sue tracce: “Ho poca fiducia che sia catturato”.
Maria Teresa Principato
Il magistrato Maria Teresa Principato attualmente è componente della Direzione Nazionale Antimafia. Ed è stata Procuratore aggiunto a Palermo, a capo del pool che per parecchi anni ha inseguito Matteo Messina Denaro. La Principato ha appena ribadito il suo scetticismo sull’arresto del boss di Castelvetrano latitante dal giugno del 1993. Le sue parole: “Non ho fiducia che si possa catturare Messina Denaro. Questo perché gode di una rete, non solo in Italia, ma un po’ in tanti Paesi del mondo, che lo protegge: una rete massonica”. Peraltro si tratta di quanto Maria Teresa Principato ha affermato innanzi alla Commissione nazionale antimafia. E nel corso dell’audizione ha spiegato: “Matteo Messina Denaro gode a Trapani di una protezione che spesso sconfina nella convivenza e, addirittura, nella condivisione di certi valori rispetto ad uno Stato in cui nessuno crede”. E poi ha aggiunto: “La strategia della cosiddetta ‘terra bruciata’ per lui non è adeguata perché non è una persona normale. Malgrado decine di arresti, anche di familiari stretti, i sequestri e le confische per centinaia di milioni di euro, la latitanza del boss mafioso, iniziata nel 1993, continua, nonostante gli arresti, le confische, e alcuni collaboratori della giustizia che hanno iniziato a parlare di lui rompendo il muro di omertà che lo ha sempre protetto”.
E poi Maria Teresa Principato ha proseguito: “Matteo Messina Denaro è abituato a tutti gli artifici della latitanza: dopo un arresto, e dopo che le attenzioni degli investigatori si soffermano su una persona, immediatamente lui cambia strada e investe su qualcosa di diverso. Va all’estero, non gli mancano le occasioni e i luoghi in cui rifugiarsi in tutta sicurezza. E’ una caratteristica di questo latitante”.
E poi la Principato ha sottolineato: “Abbiamo proceduto all’arresto di quasi tutti i familiari di sangue di Messina Denaro, sorella, cugini, cognati, e tutti coloro che gli erano vicini. Anche il nipote del cuore, Francesco, destinato a essere il suo successore, che già a violenza lo aveva eguagliato se non superato, è stato arrestato e sottoposto al 41 bis. Tutto questo per ottenere un affievolimento del consenso nei confronti di questo latitante. Io pensavo che questo potesse suscitare nell’uomo Messina Denaro una reazione, ma l’uomo non è normale, è molto freddo. Altro momento della strategia per la sua cattura, che però è risultato vano, è quello dei provvedimenti di confisca, essendo lui così profondamente legato al denaro e ai suoi interessi. I provvedimenti di sequestro e confisca superano milioni di euro. Pensate che solo la catena dei supermercati Despar è stata oggetto di confisca per 850 milioni”.
Superata quota 1.700; gli attuali positivi in provincia sono 1.704 e la curva dei contagi seguita a salire. Il saldo continua a essere a favore delle positività al Covid rispetto alle guarigioni. Ieri, secondo quanto riportato dal resoconto dell’Asp di Agrigento, ci sono stati 71 nuovi casi a fronte di 52 guarigioni. Salgono anche i ricoveri che con i 3 nuovi ospedalizzati adesso sono 57, di cui 4 in rianimazione.
Questa la situazione nei Comuni agrigentini: Agrigento: 165 positivi (-4) con 2 migranti in isolamento presso una struttura di accoglienza; Alessandria della Rocca: 13 (+2); Aragona: 19 (-1); Bivona: 2 (-1); Burgio: 6 (stabile); Caltabellotta: 24 (-2); Camastra: 6 (stabile); Cammarata: 20 (-4); Campobello di Licata: 69 (-7); Canicattì: 248 (+20); Casteltermini: 29 (-3); Castrofilippo: 16 (stabile); Cattolica Eraclea: 1 (stabile); Cianciana: 2 (stabile); Comitini: 1 (stabile); Favara: 293 (-3); Grotte: 4 (stabile); Joppolo Giancaxio: 10 (stabile); Licata: 69 (+6); Lucca Sicula: 8 (stabile); Menfi: 19 (-3); Montevago: 1 (stabile); Naro: 28 (-1); Palma di Montechiaro: 55 (-1); Porto Empedocle: 87 (+2); Raffadali: 58 (+1); Ravanusa: 47 (+8); Racalmuto: 30 (stabile); Realmonte: 24 (-1); Ribera: 37 (+3); Sambuca di Sicilia: 4 (stabile); San Biagio Platani: 6 (+1); Sant’Angelo Muxaro: 5 (stabile); San Giovanni Gemini: 37 (stabile); Santa Elisabetta: 4 (stabile); Santa Margherita di Belìce: 16 (+3); Sciacca: 39 (+1); Siculiana: 50 (+2 con 36 migranti ospitati a “Villa Sikania”); Villafranca Sicula: 2 (stabile).
