Sicilia, Taormina, il borgo più conosciuto d’Italia

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di Maria Angela Arancio

Visitando il Borgo più famoso d’Italia e forse del mondo, un tempo sede di grandiosi Hotel, di un prestigioso Casinò, frequentata dal “Bel mondo” di allora e da grandi attori Italiani e stranieri famosi nel mondo, ti accorgi dal malumore manifestato dai negozi griffati, dai Restaurant alla moda, che Taormina è cambiata molto.  Non esiste più la “Dolce Vita” notturna, ormai è un turismo di massa. Infatti non incontri più neanche un Vip, incontri di tutto dai giovanissimi, agli anziani, dai siciliani ai tedeschi, ai russi etc  che cercano di trascorrere una tranquilla vacanza nel mare splendido di Mazzarò e fare un poco di shopping.
Le bellezze architettoniche, paesaggistiche e naturalistiche di Taormina sono indiscutibili e, per fortuna , quasi sempre visitabili. C’è però qualche monumento che non è fruito dai più perché ubicato tra i mille piccoli vicoli del Borgo e sovrastato dalle abitazioni, specie di quelle che si trovano nel Corso Centrale della città.

1) NAUMACHIE ROMANE

Non le avevo mai viste, così nel luglio del 2019, il desiderio di conoscere questo monumento fu così forte che mi spinse a cercarlo. Nessuno, o quasi, sapeva indicarmi l’ubicazione, con pazienza e consultando la guida, percorrendo vicolo per vicolo, finalmente riuscii a trovare il maestoso monumento nascosto. Le Naumachie di Taormina sono vestigia dell’età romana, sono annoverate tra le più rappresentative dell’intera Sicilia.

Si tratta di un’intera lunga facciata di mattoni dell’età imperiale, restituita al pubblico solo nel 1943. Nonostante queste vestigia romane siano situate parallelamente al tratto superiore del Corso Umberto, sono esteticamente sminuite da tutti i palazzi ad esse sovrapposte nel tempo.

Composta da 18 nicchie più piccole di forma rettangolare, sono maestose, l’intero progetto si sviluppa, infatti, su 122 m. di lunghezza e cinque metri in altezza. Diverse sono le tesi sulla loro destinazione d’uso: chi dice fosse un Ninfeo monumentale, ma sicuramente non servì a rappresentazioni di battaglie navali. Molto più probabilmente fu un Gymnasium.

Le Naumachie danno sulla via Giardinazzo, una stradina caratteristica, che vale la pena percorrere. La via Giardinazzo, infatti è ricca di negozi di prodotti tipici siciliani: pasta, dolci, bevande, ricami, ceramiche, sale da the, piccoli pub, e ristoranti molto caratteristici, gioielli in corallo etc..ed è quella che conduce direttamente al Teatro Greco Romano.

Affacciarsi alle Naumachie di Taormina, per la prima volta, desta grande stupore e meraviglia, sia per la particolare tipologia della costruzione, tutta in mattoni rossi, tipici dell’età romana, sia per la bellezza e la maestosità dell’opera, ma crea anche sconforto: una opera, un monumento di tal fatta, costretto sotto decine e decine di palazzi ed alberghi della città. Praticamente più della metà del monumento è sepolto dalla maggior parte delle costruzioni del soprastante Corso Umberto.

Il monumento inoltre appare poco curato, cosparso, lungo tutto il perimetro di muffe ed erbacce. Mi sono chiesta come mai nessuno, nel tempo, abbia provveduto a fermare tale scempio ed oggi continua quasi ad ignorare il monumento. Forse perché l’oblio rende meno grave gli abusi perpetrati ai danni delle Naumachie.

Per visitare le Naumachie comunque basta scendere alcuni gradini, dalla strada principale (corso Umberto), e sei già dentro il grandioso monumento. Nel Centro un bel giardinetto decorato da piccoli arbusti e qualche palmizio. Mentre si percorre il lungo viale che costeggia le mura, rimani incantato dalla gigantesca maestria e preparazione dei nostri progenitori Romani, dalla consapevolezza che trattasi di opere di alta ingegneria che, dopo migliaia di anni, hanno resistito alle intemperie, ai terremoti e, soprattutto, all’incuria dell’uomo. Percorri il lungo viale e, senza dover tornare indietro, trovi una piccola uscita che dà direttamente sulla via Giardinazzo che, stretta e tortuosa, ma molto accattivante per il turista, ti conduce direttamente nel centro di Taormina.

