Creditori Girgenti Acque, marcia su Palermo

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Iniziativa della Cna di Agrigento: manifestazione oggi a Palermo di alcuni creditori di Girgenti Acque innanzi alla Presidenza della Regione. L’intervento della Confederazione.

A Palermo, al palazzo di giustizia, innanzi al Tribunale fallimentare sono attualmente seduti i creditori delle società Girgenti Acque e Hydortecne, fallite a giugno dello scorso anno, per l’esame dello stato passivo. Il giudice deciderà su ciascuna domanda di pagamento, a fronte anche delle eventuali eccezioni del curatore fallimentare, a quelle rilevabili d’ufficio e a quelle formulate dagli altri interessati. I tre curatori fallimentari, Vittorio Viviani, Giovanni Battista Coa e Filippo Lo Franco, hanno predisposto un piano di liquidazione. Ad inizio del confronto giudiziario i creditori di Girgenti Acque sono stati 415, e quelli di Hydortecne sono stati 189, per un totale di 604. Ebbene, oggi, a Palermo, innanzi a palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione Sicilia, manifestano alcuni creditori, circa una ventina di imprese, sostenute dalla Cna, la Confederazione nazionale artigianato, piccole e medie imprese di Agrigento.

Il presidente Francesco Di Natale e il segretario Claudio Spoto spiegano: “Otto mesi dopo si torna ancora una volta in piazza a protestare. Non molliamo e non lasceremo nulla di intentato. L’iniziativa, finalizzata a sensibilizzare e richiamare l’attenzione delle Istituzioni della Regione, si rende necessaria in quanto non è più differibile la soluzione al dramma che stanno vivendo questi operatori economici. E’ di circa 1 milione di euro la somma che complessivamente dovranno percepire in riferimento al periodo che va dal 16 marzo, data in cui è stata dichiarata l’insolvenza della società, al 2 agosto, giorno di insediamento del nuovo soggetto, l’Aica, costituitasi per mano pubblica. A fronte di servizi essenziali, regolarmente garantiti attraverso interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti idrici, fognari e della depurazione, queste imprese si vedono negare un legittimo credito, rispetto al quale hanno anche contratto debiti con i fornitori, da cui hanno acquistato il materiale, e pagato regolarmente operai e relativi contributi previdenziali. E’ un’emergenza sociale ed economica della quale sembra non volersene occupare nessuno, con l’aggravante che a commissionare le opere e le prestazioni di beni e servizi è stata un’articolazione dello Stato, e precisamente un commissario nominato dalla Prefettura che è la massima autorità istituzionale in rappresentanza del governo nel territorio provinciale. E noi infatti ci siamo mossi anche a livello nazionale, interessando della delicata questione, grazie ad una interrogazione parlamentare dell’onorevole Perconti, i ministri dell’Interno, della Salute e dello Sviluppo Economico. A questo tassello abbiamo fatto seguire l’avvio di una apposita azione legale, con l’assistenza dell’avvocato Stefano Catuara. Ed in questo complesso contesto la Regione non può e non deve diventare spettatrice di una partita importante per il presente e per il futuro, in cui, per intenderci, in assenza della disponibilità delle imprese che assicurano gli interventi, si corre il serio rischio che non possa essere garantito un servizio pubblico indispensabile per le comunità dell’Agrigentino, tra l’erogazione dell’acqua e la manutenzione degli impianti, le cui disfunzioni e guasti potrebbero determinare emergenze sanitarie. Queste imprese hanno lavorato per conto dello Stato e non possono e non debbono essere abbandonate”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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