Covid Free sono Santo Stefano Quisquina, Calamonaci e Montallegro.
Sulle navi quarantena ci sono 150 migranti positivi. Tre i soggetti ricoverati non residenti (-1), non sono inclusi nel totale.
La delibera è firmata da Mario La Rocca, direttore della Dipartimento regionale per la pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, ed è datata 13 agosto. A renderla pubblica la testata giornalistica online LiveSicilia. I reparti Covid delle strutture ospedaliere siciliane sono pieni di pazienti covid. La domanda è: è necessario il ricovero per tutti. Lo scopo è liberare i posti non necessari.
Il documento firmato da Mario La Rocca è in possesso di LiveSicilia. “L’attuale quadro epidemiologico – scrive La Rocca – mostra un rapido incremento dei casi di infezione da Sars cov2, nonostante l’enorme impegno profuso nella campagna vaccinale e nell’attività di contact tracing da parte degli operatori del sistema sanitario regionale”. Il dirigente sottolinea la “necessità di garantire la massima appropriatezza nella scelta del setting assistenziale, assicurare un corretto turnover dei soggetti ricoverati per non sovraccaricare le strutture di degenza e garantendo nel contempo la massima sicurezza per i pazienti”.
La Rocca richiama i criteri definiti dall’Agenas “per la dimissione di pazienti ricoverati per Covid anche in caso di persistenza della positività ma in condizioni cliniche sufficientemente stabili per essere dimessi a domicilio”.
I malati covid devono avere: assenza di febbre per 48 ore; saturazione uguale o superiore a 92% o 90% per i cronici da almeno 48 ore, o in alternativa una insufficienza respiratoria moderata (pari a 300); non in ossigenoterapia ad alti flussi o con intensità pari a quella pre-covid se già in O2 cronica; emodinamicamente stabile; autosufficiente nella gestione delle attività quotidiane.
Ma rimane un problema non di poco conto: l’instabilità dei malati covid. Chi si assume la responsabilità, dopo la dimissione, in caso di peggioramento? Con gli ospedali sommersi da denunce e citazioni civili, la patata bollente, potrebbe passare, secondo il decreto di La Rocca, alle Usca, alle quali spetta “la presa in carico” dei malati.
In tal caso, le Usca dovranno assicurare: dimissioni protette dei pazienti con un collegamento con i gestori dei posti letto covid; “presa in carico immediata e stretto follow up, definito in base alle condizioni cliniche dei pazienti, con adeguato monitoraggio dei parametri vitali, garantendo una pronta reperibilità ai pazienti in caso di necessità”; “stretta collaborazione con il medico di assistenza primaria per un’ottimale gestione del paziente e in particolare delle eventuali comorbilità”
Sono 1.229 i nuovi casi di coronavirus registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore su un totale di 26.865 tamponi processati. L’indice di positività è al 4.57%. Non ci sono nuove vittime mentre i guariti/dimessi sono 13. Attualmente in Sicilia, che anche oggi risulta la Regione con il più alto numero di contagi, ci sono 19.949 persone positive.. Salgono i ricoveri; 30 di cui 6 in terapia intensiva. I posti letto occupati in quest’ultimo reparto da pazienti Covid raggiungono il 10,2%, dato che unito a quello relativo ai ricoveri ordinari che è del 16,8% pone la Sicilia in zona gialla. L’Isola ha così raggiunto i due parametri che automaticamente determinano il passaggio di fascia che avverrà il prossimo 23 agosto.
Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 324; Messina 225; Agrigento 150; Catania 129; Enna 93; Trapani 89; Caltanissetta 82; Ragusa 72; Siracusa 65.
