“Poca fiducia sulla cattura di Messina Denaro”

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La latitanza di Matteo Messina Denaro e lo scetticismo di Maria Teresa Principato, per anni sulle sue tracce: “Ho poca fiducia che sia catturato”.

Maria Teresa Principato

Il magistrato Maria Teresa Principato attualmente è componente della Direzione Nazionale Antimafia. Ed è stata Procuratore aggiunto a Palermo, a capo del pool che per parecchi anni ha inseguito Matteo Messina Denaro. La Principato ha appena ribadito il suo scetticismo sull’arresto del boss di Castelvetrano latitante dal giugno del 1993. Le sue parole: “Non ho fiducia che si possa catturare Messina Denaro. Questo perché gode di una rete, non solo in Italia, ma un po’ in tanti Paesi del mondo, che lo protegge: una rete massonica”. Peraltro si tratta di quanto Maria Teresa Principato ha affermato innanzi alla Commissione nazionale antimafia. E nel corso dell’audizione ha spiegato: “Matteo Messina Denaro gode a Trapani di una protezione che spesso sconfina nella convivenza e, addirittura, nella condivisione di certi valori rispetto ad uno Stato in cui nessuno crede”. E poi ha aggiunto: “La strategia della cosiddetta ‘terra bruciata’ per lui non è adeguata perché non è una persona normale. Malgrado decine di arresti, anche di familiari stretti, i sequestri e le confische per centinaia di milioni di euro, la latitanza del boss mafioso, iniziata nel 1993, continua, nonostante gli arresti, le confische, e alcuni collaboratori della giustizia che hanno iniziato a parlare di lui rompendo il muro di omertà che lo ha sempre protetto”.

E poi Maria Teresa Principato ha proseguito: “Matteo Messina Denaro è abituato a tutti gli artifici della latitanza: dopo un arresto, e dopo che le attenzioni degli investigatori si soffermano su una persona, immediatamente lui cambia strada e investe su qualcosa di diverso. Va all’estero, non gli mancano le occasioni e i luoghi in cui rifugiarsi in tutta sicurezza. E’ una caratteristica di questo latitante”.

E poi la Principato ha sottolineato: “Abbiamo proceduto all’arresto di quasi tutti i familiari di sangue di Messina Denaro, sorella, cugini, cognati, e tutti coloro che gli erano vicini. Anche il nipote del cuore, Francesco, destinato a essere il suo successore, che già a violenza lo aveva eguagliato se non superato, è stato arrestato e sottoposto al 41 bis. Tutto questo per ottenere un affievolimento del consenso nei confronti di questo latitante. Io pensavo che questo potesse suscitare nell’uomo Messina Denaro una reazione, ma l’uomo non è normale, è molto freddo. Altro momento della strategia per la sua cattura, che però è risultato vano, è quello dei provvedimenti di confisca, essendo lui così profondamente legato al denaro e ai suoi interessi. I provvedimenti di sequestro e confisca superano milioni di euro. Pensate che solo la catena dei supermercati Despar è stata oggetto di confisca per 850 milioni”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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