Quello che veramente mi ha sconvolto è che appena scesi i primi gradini alla tua sinistra vedi ergersi d’improvviso il magnifico, ineguagliabile monumento, ma alla tua destra, anziché un qualunque Book Shoop, attraversato un enorme cancello in ferro, sparsi su tutto l’ingresso tanti TAVOLINI di un RISTORANTE! Per altro hanno avuto la tracotanza di chiamarlo con lo stesso nome delle Naumachie. ORRORE! Non riuscivo a crederci!! Forse sarò troppo legata alle nuove normative sulla tutela dei Beni Culturali in Sicilia, ma la cosa mi ha sconvolto non poco è come se si potesse autorizzare una discoteca all’interno del Colosseo o del Tempio della Concordia!! Il gusto del bello, della conservazione e della tutela dei nostri Beni culturali, purtroppo, non è ancora penetrato nel sangue di tutti i cittadini Italiani, Siciliani, stranieri, tutti dico tutti ammirano il bello, ma quasi sempre non ne hanno un autentico rispetto. Senz’altro u grandioso monumento da non perdere per chi visita Taormina.

 2) MOSAICO ELLENISTICO ROMANO

Continuando a passeggiare per Taormina, alla ricerca di opere d’arte e monumenti, studiando preventivamente la guida, sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un altro capolavoro seminascosto e sconosciuto ai più.

In Corso Umberto, quasi a metà dello stesso, nella piazza, ove sorge la Cattedrale di Taormina: San Nicolò,  innanzi alla quale si erge la bellissima fontana di piazza del Duomo. A desta della fontana medesima si scorge una scalinata che collega corso Umberto alla via don Giovanni Bosco. Leggo sulla guida che, a metà della scalinata, è stato ritrovato un bellissimo pavimento a Mosaico bianco/nero, risalente agli inizi del II secolo a. C. Salgo i gradini fino alla prima metà della scala, cerco il pavimento e: Nulla!  Comincio a chiedere notizie a negozi, passanti  se per caso fossero a conoscenza del mosaico, nessuno ha saputo darmi indicazioni. Faccio tutta la scalinata fino in cima: NULLA!. Trovo una piazza con una bella chiesa, a questo punto penso che non trovando alcuna traccia, né indicazione, il mosaico possa trovarsi all’interno della Chiesa, ma naturalmente la chiesa era chiusa.

Delusissima, rifaccio a ritroso la scalinata, guardo a destra a sinistra ancor nulla. Stavolta però mi fermo al primo pianerottolo (in discesa), alla mia sinistra scorgo un muro in mattoni rossi, a forma quadrangolare, senza copertura. Mi viene un dubbio: il muretto è alto circa 80 cm. Quindi, se non è chiuso, posso guardare giù. Infatti mi affaccio dal muretto e scorgo: IL PAVIMENTO A MOSAICO. Magnifico! Chiamo gli altri per osservare meglio. Dall’alto si scorge che il pavimento, per la verità il mosaico è stato recintato e quindi ben nascosto ai più. Infatti per trovarlo abbiamo dovuto fare le scale più volte.

L’intero pavimento è protetto da un muretto in mattoni rossi alto circa 2 metri. Il muretto a sua volta è chiuso da un cancelletto in ferro che dà sul secondo pianerottolo. Fotografo dall’alto ciò che si può scorgere e poi mi affretto a scendere per entrare dal cancelletto che trovo regolarmente chiuso.

Sicuramente il Mosaico doveva appartenere al peristilio di una abitazione privata. Lo schema è di quelli adottati in B/N, confrontabile con lo stile degli arabeschi floreali dell’Italia Centrale.

Agli angoli il pavimento doveva avere tessere policrome di colore rosso, giallo, rosa. Nel disegno centrale si nota un movimento geometrico con un doppio quadrato intorno ad un motivo floreale a sei petali bianchi, su base nera, ottimamente conservato e sicuramente restaurato da mani sapienti.

Agli angoli, ben definiti, si notano dei piccoli delfini neri.

L’intero mosaico è sicuramente di grande pregio artistico e manifatturiero. A guardarlo da vicino, specie dopo aver perso le speranze di ritrovarlo, si rimane veramente   stupiti per l’eccellente stato di conservazione e la precisione della composizione musiva, considerato che risale al II sec. a.C.