Successo di visitatori nel fine settimana di Ferragosto per i luoghi della cultura della Regione Siciliana, fra parchi archeologici e musei. Sono stati, infatti, 53.800 i visitatori nei giorni compresi fra il 13 e il 15 agosto, con un incremento di oltre tremila presenze rispetto agli stessi giorni dello scorso anno (pari al 6,25 per cento), in cui erano stati registrati 50.648 visitatori.
“Numeri che confermano come l’aver puntato moltissimo sui nostri beni culturali sia fondamentale, per far conoscere la nostra storia e i nostri tesori – sottolinea l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – ma anche perché il governo regionale ha posto le basi per una visione politica di lungo termine nel quale in Sicilia la promozione della cultura è finalmente tra i principali obiettivi strategici da perseguire. Avere adeguato musei e parchi archeologici alle prescrizioni anticovid, inoltre, garantendo prenotazioni on line e visite con i dovuti distanziamenti, è stata un’azione vincente che ha dato i suoi frutti, insieme alla possibilità, che abbiamo offerto a chi non era in possesso di green pass, di poter ricevere tamponi gratuiti agli ingressi, in modo da poter accedere in sicurezza ai luoghi della cultura”.
Fra i principali siti ad avere avuto un incremento, al parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento sono stati registrati 16.311 visitatori contro i 14.791 dello scorso anno; al Teatro Antico di Taormina, 8004 visitatori, rispetto ai 7268 del 2020; a Catania 1341 persone si sono recate al Teatro Romano e Odeon, rispetto ai 658 dello scorso anno; a Palermo, a San Giovanni degli Eremiti 691 presenze (l’anno scorso erano state 486), 521 al Castello della Zisa (489 nel 2020), 452 alla Galleria regionale di Palazzo Abatellis (289 nel 2020) e 553 al museo archeologico regionale Salinas (nel 2020 erano 288); 251 sono le persone che si sono recate alla Palazzina Cinese (lo scorso anno nello stesso periodo era rimasta chiusa). A Siracusa 2013 persone si sono recate al Castello Maniace (nel 2020 erano state 1790), 202 hanno scelto la Galleria regionale di Palazzo Bellomo (rispetto alle 183 dello scorso anno), mentre 227 sono stati i visitatori del Museo Paolo Orsi, che lo scorso anno nello stesso periodo era chiuso.
Il via libera dei giorni scorsi e la precisazione del ministero dell’Istruzione dopo le polemiche sui tamponi ai prof no vax potrebbe non avere chiuso la partita sul Protocollo sicurezza in vista dell’avvio dell’anno scolastico. I presidi, che non hanno firmato il documento, si attendono un intervento sul testo per «effettuare le correzioni». Alla vigilia di Ferragosto, a poche ore dall’approvazione del testo, il dicastero di viale Trastevere era intervenuto per chiarire che non «è previsto, né si è mai pensato di prevedere, un meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no vax».
Parole che però non sembrano avere spazzato via le polemiche. Per il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, continua ad esserci una «discrepanza» tra quanto detto dal ministero e il testo del Protocollo. I presidi sottolineano che allo stato nel documento «non c’è alcun riferimento al personale impossibilitato a vaccinarsi e si dà per scontato che gli esami diagnostici siano rimborsabili a tutti i dipendenti, senza distinzioni, a spese delle risorse erogate alle scuole». Nell’atto approvato nella notte tra venerdì e sabato si afferma che il ministero si impegna a fornire «assistenza amministrativa e contabile a tutte le istituzioni scolastiche circa l’utilizzo delle risorse straordinarie erogate per finalità coerenti con la gestione della situazione di emergenza sanitaria».
L’altra partita che si annuncia complessa è quella che riguarda i trasporti. Per il sindacato dei dirigenti scolastici gli istituti non possono essere «accomunati alle fabbriche». La proposta è di approntare delle linee bus dedicate alle scuole: due o tre corse nelle fasce di orario critiche, tra le 7 e le 8 del mattino e tra le 13 e le 14. Sul tema è intervenuta Beatrice Lorenzin del Pd. «Abbiamo la necessità per i ragazzi che vanno a scuola con i mezzi pubblici che siano vaccinati. Non possiamo permetterci un altro anno in Dad. Per questa ragione, non solo tutto il personale scolastico deve essere vaccinato, ma dobbiamo anche puntare sul tracciamento, utilizzando, quindi, tutte le tipologie di tam – poni disponibili, tra cui quelli salivari per i più piccoli», ha affermato assieme alla collega Flavia Piccoli Nardelli.