Nel Mediterraneo 18 navi da guerra russe, Italia pronta a scortare il grano ucraino

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Nel Mediterraneo ci sono 18 navi da guerra russe: “Un aumento progressivo – dichiara – e quando ci sono sommergibili armati con missili ai confini delle acque territoriali, il nostro Paese deve scoprirli e seguirli ovunque. Lo facciamo con due delle quattro Fremm (fregata europea multi missione) di cui disponiamo. Il Mediterraneo non è più solo il mare fra Europa e Africa, ma quello dei traffici da Ovest a Est e viceversa, del passaggio delle navi mercantili dagli stretti. Un collegamento più veloce, con il Canale di Sicilia che fa da cerniera. Non ci sono solo i russi, anche i turchi stanno potenziando la loro flotta. Lo stesso fanno i francesi, mentre gli americani hanno in parte lasciato il Mediterraneo per concentrarsi sul teatro indo-pacifico. Tocca a noi riempire il vuoto, questo mare è casa nostra”.
Da parte sua, anche l’Italia si rinforza, afferma Credendino, “con i pattugliatori polivalenti d’altura Thaon di Revel e la Trieste, la prima nave d’assalto anfibio con gli F35, si tratta di una rivoluzione. Una vera forza di proiezione ovunque, anche se rimane la vocazione ad aiutare chi è in difficoltà, come accadde per Haiti. Gli effetti della guerra – aggiunge – potrebbero causare emergenze senza precedenti: la mancanza di cibo per il blocco del grano ucraino innescherà l’aumento dei flussi migratori verso l’Europa. E poi c’è la crisi energetica. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha definito il Mediterraneo un’area di vitale interesse nazionale per un Paese di media potenza regionale a forte connotazione marittima. Il mare ha un ruolo centrale, con ottomila chilometri di coste e 20 milioni di italiani che vivono entro 300 metri dall’acqua. Me compreso, a Livorno. Tutto quello che avviene lì, ha ripercussioni su ciò che accade a terra”.

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