Venerdi al Circolo Empedocleo “Atto di presenza” il libro di poesie di Beniamino Biondi

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Pubblicato da Medinova nel febbraio del 2020, a ridosso del lockdown, e finora mai presentato, il libro è la confessione analitica e oggettiva di una frana emotiva, un meta-rifiuto dell’idea di mostruoso attraverso il linguaggio crudele della storia personale, una rappresentazione in versi del concetto di “polimorfo perverso” freudiano. Sono poesie nette e radicalmente sincere che raccontano – tra malinconia e dolore – le ceneri della dipendenza, il sopravvenire del dolore, lo smarrimento del tempo; e al contempo dicono la caduta della maschera – pirandelliana, ma nel senso della sua peggiore estremizzazione patologica -, l’ipocrisia e l’horror vacui del senso di umanità. Un racconto di pulsioni, inquietudini, lacerazioni catartiche, il cui ATTO DI PRESENZA è la liberazione dalle insidie di un’agghiacciante soglia privata.

 Come ha scritto l’illustre critico Salvatore Ferlita, che ha curato la prefazione del libro, “l’impulso che ha armato la mano dell’autore, costringendolo a torturarsi per cavar fuori gran parte di questa silloge, ha infatti il suo epicentro nell’istinto di sopravvivenza. È qui che la silloge di Biondi mostra il suo sembiante quasi catartico: la poesia si è fatta strumento di analisi per calarsi negli abissi della coscienza. Colpisce la capacità di analisi impietosa, che trasforma i componimenti in cartelle cliniche, in referti fulminei e lancinanti. Qui la parola si carica di un’oltranza conoscitiva, di una consapevolezza del profondo che allineano le tappe di una via crucis sentimentale. Sono due passaggi particolarmente chiarificatori del ritmo poetico che Biondi riesce a sostenere (superbamente scandito dall’uso degli enjambements, dalla sapienza compositiva nell’allineare suoni, richiami, nel ricorrere a volte a termini arcaici, desueti, per il loro intrinseco e necessario vigore fonosimbolico) trasmettendo una strana inquietudine, che somma il senso di solitudine, quasi di straniamento, a una vocazione melanconica che è forse la molla dell’ispirazione”.

 L’evento, coordinato e condotto dalla giornalista Marilisa Della Monica, dopo i saluti istituzionali del Sindaco Francesco Miccichè e dell’Assessore alla Cultura Costantino Ciulla, si avvarrà di una relazione dello psichiatra Fausto D’Alessandro e dell’intervento dell’editore Antonio Liotta, con una conclusione dell’Autore. L’artista Salvatore Nocera Bracco leggerà alcune poesie dal libro e la prefazione al volume. In conclusione sarà possibile acquistare il libro per il firmacopie.

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