“Finanziaria”, l’ok a dicembre vale oltre un miliardo

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Inizia in Assemblea l’esame della Finanziaria. L’appello dell’assessore Falcone: “L’approvazione entro il 31 dicembre vale per la Sicilia oltre un miliardo di euro”.

Lunedì scorso alle ore 20 è scaduto il termine del deposito degli emendamenti. Ieri pausa di riflessione. E oggi è il giorno dell’avvio dell’esame della Finanziaria all’Assemblea Regionale nell’auspicio che il documento contabile sia approvato entro il termine ultimo del 31 dicembre scongiurando il ricorso all’esercizio provvisorio di bilancio. In particolare, l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, lancia un appello non retorico ma prettamente tecnico al fine dell’approvazione entro dicembre. E spiega: “La Finanziaria è da approvare entro il 31 dicembre. Non è questione di puntiglio ma di sostanza: per il bene della Sicilia. Significa mettere in circolo per il 2024 almeno 1,5 miliardi di impegni della Regione in più rispetto al 2023. Ci avviciniamo all’appuntamento con animo fiducioso dopo tanto e intenso lavoro, lungo diversi mesi. Siamo partiti già a giugno incontrando le associazioni e le categorie, poi le forze politiche e tutti i portatori di interesse per costruire una Finanziaria che offra risposte a tante esigenze”.

E poi sul pressing dell’opposizione a rinviare la discussione generale, Falcone aggiunge: “Trovo il dibattito di queste ore decisamente surreale. Il presidente Schifani, a inizio legislatura, ha promesso che avrebbe regolarizzato i conti della Regione presentando la Finanziaria in tempo utile, per giungere al via libera definitivo entro la fine del 2023, come legge prescrive.

Tuttavia le opposizioni gridano allo scandalo. E quale sarebbe questo scandalo? La nostra intenzione di non trascinare la Regione in esercizio provvisorio? Da non crederci. Riassumendo: il governo è criticato perché vuole ricollocare la Regione nei binari della regolarità e dell’efficienza amministrativa. In realtà le minoranze farebbero bene ad agevolare l’approvazione della Finanziaria al più presto, per fare uscire la Sicilia da una condizione di cenerentola nella quale per troppi anni è stata relegata”.

E poi l’assessore Falcone conclude: “Da 25 anni alla Regione Siciliana è contestato il fatto che, dal punto di vista contabile, si lavori soltanto per 7 mesi su 12 in virtù del ricorso costante all’esercizio provvisorio, che è uno strumento che dispiega i suoi effetti fino ad aprile. Ed è un termine che si sposta a maggio per la pubblicazione della legge sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana. In questo modo il Sistema informatico è aperto a fine maggio, per poi chiudere la cassa a metà dicembre. Questo ha comportato una minore immissione di denaro nel mercato rispetto alle proprie possibilità. Nel 2021, al 30 novembre, ci furono pagamenti per 14 miliardi di euro, e nel 2022 quella cifra fu superata di poco. Nel 2023, con la Finanziaria approvata per la prima volta a febbraio, la Regione ha erogato 15,7 miliardi di euro innescando un meccanismo che ha portato a un punto e mezzo di Prodotto interno lordo in più. Adesso, con l’approvazione della Finanziaria nei tempi previsti, stimiamo di immettere per il 2024 nel mercato 1,3 miliardi in più rispetto al 2023”.

Giuliana Miccichè

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