Il “triste” Natale

Condividi
di Mario Gaziano
Il Natale più triste che abbiamo conosciuto e amato è quello del “Cantico di Natale”, “A Christmas Carol” di Charles Dickens: tenebroso, esoterico, irreale.
Dal quale Robert Zemekis (quello di Forrest Gump) propose un visionario bellissimo film della Walt Disney.
Comunque: una creatura letteraria, prima. Poi una trasposizione cinematografica.
E mai dentro di noi il sospetto di una futura – inverosimile ma reale- realtà.
La realtà del morbo, del virus che ci ha resi sospettosi del nostro prossimo.
Non più l’evangelico “Ama il prossimo tuo” (Gv. 13,34) .
Ma diffidane . Stagli alla larga. Sempre la mascherina.
Niente assembramenti.
Un Natale chiusi in casa. Senza affetti .Senza calore familiare.
Azzerato il sentimento dell’incontro, padrone di cinematografia, narrativa, poesia e di varie umanità.
Addio alle neorealistiche scene di quando inseguivamo i treni per tornare alla casa natalizia.
A scavalcare i finestrini delle carrozze super affollate.
Addio ai voli notturni (al risparmio) Nord-Sud.
Tutto ora catalogato. Determinato. Nelle ore. Nei giorni.
Addio alle notti da “Vitelloni” felliniani al Viale o al lungomare. A scalciare sassi. A inventarci novelli Paolo Rossi, con le lattine di Coca Cola o di Heineken..
(Quanto ci manca Paolo Rossi. Il mito di un’Italia ritrovata e riunita).
E ora, in solitudine, in cerca di sentimenti. Di sguardi, di coinvolgenti affetti.
E si insinuano le parole del più condiviso aforisma sociologico di sempre “Le emozioni passano, i sentimenti vanno coltivati”.
Chissà se esperti, task force ministeriali, governanti, epidemiologi, infettivologi hanno tenuto conto della necessità del coltivare “i sentimenti” giorno dopo giorno, ora dopo ora ?!
Non tutto può essere statistica, dictat scientifico,
decreti e normative impositive: in un Natale di tristezza e di malinconia.
E battono dentro il cuore e la mente come delicati rintocchi natalizi, lontani e sfumati (proprio come nel Canto di Natale di Dickens), i versi del grande Ungaretti, nella sua struggente “Natale”:
“…Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare”.
E mestamente sussurriamo “ buon Natale e buone feste da Sicilia 24 h.”.

Notizie correlate

One Thought to “Il “triste” Natale”

  1. Ignazio

    Il Natale, in sé, sarà per tutti noi il Natale di sempre! Un Natale che deve farci riflettere e che deve farci pensare che nulla di triste né di doloroso bisogna mai costruire! E mentre proferiamo queste parole, siamo ben consci che c’è molta gente che continua a falcidiare questo nostro Mondo, nel migliore dei casi, abbandonato dall’uomo, e, nel peggiore, minato alle sue basi per distruggerlo totalmente; e fa rabbia che a creare tali situazioni siano soprattutto i cosiddetti “Grandi” del mondo che di grande non hanno proprio nulla, perché la “grandezza” appartiene ai “piccoli”, ai deboli, ai poveri di tutto ma non di spirito né di capacità di aprirsi all’altro per trasmettergli desiderium videndi il meglio che possa esser desiderato come la fratellanza, l’amicizia, la comunità, il rispetto di sé e degli altri! Viva il Natale e quell’accontentarsi di star … ““… con le quattro capriole di fumo del focolare”, per riuscire a vedere il risorger non sol di Fratello Sole, ma di tutto il Mondo sorretto dalla bontà di chi vorrà sempre lottare contro i cosiddetti “Forti” della Terra tutta.
    Ciao, Mario. GRAZIE PER LE TUE RIFLESSIONI E … BUON NATALE!

Leave a Comment