Il presunto lavoro agile negato al dr. Maurizio Puccio dal Libero Consorzio di Agrigento, la triste vicenda approda sul tavolo del Presidente della Repubblica Mattarella, in attesa di segnali di fumo da parte dell\’Ispettorato Territoriale del Lavoro

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Nei giorni scorsi ci eravamo interessati di una triste vicenda che riguarda un dirigente del Libero Consorzio di Agrigento, Maurizio Puccio, al quale, dopo tre anni, con una discutibile nota gli è stato negato il diritto a continuare a svolgere il Lavoro Agile, \”previo il cambiamento di mansione\” e il conseguente trasferimento ad Agrigento.

Puccio, ma non solo lui, ovviamente non accetta questa soluzione, viste le condizioni di salute e visto che per tre anni nessuno si \”era accorto\” della odierna \”anomalia\” segnalata nella nota del Libero Consorzio. Tra l\’altro, e questo è un nostro pensiero, un lavoratore portatore di handicap e già giudicato dal Medico del Lavoro dello stesso Libero Consorzio che gli ha riconosciuto a svolgere lo smart working, dovrebbe essere agevolato  sotto ogni aspetto. La dirigente pro tempore, invece, (o le leggi vigenti?) \”agevola\” il dipendente soggetto fragile facendogli compiere 130 chilometri al giorno, Sciacca-Agrigento-Sciacca; a nostro modo di vedere si tratterebbe di un vero e proprio ulteriore supplizio che non solo non agevola il lavoratore con gravi problemi ma che va ad aggiungersi ad una condizione fisica assolutamente precaria, già riconosciuta dal Medico del Lavoro.

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Maurizio Puccio ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella raccontando tutta la sua \”coloritissima, sensibilissima e piena d\’amore\” vicenda che lo ha involontariamente colpito.

Che un briciolo di pietà, magari, riuscirà a provarla il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella?

Intanto, l\’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Agrigento non ha ancora risposto alle missive inviate da Puccio, la prima il 2 febbraio e la seconda il 7 febbraio.

Adesso il testo della lettera che Maurizio Puccio ha scritto al Presidente Mattarella:

\”Signor Presidente,

mi chiamo Maurizio Puccio, ho 62 anni e scrivo da Sciacca, in provincia di Agrigento.

Sono orgoglioso di essere italiano, un Paese meraviglioso che è sempre stato la culla del diritto ma che non può diventare “il Paese

dei diritti negati”.

La storia che sto per raccontarLe è, in un breve, emblematica e invita riflettere su come vengono gestite la sicurezza dei lavoratori nei posti lavoro ed il “lavoro agile” dei “lavoratori fragili”: su chi può deciderlo o meno.

Sono un dipendente del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (ex Provincia Regionale), in conseguenza delle mie patologie e costanti cure, da quando –  a tutela dei “lavoratori fragili” – è iniziato lo “smart working” ho sempre potuto fruire di questa opportunità che mi ha tanto arricchito in termini di professionalità ed ha ridato serenità a me ed alla mia famiglia.

Dopo tre anni di “smart working”, lo scorso 2 gennaio ho presentato alla mia Amministrazione la richiesta di proroga per continuare a lavorare in “modalità agile”  grazie  legge  29 dicembre 2022, n. 197, art. 1, comma 306  che tutela i soggetti colpiti da patologie.

Ebbene, dopo tre anni mi sono visto rispondere dalla mia Amministrazione (rectius dalla  Dirigente a tempo determinato) che “ … l’attività di sportello svolta dal dipendente è incompatibile con la modalità di lavoro agile …da parte dell’Ente c’è la disponibilità a trovare una soluzione, il lavoratore, trovandosi nella sede periferica dell’Urp di Sciacca, potrà richiedere il cambio della mansione o il trasferimento in altro settore  o ufficio le cui mansioni lavorative siano conciliabili con l’attività  di smart  working….”

Mi chiedo, come mai in tre anni questo problema non si è mai posto?

Ma non ho ancora finito: Considerato il diniego ricevuto, Lunedì 6 febbraio sono stato costretto a rientrare fisicamente a lavoro.

Poco dopo, all’interno del mio Ufficio, sono stato colto da malore e sono stato costretto alle cure sanitarie nel reparto di cardiologia e radiologia dell’ ospedale di Sciacca in “codice rosso”.

Ebbene, anche il medico del lavoro fiduciario del Libero Consorzio,  dopo una accurata visita medica, nelle settimane scorse aveva   disposto che io prestassi lavoro in modalità “smart working” a tutela della mia vita e della salute.

Qualcuno, invece, “sostituendosi” al parere del medico fiduciario ha ritenuto che io non abbia diritto a tutelare la mia salute.

Mi sono rivolto all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Agrigento per avere chiarezza relativamente alla mia  posizione, ma alla data odierna non ho ancora ricevuto alcuna risposta.

Di lavoro si deve vivere, Signor Presidente, ma non si deve dover morire.

Chiedo a Lei Signor Presidente della Repubblica, di voler attenzionare i fatti sopra esposti e intervenire per fare applicare la legge a tutela della salute dei lavoratori.

La ringrazio anticipatamente  e Le  porgo distinti saluti.

 

Sciacca, 08.02.2023

 

Dr.  Maurizio Puccio

 

 

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