Il pavimento è stato inserito altresì all’interno di un pavimento (moderno), molto particolare che non ti fa notare le differenze col reperto autentico. Il pavimento è molto affascinante e va sicuramente visitato. L’unico grande difetto, che poi è quello più importante, è che il Mosaico non è bene indicato  nelle mappe della città, né vi sono insegne che lo indicano, solo una all’inizio della richiamata scalinata, che non ti da però il senso delle distanze.

Come dicevo per preservarlo è stato chiuso da muri e da un  cancelletto, che ne ostruiscono la visione immediata e la fruizione, anche perché la scalinata, che conduce al mosaico,  è ornata da bei vasi moderni molto variopinti e da tavoli di ristoranti che si affollano attorno al Mosaico e ostruiscono la visuale dell’ingresso.

L’altro fatto negativo  è che non c’è fruizione di un bene così prezioso. Infatti nei giorni successivi l’abbiamo trovato sempre chiuso.

Spero che qualcuno possa provvedere a intraprendere un progetto di copertura al fine di preservare meglio il reperto, ma soprattutto che il Comune di Taormina, L’Ass.to Reg.le B.C.A. e altri Enti interessati, possano provvedere al più presto allo studio di un progetto di  fruizione  se non quotidiana, almeno trisettimanale. Il reperto in questione è di così gran pregio che non può, a mio avviso, rimanere misconosciuto.

Maria Angela Arancio

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3 Thoughts to “Sicilia, Taormina, il borgo più conosciuto d’Italia”

  1. Graziana

    Ho avuto il piacere di ‘approdare’ a Taormina svariate volte ma ahimé non ho mai visitato i vari monumenti, i siti archeologici, i parchi,ecc…inserendomi forse tra i turisti del ‘mordi e fuggi’ che magari, come hai ben detto, cercano solo di godersi una giornata al mare, gustare una buona granita, passeggiare lungo il corso principale e sorvolare su musei, scavi, gallerie,giardini,ecc.. Credo però (e qui mi allaccio forse al tuo discorso senza ovviamente giustificarmi per la mia poca curiosità) che bisognerebbe dar vita ad un turismo di qualità, organizzare e soprattutto sponsorizzare ad esempio spettacoli e/o concerti di un certo spessore dove il turista spende volentieri. Inoltre non si riescono a ‘sfruttare’ al meglio e a far conoscere tutte le meraviglie che il territorio offre. Nell’articolo tu hai fatto ben notare come ad esempio il Mosaico Ellenistico Romano non è ben indicato nelle mappe o addirittura non vi sono insegne che lo indicano. Al di là di questo mio piccolo sfogo ti dico che se non fosse stato per te e per la minuziosa descrizione di questi frammenti di Taormina, mai ne sarei venuta a conoscenza. Non li avrei proprio nemmeno cercati su Google in quanto mai sentiti nominare. Adesso mi sento un po’ più ricca e ti ringrazio e mi complimento per l’articolo dal quale si evince la tua conoscenza, la tua curiosità, la tua passione ma anche una piccola denuncia verso questi luoghi che dovrebbero rappresentare un prodotto (un gran bel prodotto direi!) da far conoscere e pubblicizzare.
    Un tesoro custodito talmente bene da non apparire…

    1. maria Angela arancio

      grazie per i complimenti immeritati. Per quanto riguarda la mia piccola, ma non tanto velata denuncia, sai che io dico sempre la verità e sopratutto ciò che penso, senza essere mai offensiva.. mi fa piacere inoltre essere stata da stimolo per curiosità altrui, curiosità che fa bene al turismo e alla cultura.IL vero problema è forse che la Sicilia ha troppi beni nascosti e che nessuno ha voglia di fare conoscere e rendere fruibili all’utenza tutta. Grazie ancora.

  2. Alfredo

    Capisco l’amarezza nel constatare come Taormina, un tempo meta turistica delle più famose star internazionali per via della sua riservatezza e del glamour, sia stata oramai soppiantata da luoghi più esotici come le isole caraibiche. Probabilmente Taormina non è riuscita ad aggiornarsi, a capire come oggi al prezzo di una suite di prima classe le star possano oggi noleggiare intere isole dove rimanere celati per le loro vacanze; e forse Taormina ha anche pagato la crescente popolarità del lago di Como dopo l’arrivo di Clooney. Rimane comunque una splendida meta che come hai saputo ben descrivere cela ancora frammenti dell’epoca Romana ai molti sconosciuti.

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